Ho fatto la mia corsa senza troppo riguardo per la mia stanchezza.
La cosa strana che noto a questo giro è che non ho nessun male alle gambe ho invece un dolore snervante alle braccia.
Somiglia molto al dolore che si ha quando si ha l’influenza, quindi si credo sia di natura infiammatoria.
Ora io non so se senza notarlo ho mosso di più le braccia.
Le braccia le si muovono eccome in una corsa.
Difatti non credo neanche siano poco allenate per quel carico di lavoro.
Il punto è che trovo strano che questo dolore simil influenzale colpisca loro e non le gambe che hanno patito il carico da novanta.
Ora, credo sia opportuno abbozzare qualche riflessione istintiva ma neanche troppo.
E allora arriviamo al punto fondamentale di tutto.
L’economia delle risorse.
Glucidiche protidiche lipidiche.
Io insisto sul fatto che noi siamo più predatori carnivori piuttosto che raccoglitori o agricoltori.
La questione è questa in codesto processo definito infiammazione c’è una ridislocazione.
Il mio organismo si è posto in una condizione di ipoglicemia è stato secreto cortisolo che ha determinato le sue azioni consuete.
Proteolisi, l’adrenalina non bastava più e bisognava attaccare anche i muscoli.
Ovviamente non andavano attaccati i muscoli sottoposti al carico di lavoro.
Il punto è sostanzialmente quello.
La redistribuzione ha un ruolo preminente quando le risorse sono limitate.
Quindi l’organismo mette in circolo cortisolo durante le fasi più intense e si sa arrivati a quel punto le difese immunitarie crollano.
Ma del resto in una situazione del genere la destinazione delle proteine alla sintesi degli anticorpi può benissimo aspettare.
Aspettare cosa?
Aspettare che la preda sia catturata, tendenzialmente in natura nessuno corre per divertimento si corre per acchiappare le prede.
Vai a casa e termini la simulazione della corsa dietro la preda.
Ti concedi la preda da dentro il frigorifero cucini, mangi la tua bistecca, ti corichi le braccia fanno male.
Quanto alle gambe, non dico siano al top ma non sono un particolare problema.
Le braccia invece fanno male.
Sta cosa mi lascia perplesso ma mi fa riflettere.
Allora si ridefinisce il punto dell’infiammazione non è tanto che c’è un danno locale che poi infiamma il resto dell’organismo.
Il punto è che il danno locale se reiterato in quella zona definisce una necessità metabolica superiore oltre che anabolica in quell’organo, muscolo, sottoposto a un carico superiore rispetto agli altri.
Il punto da comprendere è che l’organismo fa le sue scelte proprio perché le risorse non sono infinite e vanno indirizzate con criterio di priorità se necessario sottraendole a tutto ciò che è sottoutilizzato a utilizzato di meno.
Si sa che dopo una maratona ci si trova in uno stato “infiammato” incrementa l’interleuchina 6 e così via.
Ma anche il cortisolo per un po’ di giorni non si normalizza dopo una maratona.
Coesistono a dirla tutta ormoni e citochine proinfiammatorie insieme ad ormoni e citochine antinfiammatorie più espresse.
E che vuol dire?
Vuol dire che il carico è stato così notevole da necessitare una redistribuzione di proteine e glucidi.
Il sistema immunitario per un po’ di giorni se ne deve fare una ragione, gli anticorpi non saranno più una priorità per un po’ di giorni.
Devi riformare dei muscoli semidistrutti, gli amminoacidi vanno lì come priorità.
Eppure l’organismo è infiammato.
Il punto è cosa serve dove?
Quindi il punto è chi è sensibile all’infiammazione?
Ammesso che sia ancora corretto chiamarla “infiammazione”.
Ovvero chi è che deve essere catabolizzato.
Deve essere catabolizzato o comunque non ricevere risorse anaboliche chi paradossalmente il danno non l’ha subito.
Il cortisolo mi sembra stia agendo sulle mie braccia e non sulle mie gambe.
Quindi ammesso che si debba parlare di infiammazione l’organo sede di danno è meno responsivo a quegli ormoni e citochine o proteine definite antinfiammatorie.
E gli altri si beccano gli effetti catabolici.
Difatti si dopo una maratona la ferritina incrementa, ma dove?
Incrementa dove ci sono stati i danni anche per permettere di concentrare il ferro lì e non altrove.
Chiaro che se hai spaccato un sacco di globuli rossi la ferritina scende perchè ci devi risentizzare l’emoglobina.
Ma questo in cronico, non in acuto.
Ora si sa che infiammazione e tumore sono parenti stretti.
Io continuo a essere scettico su questo termine infiammazione, che mi pare poco scientifico, sembra quasi un masochismo gratuito dell’organismo, non mi pare che messo in quel modo abbia molto senso.
Certo che se tu danneggi un tessuto produci degli effetti metabolici sistemici e locali.
Uso il termine metabolici, perché il termine infiammazione ripeto è poco pertinente e a dirla tutta nasconde in modo imbarazzante la convivenza di iperpressione di citochine proinfiammatorie con citochine antinfiammatorie.
E non è questione di bilancia in senso assoluto tra questi mediatori, i mediatori coesistono perché hanno effetti su tessuti differenti.
A livello del tessuto danneggiato anabolizzi a livello di tutto il resto catabolizzi.
Prendi il TNF alfa che verrebbe prodotto dall’organismo per contrastare quel tumore.
Ma chi contrasta chi?
L’organismo sa quello che fa anche se può decidere di farlo con un livello di violenza che lo danneggia.
Al tumore che è visto come zona danneggiata che non si riesce a riparare servono zuccheri e proteine?
Si secerne TNF alfa e si catabolizzano in modo violento gli altri tessuti per dare quelle risorse al tessuto danneggiato.
Che per inciso non è neanche il tumore, il tumore è un tentativo di ripararlo.
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