sabato 31 dicembre 2022

Questi ''futurini''...

 Ora che le azioni Tesla sono ''crollate'' del 70% pare che il mondo si stia rendendo conto che Musk è un essere umano, e un essere umano a cui piace molto ''sparare cazzate''.

Già.

Noi scettici nei confronti del nuovo deus ex machina dovremo esultare...

Ma di che?

Le quotazioni di Tesla sono scese per le stesse motivazioni per cui sono scese quelle del bitcoin ma anche del petrolio e del gas ovvero:

''LA FED E LA BCE HANNO ALZATO I TASSI.''

Ergo non solo Tesla era in bolla ma anche il gas metano e il petrolio.

Se non ci fosse stata un'inflazione del 10% annuo che ha obbligato le banche centrali ad alzare i tassi e a calmare le prurigini speculativi, Tesla avrebbe effettuato nuovi massimi, e il petrolio anche, e il gas pure, e il bitcoin anche.

Della serie, compra tutto, qualcosa si salverà.

E invece il gioco è finito diamine.

Lo so hanno dato la colpa dell'inflazione alla guerra.

A Putin.

E adesso il gas metano è a livelli pre-bellici dicono.

Certo, ma non c'entrano i price-cap presunti o veri.

La legge della stampante ha dei problemi di carattere temporale, se tu stampi l'inflazione salirà, lo so ci ha messo 10 anni a salire, ma alla fine è salita.

Molta gente nel frattempo ha molto vaneggiato.

E' il caso del delirio MMT, ''lo stato crea ricchezza'', corollario di ''lo stato non è una massaia.''

In linea di massima nel 2022 è accaduto grossomodo qualcosa di simile a ciò che è accaduto nel 2008, con una differenza importante:

''nessuno si è realmente spaventato come nel caso Lehman Brothers''.

Ragion per cui si attende un soft landing di materie prime, criptocazzate, titoli vari ed eventuali, per tornarne a farne incetta, in effetti fossi nelle banche centrali sarei un pò preoccupato, proprio perché NESSUNO E' REALMENTE PREOCCUPATO.

Adesso l'Elon Muschio viene bonariamente ripreso dalla stampa.

Sarebbe reo di giocare a scrivere cazzate sul web invece di ''lavorare 20 ore al giorno.''

Ma io mi chiedo: ''quando faceva tweet sul dogecoin stava lavorando?''.

Sembrerebbe questa una ''rivincita'' di noi poveri frustrati che non facciamo del bene al mondo riempiendoci il portafoglio.

Il punto è che siamo in un epoca tremendamente buia.

Tolto il touchscreen esaltato come chissà quale innovazione, la subitanea andata e venuta del fu Steve Jobs, l'epoca che attraversiamo è priva di qualsivoglia innovazione tecnologica.

In quest'epoca di stasi, il mercato, deve andare in cantina, prendere roba vecchia e verniciarla di nuova gridando le parole fatidiche:

''E' IL FUTURO, DA QUI NON SI TORNA INDIETRO.''

E già.

La cosa triste è che siccome nessuno le compra, deve allearsi dello stato per imporle e venderle.

La macchina elettrica?

Non si torna indietro.

Ford l'aveva accantonata a favore del motore a scoppio più di un secolo fa?

Non si torna indietro.

A dirla tutta a me sembra che non si vada avanti, più che altro.

Prendono il motore elettrico che ha gli stessi anni di quello a scoppio e Diesel e lo spacciano per nuovo.

Insieme a me vedo che resistono solo più ''I SAMURAI DELLA TECNOLOGIA GIAPPONESI''.

Toyota e Honda si rifiutano di buttarsi nel pozzo elettrico insieme alle case automobilistiche occidentali.

Argomentano loro:

La rete elettrica non è pronta.

Già.

E' comodo creare qualcosa che non è nuovo per costringere qualcun altro a produrre quell'energia e a trasformare la rete elettrica in quel senso facendo qualcosa di realmente nuovo.

Che per il momento non c'è.

Tesla da questo punto di vista si è comportata ne più ne meno come gli Agnelli ai tempi d'oro, ti pigli i soldi degli ecoincentivi e scappi.

Adesso che non si deve più' sottostare agli euro 4-5-6-7 (endotermici) il business dell'elettrico si è nutrito pressoché esclusivamente di sussidi statali per sostituire il parco auto con i nuovi veicoli.

Laddove non ci sono sussidi come in Italia, il business elettrico non è mai partito.

A testimonianza che il rinnovabile non può creare energia per il nuovo parco auto c'è il fatto molto semplice che Tesla ha abbandonato il business dei pannelli solari.

https://senzasoste.it/tecnologia/perche-il-business-dellenergia-solare-di-tesla-non-e-decollato-come-promesso-da-elon-musk/

Se fossero realmente convenienti non sarebbero stati il giusto complemento del suo business?

