Questa notte mi sono svegliato con una sensazione strana che non saprei definire.
O meglio: che non saprei ricordare.
Specifico meglio devo scrivere in fretta questa cosa perché, a differenza di un concetto ''logico, che più passa il tempo, meglio si definisce, questa ''sensazione-concetto'', più passa il tempo, più ''evapora''.
Si è compreso nelle neuroscienze che il ricordo non è una semplice registrazione del passato, ma una sua ''ricostruzione'', per cui nessun ricordo di uno stesso evento passato può essere identico.
Io poco tempo fa, mi sono svegliato con la sensazione di aver sognato qualcosa.
Qualcosa che non potrei definire.
La coscienza è difficile da definire.
Mi sono svegliato con la sensazione strana, eppure viva, che non solo il ricordo del tempo passato sia una ricostruzione, ma che anche il presente lo sia.
Mentre l'orologio ticchetta regolare cerco di dare ordine a questa strana sensazione, ma ogni ticchettio essa evapora, come se la struttura regolare del tempo e della logica tirasse con ogni ticchettio dell'orologio a questo strano ponte sospeso tra passato e futuro un colpo di cannone.
Il presente e la coscienza sembravano essere la medesima cosa.
Ogni ticchettio di orologio la lancetta sfronda la ''realtà''.
Pota i rami secchi della mente.
E' curiosa questa attività del sognare.
Perché i rami dell'albero della mente crescono teoricamente nel terreno dell'incoscienza.
Essenzialmente la mente ricostruisce.
Il passato sembra essere un foglio bianco, il presente ciò che c'è scritto, il futuro la penna.
Quando ho sognato non so se ero cosciente.
Quando mi sono svegliato lo ero.
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