Ritorno sul tema ferro-ferritina.
Per quale motivo gli atleti con grande allenamento hanno i livelli di Ferritina molto bassi?
La questione è in relazione non solo la perdita di ferro per ragioni ''meccaniche''.
La questione è di somma importanza:
è una questione di risparmio ed efficienza energetica.
Nella cellula la presenza di ferro disciolto in soluzione agisce come dispersore energetico, gli elettroni del NADH anziché scaricare sul ferro della catena di trasporto degli elettroni scaricano sul ferro che si trova in soluzione.
Il quale scarica sull'ossigeno, esattamente come quello della catena di trasporto degli elettroni.
Con quale differenza?
Che gli elettroni ad alta energia che scaricano sul ferro della catena di trasporto degli elettroni possono usare la loro energia per caricare ATP.
Se per contro scaricano su del ferro in soluzione e non su una membrana mitocondriale, non sussiste alcun ''apparato molecolare'' per convertire questa energia in ATP.
Ergo più' atomi di ferro ci sono in soluzione più si rischia di ''diminuire l'efficienza energetica'' e di produrre meno ATP, cosa succede all'energia che hanno gli elettroni del NADH e dell'ubichinone?
Se non viene ''caricata'' su molecole di ATP viene persa sotto forma di calore e basta.
Spesso quando si parla di ferro, si parla di radicali liberi e di danno ossidativo, il punto non è solo quello, non può essere banalizzato a quello.
Il punto è che quell'elemento è l'elemento chimico che l'organismo ha scelto come conduttore, se si trova in certe configurazioni con proteine come le flavoproteine e i complessi dei mitocondri è utile e in un certo senso permette una certa resa energetica dalla ''combustione'' degli zuccheri e dei lipidi, se è fuori da quelle proteine mitocondriali, rischia solo di determinare dispersione dell'energia della combustione di zuccheri e lipidi.
Ergo la cellula ha strutturato una sorta di meccanismo, per permettere al ferro di rimanere all'interno della cellula senza per così dire far perdere efficienza energetica ai motori cellulari che caricano ATP, il trucco è fare una proteina di ''rivestimento'' del ferro, che permetta alla cellula di avere riserve cellulari di ferro senza che queste in sostanza tolgano efficienza alla cellula.
Questa proteina di ''rivestimento'' si chiama Ferritina.
E' mia opinione che essa non sia un semplice ''indicatore di deposito'' della cellula, ma che in qualche modo mi dica qualcosa sul livello di efficienza energetica impostata dalla cellula.
Poniamo che arrivi un virus.
Il virus che se ne fa del ferro?
Nulla di per sé.
Eppure quasi tutti i virus hanno il vizio di fare incrementare la ferritina, e lungi dall'essere un ''vezzo del sistema immunitario'' in realtà quasi tutti i virus hanno il cosiddetto ''gene metabolico'' che ha dei compiti precisi di settaggio metabolico della cellula.
Durante l'epoca del Covid di Wuhan tutti noi clinici abbiamo assistito a questi livelli enormi di ferritina negli organismi dei contagiati.
Un puzzle francamente mai risolto.
Essenzialmente quei valori di Ferritina non potevano e non possono tuttora essere spiegati da un ingresso massiccio di ferro nella cellula.
Pazienti anemici, con Ferritine molto basse avevano incrementi rapidissimi della proteina Ferritina.
La logica del virus secondo me è molto semplice.
Fa sintetizzare Ferritina perche essenzialmente a lui tornano comodo gli ATP per continuare a replicarsi, ergo cerca di fare sintetizzare una quantità massiva della proteina Ferritina, per ''rivestire'' tutto il ferro contenuto nel citosol in modo da diminuire la dispersione, e incrementare l'efficienza energetica della cellula.
Ora negli organismi eucariotici probabilmente l'efficienza della sintesi di ATP da zuccheri e lipidi non risente solo di valutazioni di efficienza massima, ma anche di disponibilità degli stessi dal punto di vista alimentare, nonché di altre situazioni, fra cui la temperatura esterna in relazione a quella interna per cui una certa quantità di ferro disciolto come ione, può risultare utile come dispersore di elettroni ad alta energia.
Un eschimese per sopravvivere deve avere una certa ''inefficienza fisiologica'' delle sue cellule, per cui una certa quota di ferro libero non legato alla ferritina può risultare utile, gli elettroni ad alta energia non caricano alcun ATP ma in compenso scaldano l'organismo.
E' un esempio per capire che il ferro libero agisce come setpoint di efficienza energetica, ma che un organismo può non avere interesse ad avere la massima efficienza energetica.
Un virus credo che non tenga conto di queste variabili, deve ottimizzare la cellula per avere quanto più ATP a disposizione, ergo fa sintetizzare quanta più' Ferritina gli riesce INDIPENTEMENTE DALLA QUANTITA' DI FERRO NELL'ORGANISMO.
Cito questo studio sul virus dell'epatite B in cui si evidenzia che è il virus stesso ad incrementare la sintesi di Ferritina.
https://www.science.org/doi/10.1126/science.6301008
In un certo senso mi attendo che praticamente tutti i virus giochino a questo gioco di incremento della sintesi della Ferritina, chi più, chi meno, è nel loro interesse, come ho spiegato poc'anzi.
Di più difficile comprensione è nel caso del COVID è il legame FERRO-FERRITINA-COAGULAZIONE.
La ragione per cui il COVID determinava un incremento della coagulazione è a mio avviso del tutto legata alla disponibilità di Ferro intracellulare.
Cito questo curioso case report di una ragazzina che ha tentato il suicidio ingerendo ben 5 grammi di compresse di ferro nel 1982.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7123152/
Perché è importante questo case report?
Perché ha avuto degli episodi di emorragia massiva.
Come hanno riportato gli autori del case report l'ingestione di una quantità massiva di Ferro ha avuto il ruolo di consumare tutti i fattori della coagulazione vitamina K dipendenti.
La vitamina K ha una struttura chimica molto simile all'Ubichinone, ovvero il Coenzima Q
Un eccesso di Ferro libero la porta a scaricare tutti i suoi elettroni su questi atomi di Ferro, esaurendo del tutto la sua forma ridotta attiva, ma un incremento della proteina di rivestimento Ferritina agisce in maniera tale da eliminare totalmente la quantità di Ferro libero disciolto nel citosol, in ragione di ciò si può supporre una sorta di ''iperattivazione'' della vitamina K nei soggetti Covid.
In sostanza il Ferro libero ha un legame anche con la coagulazione ed è mia opinione che l'incremento dei trombi nel Covid fosse dovuto ad un crollo della quantità di Ferro libero PROPRIO IN RAGIONE DELLA SINTESI MASSIVA DELLA FERRITINA.
Per certi versi anche se paradossale, la trombosi Covid andava trattata col Ferro.
Proprio perché c'erano incrementi di Ferritina così violenti e rapidi.
Questo lo dico a 2 anni di distanza.
Nulla vieta che questa osservazione possa ritornare utile.
Complimenti , coinciso e ben spiegato.
RispondiEliminaTema affrontato con chiarezza e semplicità:ottimo lavoro.
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