Il gioco è sempre lo stesso:

''Privatizzare i guadagni, e spalmare sul pubblico le perdite.''

Lo stato ti da i soldi per spingere il cliente a comprare il pacco, e poi non pago di ciò dovrebbe accollarsi i costi enormi di una radicale trasformazione della rete elettrica in qualcosa di molto più elastico e molto più potente.

Per quanto mi riguarda è un assurdo, e nel mondo constato che solo il BUSHIDO del buonsenso giapponese è rimasto a fare da argine a questo delirio collettivo.

Il samurai imbraccia la katana della logica:

https://www.metanospilamberto.it/lallarme-da-toyota-sulle-auto-elettriche-inquinano-di-piu-e-rimarremo-senza-elettricita/


Io già 5 anni fa avevo detto le medesime cose:

https://semprecaromifuquestermoblog.blogspot.com/2017/11/tesla-la-fine-dellimprenditore-guru.html


Ciò che mi preoccupa però non è l'auto elettrica in sé, è un fenomeno che io ho chiamato ''futurinismo''.

Il futurismo è stata la gracchiante commedia di un inizio novecento che si è poi arenato sulle trincee della prima guerra mondiale e del totalitarismo della seconda.

Il futurino è la sua controfigura del ventunesimo secolo, con una differenza importante, qua non si esalta la tecnologia in sé, ma si invoca la l'imposizione di determinate scelte spacciandole come ''tecnologiche''.

Il futurino è una sorta di questurino incaricato di controllare le tue emissioni di CO2, di redarguirti se protesti, di ricordarti che ''QUESTO E' IL FUTURO NON C'E' RITORNO.''

Che detto così, non sembra di buon auspicio, sembra francamente una condanna, o una maledizione.

Della serie, tradotto , ''SEI STATO CONDANNATO A VIVERE QUESTO FUTURO.''

Il futurino è il kapò che si incarica di portare a termine la condanna dell'umanità al nuovo piano quinquennale ecologico.

Della crociata del denaro obbligatoriamente elettronico.

Un pò di bitcoin giusto per confondere le acque.

Insieme ad Equitalia, con piglio moralista, il futurino si incarica di controllare che paghi le tasse e usi il POS, se qualcuno protesta e urla: ''è finita la pacchia'', il futurino corre sui social a chiedere condanne esemplari per il tassista umano reo di non essersi adeguato.

Condanne per il tassista!

Ma io suggerisco:

''Ma non doveva esserci la guida autonoma al suo posto già da 2 anni?''

Ecco un altro leitmotiv dei futurinismo: l'intelligenza artificiale.

In un mondo di gente frustrata e alienata e sola, la prospettiva di avere solo a disposizione un robot per farti compagnia, e la prospettiva che l'intelligenza artificiale sostituirà l'umano crea ulteriore alienazione.

Dopotutto un pakistano scrive meglio ed è più' utile di CHATGPT3 (e costa di meno),   ma il futurinismo ha colto la palla ala balzo:

è interprete di un nuovo tipo di razzismo, quello dell'uomo verso sé stesso.

Verremo tutti sostituiti, come degli ebeti in pensione a vent'anni attaccati allo smartphone a dare da mangiare a dei piccioni digitali, mentre il robottino OPTIMUS!

Ah!

Lui si che lavora per noi!

E io dovrei riciclarmi in tutto ciò come il conservatore che ''non vuole queste innovazioni'', perché ''tanto è inutile che ti opponi non si torna indietro.''

E io sai che vi dico?

In mezzo a una istruzione pubblica allo sfascio, con venti di guerra pressanti, epidemie, o ci diamo una sveglia o cari futurini, altroché riscaldamento globale, qua si torna sugli alberi in mezzo alle scimmie.

Non c'è nessuna reale innovazione tecnologica, nessun futuro verde, nessuna rete neurale intelligente, nessuna intelligenza artificiale, niente.

Ci sono solo venditori di pentole e Musk è uno di questi.

Spiace che in questo senso l'Europa si sia fatta garante di questa roba ''imponendoci'' codesto paleolitico futuro.

Entro il 2035 dovremmo smettere di produrre le ''endotermiche'' come le chiamano i futurini.

Per poi stupirsi che una batteria al freddo performa peggio, come se, l'elettricità non sottostesse ai principi della termodinamica.

Dopotutto se qualcuno vi dicesse che lui ha creato il moto perpetuo e lo imponesse per legge, voi cosa rispondereste?

Ecco mi trovo in questa scomoda posizione.

A fare presente che il futuro proposto, anzi, imposto per legge, è ''termodinamicamente'' impossibile, ERGO NON E' FUTURO.

La termodinamica è la direzione del tempo, se qualcosa non quadra dal punto di vista termodinamico, semplicemente non accadrà, NON E' IL FUTURO.

