Vieni
o foresta di giada,
io non posso
darti i fiori
del prato.
Tu non chiedermeli.
In sogno
sarai protetta
dal fato.
Vieni o serpe
delle acque immote,
il mio mantello
sente la tua melodia,
ma non ricorda
le note.
Vieni
o dio ubriaco,
ti ho dato
il senso
e il bastone
di vimini
si e' intrecciato.
Vieni
o risata
d'argento,
il liuto
del fiume
canta contento.
Le ciglia
non le puoi sentire?
Non cogliere
frutti prematuri
ora il tempo
del fiore lieto,
della ricchezza
non fare conto,
e' un tempio
senza muri.
Io ti vorrei
nutrire
come le altre creature,
nutrire
dell'acqua
del pozzo
fra le radure.
Esso attinge
alla corrente
del mulino,
tu non credere
ai presagi
li macinera' il destino.
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