I cipressi in cerchio
vinti e composti
cupi deliziosi neri vini
sorseggiano gli dei,
una volta fermentati
i nostri un tempo
giovani mosti
dolci occhi,
ora fra ritti cupi pini,
bevono
edonisti e silenziosi,
la delizia di tempi morti,
ma è solo vivo oltre i cipressi
e sotto la terra
oh sciocchi.
Mentre guardo le luci
che si accendono
nella città lontana
entro nel bosco vivo
oltre il cerchio di morte
tanto egli è tempio sacro
quanto ella è profana.
Sento gli dei antichi
temo non vogliano
dispiegarci la conoscenza.
Ma a chi sorpassa la morte
non è più comminata
forse questa sentenza...
Prova a dire in versi la scienza:
Quando tu vedi alzarsi
l'onda sulla riva del mare
il tuo occhio
è superficie
lei si innalza e si infrange
sulle rive
del tuo sguardo infelice,
del tuo tempo
gioia Beatrice.
Ti fa grazia
l'immensità
a te riva e spiaggia,
la dolcezza dell'eternità
lo sente più la il tuo cuore
che la tua mente non saggia.
Da dove nasce l'onda?
Forse dai metri precedenti?
Eppure si ella si muove
di tale velocità,
ma è forse alta quella del lago?
O della pozzanghera?
O tanto è alta
quanto è grande l'oceano
e commensurata
alla sua profondità?
E se fosse tutta la voce di Oceano
e Teti
in un attimo distratto
a sussurrarti degli abissi di Nettuno
i segreti?
E le nereidi danzanti
quando l'onda si erige
e crolla il luminoso sogno
infranto,
concesse sulle rive
dei tuoi occhi
l'eterno nuovo canto?
Tu non puoi sapere
se origina a Gibilterra o 3 metri in là
inchinati e contempla
le carezze degli abissi
la dolce mano della profondità.
E alla fine questa
incomprensibile
dualismo onda particella,
caro fisico
le metafore non sono
certo
la misteriosa realtà.
Lascia che ella si svesta
e si conceda
solo a chi vuole lei.
Ma se la poesia
non è solo un ancella,
ma il Paride
che dette il pomo a Venere
la più bella,
non vedi che questa funzione d'onda
che si infrange
sulla tua osservazione
della realtà
in una spiaggia di particella,
chiediti da dove viene
se dalle profondità di Orione
o da 3 metri più in là.
E' tutto l'universo
che sta in un singolo punto
il senso dell'onda che si infrange
l'attimo
in cui
il mare sta in un catino,
anche Dio ha i suoi limiti
spiegalo da capo
non aveva capito
il senso di quello sciocco bambino
il padre Sant'Agostino.
Ascolta il termine
il confine
nell'attimo che l'onda muore
e si infrange,
si manifesta l'aretè
l'immenso sconfinato
finalmente esiste IN TE.
Parole perfette per un insieme di concetti che sono fra l' onirico e l' ode pindeliana in prosa .
RispondiEliminaPiacerebbe al Professor Rovelli...Bravissimo come sempre !
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