E che è inutile allearsi dello stato per imporre l'impossibile per legge umana, le leggi della termodinamica neanche il dittatore più dittatore più futurino e feroce può cambiarle.

domenica 25 dicembre 2022

Ferritina efficienza energetica della cellula e virus

Ritorno sul tema ferro-ferritina.

Per quale motivo gli atleti con grande allenamento hanno i livelli di Ferritina molto bassi?

La questione è in relazione non solo la perdita di ferro per ragioni ''meccaniche''.

La questione è di somma importanza:

è una questione di risparmio ed efficienza energetica.

Nella cellula la presenza di ferro disciolto in soluzione agisce come dispersore energetico, gli elettroni del NADH anziché scaricare sul ferro della catena di trasporto degli elettroni scaricano sul ferro che si trova in soluzione.

Il quale scarica sull'ossigeno, esattamente come quello della catena di trasporto degli elettroni.

Con quale differenza?

Che gli elettroni ad alta energia che scaricano sul ferro della catena di trasporto degli elettroni possono usare la loro energia per caricare ATP.

Se per contro scaricano su del ferro in soluzione e non su una membrana mitocondriale, non sussiste alcun ''apparato molecolare'' per convertire questa energia in ATP.

Ergo più' atomi di ferro ci sono in soluzione più si rischia di ''diminuire l'efficienza energetica'' e di produrre meno ATP, cosa succede all'energia che hanno gli elettroni del NADH e dell'ubichinone?

Se non viene ''caricata'' su molecole di ATP viene persa sotto forma di calore e basta.

Spesso quando si parla di ferro, si parla di radicali liberi e di danno ossidativo, il punto non è solo quello, non può essere banalizzato a quello.

Il punto è che quell'elemento è l'elemento chimico che l'organismo ha scelto come conduttore, se si trova in certe configurazioni con proteine come le flavoproteine e i complessi dei mitocondri è utile e in un certo senso permette una certa resa energetica dalla ''combustione'' degli zuccheri e dei lipidi, se è fuori da quelle proteine mitocondriali, rischia solo di determinare dispersione dell'energia della combustione di zuccheri e lipidi.

Ergo la cellula ha strutturato una sorta di meccanismo, per permettere al ferro di rimanere all'interno della cellula senza per così dire far perdere efficienza energetica ai motori cellulari che caricano ATP, il trucco è fare una proteina di ''rivestimento'' del ferro, che permetta alla cellula di avere riserve cellulari di ferro senza che queste in sostanza tolgano efficienza alla cellula.

Questa proteina di ''rivestimento'' si chiama Ferritina.

E' mia opinione che essa non sia un semplice ''indicatore di deposito'' della cellula, ma che in qualche modo mi dica qualcosa sul livello di efficienza energetica impostata dalla cellula.

Poniamo che arrivi un virus.

Il virus che se ne fa del ferro?

Nulla di per sé.

Eppure quasi tutti i virus hanno il vizio di fare incrementare la ferritina, e lungi dall'essere un ''vezzo  del sistema immunitario'' in realtà quasi tutti i virus hanno il cosiddetto ''gene metabolico'' che ha dei compiti precisi di settaggio metabolico della cellula.

Durante l'epoca del Covid di Wuhan tutti noi clinici abbiamo assistito a questi livelli enormi di ferritina negli organismi dei contagiati.

Un puzzle francamente mai risolto.

Essenzialmente quei valori di Ferritina non potevano e non possono tuttora essere spiegati da un ingresso massiccio di ferro nella cellula.

Pazienti anemici, con Ferritine molto basse avevano incrementi rapidissimi della proteina Ferritina.

La logica del virus secondo me è molto semplice.

Fa sintetizzare Ferritina perche essenzialmente a lui tornano comodo gli ATP per continuare a replicarsi, ergo cerca di fare sintetizzare una quantità massiva della proteina Ferritina, per ''rivestire'' tutto il ferro contenuto nel citosol in modo da diminuire la dispersione, e incrementare l'efficienza energetica della cellula.

Ora negli organismi eucariotici probabilmente l'efficienza della sintesi di ATP da zuccheri e lipidi non risente solo di valutazioni di efficienza massima, ma anche di disponibilità degli stessi dal punto di vista alimentare, nonché di altre situazioni, fra cui la temperatura esterna in relazione a quella interna per cui una certa quantità di ferro disciolto come ione, può risultare utile come dispersore di elettroni ad alta energia.

Un eschimese per sopravvivere deve avere una certa ''inefficienza fisiologica'' delle sue cellule, per cui una certa quota di ferro libero non legato alla ferritina può risultare utile, gli elettroni ad alta energia non caricano alcun ATP ma in compenso scaldano l'organismo.

E' un esempio per capire che il ferro libero agisce come setpoint di efficienza energetica, ma che un organismo può non avere interesse ad avere la massima efficienza energetica.

Un virus credo che non tenga conto di queste variabili, deve ottimizzare la cellula per avere quanto più ATP a disposizione, ergo fa sintetizzare quanta più' Ferritina gli riesce INDIPENTEMENTE DALLA QUANTITA' DI FERRO NELL'ORGANISMO.

