Lucia guarda la Luna.
I tenui nembi
le aurore
che sconvolgono
gli occhi di stupore.
Gli alberi che scintillano
gocce d'oro.
Ci sveglieremo,
con i picchi alteri e austeri
si illuminano
di rosa
e tentano invano
di chinarsi per vedere
i pomi del giardino
delle esperidi,
illuminati dalla rinascita
della fenice che i nostri occhi,
chiamano volgarmente sole.
Ma non credere Lucia
che vedremo lo stesso spettacolo.
No, Lucia, i nostri occhi
non ci appartengono.
Morti noi saremo
se non potessimo tenerci per mano
e confidarci i segreti
della bellezza dei nostri cuori.
E solo gli angeli,
Solo gli angeli
più nulla non vedono,
accecati dalla luce infinita
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