mercoledì 21 aprile 2021

Luna atque Rerum

 

Pietra su pietra

nei cimiteri

delle nuvole morte

hanno preso

dimora i ragni.

Dentro una cripta,

Il veleno

con cui ogni anno

avvelenano il sole.

Ma la luna

trascorre interminabili

orbite.

L'affanno delle

creature

asciuga

di madido argento.

Si,

i ragni hanno

intrappolato la luce

nelle ragnatele

di asfalto

e cemento.

Ascolta il lamento

di un fiore:

Voglio solo

sentire

l'odore della terra.

E la amo

a tal punto

che le mie foglie

saranno

nell'umida pioggia

del prossimo autunno.

E io chiedevo

la chiave

dello scrigno

dell'oro.

E la luna silente

mi ricordava

di amare

il suo riflesso.

Tu o astro...

Iside,

candida rosa

porta del mare,

che ne e' delle notti?

Degli oceani soli?

Ed ecco tu

già ti rispondi,

io risalto

sull'abisso

giocoso,

le spume e la verde

salsedine,

i popoli della terra

e del mare

mi amano.

Io la loro

amante.

Ma tu cerchi la luce

del cerchio d'oro?

Il biondo grano

il cielo tumido

di calore?

Rosso e' il deserto.

In verita' la vita

egli la brucia.

Se tu mi credi,

abbi fede nelle lacrime

solo esse hanno

sciolto

lo scrigno d'oro

del sole.

Ama figlio mio

le mie creature

ama figlio mio

anche i ragni

dentro le pietre

diroccate.

Ama tutto

e nulla abbandona,

ama te stesso

sei il mio chicco

di grano.

Cresci

e lievita

fermenta,

ti aspetto ad Ottobre

ti aspetto

nella fragranza

del vino

e del fuoco

che brucia.

Foglie rosse

il mio vero

amore.

Lascia cadere

dalle tue mani

l'umido fieno.

Io saro' lì,

sorseggeremo

il Vino

ebbrezza

di terra

di fuoco

di mare

e di vento.

Guarda la mia luce

e siine contento.


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