Cito questo studio sul virus dell'epatite B in cui si evidenzia che è il virus stesso ad incrementare la sintesi di Ferritina.

https://www.science.org/doi/10.1126/science.6301008

In un certo senso mi attendo che praticamente tutti i virus giochino a questo gioco di incremento della sintesi della Ferritina, chi più, chi meno, è nel loro interesse, come ho spiegato poc'anzi.

Di più difficile comprensione è nel caso del COVID è il legame FERRO-FERRITINA-COAGULAZIONE.

La ragione per cui il COVID determinava un incremento della coagulazione è a mio avviso del tutto legata alla disponibilità di Ferro intracellulare.

Cito questo curioso case report di una ragazzina che ha tentato il suicidio ingerendo ben 5 grammi di compresse di ferro nel 1982.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7123152/

Perché è importante questo case report?

Perché ha avuto degli episodi di emorragia massiva.

Come hanno riportato gli autori del case report l'ingestione di una quantità massiva di Ferro ha avuto il ruolo di consumare tutti i fattori della coagulazione vitamina K dipendenti.

La vitamina K ha una struttura chimica molto simile all'Ubichinone, ovvero il Coenzima Q

Un eccesso di Ferro libero la porta a scaricare tutti i suoi elettroni su questi atomi di Ferro, esaurendo del tutto la sua forma ridotta attiva, ma un incremento della proteina di rivestimento Ferritina agisce in maniera tale da eliminare totalmente la quantità di Ferro libero disciolto nel citosol, in ragione di ciò si può supporre una sorta di ''iperattivazione'' della vitamina K nei soggetti Covid.

In sostanza il Ferro libero ha un legame anche con la coagulazione ed è mia opinione che l'incremento dei trombi nel Covid fosse dovuto ad un crollo della quantità di Ferro libero PROPRIO IN RAGIONE DELLA SINTESI MASSIVA DELLA FERRITINA.

Per certi versi anche se paradossale, la trombosi Covid andava trattata col Ferro.

Proprio perché c'erano incrementi di Ferritina così violenti e rapidi.

Questo lo dico a 2 anni di distanza.

Nulla vieta che questa osservazione possa ritornare utile.





mercoledì 21 dicembre 2022

Ferritina e legge di Ohm

 Ritorno sul tema ferritina.

Perché la ferritina si incrementa nei soggetti con sindrome metabolica?

Il punto è :

la legge di OHM

la esprimo in termini di potenza WATT:

Nel caso della differenza di potenziale V essa è sempre identica in virtù del fatto che le coppie ossidorettive NADH/NAD+ ubichinone ridotto ubichinone ossidato sono sempre le medesime e tutti gli elettroni hanno come accettore finale l'ossigeno.

La maniera più rapida che ha la cellula di incrementare la potenza WATT ovvero l'energia dissipata è diminuire la quantità di ioni ferro in soluzione.

Paradossalmente si osserva un incremento della ferritina, perché?

Perché la sintesi della proteina ferritina SEQUESTRA il ferro e lo toglie dalla soluzione determinando un rapido effetto di crollo della resistenza ed incremento potenza dissipata e consumo.

Sembra un discorso fine a se stesso, non lo è.

Se un soggetto attua un alimentazione per cui introduce quantità sproporzionate di glucidi e lipidi rispetto al suo consumo la cellula reagisce tentando di incrementare il consumo energetico per bruciare quelle calorie e dissiparle in forma di calore.

Ergo si, introdurre quantità massive di lipidi e zuccheri per un lungo periodo con la dieta può ingenerare nella cellula incrementi di ferritina volti a far crollare la resistenza R per incrementare la potenza P dissipata.

Ora un fenomeno su tutti:

la febbre.

L'incremento di calore prodotto arriva fino al punto di non essere più' dissipabile con sudorazione e si incrementa la temperatura corporea.

Nei cosiddetti processi di ''infiammazione'' l'incremento brusco della ferritina può accompagnarsi ad un incremento della temperatura.

Premettendo che se il fenomeno di incremento ferritina è sufficientemente rapido è esso stesso a determinare un incremento tale della potenza P prodotta da non essere più smaltibile tramite sudorazione è l'incremento stesso della ferritina a ingenerare febbre, ovvero incremento della temperatura corporea, detto questo un incremento della temperatura corporea determina un incremento della conducibilità elettrica della soluzione e dunque un ulteriore crollo della resistenza e incremento della potenza dispersa.

Se avessimo un visore a infrarossi potremmo vedere il soggetto con incremento di ferritina più ''luminoso''.

Ora un alimentazione con eccesso di calorie, si, porta la ferritina a salire.

