sabato 6 febbraio 2021

Phosphoros

Surgical bombing.

La Nato aveva lanciato l'attacco all'Iraq, il muezzin gridava nella notte passi del corano mentre il cielo riluceva delle strisce di missili che piovevano su Baghdad.

Ne cadde uno a 500 metri dalla moschea, i vetri verdi finirono in faccia al vecchio che silenziosamente leggeva il corano.

Fu accecato, tutti fuggirono dalla Moschea.

Le pale degli elicotteri fendevano l'aria e con i monitor a raggi infrarossi vedevano delle macchie verdi umane in movimento confuso sulle strade di Baghdad.

Venivano finiti tutti da scariche dai mitragliatori M134 degli Apache americani.

Surgical bombing.

''We are going to bombing in five minutes.''

''Surgical bombing''.

I palazzi si illuminavano nella notte di un bagliore sinistro, poi arrivavano le multiple onde d'urto.

Gli antifurti delle automobili urlavano il loro rancore isterico alla sacra notte violata dai corvi neri della morte con occhi a raggi infrarossi.

Il vecchio nella moschea però non si era mosso.

Jamal Al Malik era un ragazzo di 14 anni che era stato cresciuto da lui.

Il padre e la madre lo trascuravano.

Il vecchio era colui che lo aveva cresciuto.

Era un pio islamico a cui piacevano i bambini, e si prendeva cura di quelli che erano abbandonati a se stessi.

Aveva giusto 10 capre e un piccolo podere sulle rive del Tigri, e con il latte e il formaggio di Capre aveva allevato molti ragazzini.

Jamal al Malik amava il vecchio, era suo padre, era sua madre, era suo nonno, era il suo maestro, gli aveva insegnato a leggere e a scrivere e gli aveva fatto impare il corano a memoria.

Non tutti i ragazzini erano dotati, ma lui lo era, e il vecchio che era di origine persiana, gli aveva anche fatto leggere i testi persiani, lo aveva istruito alla poesia persiana, gli aveva fatto conoscere lo Shaah Namè e il Rubayat, nonché i versi di Jalal al Din Rumi.

''Maestro, ma nel Rubayat il poeta decanta il vino , ma non è forse vero che non si può bere?''

''Figliuolo, un giorno lo berrai e Allah ne sarà contento, non ti fare troppe domande , guarda queste capre io ho imparato molto da loro, molto ho studiato, molte domande mi sono fatto e poi alla fine quando davo loro un ciuffo d'erba le vedevo ruminare tranquille, loro vivono e mangiano tutto figliolo, anche i rovi, anche le ortiche, una sola pianta non mangiano figlio mio, sai quale?''

''No maestro.''

''La più nobile, il basilico, basilicus in greco significa potente, imprtante, nobile, e loro non la vogliono, la più nobile e profumata delle erbe loro non la vogliono.''

''Perché nonno?''

''Vedi figliuolo, non è questione di umiltà, ci sono piaceri a cui non siamo all'altezza, è stato il piacere a 

svezzare l'uomo alla coscienza, egli ha aperto gli occhi e ha visto che era nudo e ha provato vergogna.''

''Perché nonno?''

''Perché egli è diventato cosciente, prima del tempo voluto da Dio, si è visto nella sua pochezza e si è sentito martoriato dalla sua nullità e insignificanza, il piacere figliolo, non è stato proibito in sé, è la conoscenza che è stata proibita, ma non per sempre, il piacere porta alla conoscenza, ma se non si è pronti alla conoscenza si verrà dilaniati da essa come il coltello del macellaio dilania queste capre, esse in verità sono sagge, sanno che il basilico le porterà al coltello della verità, ed esse non sono pronte ad udirla, non sono pronte ad accettarla, non sono pronte a sopportarla, in verità Allah è misericordioso proprio perché tace, se parlasse l'uomo sì, avrebbe la risposta ai propri enigmi, ma dubito che questa risposta gli piacerebbe, egli impazzirebbe e si suiciderebbe, la verità è un coltello figliolo, e in verità il Signore è buono e nega il piacere alle sue capre perché  esso le porterà a essere dilaniate dal coltello della verità.''

''Ma sappi figliolo che in verità solo a occhi chiusi l'uomo si può vedere, la luce lo inganna, i loro occhi si aprirono, ma i loro cuori no, per questo provarono vergogna.''

Jamal stette zitto e guardò le capre che ruminavano in pace.

Guardò il fiume che scorreva tranquillo.

E penso dentro di sé:

''Nessun fiume ha fretta di arrivare al mare, ci arriverà a tempo debito, il maestro mi sta dicendo che in verità, all'uomo non è stata negata da Dio né, il piacere, né la conoscenza, solo egli è un impaziente, e per questo soffre, ha sofferto e soffrirà.''

Il vecchio lo teneva per mano e disse:

''Hai pensato al fiume figliolo?''

''Si, come fai a saperlo Nonno?

 Lo accarezzò, e lo baciò sulla testa, non disse nulla e gli sorrise con la bocca sdentata.

Come il ''Nonno'' gli voleva bene... e come voleva bene lui al nonno...

Poi il ragazzo guardò le capre che ruminavano inerti.

Una bomba cadde vicino a Jamal sbriciolando un palazzo.

L'Iraq era sotto attacco e immediatamente Jamal fu destato dai suoi ricordi dall'onda d'urto della bomba.

Era stato un rumore fortissimo e lo aveva sentito anche nelle sue membra e nel sue ventre destando il panico più totale.

Il suo cuore batteva all'impazzata mentre il cielo riluceva di mille bagliori.

Era strano ammetterlo ma tutto ciò aveva un suo fascino, una sua estetica, Jamal era un contemplativo e guardava il fiume che scorreva placido rilucendo i mille luccichii del cielo e le strisce vermiglie dei missili che cadevano su Baghdad.

Si sentiva una di quella capre, tutto sommato egli trovava pace e bellezza anche nell'orrore e rifuggeva dal cercare una spiegazione, essa sarebbe arrivata a tempo debito.

Poi guardò di nuovo il fiume e vide sè ,steso specchiato con l'immagine del nonno che gli accarezzava la testa.

Pensò al nonno.

Dov'era a quest'ora?

Si trovava sicuramente nella Moschea.

Lui aveva imparato dal nonno che non si può sfuggire dal destino, non voleva salvarlo, che tornasse pure nel seno di Abramo, di fronte al trono di Allah, ma lui voleva dargli l'ultimo saluto.

Prese una motoretta e solcò le strade di Baghdad mentre le bombe scoppiavano ovunque sollevando sinistri bagliori.

''Ogni fiume torna al mare solo a tempo debito, solo Allah conosce l'ora, forse è anche la mia, forse no, non è importante saperlo, il nonno ci ha insegnato che Allah ci tace molte verità per nostro amore, io non so cosa ne sarà di me, voglio solo salutare il nonno, che Allah mi conceda l'ultimo saluto.''

Gli elicotteri volavano bassi sulla città, un torrente di fuoco partì da uno di essi e distrusse completamente l'incrocio a 100 metri da lui sciogliendo il metallo delle lamiere delle auto e l'asfalto stesso in un unico ammasso informe.

I corpi carbonizzati erano irriconoscibili, le auto e i camion bruciavano elevando le fiamme al cielo.

Bloccò la sua motoretta e guardò lo spettacolo.

Era strano come tutto ciò avesse una sua estetica.

Le bombe invermigliavano la città come fiori caduchi che sbocciano nei prati della notte e i loro boccioli venivano rapiti dal vento  della notte che li portava sopra il quieto deserto, tra le stelle e le nuvole.

Il fuoco delle fiamme degli autoveicoli che bruciavano si rifletteva nelle sue pupille dilatate e perplesse.

''Tutto è perfetto, anche la morte e il dolore, ma come è possibile tutto ciò?''

