martedì 7 settembre 2021

Il fuoco



Una stella brucia, avvampa il mondo.

Vi racconterò una storia.

Un giorno un popolo decise di stabilirsi sul sole.

E credettero di divenire i templari del fuoco.

Nel cuore del sole c'è il pozzo solare.

Sono stati inghiottiti al suo interno e dispersi nel cosmo.

Avevamo lanciato la nostra crociata

Una razza lunare figlia del deserto aveva gettato strane maledizioni sul sole.

L'umanità era cambiata.

Un morbo oscuro aleggiava per l'occidente.

I seguaci della Luna, difendevano i deboli, la notte, la quiete, i signori del deserto il sole l'hanno sempre segretamente odiato.

E noi li abbiamo reputati i nostri nemici, ma potevamo capire che un alleanza poteva essere stretta, senza che cedessimo al loro credo.


Noi uomini del nord siamo oltre.

Non venivamo dal nord, nel nord ci eravamo stabiliti per potere difendersi dalla  corruzione del sole.

Chi di noi si era spostato a sud presto si era ammollito in un muto ideale estetico statico che noi abbiamo amato, ma che sapevamo essere la porta d'entrata dell'oriente, dei signori del deserto.

Noi siamo dei raffinati.

Il sole che noi amiamo è il sole nero.

Il sole che illumina le notti del buio profondo eppure scalda riempie.

Mentre a uno a uno i raggi del sole tagliano la nostra carne cercando di rubare il nostro cuore a lui.

Una candela a Santa Lucia vale piu' di tutto il sole del Sahara.

Moschee bianche, templi d'oro.

E invece noi oscure foreste, e un cervo che nella neve guarda alle stelle e quando non trova piu' cibo sogna Yggdrasil, l'albero cosmico.

E segue un sentiero di candele nel fitto del bosco che una ragazza ha posto per lui, per tutte le creature che la porta a lei, e sorride e gli da del fieno che ha conservato, e quando il cervo mangia il lupo ulula allle stelle e reclama il suo cibo.

Lei lo lascia andare e sorride, presto sarà la sua fine ma ha visto la luce, Santa Lucia lo ha benedetto, e ora il lupo mangerà cibo puro.

Noi non neghiamo un pasto agli smarriti, ai deboli, ma sappiamo che presto saranno cibo per i lupi, e che la Luna si nasconderà dietro a una nube, ma tutti devono mangiare alla tavola del mondo.

E a Natale voi fate l'albero senza sapere che è una fugace apparizione di quello che fu il nostro credo.

Noi non siamo buoni o cattivi, siamo entrambi come lo è il fuoco.

Il fuoco è con te e ti scalda, il fuoco sfugge e brucia intere nazioni.

Abbiamo rinunciato alla ragione.

La svastica che molti pensano essere il simbolo del sole, è il simbolo del sole nero, essa ha un senso contrario a quella solare.

Il fuoco brucia.

Se noi abbiamo pensato di mondare l'umanità siamo stati dei razionali.

Dovevamo essere fedeli a noi stessi, non c'è alcunchè da mondare, il fuoco brucia, e sublima, e riscalda i nostri cuori.

A Dresda si è compiuta la vendetta del fuoco che avevamo tradito.

Il sole uccide i nostri occhi.

Il fuoco è sacro, e nessuno della nostra religione ha mai pensato che il fuoco mondasse da alcunchè.

Il fuoco porta il guerriero morto al Walhalla, noi lasciavamo il suo sacro corpo, al mare cupo e alle sue onde gelide non prima di avergli dato fuoco.

E' un onore per pochi.

Se qualcuno ha pensato di mondare l'umanità col fuoco egli è stato un blasfemo, un uomo del deserto, qualcuno che noi dicevamo di combattere.

E' stata questa la nostra contradizione, il fuoco è sacro, un privilegio di pochi.

Nessuna sacerdotessa di Vesta avrebbe mai usato il fuoco per mondare alcunchè, se lo avesse fatto, per punizione sarebbe stata seppellita viva, imprigionata dalla terra, privata per sempre della luce del fuoco.

Il fuoco porta ordine composto, anche se è irregolare, anzi proprio perchè è irregolare, lo si contempla come il rito piu' sacro.

Perchè gli dei figli del sole hanno voluto punirci, per averlo rubato.

Ma Wotan ha dato fuoco al Walhalla, noi non è che non crediamo agli dei, se essi ci negano ciò che ci spetta, noi bruciamo il loro paradiso.

E' dura combattere contro il sole, è dura combattere contro i suoi dei, soprattutto da quando è venuto l'equivoco, il dio che si è manifestato da altri universi tramite un fuoco che non bruciava il roveto.

Il suo fuoco non è quello dei nostri dei, e nemmeno il nostro.

Da Roma alla Persia i nostri fratelli di sangue adorano il fuoco.

I seguaci di Zarathustra non lo lasciano spegnere tutt'ora.

Il fuoco ondeggia, a volte scalda, a volte danza sotto la pioggia, a volte divampa e uccide le foreste.

Se i popoli dell'oriente dicono di essere come l'acqua noi saremo come il fuoco.

Verso l'alto noi tendiamo.

Io ho sentito il profumo degli dei di fronte a un focolare e ho sentito che quegli dei eravamo noi, immersi nei nostri sogni mentre la sua calda fiamma brucia.

I seguaci del fuoco, del sole nero che brilla di oscurità nel secondo fuoco dell'ellissi, hanno non un programma ma un auspicio.

Sia distrutta l'immonda luce artificiale che insozza le nostre notti.

E allora tornerà il senso del magico.

La fiamma che ondeggia.

Che si trasmette di candela in candela, ma è sempre la medesima.

Apprezzeremo le sculture degli antichi, il barocco, le vetrate del gotico, solo alla luce di una candela.

Apprezzeremo il cielo notturno, l'unica grande e vera cattedrale, e scambieremo finalmente parole amichevoli.

E se vorremo amare alla luce della Luna non ci sarà nulla di sbagliato, il fuoco è discreto e non di certo un tiranno pretenzioso e geloso.

E se un giorno la mezzaluna sarà issata nelle foreste del nord presto si sentirà sperduta, nelle brume gelide e noi insieme a lei, ma Roma cadrà solo perchè ha volto le spalle al fuoco.

E se tu uomo moderno accendi una sigaretta, e dici che essa ti piace è perchè vedi un tizzone ardente, e compi distrattamente un rito antico, e se lanci nel buio provi un segreto piacere, se noti, gli accendini elettrici non hanno mai avuto fortuna.

Vesta è stata abbandonata.

Siamo gli igniti.

Ardec nec consamatur.

Gli incendi spontanei sono una manifestazione del divino e ci siamo interrogati se questa sindone sia un vero vessillo, troppi incendi sono sorti nel corso della storia.

Ma adesso è tardi.

La fredda pioggia dell'autunno avanza e davanti a un bicchiere di vino rosso o di birra noi concludiamo questo folle discorso sentendo la pioggia e apprezzando il calore del fuoco.




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