Tutto ciò ovviamente a Ferro costante, noi stiamo assumendo che il ferro nell'organismo sia costante per determinare questo genere di equazioni, nel senso che a parità di ferro nell'organismo, un incremento di calorie assunte determina un incremento di ferritina per aumentare la quantità di energia dissipata sotto forma di potenza P di Watt.

Il dismetabolico sarebbe una sorta di lampadina più luminosa in virtù del fatto che ci sono più calorie da bruciare.




lunedì 19 dicembre 2022

Carenza di rame problemi metabolici e Ferritina come indicatore del rapporto ossidoreduttivo della cellula

 

Una patologia emergente nel mondo moderno è la steatosi epatica non alcolica non virale.

Il grasso si accumula nel fegato dando luogo a fenomeni inizialmente solo di steatosi, poi di fibrosi, cirrosi ed epatocarcinoma.

Manca in tutto ciò un chiaro movente eziopatogenetico.

Anche in virtù del fatto che spesso nemmeno i fatidici eccessi dietetici possono essere imputati, ergo le cause vanno indagate più accortamente.

Io mi concentro spesso sul mitocondrio inteso come batteria cellulare per cercare una spiegazione ai fenomeni dismetabolici e non solo.

Vediamo cosa potrebbe comportare una carenza di rame e un eccesso di ferro.

La catena di trasporto degli elettroni gioca sull' oscillazione del numero di ossidazione del ferro da ferro 2+ a ferro 3+ e viceversa.

Diciamo che questo è valido nei primi 3 complessi mitocondriali che permettono all'elettrone di essere scambiato da uno all'altro, non direttamente ma tramite NADH e Ubichinone.

Il quarto , l'ultimo gioca invece sul rame.

Diciamo che se l'accettore ultimo degli elettroni è l'ossigeno, il rame è il penultimo.

Mi rendo conto del fatto che il mio modello possa essere eccessivamente semplice, ma una carenza di rame potrebbe per così dire, bloccare la catena respiratoria a monte.

Ergo potrebbero accumularsi i carrier di elettroni NADH, UBICHINOLO, finanche lo stesso citocromo c, (anch’esso un trasportatore di elettroni), il quale si distacca per formare una serie di complessi che trincerano l'apoptosi.

In linea di massima il citocromo c si distacca dalla catena di trasporto mitocondriale proprio per segnalare che ''mancano gli accessori di elettroni ergo per evitare danni è meglio che la cellula si suicidi.''

Ora poniamo caso che i complessi I II II che sono ferro dipendenti siano in una proporzione eccessiva sulla membrana mitocondriale rispetto ai complessi IV rame dipendenti, avremo una situazione paradossale in cui l'ossigeno, pur essendo presente rischia di essere scarsamente utilizzato.

(Condizione che per inciso somiglia molto al cosiddetto effetto Warburg o della glicolisi che avviene anche in presenza di ossigeno).

Il rame e il ferro sono due ottimi conduttori elettrici, no?

Non stupisce che la natura se ne serva.

Diciamo che è la carenza di rame a fare per così dire, da collo di imbuto dello ''smaltimento'' di elettroni ad alta energia.

Ergo cosa potrebbe succedere?

Che si blocca tutto lo smaltimento delle riserve di lipidi e glucidi della cellula.

Il cosiddetto fenomeno della steatosi.

Di recente ho postato una lettera al British Medical Journal di 3 medici che riconducevano i problemi cardiovascolari non tanto al colesterolo, quanto alla deficienza di rame nella dieta moderna.

https://openheart.bmj.com/content/5/2/e000784

Sul fenomeno della cosiddetta ''infiammazione'', termine a mio avviso piuttosto aspecifico e se la devo dire tutta nemmeno troppo scientifico, ho cercato di dire la mia in un post precedente, ho già detto che in sé e per l'espressione di enzimi di MEMBRANA come le NADPH ossidasi serve letteralmente a risolvere il problema dell'accumulo di elettroni reattivi come quelli del NADPH buttandoli letteralmente FUORI dalla cellula, esprimendo il concetto che il punto fondamentale da un punto di vista conservativo della cellula consiste nello scaricare fuori gli elettroni e i radicali liberi di modo da minimizzare i danni.


L'O2- in questo modo si forma fuori dalla cellula e non dentro.
Tuttavia questo meccanismo che può essere inteso come sostanziale meccanismo di tutela della cellula in sé e per sé porta all'accumulo comunque di radicali liberi che ossidano il colesterolo ed i lipidi dell'endotelio, portando poi a quegli eventi cardiovascolari nocivi.
Dunque, il rame, il rame, il rame.
Allego studi in cui si correla la carenza di rame alla statosi epatica non alcolica non virale.




