Il peccato originale dell'uomo, o meglio della donna, è il logos, è la parola.
Quando nella Bibbia si dice che Adamo conobbe Eva sua moglie, si afferma che la conobbe,la conobbe nel senso esperienziale,facendo sesso con lei.
E questo non era proibito da Jahwé anzi, era incoraggiato.
Poi venne la parola.
E Adamo ed Eva incominciarono a fraintendersi.
La pretesa di dare una natura universale, alla percezione, e peggio ancora, all'astrazione dell'elemento percettivo (il concetto) è assolutamente irrazionale.
In origine ci viene detto, tutti gli uomini parlavano la stessa lingua, e costruirono la torre di Babele che era una sfida al cielo.
Allora Dio confuse le acque creando diversi linguaggi e la Torre crollò.
Ora che lingua comune parlavano gli esseri umani?
Probabilmente non c'era nessuna lingua, gli esseri umani si comprendevano attraverso gesti,toccandosi, sentendosi.
Poi venne la parola e si divisero.
La parola divide.
E' la sua natura.
La prima divisione, quella primordiale da cui è derivata la caduta dell'uomo, è quella nei concetti di bene e di male.
Ma il punto è questo : ''che la parola divide, dunque, come può esistere un bene universale?''
La natura è fatta in modo tale che la vita di uno sia la morte dell'altro.
In questo è malvagia?
No è razionale.
Cerca di economizzare, razionalizzare le risorse.
E' assolutamente evidente che non esiste un bene universale.
Quando l'uomo lo afferma per paradosso, compie il male.
Quando Marx affermò ''proletari di tutto il mondo unitevi'' vennero poste le premesse perché si creasse il muro di Berlino, la cortina di ferro.
Questo è il limite delle parole, dei concetti, e di chi prende sul serio parole e concetti.
Si divide.
Blocco atlantico capitalista, blocco sovietico comunista.
Poi c'erano dei legami più intimi di quelli ideologici, per cui il muro di Berlino non è tanto caduto in virtù della falsità del pensiero marxista, ma del fatto che i tedeschi e i berlinesi non potevano sopportare questa suddivisione arbitraria Est-Ovest, capitalismo-comunismo.
Il problema è che ogni parola nell'atto di definire una cosa, appunto la definisce, le fissa dei confini.
Ma la natura delle cose è mobile,per cui ogni definizione è una forzatura.
Come si può definire l'intelligenza?
Qualsiasi tentativo di definirla, le fissa dei paletti, che per sua natura l'intelligenza tende a scavalcare.
Ora si può fare osservare, che senza la parola, non sarebbe nata la civiltà.
Ciò è vero.
Ma chi ha detto che la civiltà sia un bene?
Il problema delle parole, sta nella loro intrinseca arroganza.
La parola ''civiltà'' è arrogante, perché pretende di sottomettere il suo contrario, la ''barbarie''.
Ora è anche vero che ogni civiltà si ritiene superiore alle altre, per cui in questa arroganza c'è una sorta di arroganza esponenziale.
In questo momento storico cosa sta proponendo la civiltà?
Un mondo assurdo, in cui per colpa di un virus,e in virtù del fatto che per il ''bene'' collettivo noi dobbiamo sacrificare le nostre libertà individuali a questo supposto ''bene collettivo'' noi, praticamente, pur essendo connessi con gli altri tramite Whatsapp, telefoni cellulari, varie applicazione che permettono chat di gruppo, video-chiamate di gruppo, possiamo parlare col resto del mondo, pur rimanendo chiusi nelle nostre abitazioni.
Io direi: non vi pare assurdo?
Io direi di no.
Che finisse così era scontato.
Non c'è nessun complotto.
C'è un problema, la parola, che vuole sostituirsi alla realtà percettiva, e diabolicamente, nel senso proprio del termine (diabolus è colui che divide), attua il proprio nefasto programma.
Il genesi inizia con il verbo, Dio disse.
Ma Dio che è saggio, non ha mai parlato.
E' sempre rimasto zitto, di fronte a tutte le nostre pressanti domande.
Perché la risposta giusta era il silenzio.