Gli antifurti urlavano persino la disperazione della macchina di fronte al disastro dell'uomo, straziando  il cuore di chi cercava rifugio dalla pioggia di fuoco che veniva dal cielo.

Si ricordò di quando il nonno gli aveva raccontato di come la figlia di Lot fosse stata trasformata in una statua di sale per essersi girata a guardare il fuoco che distruggeva la città di Ur e fu preso dal panico.

Prese la motoretta e girò al massimo la manopola dell'acceleratore.

La motoretta faceva quel che poteva, ma neanche poco, era un due tempi sovietico degli anni 60 di quelli che puzzano come 10000 Tir messi insieme, e il nonno una volta gli aveva fatto vedere che poteva anche funzionare non solo con la benzina ma anche con l'olio di semi di girasole.

Il nonno ne aveva un campo e lui faceva andare la sua motoretta con quello.

Lui spinse la motoretta al massimo cercando di evitare gli autoveicoli fermi in fiamme e i tumuli informi di cemento dei palazzi distrutti in una gimkana impegnativa, cercando di tenere sempre l'acceleratore al massimo.

Stava superando una ford escort station wagon di profughi che cercavano disperatamente di portarsi al di fuori della città, quando questa venne centrata dal fiume di proiettili sbandando verso di lui.

Frenò, sterzò e riuscì ad evitarla, la station wagon si schiantò contro il muro di un palazzo, lui l'aveva evitata ma aveva perso il controllo della motoretta e ora essa sfrigolava con lui sopra lasciando mille scintille, a un certo punto cadde da essa e l'asfalto su cui scivolava consumò rapidamente i suoi vestiti ed egli lo sentì come olio bollente che ustionava la sua pelle.

Era caduto dalla motoretta che non andava a  più di 80 km orari, ma tale velocità era stata sufficiente a trasformare l'asfalto sotto di lui in una carta vetrata che gli aveva strappato la pelle del dorso e degli arti inferiori. 

Ora era fermo e ed era vivo.

Non sentiva nessun osso rotto ma il dolore della pelle abrasa dall'asfalto era incontenibile.

Si alzò senza neanche troppa fatica, cercò di contenersi ma alla fine non ce la fece più.

''Dio sia maledetto!''

Gridò in modo disumano, e la sua bestemmia echeggiò nello strano silenzio della notte, ora i rumori delle bombe si sentivano bassi e lontani.

Una vecchia lo guardò e lo indicò con il bastone ad un gruppo di miliziani che passavano armati su un pick up.

Essi si avvicinarono a lui fermando il pick up chiedendo se si era fatto male, e offrendosi di portarlo all'ospedale.

Ma lui non li ascoltava, stava a malapena in piedi.

Guardava la vecchia che continuava a indicarlo col bastone nonostante i miliziani gli fossero vicino da almeno un minuto.

Si sentì maledetto da Allah e la sua bestemmia gli pesò infinitamente sul cuore.

La vecchia continuava a puntare il bastone impassibile mentre i miliziani pensavano che non rispondesse perché era stato stordito da una bomba.

Infine il suo corpo fu troppo pesante e cadde in ginocchio, chiuse gli occhi e chiese al Nonno di intercedere pressò Allah per perdonarlo.

Si sentiva come la figlia di Lot, aveva disubbidito all'ordine di non guardare il fuoco che scendeva su Ur e ora sarebbe stato una statua di sale per l'eternità.

Chiuse gli occhi e pianse.

''O anima mia

che gonfi il mio petto,

il mio spirito,

il vento del fuoco

è uscito da me

ha urlato l'ignominia.

Ignito

il dolore

mi rimane ancora poco,

perdonami Dio

maledici me e la mia progenie,

se tu hai sentito il mio rancore,

se ti ho mancato di rispetto,

io non conosco il mio destino,

forse è giusto che io sia maledetto.''


I miliziani sentirono queste parole pronunciate da lui e si fecero zitti.

La vecchia lo guardò.

A un certo punto un miliziano disse stranito:

''Che è questa puzza di fritto?''

Jamal aprì gli occhi.

Il serbatoio della motoretta detonò in un' esplosione.

Tutto ora puzzava di fritto e nessuno capiva il perché.

Si alzò e chiese ai miliziani di portarlo alla Moschea perché doveva salutare una persona prima di entrare nell'Ade.

Lo guardavano ancora più straniti, aveva la forza di reggersi in piedi 

Gli negarono quello che chiedeva.

''Se vuoi ti accompagniamo ad un ospedale fuori dalla città, ma la Moschea è vicino all'aeroporto e sta subendo i maggiori bombardamenti''.

Gli indicarono le bolle cangianti che si alzavano nella direzione dell'aeroporto.

Ci furono 30 secondi di silenzio.

Le bombe si sentivano in lontananza, il terreno sotto di loro tremava.

Stranamente il faro dell'aeroporto nonostante i bombardamenti continuava a tagliare il ventre della notte come un coltello d'acciaio rotante, e il cielo sembrava sanguinare di luci vermiglie, le nuvole avevano il colore del sangue.

Del sangue o del vino...

Si fermò e rifletté, chiuse gli occhi e vide l'immagine del nonno che lo abbracciava e gli diceva:'' un giorno Allah te lo farà assaggiare.''

Non lo aveva mai bevuto in vita sua ma ora guardava le nuvole vermiglie e pensava dentro di sé:

''Hanno il colore del vino, è per questo che Allah lo ha proibito: il suo colore è bello, il suo sapore è orrendo.''

E tirò fuori la lingua cercando di sentire quel sapore.

A un certo punto sentì come se sulla lingua ci fosse del sale.

''Il sale?''

''Sto forse diventando una statua di sale come la figlia di Lot, la mia maledizione si sta compiendo?''

Fu interrotto da una voce familiare.

''Il sale piace alle mie caprette''.

Era la voce del nonno.

Aprì gli occhi, non c'era nessuno.

Anche i miliziani se n'erano andati, chi aveva parlato?

Anche la vecchia se n'era andata.

Era stranito.

Non capiva.

Non capiva neanche quanto tempo fosse passato.

Forse il nonno era già morto.

Forse anche lui doveva morire e l'anima del nonno era passato a salutarlo.

Poi gli venne in mente il basilico.

Non sapeva cosa fare, tentò un passo, sì, poteva camminare, ma a rilento.

Camminava come uno zombie o un fantasma, ma capì che se voleva avvicinarsi alla moschea doveva semplicemente camminare verso le bolle incandescenti che si illuminavano dove c'era l'aeroporto.

Caracollava e cadeva , ma si alzava, poi non seppe neanche come, ma incominciò a correre, correva disperatamente verso le sinistre luci che si alzavano verso l'aeroporto.

Corse fino a che fu vicino all'aeroporto, passò in una stradina laterale risparmiata dai bombardamenti.

La luce dell'aeroporto in fiamme illuminava in modo potente la notte tanto che ogni volta che non era all'ombra di un edificio, la vedeva accecante.

Ma correva così veloce che ormai gli edifici passavano veloci e lui la vedeva pulsare e ritmica accendersi e spegnersi ogni volta che passava un edificio e passava la strada vuota tra un edificio e l'altro.

''La luce e il buio.''

''La notte e il giorno.''

''Il bene e il male.''

Pensò fra sé e sé

Correva e le endorfine lo stordivano, a un certo punto fu davanti alla moschea.

I suoi vetri erano rotti, ma l'edificio era intatto, camminò più lentamente, le lampade verdi illuminavano gli smeraldi della moschea.

Il nonno giaceva seduto e tranquillo con la faccia ricoperta di sangue e il corano chiuso in mano.

''Nonno? Sei vivo?''

''Si figliuolo, ora Allah mi ha fatto il più grande dono io lo posso finalmente vedere.''