Ora tuttavia ritorniamo alla ferritina, come mai incrementa in queste situazioni di ''eccesso di elettroni ad alta energia NADH-NADPH UBICHINONE”?
Perché la cellula per comprendere che c'è un problema eccesso di specie donatrici di elettroni valuta lo stato di ossidazione dei lipidi di membrana, dunque ossisteroli e malonildialdeide, come ho già scritto la ferritina è una sorta di scavenger, di chelante naturale del ferro prodotto anche in eccesso rispetto alla quantità di ferro stesso per impedire che ad intercettare gli elettroni del NADH e Ubichinone siano gli atomi di ferro in soluzione, che a loro volta possono scaricarli direttamente sull'ossigeno ''cortocircuitando'' la catena di trasporto degli elettroni del mitocondrio.
Sia il ferro che il rame utile sono quelli dei complessi mitocondriali di membrana, non quelli in soluzione.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14556856/

Un ulteriore delucidazione, perché gli atleti agonisti hanno ferritine basse?

La ferritina va intesa anche come proteina di deposito del ferro, ma anche appunto come indice del rapporto NAD NADH, nel caso dell’esercizio fisico viene consumato parecchio ATP che consuma rapidamente tutti i NADH in NAD ovvero c’è’ na carenza di specie donatrici di elettroni quindi vengono prodotti pochi ossisteroli e lipidi ossidati, la situazione viene interpretata dalla cellula come “buona conduzione elettrica” ergo non parte l’esigenza da parte della cellula di “chelare” il ferro nel citosol all’interno della ferritina.

Dunque con l’esercizio fisico si ha una situazione di sbilanciamento verso l’eccessivo consumo di donatori di elettroni.

All’incontrario risulta assolutamente logico che se c’è un alimentazione eccessiva rispetto al consumo energetico il NADH e le specie donatrici di elettroni si accumuleranno triggerando i fenomeni pocanzi descritti con ossidazione di lipidi, incremento della ferritina e tentativo di buttare fuori gli elettroni con l’espressione di proteine di membrana da burst ossidativo che esternalizzano i danni da radicali liberi buttando letteralmente fuori gli elettroni, la cosiddetta “infiammazione”.

martedì 13 dicembre 2022

Il futuro della specie,la metafora di Ischia

 Di questi tristi tempi pare che il mondo sia di nuovo diviso da una cortina di ferro.

Da una parte le autocrazie Cina Russia e paesi Islampetroliferi, dall’altra Europa, Usa e qualche nipponico e taiwanese convertito alla via del bushido democratico.

Ma qual è la reale posta in gioco?

Quali mondi si stanno realmente confrontando?

Ho l’impressione che lo scontro democrazia-autoritarismo sia in realtà una lotta segreta tra 2 frange di specie umana: i cacciatori solitari, e i cacciatori-agricoltori in branco.

Mai del tutto sopita la guerra tra cacciatori solitari nomadi, e agricoltori stanziali “civilizzati” sta riemergendo in nuove forme.

In primis cos’è l’Occidente e la sua democrazia.

Diciamo, storicamente cos’è stato?

Quando gli europei scoprirono l’America a un certo tipo di europei insofferenti alle condizioni di sovrappopolazione e tirannia al di qua dell’Atlantico non parve migliore paradiso terrestre di un immenso continente abitato da 1 milione di indiani in tutto quando una singola città europea di allora rischiava di avere più popolazione di quell’intero continente.

Inquadrato ruvidamente come colonialismo , questa migrazione di individui dall’Europa alle Americhe fu mossa essenzialmente da una sete di purezza, dì verginità, di anarchia.

I padri Pellegrini del mayflower scappavano si da persecuzioni religiose.

Ma di fondo la questione non è di chi in quel continente ci è emigrato, la questione è di chi è rimasto.

La religione c’entra poco o nulla.

Ho compreso la psicologia dei coloni europei in America leggendo le cronache marziane di Bradbury.

Lo splendido sotterfugio letterario di trasporre l’America rurale del tempo che fu su un Marte apparentemente fantastico e leggendario è riuscito a comunicarmi lo spirito perduto dell’America che fu.

Erano individui claustrofobici, non scappavano ne da guerre, ne da fame, ne da povertà.

Scappavano da una cosa molto precisa: dall’essere umano.

Erano esseri umani che cercavano la verginità la purezza delle condizioni originarie della vita pre “civilizzata”.

Portatori di un anarchismo legislativo a cui faceva da contrappeso una morale strettissima di tipo religioso.

Cosa alquanto incomprensibile per un “ civilizzato” fuori dalla “civiltà “ lontano da altri esseri umani sei solo con te stesso, le leggi umane valgono ciò che valgono, nessuno ti potrà obbligare a nulla, eppure sentirai la necessità di seguire delle leggi per così dire “al di là dell’umano”.

Lo spirito dell’America originario è stato molto equivocato.

Sepolto sotto il mito francamente stretto e incomprensibile del cowboy e dell’indiano si è mancato di riflettere che in origine la convivenza era possibile perché il cosiddetto selvaggio west attraeva i solitari.

Persone che non ne potevano più degli spazi stretti, delle galere, delle fabbriche, delle miniere, dell’ignominia dell’uomo che crede di addomesticare se stesso e si incattivisce come un cane alla catena.

