lunedì 19 dicembre 2022

Carenza di rame problemi metabolici e Ferritina come indicatore del rapporto ossidoreduttivo della cellula

 

Una patologia emergente nel mondo moderno è la steatosi epatica non alcolica non virale.

Il grasso si accumula nel fegato dando luogo a fenomeni inizialmente solo di steatosi, poi di fibrosi, cirrosi ed epatocarcinoma.

Manca in tutto ciò un chiaro movente eziopatogenetico.

Anche in virtù del fatto che spesso nemmeno i fatidici eccessi dietetici possono essere imputati, ergo le cause vanno indagate più accortamente.

Io mi concentro spesso sul mitocondrio inteso come batteria cellulare per cercare una spiegazione ai fenomeni dismetabolici e non solo.

Vediamo cosa potrebbe comportare una carenza di rame e un eccesso di ferro.

La catena di trasporto degli elettroni gioca sull' oscillazione del numero di ossidazione del ferro da ferro 2+ a ferro 3+ e viceversa.

Diciamo che questo è valido nei primi 3 complessi mitocondriali che permettono all'elettrone di essere scambiato da uno all'altro, non direttamente ma tramite NADH e Ubichinone.

Il quarto , l'ultimo gioca invece sul rame.

Diciamo che se l'accettore ultimo degli elettroni è l'ossigeno, il rame è il penultimo.

Mi rendo conto del fatto che il mio modello possa essere eccessivamente semplice, ma una carenza di rame potrebbe per così dire, bloccare la catena respiratoria a monte.

Ergo potrebbero accumularsi i carrier di elettroni NADH, UBICHINOLO, finanche lo stesso citocromo c, (anch’esso un trasportatore di elettroni), il quale si distacca per formare una serie di complessi che trincerano l'apoptosi.

In linea di massima il citocromo c si distacca dalla catena di trasporto mitocondriale proprio per segnalare che ''mancano gli accessori di elettroni ergo per evitare danni è meglio che la cellula si suicidi.''

Ora poniamo caso che i complessi I II II che sono ferro dipendenti siano in una proporzione eccessiva sulla membrana mitocondriale rispetto ai complessi IV rame dipendenti, avremo una situazione paradossale in cui l'ossigeno, pur essendo presente rischia di essere scarsamente utilizzato.

(Condizione che per inciso somiglia molto al cosiddetto effetto Warburg o della glicolisi che avviene anche in presenza di ossigeno).

Il rame e il ferro sono due ottimi conduttori elettrici, no?

Non stupisce che la natura se ne serva.

Diciamo che è la carenza di rame a fare per così dire, da collo di imbuto dello ''smaltimento'' di elettroni ad alta energia.

Ergo cosa potrebbe succedere?

Che si blocca tutto lo smaltimento delle riserve di lipidi e glucidi della cellula.

Il cosiddetto fenomeno della steatosi.

Di recente ho postato una lettera al British Medical Journal di 3 medici che riconducevano i problemi cardiovascolari non tanto al colesterolo, quanto alla deficienza di rame nella dieta moderna.

https://openheart.bmj.com/content/5/2/e000784

Sul fenomeno della cosiddetta ''infiammazione'', termine a mio avviso piuttosto aspecifico e se la devo dire tutta nemmeno troppo scientifico, ho cercato di dire la mia in un post precedente, ho già detto che in sé e per l'espressione di enzimi di MEMBRANA come le NADPH ossidasi serve letteralmente a risolvere il problema dell'accumulo di elettroni reattivi come quelli del NADPH buttandoli letteralmente FUORI dalla cellula, esprimendo il concetto che il punto fondamentale da un punto di vista conservativo della cellula consiste nello scaricare fuori gli elettroni e i radicali liberi di modo da minimizzare i danni.


L'O2- in questo modo si forma fuori dalla cellula e non dentro.
Tuttavia questo meccanismo che può essere inteso come sostanziale meccanismo di tutela della cellula in sé e per sé porta all'accumulo comunque di radicali liberi che ossidano il colesterolo ed i lipidi dell'endotelio, portando poi a quegli eventi cardiovascolari nocivi.
Dunque, il rame, il rame, il rame.
Allego studi in cui si correla la carenza di rame alla statosi epatica non alcolica non virale.




Ora tuttavia ritorniamo alla ferritina, come mai incrementa in queste situazioni di ''eccesso di elettroni ad alta energia NADH-NADPH UBICHINONE”?
Perché la cellula per comprendere che c'è un problema eccesso di specie donatrici di elettroni valuta lo stato di ossidazione dei lipidi di membrana, dunque ossisteroli e malonildialdeide, come ho già scritto la ferritina è una sorta di scavenger, di chelante naturale del ferro prodotto anche in eccesso rispetto alla quantità di ferro stesso per impedire che ad intercettare gli elettroni del NADH e Ubichinone siano gli atomi di ferro in soluzione, che a loro volta possono scaricarli direttamente sull'ossigeno ''cortocircuitando'' la catena di trasporto degli elettroni del mitocondrio.
Sia il ferro che il rame utile sono quelli dei complessi mitocondriali di membrana, non quelli in soluzione.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14556856/

Un ulteriore delucidazione, perché gli atleti agonisti hanno ferritine basse?

La ferritina va intesa anche come proteina di deposito del ferro, ma anche appunto come indice del rapporto NAD NADH, nel caso dell’esercizio fisico viene consumato parecchio ATP che consuma rapidamente tutti i NADH in NAD ovvero c’è’ na carenza di specie donatrici di elettroni quindi vengono prodotti pochi ossisteroli e lipidi ossidati, la situazione viene interpretata dalla cellula come “buona conduzione elettrica” ergo non parte l’esigenza da parte della cellula di “chelare” il ferro nel citosol all’interno della ferritina.

Dunque con l’esercizio fisico si ha una situazione di sbilanciamento verso l’eccessivo consumo di donatori di elettroni.

All’incontrario risulta assolutamente logico che se c’è un alimentazione eccessiva rispetto al consumo energetico il NADH e le specie donatrici di elettroni si accumuleranno triggerando i fenomeni pocanzi descritti con ossidazione di lipidi, incremento della ferritina e tentativo di buttare fuori gli elettroni con l’espressione di proteine di membrana da burst ossidativo che esternalizzano i danni da radicali liberi buttando letteralmente fuori gli elettroni, la cosiddetta “infiammazione”.

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