Guardò il nonno e lo nettò dal sangue che imbrattava la sua faccia.

Gli prese la mano.

''Chiudi gli occhi e vedilo con me.''

Chiuse gli occhi.

Vide il serpente che giaceva crocefisso davanti a una fiamma bianca incandescente.

''Phosphoros'', soggiunse il nonno.

''O Lucifero, in latino.''

''Il portatore della luce.''

Si avvicinò alle fiamme e vide che in esse bruciavano milioni di anime.

Il nonno prese una manciata di sale e la gettò nelle fiamme.

Le fiamme si spensero e il fuoco si trasformò in milioni di anime che finalmente fuggivano verso il cielo come fumo bianco.

Il serpente parlò e disse: '' voi siete il sale della Terra''.

Poi il buio.

''Apri pure gli occhi figliuolo.''

''Hai capito?''

''No nonno, ma sono contento di vederti vivo.''

Lo abbracciò.

Il nonno ricambiò l'abbraccio e cercò di accarezzargli la testa.

Capì che era rimasto accecato quando vide i frammenti dei vetri verdi confitti nel suo volto e nei suoi occhi.

''Nonno, ti voglio bene, io sono maledetto, ma tu almeno vieni, salvati almeno tu.''

''Tu non sei maledetto figliuolo, tu hai il compito di salvare molte anime.''

''Io nonno sono stato maledetto da Allah, mi sono girato a guardare il fuoco del cielo e ora sarò trasformato in statua di sale per l'eternità come la figlia di Lot.''

''Il sale piace alle mie capre, il basilico no.''

Disse il Nonno.

''Hai capito?''

''No nonno, aiutami.''

''Devi arrivarci da solo, sei il migliore dei miei allievi''.

''Cosa contiene il basilico?''

Jamal ebbe l'impressione di avere capito.

Ma non del tutto.

Il nonno gli prese la mano, poi con l'altra toccò il suo volto.

''Si forse ora ti vedo meglio, il nemico è il portatore della luce, Phosphoros o Lucifero, chiamalo come vuoi, la luce inganna, ora che sono cieco ti vedo meglio, non mi sono sbagliato su di te.''

''Tu sei buono, macché maledetto... io tra poco morirò sono contento di averti allevato, ma ora devi svolgere la tua missione, tra poco Fallujah sarà attaccata, Baghdad è stata distrutta ma tu puoi salvare centinaia di migliaia di vite.''

''Figlio mio, io ti ho insegnato i segreti dell'Alchimia, ferma il portatore della luce.''

Detto questo spirò.

La sua mano lo lasciò.

Il nonno si irrigidì e la sue cute divenne  bianca, bianca come il sale, ma la luce dell'aeroporto che bruciava lo faceva sembrare rosso del colore del sangue.

Jamal non fu solo desolato ma anche inorridito.

La morte lo lasciava atterrito.

Lo guardò perplesso per molto tempo, era ancora il nonno quel cencio contratto di carne fredda?

Gli occhi spenti come di bambola fissi nel vuoto.

Che fosse quel che fosse, lo strinse vicino a sé e pianse, pianse così tanto da inondarlo di lacrime, quando vide che il cadavere del nonno stava scendendo come se il cuscino compatto e alto mezzo metro si stesse afflosciando rapidamente, toccò il cuscino inumidito delle lacrime e vide che c'erano granuli di qualcosa, qualcosa che le sue lacrime avevano sciolto.

Ne strappò l'involucro esterno e vide che era sale.

Fu molto perplesso.

Infine si sciolse del tutto e il nonno cadde disteso.

Uscì dalla Moschea e vide che c'era un pick up carico di sale e dotato di un rozzo cannone di quelle specie di fine ottocento che andavano caricati di polvere da sparo e palle di piombo.

Forse aveva capito.

Prese il drappo con cui era ricoperto il nonno e lo abbandonò nudo nella moschea.

Gli sembrò di mancare di rispetto, ma il nonno mentre gli strappava il drappo sembrò sorridere.

Forse aveva davvero capito.

Sul pick up vide dell'acido nitrico, forse aveva davvero capito, lo spesso drappo di cotone, l'acido nitrico, il cannone e il sale erano tutto ciò che gli serviva.

Accese il Pick Up e viaggiò nel deserto tra Baghdad e Fallujiah , il rumore torbido del diesel quasi lo cullava, non si girò per vedere Baghdad bruciare, non era il punto tanto di diventare una statua di sale, il punto è che ora aveva fretta di arrivare a Fallujiah e il sale sì, poteva essere molto utile.

Gli aerei della Nato solcavano il cielo rombando rapidi fra le stelle silenziose mentre la mezza Luna scintillava sorniona e Venere riluceva vicino ad essa.

Spense i fari e rallentò, non voleva correre il rischio di farsi notare da uno di loro, la luce della Luna era più che sufficiente.

Arrivò all'aeroporto di Fallujiah e fu fermato da un posto di blocco di soldati iracheni.

''Chi sei? Cosa fai con questo sale? Questa zona è a rischio, non possiamo lasciarti entrare, stiamo cercando di evacuare la città.''

''Non c'è più tempo per evacuarla lasciatemi entrare o tutti gli abitanti moriranno, so quello che faccio.''

Sentì il cupo rombo degli elicotteri che si avvicinavano, e li indicò ai soldati iracheni.

Quelli spalancarono gli occhi e urlarono al walkie talkie che la contraerea si preparasse.

Lo lasciarono perdere e si fiondarono dentro i mezzi verso la zona con i camion dotati di missili antiaerei.

Lui li lasciò andare.

''Senza neanche salutare se ne vanno, che sciocchi che sono, quel che hanno intenzione di fare non serve.''

Lui si spostò su una zona un po' più alta posizionò il cannone a 35 gradi calcolando che il moto parabolico doveva portare i suoi ''proiettili'' sopra la città e in particolare sopra l'aeroporto dove riteneva sarebbe avvenuto il grosso dell'attacco.

In breve tempo gli elicotteri furono sopra la città, la contraerea irachena tentò di abbatterli ma furono rapidamente azzerati dalla superiore potenza di fuoco degli elicotteri americani.

Lui tagliò il mantello di cotone del nonno in tante piccole strisce , le imbevve di acido nitrico e compattò delle palle di sale del diametro del cannone.

Ora gli elicotteri stavano in volo fisso, immobili  sopra Fallujiah, in particolare sull'aeroporto, pronti.

''Fate ciò che avete intenzione di fare.''

''Il basilico contiene fosforo, e per quello che non piace alle capre del nonno.''

Jamal vide che gli elicotteri ora svuotavano una sostanza bianca sopra la città di Fallujiah.

Essa riluceva immediatamente appena veniva a contatto con l'umidità dell'atmosfera rilasciando una nube luminosissima che stava per scendere su Fallujiah.

''Alle capre del nonno invece piace il sale.''

''Mangiate caprette.''

E così facendo infilò una striscia di cotone trattato con acido nitrico nel cannone, aveva reagito diventando nitrocellulosa, un'esplosivo rudimentale ma efficace.

Poi mise i proiettili di sale.

Infine fece detonare con una miccetta e un accendino.

Il proiettile di cloruro di sodio non rimase compatto ma si frammentò in tanti granuli che si sparsero sopra la città.

Il cloro del sale reagì immediatamente con il fosforo bianco rilasciato dagli elicotteri.

Precipitò del tricloruro di fosforo e la nube bianca si spense prima di cadere sul suolo di Fallujiah e consumare ogni traccia di materia vivente reagendo con l'acqua presente in essa.

Al terzo proiettile si bloccò, la nube bianca si era del tutto spenta.

Gli elicotteri vagarono sopra la città, infine si ritirarono.

Ogni luce cessò.