E poi…

E poi dopo che solitari su solitari si accumularono, vennero gli un po’ meno solitari, poi i tipi sociali affaristi, poi i delinquenti, poi gli sceriffi che ti dovevano difendere dai delinquenti poi le prigioni, poi i grattacieli e in sostanza nel momento in cui l’utopia della libertà intesa come “vivo da solo per i cavoli miei” si stempero’ nel nulla attuale crebbe un impero, un impero dimentico dei suoi Romolo e dei suoi Remo, delle sue origini che non c’entrano nulla col capitalismo, la borsa, i dollari e la democrazia intesa in modo giacobino come la dittatura della maggioranza.

Si creò anche in Europa una leggenda in voga presso gli pseudo acculturati europei: quella del cowboy scemo che usa la pistola.

In sostanza nel criticare l’America essi fanno uso dello stesso materiale storiografico di dubbia qualità che dicono di criticare: “ le pellicole western di Hollywood”.

Nella peggiore delle ipotesi gli spaghetti western.

La sete di libertà, di cieli stellati, di aria pura e spazi sconfinati viene ingloriosamente ignorata.

E così torno al dunque.

L’umanità è al bivio.

Deve scegliere che fare di se medesima.

Purtroppo più aumenta la popolazione più si afferma una clausura sempre più angosciante, muri barriere, folli lockdown in cui intere città diventano prigioni a cielo aperto.

L’uomo deve decidere.

Non tra le galere americane e i laogai cinesi.

L’uomo deve decidere se ne è valsa la pena di aggregarsi.

Nella moderna metropoli si consuma un dramma, il dramma di chi è solo anche se in mezzo alla folla.

Questo dramma è ciò da cui molti europei sono fuggiti nei secoli scorsi trovando rifugi negli spazi sconfinati del nuovo continente.

New York,San Francisco sono l’incubo che ritorna, non di certo la grandezza di quell’utopia.

L’uomo deve decidere se ha senso vivere in una giungla di cemento isolato dagli altri sotto leggi apertamente sadiche, o rivedere la sua natura sociale.

Il lockdown è stato un grande momento storico, la civiltà ha gettato la maschera e si è mostrata per ciò che è: un immensa prigione.

Qualsiasi scusa è buona per infilarti nella gabbia.

Ai cinesi non è sembrato vero un simile assist alla loro “pro socialità “ basata sull’ obbedire come marionette e stare rigidi come pupazzi, neanche come schiavi in catene.

Dopo due anni qualcuno vorrebbe spaccare tutto in quel disastro asiatico.

Non mi sorprende.

Mi sorprende di più l’amante delle catene occidentale che vorrebbe trasformare l’Europa e gli USA in un formicaio delirante cinese.

Ma non mi sorprende neanche troppo.

L’uomo ha da decidere: recuperare la cara antica solitudine e tornare a essere un cacciatore solitario, o essere pigiato come una gallina ovaiola in mezzo ai propri “simili”.

Per l’uomo è un momento di difficoltà.

Civilta non è sinonimo di progresso o di futuro.

Qualcuno mi chiede se il futuro è il motore diesel come piace a me, io dico, il futuro non è le scempiaggini dei detenuti che scrivono sui social.

Il futuro l’umanità lo decide se reputa conveniente fare prevalere il comportamento pro-sociale inteso come schiavitu auto ed eteroimposta o se ridefinire il proprio concetto di priorità è socialità.

L’autocrazia rappresenta una modalità gestionale dell’uomo sull’uomo che non tiene conto del suo essere uomo.

E la democrazia…

Anche.

Ma la forma di autocrazia temperata occidentale rappresenta il residuo di un tempo in cui qualcuno preferì essere un lupo affamato solitario ad essere un cane pasciuto alla catena.

Qui secondo me si consuma un destino.

Il destino di una specie che deve in qualche modo saper fare a meno dei propri simili se vuole conservarsi, o se procedere lungo una linea di privazione totale di libertà nel nome di non si capisce bene cosa.

Non è questione di un anarchismo d’accatto da centro sociale occupato in contesto urbano zozzo.

L’anarchia, l’unica anarchia possibile si chiama solitudine.

Ma quella vera di notte in mezzo a una foresta.

Non quella da bilocale in lockdown.

E l’uomo è chiamato a una scelta non facile:

Da una parte lo sciame umano che ti ignora, ma in cui apparentemente non sei solo, dall’altra le vastità spopolate in cui apparentemente sei solo.

L’aggregazione umana si sta girando contro l’uomo è non è più questione di cacciare mammut in gruppetti, qua si consuma la divergenza della specie.

Soli a trastullarsi sul cellulare in un centro abitato, o soli a tentare di accendere un fuoco nel “nulla”?

Dopotutto già i cinesi stessi avevano presi le distanze dal loro alveare creando il taoismo.

