E sui i bianchi tocchi
Del campanile
Correvano
A radunarsi le ombre
All'imbrunire.
E la luna soffiava
Pallidi ricordi
Nei prati.
Che cosa saremo noi
Se la luna
Si dimenticasse
Di noi
E ci lasciasse soli
Coi nostri ricordi?
Demoni insaziabili
Della nostra carne
Ci divorerebbero.
Ma bianca
Riluce sull'erba quieta
E chiama a sé
I nostri demoni
Perché possiamo
Espirare in pace,
E vuotati di ogni sospiro
Greve
Ci lasciamo cadere
Nell'abisso
Senza fondo
Della notte.
E i demoni
Volano in cielo
Fra le torri di orione
Laddove le fiamme
Delle nostre sofferenze
Illuminano gli occhi degli dei.
Ma tu o pallida colomba
Non hai nulla da temere,
Il mio spirito
Di tenebra ti terrà
Nascosta
Dai loro oscuri disegni.
Se solo tu potessi
Sapere
Quello che loro
Vedono in fondo all'anima,
La tua palpebra
Rimarrebbe serrata
A fissare
Le costellazioni.
Ma il velo delle ombre
Delle anime
Tristi
Ha oscurato
L'occhio perpetuo di fuoco.
E se tu dovessi
Sognarlo la notte
Nel castello d'ebano
Della mia anima
Io ti proteggerò.
Albero dell'Eden
Che bruci
Eternamente al tramonto,
Siamo noi,
Le tue ceneri
Disperse ai quattro
Angoli del mondo
Dal vento
Che spira dall'oceano
Del sud.
Solo gli spiriti
Che giacciono in fondo
Al mare
Con l'eterno rumore
Delle onde
Sussurreranno
Ai demoni di Orione
Di volare lontano
E risparmiare dalla pioggia di fuoco
Le nostre fragili vite.
E se il tuo cuore
D'oro
Affonda negli abissi
Del silenzio
Io lo prenderò
E lo getterò
Nel cielo
Perché sia
Aurora
Di un nuovo mattino.
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