Il fosforo, Lucifero, il portatore della luce era stato sconfitto, l'inferno era stato spento.




giovedì 4 febbraio 2021

Come l'I Ching evitò la catastrofe nucleare

Il  satellite X0124 cinese era in grado di avere una precisione straordinaria, poteva fornire immagini in tempo reale di qualsiasi cosa accadesse sulla terra, poteva fotografare un'ape su un fiore, o un'onda che si infrangesse su uno scoglio.

Poteva anche fotografare immagini sottomarine.

A un certo punto gli scienziati cinesi, notarono che in Mongolia c'era un immagine satellitare simile a quelle di Nazca, come se tante pietre fossero state disposte in modo da poter fotografare un'immagine solo dall'alto.

Gli scienziati cinesi furono stupefatti e si chiesero come mai nessuno l'avesse fotografata prima.

Furono inviate spedizioni archeologiche per capire la natura dei manufatti.

Il vento della steppa d'estate muoveva le vaste praterie del mare della steppa come se fossero onde.

Ma non c'era traccia alcuna di alcun tipo di manufatto, non c'erano pietre disposte in un certo ordine o solchi, solo la steppa verde.

L'immagine fotografata era quello di un simbolo del Tao.

Gli scienziati erano perplessi.

A un certo punto venne fotografata un'immagine identica in Cile.

L'mmagine rappresentava sempre il simbolo del Tao, un simbolo chiaramente cinese, ma in un territorio in cui la presenza cinese non era mai stata ipotizzata prima.

Gli scienziati cinesi erano affascinati e perplessi.

Subito qualcuno avanzò dei dubbi su questo tipo di immagini, ipotizzando semplicemente che qualcuno all'interno del team stesse giocando strani scherzi.

Ma dal momento che il partito comunista cinese è fortemente nazionalista e l'idea che dei cinesi avessero colonizzato l'estrema propaggine del continente americano, venne mandata una nave in rotta verso il Cile, una nave civile con equipaggio scientifico che i cinesi comunicarono alle autorità cilene essere una nave per studi dell'antartico che avrebbe dovuto temporaneamente fermarsi in Cile per rifornirsi.

Le autorità cilene non ebbero nulla da obbiettare.

L'immagine si trovava nella terra del fuoco molto a sud nell'estrema propaggine meridionale del Cile.

Mentre la nave si allontanava dalla Cina per solcare il pacifico, venne fotografata un'immagine analoga sempre di un Tao in Australia, all'interno del Queensland, in pieno deserto australiano.

Oramai la nave era partita, i dubbi sull'autenticità delle immagini crescevano nell'entourage cinese.

Il Tao in Australia sembrava assolutamente una finzione grossolana.

Ma la nave era in pieno Pacifico.

La nave decise di ignorare l'immagine australiana anche perché la Cina si trovava in cattivi rapporti con l'Australia e probabilmente le autorità di Brisbane avrebbero negato l'accesso alle coste australiane.

Quando arrivarono sulle coste cilene la spedizione si inoltrò in un altipiano vicino alla catena delle Ande.

Non rilevarono nulla.

Tutto l'entourage incominciò a valutare più seriamente l'ipotesi che il satellite fosse stato hackerato.

A questo punto il satellite fotografò immagini sempre simili a quelle di Nazca, visibili solo dall'alto corrispondenti agli esagrammi dell'I ching su praticamente su 64 paesi diversi del globo.

Che fosse hackerato era diventato chiaro, ma la tipologia degli esagrammi per ogni paese destò perplessità nei funzionari del partito comunista cinese quando venne comunicata.

Era chiaro che era hackerato, e che qualcuno volesse veicolare un messaggio.

Gli Stati Uniti avevano un esagramma con linea mobile.

L'esagramma era il 7 l'esercito, con linea mobile 2, sentenza della linea mobile, ''l'esercito si ritira, nessuna macchia.''

Entro 4 ore dalla visualizzazione di questi esagrammi, la Corea del nord decise di attaccare con l'atomica la Corea del Sud.

Le immagini del fungo atomico su Seoul vennero trasmesse in mondovisione, la situazione era critica, immediatamente il presidente degli Stati Uniti decise di dichiarare guerra alla Corea del nord coinvolgendo il blocco della Nato.

La gravità del fatto era tale che la reazione americana era ampliamente giustificata.

Venne posta al vaglio delle Nazioni Unite una risoluzione di condanna dell'operato della Corea del Nord, con l'intenzione di formare una coalizione internazionale complessiva per distruggere la Corea del Nord, anche con armi atomiche e coinvolgere quante più nazioni possibili.

La Cina non ebbe nulla da obiettare nel consiglio delle nazioni e anzi fece presente che era favorevole all'intervento ed avrebbe partecipato alla coalizione.

Kim Jong Sung aveva decisamente pisciato fuori dal vaso, e la Cina era intenzionata a liberarsi di questo ''alleato'', scomodo e tatticamente ed economicamente irrilevante.

La cosa che stupi' tutto il consesso fu il veto della Russia all'attacco nucleare alla Corea del nord.

La diplomazia internazionale fu perplessa.

I diplomatici cinesi cercarono immediatamente di contattare Putin con cui erano in ottime relazioni per chiedere spiegazioni di un simile veto.

Putin rifiutò la visita della delegazione cinese, e rifiutò di lasciare qualsivoglia dichiarazione.

Essendo la Russia nel consiglio delle Nazioni, il direttorio a 5 membri che aveva potere di veto su qualsiasi risoluzione Onu, la formazione della coalizione internazionale venne bloccata.

Gli Stati Uniti e la Nato avrebbero dovuto agire da soli.

Il partito comunista cinese era molto perplesso sull'operato di Putin, ma la perplessità crebbe in seguito.

Le navi della Nato si stavano avvicinando alla Corea del Nord per eseguire l'ordine di nuclearizzare il territorio della Corea del Nord quando improvvisamente Biden, fece una dichiarazione in cui sosteneva che gli Stati Uniti avevano commesso un errore a sganciare le atomiche su Hiroshima e Nagasaki e mai più avrebbero commesso un simile errore.

Biden oltretutto diede l'ordine alle navi americane di ritirarsi e di cessare qualsiasi tipo di ostilità verso la Corea del Nord.

Il partito comunista cinese era sempre più perplesso, anche Biden si stava ritirando.

A un certo punto all'entourage del partito comunista cinese venne fatto presente che c'era una corrispondenza fra gli esagrammi e l'operato degli Stati Uniti.

Chi aveva hackerato il satellite non era un burlone, ma qualcuno che probabilmente aveva delle mire precise o stava comunicando qualcosa al partito comunista cinese.

Anche la Cina era l'altro esagramma che aveva una linea mobile,sempre il 7 ''l'esercito'' ma con la quinta linea mobile ''Il re conferisce triplice onoreficenza.''




La Russia aveva l'esagramma 36, l'ottenebramento della luce.

A quel punto i generali cinesi e il presidente stesso presero in considerazione che per comprendere l'ambigua situazione internazionale e agire in modo opportuno bisognava tenere conto del messaggio veicolato dagli esagrammi.

Innanzitutto venne valutata la strana correlazione di Taiwan con il 31 l'esagramma il cui testo recita ''è fausto prendere tale donna come moglie.''

C'era qualcosa di strano in tutto questo, qualcosa di ambiguo.

Da dove partiva l'hackeraggio?

Vennnero messe al lavoro multiple squadre di informatici per capire la fonte , ma non vennero a capo di nulla.

I giorni passavano e il territorio della Corea del Sud veniva martoriato dagli ordini atomici, sinistre immagini di funghi nucleari venivano mandate in mondovisione, l'esercito sudcoreano aveva tentato una reazione ma quello nordcoreano era molto più potente e stava invadendo il territorio del sud.