Il silenzio è la natura dell'uomo vero, e la parola è quella dell'uomo falso.
Nietzsche sostiene che tutte le grandi verità devono essere affermate con una risata.
In verità l'uomo ride di fronte all'affermazione di una grande verità perché si trova di fronte a un ossimoro.
Come può una verità essere detta?
Come può la parola che è l'atto della divisione del tutto nelle parti, riassumere il tutto?
Alla fine il verbo,Gesù Cristo, viene crocefisso.
Ma poteva essere diverso?
Il verbo è la crocefissione stessa della realtà in una suddivisione arbitraria, la croce divide ed afferma che esiste un basso ed un alto, una destra e una sinistra.
Ma è così?
Nietzsche teorizza la genesi dell'oltreuomo, ma come può nascere un oltreuomo se non vengono superati i limiti del linguaggio?
E' venuto il momento, non di sbarazzarsi degli idoli, ma delle ideologie, delle parole, del linguaggio stesso.
Dobbiamo imparare a comunicare in modo diverso.
E' solo così il verbo crocefisso potrà risorgere.
P.S.
Io ritengo, che la storia del genesi, sia una storia di come la donna abbia, con l'invenzione della parola, tentato in qualche modo, di dominare meglio l'uomo, di possederlo.
In verità c'è un grosso fraintendimento nella dinamica dei rapporti uomo-donna.
L'uomo crede di essere più logico della donna, ma io non credo sia così.
L'uomo è attratto dalla logica nella misura in cui non ne coglie i limiti, non ne coglie la natura di ''mezzo'' e la idealizza come un fine.
Tutto deve quadrare, compreso il cerchio.
Ma il cerchio non può essere quadrato, e così l'uomo scopre con meraviglia la natura squisitamente irrazionale del pi greco.
L'uomo di fronte a questa irrazionalità della intraducibilità dei concetti stessi di quadrato in circonferenza, rimane per così dire, attonito, stupefatto, affascinato.
Ma i concetti sono concetti, quando l'uomo sta affermando la natura irrazionale del pi greco sta in verità affermando la natura irrazionale dell'uomo stesso, dell'uomo, non della donna.
Il problema è che a differenza della cultura cinese, più sottile, in cui, nel grande oracolo sapienziale dell'I Ching, la femmina viene rappresentata come quadrata, e il maschio come circolare, la nostra cultura ci porta a credere il contrario.
Questo a noi può apparire strano, perché siamo abituati a credere (o forse la donna ci ha indotto a credere) che il maschio sia meglio rappresentato dal quadrato,e la femmina sia meglio rappresentata dal cerchio.
Nulla di più sbagliato.
La femmina è logica.
Difatti si dispone nei confronti della logica, dei numeri, e delle parole in termini manipolatori ed utilitaristici.
Alla fine la logica è un mezzo per ottenere qualcosa dal mondo reale.
Non è importante in sé e per sé.
Spesso e sovente, tuttavia la femmina si contraddice, più del maschio.
Da una parte richiede una cosa, dall'altra una cosa del tutto opposta.
Ma il problema è che la femmina, purtroppo e in questo sarò definito maschilista, deve tacere.
Ma maschilista è soi-disant una parola inventata da alcune femmine più sciocche di altre per tacitare il maschio di fronte alla sua reazione nei confronti del disastro che ha combinato la femmina, cui purtroppo tocca a lui, rimettere insieme i cocci, innanzitutto di sé stesso per ritornare a essere un uomo e per cercare di raddrizzare le storture della civiltà della parola.
Deve porre rimedio all'errore originario, della parola.
Anche perché in primo luogo con la parola la femmina ha fatto letteralmente impazzire il maschio e ne ha perso il controllo.
L'uomo anziché badare a lei si è perso in raffinate disquisizioni,nella geometria, nell'algebra, nella fisica quantistica,persino nella dimostrazione di ciò che è ovvio, ovvero nella dimostrazione che non può esistere la quadratura del cerchio, e infatti non si può mascolinizzare la femmina, né femminilizzare il maschio.
In secondo luogo in un epoca successiva, l'uomo ha colto la natura fallace e manipolatoria della parola e sta incominciando ad utilizzarla contro la donna.
