Si dice che chi sogni la caverna possa cogliere il mistero della vita.
Allo sciamano era stato portato l'indemoniato.
In dieci riuscivano a stento a tenerlo.
Lo sciamano lo guardò negli occhi e disse: ''parla!''.
L'indemoniato si fece tranquillo.
Il giaguaro da dietro l'indemoniato si avvicinò ringhiando, gli uomini che tenevano l'indemoniato se ne andarono impauriti.
E' il giorno del solstizio d'inverno, i sacrifici rituali prevedevano che 10000 prigionieri venissero immolati a Quetzalcoatl.
L'indemoniato parlò:
''Le caverne sotto il mare sono piene di sangue, gli dei chiedono sacrifici ma voi state eccedendo.''
''Se continuate così farò venire un popolo straniero da oriente, l'uomo bianco sterminerà la vostra razza.''.
Tenotichtlan era sotto assedio da una ventina di soldati spagnoli.
Come poteva un manipolo di venti uomini, sebbene aventurieri scafati ad avere ragione di una città di migliaia di persone?
Lo sciamano credette all'indemoniato, e andò a parlare con i sacerdoti, portando con sé l'indemoniato.
Il giaguaro li seguiva.
Lo sciamano parlò ai sacerdoti:''gli dei della caverna sotto il mare non vogliono più sangue.''
I sacerdoti ribatterono tronfi del loro ruolo che se non fossero state sacrificate 10000 vittime il sole si sarebbe inabissato nelle tenebre per sempre.
L'imperatore Montezuma era dello stesso avviso.
Era il giorno del solstizio di inverno e gli dei andavano ingraziati come ogni anno per impedire che il sole si inabissasse nelle profondità della terra per sempre.
Erano protervi.
Il giaguaro li guardava silenzioso.
Gli dei sotto la caverna vedevano tutto attraverso i suoi occhi.
Lo sciamano se ne andò sconsolato.
Sapeva che quegli stolti stavano irritando gli dei.
Cominciarono i sacrifici.
Le vittime venivano verniciate di blu e legate condotte una a una sopra la piramide di Quetzalcoatl.
Il rituale prevedeva l'evisceramento, la presa del cuore ancora battente, la decapitazione della vittima.
Le teste rotolavano giù dalla piramide fra le grida di giubilo della folla.
Ma a un certo punto qualcosa andò storto, fu eviscerato un uomo, non aveva cuore, al suo posto una pietra.
I sacerdoti estrassero la pietra perplessi.
Il giaguaro si fece largo fra la folla e salì verso la cima della piramide.
Dietro di lui l'indemoniato.
Mentre saliva le scale della piramide le nubi oscurarono il cielo.
Incominciò a piovere e di colpo un fulmine colpì la pietra.
Il sacerdote rimase fulminato.
L'indemoniato prese la pietra e la scagliò lontano.
La pietra non parve cadere come se fosse assorbita dalle nubi basse.
Una tempesta di fulmini si abbatté sulla folla.
Incominciò a piovere sangue, la folla inorridita e in preda al panico si ritrasse e nella foga aprì le porte della città di Tenochtilan.
Pizzarro e Cortez si misero davanti e passarono a fil di spada tutti quelli che tentavano la fuga.
Ne risultò una strage.
Cortez entrò con i suoi scherani a Tenochtitlan.
Salì le scale della piramide dove si trovava l'imperatore e i sacerdoti.
L'indemoniato a quel punto tracciò un segno di croce nel cielo.
Le nubi si aprirono.
Disse all'imperatore Montezuma e ai sacerdoti di lasciare il potere all'uomo bianco.
Il loro tempo e la loro razza erano finiti.
Montezuma accettò il volere degli dei, e propose di sacrificare dieci vittime per mostrare il suo benvolere all'imperatore.
Cortez rifiutò con disprezzo e proibì i sacrifici umani.
Il giaguaro lo guardava silenzioso.
L'indemoniato indicò un punto ad est e disse:
''La caverna degli spiriti sotto il mare è sazia di sangue.''
''Cortez bada che se anche tu riempirai di ulteriore sangue la caverna sotto il mare, io ti punirò''.
Cortez non se ne curò.
Immediatamente rese schiavi gli aztechi e li fece lavorare nelle miniere d'oro e d'argento.
Ma ad un certo punto dentro una miniera gli aztechi che vi lavoravano scavarono così in profondità scoprirono una caverna gigantesca.
Era tappezzato d'oro, d'argento e aveva un tetto di diamanti.
Era meravigliosa.
Cortez ne venne informato e si recò sul posto per vedere tutta quella ricchezza.
Era apparentemente vuota.
Cortez era estasiato da tanta ricchezza quando entrò nella caverna il giaguaro e l'indemoniato.
L'indemoniato aveva di nuovo con sè la pietra colpita dal fulmine.
La lanciò verso il tetto di diamanti che si scheggiò e si ruppe.
Incominciò a entrare acqua a forte pressione.
Prima che Cortez riuscisse a scappare la caverna fu piena d'acqua.
Era la caverna degli spiriti sotto gli oceani.
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