Il partito comunista cinese era spaccato, una corrente riteneva che bisognasse lasciare fare alle cose il loro corso e attendere che la situazione si chiarificasse.

Senonché un atomica nordcoreana venne lanciata su Shangai, vennero calcolati venti milioni di morti istantanei, più quelli che sarebbero morti in seguito per radiazioni e ustioni.

La Cina non aveva più scelta, l'attacco venne deciso nel giro di 24 ore, tuttavia il massimo esperto di I Ching mondiale Tuck Chang un ingegnere meccanico di Taiwan mandò una lettera al politburo dicendo che aveva fatto una divinazione e ciò sconsigliava fortemente di attaccare nuclearmente la Corea del Nord, in tal caso, la Cina avrebbe patito gravissime perdite.

La Cina procrastinò l'attacco nucleare.

Tuck Chang venne immediatamente invitato nel territorio della Cina continentale con ingaggio di una somma di 100 milioni di dollari.

Purtroppo però il governo di Taiwan pose un veto al trasferimento del cittadino taiwanese in territorio cinese.

Taiwan era il nemico storico della Cina, ma Taiwan disse che era intenzionata a lasciare collaborare Tuck Chang solo se il governo di Taiwan fosse stato informato della ragione per cui veniva richiesta la sua collaborazione dal governo cinese.

A questo punto, il politburo si convocò in una sessione plenaria della durata di 48 ore, nel mentre le atomiche nordcoreane distruggevano sempre più città cinesi e il territorio della Corea del Sud era lunarizzato con lo sterminio pressoché totale dei suoi abitanti.

Il politburo votò per informare il governo di Taiwan dell'hackeraggio del satellite , a un certo punto fu fondamentale a convincere il politburo il fatto che Taiwan corrispondeva all'esagramma  31, ovvero con l'esagramma per cui è fausto prendere tale ''donna'' come compagna.

Il governo di Taiwan si preoccupò fortemente e permise che Tuck Chang venisse inviato su volo speciale verso la Cina continentale.

Sfortunatamente il volo fu colpito da un missile e abbattuto.

La cosa che stupì tutti è che tale missile venisse inviato dal territorio della Corea del Sud.

La Corea del sud aveva ha disposizione solo più pochissime armi e aveva deciso di utilizzarne uno per abattere quel volo?

La situazione si faceva sempre più intricata.

Non tornava nulla.

A un certo punto Xi Jinping decise di consultare per conto suo l'I Ching.

Consultò.

                                                     Esagramma 22 con prima linea mobile










 che si trasforma in                          36 l'ottenebramento della luce.










Il 22 nella mappa satellitare corrispondeva alla Corea del Nord, il 36 alla Russia.

Ne fu seriamente preoccupato.

Qui c'era puzza di bruciato.

Lui parlò chiaramente al politburo e diede la sua opinione:''compagni, so che quello che sto per dirvi potrà perplimervi, i missili provengono dalla Corea del Nord, ma non è la Corea del Nord a manovrarli, è la Russia, noi ci troviamo ad avere a che fare con un nemico diverso da quello che pensiamo.''

Il politburo discusse la questione e ne convenne che ciò era probabilmente vero, ma non c'erano molte scelte, i missili nucleari partivano comunque da basi nordcoreane e se la Cina non reagiva entro poco tempo sarebbe scomparsa sotto la pioggia di missili nordcoreani.

Il politburo decise che la guerra nucleare alla Corea del Nord andava comunque dichiarata.

Venne proclamata.

In breve tempo la superiore potenza di fuoco annientò la Corea del Nord e la rese una replica di quella del sud, ma i missili nordcoreani continuavano a partire e sempre più città della Cina venivano distrutte.

La Cina si trovava in una situazione di pericolo gravissimo.

A quel punto all'esercito cinese venne dato ordine di invadere il territorio della Corea del nord per neutralizzare fisicamente le stazioni di lancio nordcoreane.

Purtroppo però era stato commesso un grave errore, le radiazioni sul territorio nordcoreano erano altissime e tutto l'intero territorio era sottoposto al fallout atomico ovvero la pioggia densa di materiale radioattivo che oltre a uccidere per radiazioni crea una situazione per cui qualsiasi presenza umana viene immediatamente uccisa.

Milioni di soldati cinesi vennero annientati all'istante nel momento in cui tentavano di entrare nel territorio nord coreano.

Vennero organizzate unità speciali per gestire l'emergenza dotate di tute per resistere alle radiazioni, ma le centinaia di funghi atomici erano confluite in un immensa nebbia atomica che avevano reso la visibilità pari a zero.

La spessa coltre oscurava completamente la luce solare, e il pulviscolo rendeva inutile anche l'utilizzo di torce elettriche.

A quel punto la situazione era critica, i missili nordcoreani continuavano a partire e l'ecatombe colpiva sempre più città cinesi.

Ne erano morti più di 300 milioni.

Xi Jinping, si affidò all'oracolo e chiese aiuto a Taiwan anche perché intercedesse affinché  gli americani dessero il loro contributo per salvare la Cina.

Taiwan chiese in sede Onu un aiuto diretto agli americani per salvare la Cina.

La situazione era paradossale.

Gli Stati Uniti disponevano di un sistema di ombrello antiatomico in grado di intercettare i missili con altri missili di precisione e farli esplodere in quota nel raggio di 100 km dal punto di partenza del vettore nucleare.

Ma gli Stati Uniti rifiutarono tale aiuto.

L'unico paese che disponeva di un simile apparato di ombrello nucleare era la Russia.

Il politburo era nella disperazione più completa.

Xi Jinping chiese al presidente Taiwanese se era opportuno chiedere l'aiuto della Russia.

Il presidente taiwanese disse di diffidare della Russia.

Ma Xi Jinping si sentiva senza scelte.

Chiese aiuto alla Russia.

Putin acconsentì, ma ad una condizione, che la Cina attaccasse nuclearmente gli Stati Uniti in modo coordinato con la Russia.

Putin fece una conferenza stampa in cui disse che in realtà i missili nordcoreani venivano pilotati da un sistema informatico statunitense e che essi stavano deliberatamente distruggendo la Cina.

Taiwan ammonì Xi Jinping di non accettare una simile richiesta.

Putin telefonò direttamente a Xi Jinping, e gli disse che lui aveva le prove di ciò che stava succedendo e che la Russia non era responsabile di alcunché.

Xi Jinping non sapeva più cosa fare.

A un certo punto consultò di nuovo l'I ching, e gli venne di nuovo l'esercito e la linea mobile, il re conferisce la massima onoreficenza.

Non sapeva cosa fare.

Ritelefonò a Putin e chiese quali prove alludesse.

Putin rispose che l'hacker del satellite era stato rintracciato dal servizio segreto russo ed era israeliano.

Un tale Nathan Chossudovski, ingegnere elettronico che era stato agente sia del Mossad, sia della Cia, e che tutta l'operazione del dare un esagramma a ogni paese era stata architettata da lui.

Egli in tal modo aveva cercato di confondere il politburo cinese.

Infine concluse: ''il missile che ha distrutto l'aereo con cui doveva essere portato Tuck Chang, il massimo esperto di I ching mondiale è partito dalla Corea del Sud, quindi sono gli Stati Uniti stessi a pilotare i missili provenienti dal territorio nord coreano, in realtà Taiwan è un falso alleato.''

A quel punto Xi Jinping si persuase che non aveva scelta.

Ma un dubbio lo attanagliava.

Riconsultò l'I ching.

Gli venne l'esagramma 3, ''non sono stato io a consultare il giovane stolto, è il giovane stolto che continua a consultare me, multiple divinazioni creano solo confusione.''.

Basta l'oracolo aveva già fatto sapere la sua opinione.

A quel punto telefonò a Putin e disse:''Senti, tu conosci l'I Ching?''.

