giovedì 17 novembre 2022

FTX: il fallimento della scuola austriaca di economia, anche in salsa digitale

 Commento brevemente il fallimento di FTX, la società di exchange di criptovalute.

Per tutti quelli fuori dal circuito del bitcoin è un prendere atto di una cosa nota da tempo: la criptovaluta è un elegante catena di Sant'Antonio.

Per chi ci è dentro è un pò più dura accettare che in fin dei conti, si, ancora una volta sei rimasto con il cerino in mano.

Fondamentalmente, al netto di complottismi e di leggende varie assortite su Satoshi Nakamoto, il bitcoin è nato all'indomani della crisi finanziaria innescata dal collasso di Lehman Brothers.

Già nel 2009 circolava questo progetto di moneta peer to peer.

Il punto è chi l'ha progettato ha fissato un limite netto a questa nuova moneta:

Non doveva essere inflazionabile.

Ce n'era una certa quantità sul mercato e se ne poteva inserirne una certa altra quantità ''minandola'' con un massimo di moneta non superabile.

In sostanza è stato creato l'oro digitale.

Sicuramente chi ha creato il bitcoin ha sposato il concetto dell'economia austriaca.

Per chi è digiuno di economia il concetto espresso dalla scuola austriaca di economia è che a innescare i fenomeni di ''boom and bust'' tipici degli ultimi 4 secoli di capitalismo dalla bolla dei tulipani in poi siano:

1)la riserva frazionaria ovvero la banca può movimentare e addirittura prestare ad altre banche le somme depositate dai correntisti

2)la creazione della carta moneta (prima solo bancaria, poi a corso legale come monopolio di stato) come controvalore dell'oro depositato in banca che amplifica il fenomeno di prestito e movimentazione dei capitali depositati in banca

3)la creazione del monopolio di stato della carta moneta, con facoltà dello stato di ''stampare'' moneta per finalità elettorali, di clientelismo, di finanziamento attività di guerra, e infine controllo del cittadino esautorato di quella che sarebbe stata l'unica moneta reale, ovvero l'oro.

4)la creazione della banca centrale come prestatore di ultima istanza per coprire le banche private nei cosiddetti momenti di ''crisi di liquidità'' e ''corsa allo sportello''.

Questi grossomodo i 4'' je accuse'' degli economisti austriaci nei confronti del mondo economico finanziario moderno.

Il quinto più complesso è l'argomentazione contro il tasso di interesse centrale fissato dalla banca centrale che distorcerebbe gli investimenti e li convoglierebbe in maniera temporalmente sbagliata creando il cosiddetto ''malinvestiment''.

Ora,  per quanto questa materia possa risultare un po ostica per chi non sia mai incappato in questo genere di riflessioni, il punto è che bitcoin e affini sono stati creati per evitare situazioni come quelle di Lehman e dei mutui subprime andati in polvere nel 2008.

Il progetto era grossomodo quello di dare al nuovo mondo digitale una versione 2.0 dell'oro santificato dalla scuola austriaca di economia.

Il bitcoin nell'intenzione di chi lo aveva creato era una versione del gold standard adattata alle esigenze moderne dell' e-commerce.

Un gold standard non più aggirabile dai trucchi delle banche e dello stato che dicono di avere l'oro depositato e poi prestano o usano la carta moneta come un sostanziale gioco delle tre carte per truffare tutti.

Il punto è che gli economisti austriaci dovrebbero constatare che l'esperimento criptovaluta sta un pò ''fallendo''.

Sta fallendo perché passata la prima fase del purismo ideologico di chi l'ha lanciato, nel momento in cui si è diffuso a strati generali della popolazione anche attirati da possibilità di guadagno si sono verificati ESATTAMENTE GLI STESSI MECCANISMI CHE SI CRITICAVANO NELLE MONETE ''CONVENZIONALI.''

Se all'inizio le criptovalute venivano ''depositate'' in dispositivi di memoria come hard disk esterni e scambiate e ''prestate'' in maniera privata, poi si è creata l'esigenza di determinare l'esistenza di vere e proprie ''banche'' ovvero società che si fanno carico della necessità di custodire la criptovaluta e ''prestarla''.

Ora che FTX è fallita ce la si prende col suo fondatore reo di avere preso per il naso i suoi ''correntisti e obbligazionisti'' in criptovaluta.

Non so se ricordate Madoff nel 2008.

Qualcuno la paragona a Enron.

Paragonala a ciò che vuoi il punto è che il paragone è azzeccato proprio perché LE CRIPTOVALUTE STANNO RIPRODUCENDO GLI STESSI IDENTICI MECCANISMI DEL RESTO DELLE VALUTE.

Forse che FTX non ha fatto riserva frazionaria?

Ha prestato i soldi dei suoi correntisti.

Cosa che fanno normalmente anche le altre banche.

E' una banca che non si chiama banca ma si comporta come le banche e fa le stesse cose delle banche e crea le stesse ''truffe'' del denaro e delle banche convenzionali.

Cosa che purtroppo a quanto pare è prassi intrinseca al denaro e non può essere migliorata o superata con istanze di tipo tecnologico.

A questo punto ironia della sorta i possessori di criptovaluta chiedono ''più regolamentazione'', cosa che farà accapponare la pelle al creatore del bitcoin.

Perché il ragionamento austriaco era che lo stato e la regolamentazione fossero ciò che causava la crisi e creava il ''boom and bust''.

Insomma, siamo ritornati a punto da capo.

Creato per distruggere il sistema bancario, la criptovaluta finirà per creare un sistema bancario parallelo IDENTICO A QUELLO PRECEDENTE.

A QUANDO UNA CRIPTO BANCA CENTRALE CHE FACCIA DA PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA ALLE CRIPTO BANCHE PRIVATE?

A QUANDO UN CRIPTO QUANTITATIVE EASING  PER SALVARE IL CRIPTOSISTEMA FINANZIARIO?

1 commento:

  1. LA DIESANIMA E' ESEMPLARE ED ESPLICATIVA DEL "FENOMENO BIT COIN "

    RispondiElimina