In verità tutti stanno lanciando parole gli uni contro gli altri, i neri contro i bianchi, i bianchi contro i neri, i cinesi contro gli americani, gli americani contro i cinesi, i credenti contro gli atei, gli atei contro i credenti.
In una parola, il mondo è stato diviso è in guerra perpetua.
Ma questa come sottolineava Eraclito è la natura del mondo.
No, Eraclito si sbagliava, è la natura del logos.
E il logos ha poco a che fare con la vera natura del mondo.
Diciamo pure che il mondo è impazzito.
E' stato il logos a farlo impazzire.
E ha creato una nuova Torre di Babele, internet, in cui tutti parlano, scrivono, e nessuno realmente comunica.
Questa Torre di Babele internet stessa, finirà per fare crollare il mondo su se stesso.
Tutti sanno tutto di tutti eppure sanno niente.
Tutti sanno tutto di tutto eppure sanno niente.
L'io so di non sapere di Socrate, fondamento della cultura greca che poneva un limite alla demenza dell'uomo che cerca di sapere tutto è stato sfidato da internet.
Ora noi crediamo di potere sapere una cosa comodamente seduti su una poltrona facendo una ricerca su google.
Ma ciò è assurdo, tu per sapere di una cosa devi FARLA,DEVI SAPERLA FARE.
Non puoi discettare di trading e di economia se perdi tutti i tuoi soldi ogni volta che investi.
Non puoi discettare di medicina se non ti confronti con la realtà clinica.
Non puoi discettare di politica se non hai mai fatto politica e conosciuto le dinamiche più o meno tutte uguali che governano il comportamento dei partiti politici.
Io credo che questo gioco della parola, sia scappato di mano alla donna, perché l'uomo si è perso nella parola, nei concetti, nella letteratura, nella poesia, nei soliloqui, e nei dialoghi, che alla fine sono sempre dei soliloqui.
L'uomo si è perso nella parola, ha creduto di poter affermare una verità con essa, e si è perduta nella ricerca di una verità, che non può essere esplicitata a parole.
Poi ci si è persi dietro al concetto, per esempio di libertà, o di uguaglianza, e nel nome di esso sono state compiute le peggio atrocità.
Ma è nella parola stessa che viene esplicitata la diabolica eterogenesi dei fini, la parola è infatti un mezzo con cui l'uomo, o meglio la donna afferma la sua volontà di potenza.
Per cui nel momento stesso in cui sto esplicitando ed enfatizzando il concetto di eguaglianza, sto sottilmente manipolando chi per così dire ''crede'' nella parola, per fare in modo che agisca in buona fede in nome dell'uguaglianza sottomettendosi a me, e al mio progetto.
Come fece notare Orwell a cui non sfuggiva la natura intrinseca manipolatoria del linguaggio,ne ''La fattoria degli animali'': ''tutti gli animali sono uguali, ma alcuni, sono più uguali di altri''.
Il problema è che Orwell ha sì analizzato le proprietà del linguaggio, per cui nella sua distopia 1984, il partito inventa una neo-lingua,per meglio soggiogare le masse, ma non si sofferma troppo sulla natura ambigua di ogni linguaggio umano verbale, e sopratutto non si è soffermato sulla natura intrinsecamente fittizia e manipolatoria di ogni linguaggio verbale.
In ogni linguaggio umano verbale c'è chi manipola sottolineando o inventando concetti, e chi viene manipolato da essi, credendo che essi abbiano un'esistenza tangibile.
La storia dell'uomo è una storia delle parole.
E infatti non dice nulla, se non che il silenzio è più importante, e i Depeche Mode non erano degli stupidi quando componevano le note di ''Enjoy the silence''.
Nel video Dave Gahan vaga con delle vesti regali, nelle colline inglesi, è un re smarrito, ma ritrova la propria regalità nella misura in cui si riappropria della dimensione del silenzio, che nel video viene fatta vedere come un trono.
Nel silenzio noi percepiamo noi stessi e la natura del mondo e ci riappropriamo di essa, nella parola, no.
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