Putin:''No, l'I ching è irrilevante, smettila di consultarlo ti sta solo creando confusione, è tutta una manovra atta a confondere voi cinesi che prestate fede a simile superstizione.''

Xi Jinping:''Ascolta Putin, io non credo l'I ching, menta, è un oracolo valido, sì noi cinesi lo consultiamo, specialmente in momenti critici come questo.''

''Mi è venuto l'esagramma 7 l'esercito in cui viene detto che il re conferisce triplice onoreficenza.''

''Chi è il re secondo te?''

Putin:' 'Ripeto, io non credo a simile sciocchezze, il vostro popolo finché è rimasto prigioniero della superstizione è stato distrutto dalle potenze occidentali, forse che nella rivolta dei boxeur del 1899 i vostri amuleti hanno potuto qualcosa contro i fucili dell'occidente? Ora credevo che aveste imparato la lezione, vi siete dotati di fucili e di missili intercontinentali atomici, io vi sto facendo un favore, personalmente la Russia ha tutto da perdere da un intervento nucleare contro gli Stati Uniti, io sto facendo questo per fermare il genocidio in atto.''

Xi Jinping ebbe un minuto di silenzio.

Alla fine disse: ''Ne convengo con voi, mi dispiace doverlo ammettere ma avete ragione e vi ringrazio per il vostro contributo alla salvezza del nostro popolo, ma temo che esiterà tutto nella catastrofe nucleare generale, per cui mi riserbo di pensarci ancora venti minuti.''

Putin: ''Qualsiasi cosa decidiate io sono al suo fianco, io credevo di poter evitare tutto questo ma credo che le circostanze non ci lascino alcuna scelta, ripeto io sto agendo nell'interesse del vostro popolo.''

Xi Jinping era disperato.

Consultò l'ultima volta l'I ching.

'Domandò:''chi è il re?''

L'I ching rispose:''il 48, il pozzo''.




Xi Jinping rifletté, poi senza alcuna speranza tentò l'ultima disperata mossa.

Allertò tutte le agenzie stampa mondiali che stava per fare una conferenza stampa.

Ore 2.30 del mattino, conferenza stampa di Xi Jinping:

''Se entro 24 ore non cesseranno i bombardamenti, l'Arabia Saudita sarà nuclearizzata, non rilascio ulteriore dichiarazioni.''

I bombardamenti dal territorio della Corea del Nord cessarono immediatamente.

Tutti erano esterrefatti.

Anche Xi Jinping.

L'oracolo aveva funzionato, e lui aveva interpretato correttamente.

Subito non aveva capito, pensava che l'I Ching alludesse a qualcosa di più filosofico, ma dal satellite l'Arabia Saudita corrispondeva  all'esagramma 48, e i pozzi a cui alludeva l'I Ching erano quelli petroliferi.

I missili venivano pilotati dall'Arabia Saudita.

Xi Jinping consultò di nuovo l'oracolo ''chi è Natham Chossudovski''?

Esagramma 47  l'Assillo, testo:

''Sentenza: L'Assillo. Riuscita. Fausto oracolo per un grande uomo. Nessuna sfortuna. Sono state dette cose: non credere.

Commento alla Sentenza: L'Assillo. Le linee dure sono accerchiate [dalla linee morbide]. "Pericoloso" e "gioioso" formano l'Assillo; non manca la «riuscita», sebbene sia solo per un signore. «Fausto oracolo per un grande uomo», perché le linee dure sono centrali. «Ci saranno cose da dire: non credere», perché il dare importanza alle parole avrà termine.


Immagine: Il Lago è rimasto senz'Acqua: questa è l'immagine dell'Assillo. Ispirandosi ad essa, il signore mette a repentaglio la sua vita per seguire la propria volontà.


Serie: Se si ascende senza fermarsi si finisce certamente in assillo. Per questo segue il segno: l'Assillo.

Segni misti: l'Assillo significa incontro reciproco.

Sentenze aggiunte: L'assillo è la prova della virtù. L'assillo porta a perplessità e da qui al successo. Nell'assillo si impara a smorzare il proprio risentimento.


Xi Jinping dopo 10 giorni in cui non dormiva si concesse un sonno ristoratore.

Sognò Lao Tsu di fronte alla misteriosa porta del cielo.

Lao Tsu parlò: ''bravo figliuolo, la visione esteriore delle cose porta in errore, il 22 la bellezza è l'apparenza delle cose ma non necessariamente, se si considera la prima ipotesi, ovvero la prima linea mobile, si perviene all'ottenebramento della luce, all'oscurità, alle tenebre più profonde.

Il pozzo è l'esagramma degli esagrammi.

Xi Jinping gli chiese: ''Ma chi è Natham Chossudowski?''

Lao Tsu: ''Un nobile che ha amato l'arte dell'I ching e ne ha fatto scienza e tecnica, egli ha attraversato la porta del cielo e ora è qui con me''.

Ma non preoccuparti, il re ti conferirà la triplice onoreficenza che meriti.''

Fu svegliato da uno squillo del suo telefono.

Lo stava chiamando Putin.

Putin: ''Sono desolato, i nostri agenti hanno completamente sbagliato, Natham Chossudowski è morto 2 anni fa, è stato freddato da un membro di Hezbollah, non so come sia potuto sfuggirci.''

Xi Jinping: ''La prima ipotesi è sempre da scartare, non porta chiarezza, ma oscurità, ma questo non significa che voi abbiate sbagliato, voi non capite l'importanza dell'oracolo, chi lo consulta e lo comprende egli diventa parte dell'oracolo e può continuare a vivere e aiutare l'umanità''

Putin: ''Mi domando chi abbia hackerato il satellite, certo non mi aspettavo fossero i sauditi a causare questo disastro, ma non capisco l'hackeraggio del satellite da chi sia stato operato.''

Xi Jinping: ''Non credo sia stato hackerato, non nel senso proprio del termine, comunque ora chiariremo tutto, io credo di aver già capito.''

Putin: ''Offro la competenza aerospaziale dell'avionica russa per fare atterrare il satellite senza che si disintegri in modo che la situazione sia chiarita.''

I russi con grosso dispendio di mezzi riuscirono a circondare il satellite di materiale ceramico refrattario al calore a rallentare il satellite con dei vettori propulsivi e a dotarlo di un paracadute di modo che cadesse sul suolo terrestre senza alcun danno.

Scienziati russi, cinesi e americani aprirono il satellite e smontarono il processore.

Era un computer quantistico a 64 bit.

Era prodotto da una ditta Israeliana il cui amministratore delegato era il tale Nathan Chossudovsky, un ex agente del Mossad che  era un ingegnere elettronico e si era dedicato allo sviluppo di nuovi processori.

Sulla lamiera del processore c'erano tutti i 64 esagrammi dell'I ching essi erano posti in sequenza circolare e si illuminavano rapidissimamente in diverse sequenze, al centro il simbolo del Tao.




Era chiaro che Chossudowski aveva preso la struttura informatica binaria basata su 64 esagrammi dell'I ching per far funzionare il processore.

Furono tutti stupefatti.

Tutti sapevano che era un ingegnere elettronico, ma nessuno sapeva che si era interessato di I Ching.

Fu chiaro a tutti che era stato il processore stesso a veicolare le immagini degli esagrammi.

Le tre potenze Russia, Cina e Stati Uniti di comune accordo decisero di invadere l'Arabia Saudita di spartirsi il suo petrolio e giustiziare il criminale re Faisal.

Anche da morto aveva conferito la sua triplice onoreficenza.







lunedì 1 febbraio 2021

E' nata prima la musica o la danza?


Oggi è un sabato sera di una giornata qualunque.

Sai, io sono stato giovane, giovane, sai , ti chiederai in quest'era di vecchi decrepiti chi è giovane...

Bhe giovane è chi non sa di esserlo, e crede di non essere più giovane.

