Gli alberi crescono nella notte, sempre più alti.
Vaghiamo a piedi nudi orfani della luce.
Siamo arrivati qui da molto lontano.
Il vento è il nostro signore, ogni foglia si muove nel buio e noi siamo tremuli e abbandonati a dove vuole soffiare il destino.
Gli alberi crescono nella notte sempre più alti.
Anch'essi cercano con le loro mani di carpire la luce.
Che non c'è.
La nebbia si insinua a lambire i colli.
Le gocce di rugiada sono promesse del mattino, ma la luce tarda ad arrivare.
Ho dimenticato il tuo viso da quanto tempo l'oscurità si è insinuata in me.
La luce delle stelle può forse farmi intravedere il tuo corpo nudo?
Mi bastano le mani per sentirti.
Anche se hai paura ti intimo di tacere con una mano.
E' una scintilla di luce che è scesa in me.
Non è tempo di amori, la fame e la paura ci incalzano, i rumori da quegli alberi lontani si fanno più vicini.
Se hai paura taci e non gridare, e se il tuo cuore batte troppo ringrazialo e fai pulsare le tue vene mentre stringo la tua mano.
Ora lasciami per un attimo, rannicchiati.
Una stella si è insinuata in me.
Porto le mani al cielo e prendo la pietra.
Credo di sentire cosa fare.
Il rumore si fa più vicino.
Batto con la pietra il sigillo del dio della foresta.
Le scintille sopra gli sterpi, ci ho già provato.
Cadono come le stelle del cielo mentre prego gli alberi di portarle qui giù.
Oh com'è bella la paura, ha sempre il potere di farmi dimenticare tutto e portare la mia mente dove sono io.
Batto con più forza sugli sterpi.
Sento il tuo respiro sempre più forte.
Non mi toccare, devo essere un ponte con il cielo, lascia che io non senta per un attimo le tue braccia avide di protezione.
Alzo di nuovo le mani al cielo.
Disegno con una mano il sigillo di Oxum sulla nuda terra.
Ora è sacra forse accadrà.
Il buio si illumina, le scintille stelle rosse cadono dalle mie mani.
E finalmente posso riguardare i tuoi occhi.
La luce si è accesa, il fuoco brucia gli sterpi.
Danza e aderisce agli steli che si afflosciano e si muovono come serpenti.
Ora che lo guardi sai chi sei, ne sei ipnotizzata.
Il battito del tuo cuore è di nuovo calmo, i tuoi occhi distanti, distanti a guardare la luce delle stelle sulla terra.
Ora sai chi sei.
Io non più, perché il tuo volto è diverso.
Come sei bella.
Sai questo fuoco che ho acceso per la prima volta nella notte dell'umanità ha cacciato gli occhi ciechi della bestia che ci dava la caccia.
Ma perché ti ricordavo diversa?
Cosa avevano visto i miei occhi e cosa vedono ora?
Perché vedevano il tuo volto in quella maniera brutta un tempo?
Erano forse gli occhi paurosi di una bestia spaventata?
Mi guardi e il tuo sguardo è sempre quello di un tempo.
Avida carpisci mille particolari, il fuoco ti piace, io non più.
Triste getto altri sterpi ad alzarlo.
Ora sai come fare ad accenderlo io non ti servo più.
Il tuo cuore è calmo e le tue mani più non mi cercano.
Avida di calore vai verso il fuoco ipnotizzata.
E' nata l'umanità e già si è compiuto il primo vagito del dolore.
La tenebra era profonda e ora la luce non è nata dall'orizzonte col sole ma guarda dal basso gli alberi.
Oxum ti ha rapita.
Le tue mani più non mi cercano.
E io ci soffro.
Non le tendi nemmeno per fermarmi quando io orfano della tenebra ti lascio per vagare di nuovo nell'oscurità.
Ho di nuovo bisogno della paura per placare il mio dolore.
Cammino mentre la luce rosseggiante del fuoco si fa più tenue dietro di me.
Torno nel buio e mi rannicchio sulla nuda terra che più da vicino mi ricorda il tuo abbraccio.
La via Lattea non ha il più benché minimo senso.
E se portassi almeno il tuo ricordo con me quando tornerò alla mia stella?
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