Oddio, mi sono contraddetto, ma non è importante...

Lo faccio spesso.

Se abitassi in campagna, uscirei a guardare le stelle, ma non abito in campagna, ma in centro a Torino.

E' che mi ritrovo a guardare dalla finestra sciami di giovani che vagano con i loro cellulari le loro bottiglie, e mi chiedo se in fondo quell'età sia passata o meno.

Mi corico,c'è la mia compagna che dorme, non voglio svegliarla, non metto neanche il pigiama, chissà che merda ascoltano questi tipi che vagano sotto casa mia...

Trap, rap, crap, crack, boh, roba senza ritmo non mi appassiona.

Bho sarò vecchio.

Chiudo gli occhi.

Tum,tum, tum.

Apro gli occhi, cosa sentono le mie orecchie, il vetro vibra.

Mi alzo guardo passano due tipi con due  casse, due tipi strani.

Cazzo sta roba è techno è non è neanche male.

Aspetta che scendo vorrei vedere chi sono.

Già mi stanno simpatici perchè rompono i coglioni ai vecchi come me che pensano che la notte sia per dormire.

Scendo le scale apro la porta, la gente li guarda stupefatti.

C'è una ragazza che salta ritmicamente su una corda luminescente che loro muovono.

Non so come facciano ma la corda sembra che riproduca il ritmo del suono.

Cazzo e che suono.

Sta roba è un techno, o cosa?

Si ha ritmo, quello è certo.

C'è anche un negro dietro che ha delle bottiglie vuote, oddio spero che non voglia suonarle come quei coglioni ai tempi in cui i bonghi andavano di moda rovinando tutto.

Il negro, in realtà è strano, non è proprio un negro di quelli che se ne vedono in giro.

Ha uno strano copricapo ed è seduto su un cubo con uno strano scettro in mano e delle bottiglie davanti.

Mi avvicino, guardo bene, il negro ha un copricapo strano.

Ma chi cazzo sono questi.

Mi avvicino e li guardo senza troppe remore.

Sto per parlare e chiedere chi sono e da dove vengono.

Ma appena apro la bocca lui intona la poesia di Pascoli:

Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...


Intona quella strofa a ritmo della musica e alla fine un uccello da un albero conclude la poesia

chiu.

Ma chi sono questi?

Hanno messo Pascoli in Techno minimal e pure l'uccello fa il verso.

Esordisco.

''L'assiuolo, mi sembra che fosse, di...Pascoli?''

Il negro si desta dalla sua immobilità e con il suo scettro mi indica una bottiglia di vetro.

''E' li' ''

''Cosa?''

Cambia il ritmo, i subwoofer sono ritmici, la corda luminescente tenuta dai due tipi cambia completamente come a rappresentare la nuova forma del suono con una precisione da computer.

Io sto per chiedere chi sono loro, ma il negro ne intona una nuova:

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Il negro la intona a ritmo, ma come cazzo fanno questi?

Apro la bocca e esclamo perplesso:

''D'Annunzio?''

Il negro indica un altra bottiglia.

''E' li'.''

''Scusate ma voi chi siete?''

Il negro parla di nuovo, questa volta la ragazza non salta più la corda e mi guarda mentre il ritmo cambia di nuovo e la corda luminescente riproduce le fattezze del suono.

Mi guarda silenziosa.

Il negro intona:

Questa è la terra morta
Questa è la terra dei cactus
Qui le immagini di pietra
Sorgono, e qui ricevono
La supplica della mano di un morto
Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
Gli occhi non sono qui
Qui non vi sono occhi
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti
In quest’ultimo dei luoghi d’incontro
Noi brancoliamo insieme
Evitiamo di parlare
Ammassati su questa riva del tumido fiume
Privati della vista, a meno che
Gli occhi non ricompaiano
Come la stella perpetua
Rosa di molte foglie
Del regno di tramonto della morte
La speranza soltanto
Degli uomini vuoti.

''Eliot?''

''Gli uomini vuoti?''

Questa volta il negro non indica una bottiglia, ma lo sciame di gente che passa.

Poi indica me.

''Non capisco, cosa intendi dire?''

''Sono uno degli uomini vuoti?''

Il negro alza lo scettro e indica una stella che pulsa.

Non l'avevo mai vista.

Poi indica le casse.

Le guardo, mi avvicino le tocco, sono scollegate, non emettono nessun suono.

Guardo la stella.

''Oddio che cazzo vuol dire?''

''Solo un caos può partorire una stella danzante.''

Chiosa criptico il negro.

''Nietzsche?'' chiedo io.

''Li' '

E indica un'altra bottiglia.

Il negro indica una bottiglia che a differenza delle altre non ha il tappo.

Non dice nulla.

Io prendo la bottiglia per andarla a riempire, credo sia questo che voglia.

''Fermati'' dice il negro.

E indica la ragazza.

A quel punto intona:

Sono un ingenuo, un sentimentale?
Un furbo, un accattone?
Mi hai chiesto cosa ti ho regalato?
Ti ho regalato un lembo di cielo
che riluce azzurro
fra le sabbie di Samarcanda...
Cupole di lapislazzuli
e fregi dorati
ripetono il nome di Dio all'infinito...
come io ripeto il tuo.
Mi hai chiesto che cosa ti ho regalato.
Ti ho regalato un lembo di cielo,
specchio dei tuoi occhi fulgidi
fra le sabbie di Samarcanda.
Sono forse un millantatore, un bugiardo?
Eppure dai tuoi occhi un nembo rilascerà
una goccia sulla tua guancia.
Una lacrima formerà un'oasi
fra le sabbie di Samarcanda,
a cui noi turisti dell'ignoto
che ci aspetta lungo la via della seta
potremo abbeverarci
di liquido puro amore;
rugiada del deserto
acqua che scroscia beata
fra le sabbie delle nostre solitudini.
Quando verrà la sera e scruteremo
le stelle e le costellazioni
nella notte nera fra i minareti
 e le grida dei muezzin
un brivido ci scorrerà lungo la schiena,
e solo allora saprai
che non ti ho mentito:
Ti ho regalato un lembo di cielo.



''Samarcanda, l'ho scritta io, come fai a conoscerla?''

Lui mi indica la ragazza.

''Perché non hai danzato con lei?''

''Ma io non sapevo di dover danzare.

Lui a quel punto indica la bottiglia.

''Vuoi fare la loro stessa fine?''

''Perché scrivi?''

Io rispondo:

''Non so, mi viene naturale.''

''Da quando?''

Io:''Non saprei.''

''Sciocco, da quando hai smesso di danzare.''

''Cosa?''

Il negro parla di nuovo:

''Ma non capisci ?'' e indica la bottiglia vuota.

''No.''

''Tu credi che l'arte possa dare un senso alla vita?'' chiede il negro.

''Si.''

''Allora vuol dire che non ne ha'' conclude il negro.

''Spiegami'' chiedo io.

''Io , con tutto il rispetto non voglio fare la loro fine dunque non solo non scrivo, ma neanche parlo senza necessità.''
Risponde il negro.

''Tu hai amato, vero, ma chi hai amato?''
Mi chiede.

Io taccio.

''Tu non capisci che non ci può essere amore né vita se non danzi, se senti il ritmo della stella, perché scrivi e non danzi?''.

''Sono pochi a sentire il ritmo della stella, sono in pochi a vederla, oggi sei rimasto solo tu, e io non voglio che tu faccia la loro stessa fine.''

''Perché non danzi dunque?''

''Il tempo è poco, e tu lo sprechi così''.
Conclude lui.

''Io non amo la vita.'
Risposi.

Il negro sorride
 ''Quale vita?Non c'è nessuna vita e nessuna morte''.

E indica la ragazza.

''Se tu senti il ritmo della stella nera, danza.''

''Tu sei vivo?''

''Non so.'' Rispondo io.

''Chiudi gli occhi'' dice il negro.

Si alza e mi dà lo scettro in testa.

''Ahia.''

''I morti non dicono ahia.''

''O almeno, così mi risulta.''

''A te?'' Chiosa il negro sorridente.

''Anche a me''

''Bene.'' Soggiunse lui.

''E allora smetti di comportarti da morto''.

''Se tu scrivi danzi solo con le mani, il resto del corpo a cosa ti serve?''

''Credo di aver capito, ma a me non piace né vivere, né danzare.''

Dico io.

''Nulla ha senso.''

Concludo.

''Ascolta figlio, ora tu sei l'ultimo rimasto della nostra stirpe, io sono il faraone nero, il primo e l'ultimo, e tutti insieme.
Anch'io ero come te, guardavo le stelle e mi chiedevo che senso avessi io, il faraone, il capo e dio dell'Egitto.
Avevo un popolo che mi amava, una regina bella e gaudiosa, ma io cercavo una spiegazione alle cose.
I nostri sacerdoti conoscevano molte più cose dei vostri eppure loro sapevano solo darmi ulteriore potere.
Il mio popolo è sorto ed è decaduto, noi sapevamo tutto in anticipo.
Abbiamo costruito piramidi e sì, loro ci ingannavano dicendo che servivano a serbare il nostro ricordo quando ci saremo spenti.''
''Si lo so, in verità le costruivano per altri motivi, noi volevamo essere ricordati e loro ci dicevano che sarebbero serviti come immenso mausoleo per ricordare il nostro nome nell'eternità, ma in realtà loro sapevano che solo gli uomini che vengono dalle stelle avrebbero potuto tornare alla stella che vedi pulsare, in verità ogni uomo ha la sua stella, tu vedi pulsare la tua, le piramidi sono solo ascensori per il tuo castello nella tua stella in cielo.''
''Non commettere il più grande errore della tua vita, quel castello ha due serrature, se tu non danzi con la tua amata non potrai mai entrare nel castello, da solo, tu ti estinguirai.''
''Chi hai amato dunque?''

Riflettei.

''Ho amato una foto.''

''La vita figlio mio è movimento come potevi pensare, che tu amavi davvero, se hai amato una foto?''

''Tu hai amato, dunque?''

''Io ho creduto di amare.''

''Figlio mio, non ti rattristare, in verità già i nostri sacerdoti sapevano che l'Unico, l'Altissimo non vuole essere amato attraverso un effigie, per quanto meravigliosa, chi la ama amerà solo l'anima di chi ha scolpito l'effigie, gli idoli sono solo per i figli delle tenebre, il loro destino è segnato, è inutile curarsi di loro, che amino Anubi, Baal, o Gesu' Cristo, non importa loro sono perduti comunque, e mi dispiace questo, non sai quanto mi dispiace, non c'è nessuna stella in cielo pronta ad accoglierli.''

''Quella che tu chiami arte figlio mio, è stata creata da Iblis, da Satana, il nemico, è un trucco per rapirti l'anima, tu figlio mio, non fare lo stesso errore, chi scrive poesie, chi dipinge , chi scolpisce il marmo è un figlio delle stelle e ne sente la pulsazione, tu figlio mio, fai una sola cosa, ascolta il ritmo e della stella e danza, Iblis ha creato questa bottiglia chiamata arte perché vuole imprigionare le anime dei figli delle stelle, lo ha fatto con tutti.''

''Quella bottiglia?La vedi?'' e indica con lo scettro una bottiglia.

''Leonardo da Vinci... la sua anima è rimasta nella Gioconda.''

''Sai qual è il difetto di costoro? Hanno amato solo sè stessi la loro anima e la hanno impressa nelle forme di una donna.''

''I fotografi, poi sono i peggiori, questa nuova arte diabolica ha imprigionato milioni di anime, tu vedi una foto e vedi forse quella ragazza, o l'anima di chi l'ha fotografata?''

''L'immagine è pericolosa.''

''Tutto ciò che non si muove mente.''

Ero perplesso, finalmente aveva parlato, ma ciò che mi aveva detto non colmava le lacune della mia mente.

''Che cosa devo fare?''. Chiesi.

''Devi danzare...con lei.''

Io la presi per mano e feci per tentare di danzare con lei al ritmo della musica della stella, ma in quel momento non sentii più la sua vibrazione.

''E' nata prima la musica o la danza, figlio mio?''

Disse il faraone.

''Non so.''

''Prendile la mano e chiudi gli occhi.''
Soggiunse il faraone nero.

Io le presi la mano e li chiusi.

Sprofondai nella tenebra e sentii che la musica, in realtà scorreva nei nostri corpi.

Una musica bellissima, così bella che a occhi chiusi cominciai a danzare, quando...

Caddi dal letto.

Aprii gli occhi e vidi la mia compagna, che si stropicciava gli occhi e accendeva la luce sul comodino.

Non c'era nessun faraone nero, era stato solo un sogno.

''Amore che fai? Perché mi hai preso la mano e mi hai svegliata poi hai fatto strani movimenti a occhi chiusi e sei caduto dal letto? Che ti prende, soffri forse di sonnambulismo?''

Chiese lei.

''No.''

''Senti amore è nata prima la musica o la danza?''

Chiesi io.

''Ma che dici, ti sei diventato scemo, a quest'ora mi fai 'ste domande? Ma che me ne frega? Piuttosto ti sei fatto male?''

''Si, ma potevo farmi molto peggio, ma ora ho capito.''

Mi alzai e la presi per mano e sentii la vibrazione allora la tirai su dal letto e inscenai uno strano walzer con lei in pigiama.

Lei mi guardava perplessa.

''Amore mi preoccupi, hai bevuto ieri sera?''

Mi fermai.

''Scusami se ti ho svegliata, adesso andiamo pure a letto.''

Ci mettemmo a letto.

Ma io tenevo gli occhi aperti.

Lei vide che non dormivo e si preoccupò.

Riaccese la luce.

''Amore è tardi, domani devi andare al lavoro, che ti succede, ma sei impazzito?''

''No, semmai lo sono stato finora.''

''Cosa intendi dire?''

Io le presi la mano e le ripetei la domanda.

''E' nata prima la musica o la danza?''

''Ancora con questa domanda, ma chissenefrega...dormi che domani devi andare al lavoro.''

''Ma non capisci, le api quando si accoppiano...i cervi...non capisci?''

''No proprio non capisco.''

''Non importa, io ho capito.''

''Ora dormi, non ti curare se io vado un attimo sul balcone.''

Io andai sul balcone, la notte fredda d'inverno non mi intirizziva, il vento gelido nei capelli mi accarezzava.

Lei mi seguì, il mio comportamento lo preoccupava.

''Ma che fai qui fuori sul balcone, copriti che fa freddo e cosa guardi in cielo?''

Io le presi il dito e le feci indirizzare il dito verso una stella a caso.

Quella si mise a pulsare.

''Amore è bella, pulsa, ma adesso entriamo dentro e dormiamo.''

''E' nata prima la musica o la danza?''

Chiesi io di nuovo.

''Amore non lo so mi stai facendo impazzire, ora andiamo a dormire.''

Ora avevo capito cos'era il castello a due chiavi e la stella pulsante.

Andammo a letto e io la presi la mano.

Lei sentì la vibrazione e mi guardò.

''La stella in cielo ha vibrato perché le nostre mani erano unite.''

Dissi.

Lei incominciò a prendermi sul serio, perché si rese conto che era stato così.

''Tutto l'universo può essere la nostra dimora, il nostro castello eterno.''

Lei mi guardò con gli occhi spalancati.

Infine le dissi:
''L'amore è nato prima, e non smetterà mai di far risuonare le sue note silenziose e di farci danzare.''.