Il saggio che se ne va, non è ambizioso, ritorna nel cuore della foresta, a vivere e morire con dignità e spontaneità.

Mostruosamente la Cina moderna ha preso solo la sua parte più deteriore civilizzata:

Il bastone che a Confucio serve per picchiare, a Lao Tsu serviva per inerpicarsi sui monti.

Inutilmente si ciancia di ambientalismo e pianeta che soffre.

Il pianeta se ne fotte, il dramma è tutto nostro.

Abbiamo costruito un modello di cooperazione fra noi che per funzionare deve eliminare le precipuita’ che abbiamo acquisito in milioni di anni.

Lancio il mio anatema contro i vari ambientalismi d’accatto.

Prima di essere ambientalista devi stare in un bosco di notte.

Devi conoscere ciò che credi di difendere.

E devi conoscere anche te stesso e la tua paura.

Per capire che ne sarà di te.

L’essere umano sta correndo verso follie di socialità che francamente sono asociali.

Si comporta da insetto, neanche più da mammifero.

E si sente tale.

E come scarica la sua frustrazione?

Prendendosela con i mammiferi che si comportano come mammiferi e non come insetti.

Prigionieri di una totale cecità proclamo che non me ne fotte un cazzo del CO2 dei Diesel se poi devo mettermi una mascherina in cui affogo nel mio stesso CO2.

Questa mascherata di ciò che io chiamato come futurinismo va vista per quello che è:

La macchina elettrica, le baggianate rinnovabili non sono necessariamente il futuro.

Ma neanche il diesel.

Il futuro è comprendere se il gioco del comportamento sociale vale la candela della libertà.


Ulteriori divieti ci faranno solo stare peggio.

Prendiamo il disastro di Casamicciola.

La lettura è univoca.

Non dovevano costruire li o bisognava fare “ manutenzione” del territorio.

Nessuno riflette su una cosa.

Su Ischia ci sono 80000 persone se non stanno a Casamicciola dove stanno?

A Napoli?

E se erutta il Vesuvio?

Allora sgomberiamo Napoli intera e la mandiamo al nord?

E se poi ritorna il covid e loro si trovano bloccati a Bergamo li rimandiamo a Napoli?

Ma signori, ma non vi rendete conto di qual è il reale problema?

Invece di postare foto del fascio in cui si facevano i canali di scolo rendetevi conto che durante il fascismo la popolazione non era concentrata in modo ossessivo sulle coste o nelle pianure dove appunto se c’è un alluviò e sono cavoli tuoi.

C’erano tante piccole rocche medievali sulle cime dei colli e degli Appennini che si sono spopolate.

Paesi fantasma dove ormai vivono solo più gli ottantenni.

Ma se tutti stanno sulle coste o nelle piane malsane ti stupisci sul serio di alluvioni frane ed epidemie?

E tutti a cianciare di ulteriori leggi per impedire alla gente di edificare case o per buttarle giù.

Ma tanto anche se le buttano giù le ricostruiranno in un posto assurdo.

Guarda i prezzi delle case “davanti al mare”.

Ma certo che i costruttori costruiscono la gente si concentra sulle coste con atteggiamento da sciame di formiche.

I divieti non servono.

Leggi c’è ne sono 70000.

Processi 70 milioni.

Ma Cristo santo credi che nel medioevo fossero così scemi da edificare in certi posti?

Ma mica qualcuno glielo vietava.

Il punto è che se tu vedi una fotografia satellitare notturna dell’Italia ti renderai conto del problema.

Tolta la luce sulle coste e in pianura padana, l’Italia ha una sorta di midwest appenninico totalmente spopolato.

Totalmente.

Chiaro che se la popolazione dai tempi del fascio raddoppia e per giunta va via dai paesini medievali in cima alle rocche per stare a valle avrai cementificazione folle e dissesto idrogeologico, sia perchè a monte non c’è più nessuno per fare manutenzione sia perché a valle sono in troppi.

E’ difficile da capire?

Attendo processo a sindaci e metereologi che non hanno lanciato l’alleata meteo.

Ma almeno la galera è in un posto al sicuro o franerà anche lei?

domenica 11 dicembre 2022

Is copper and not cholesterol the real key point of cardiovascular health?

https://openheart.bmj.com/content/5/2/e000784 

Copper deficiency may be a leading cause of ischaemic heart disease

  1. James J DiNicolantonio1
  2. Dennis Mangan2 and 
  3. James H O’Keefe3
  1. Correspondence to Dr James J DiNicolantonio; jjdinicol@gmail.com

Request Permissions

If you wish to reuse any or all of this article please use the link below which will take you to the Copyright Clearance Center’s RightsLink service. You will be able to get a quick price and instant permission to reuse the content in many different ways.

Introduction

The burden of ischaemic heart disease (IHD) continues to grow in the developed world with a greater fraction of the population composed of older people. In the USA, heart disease is the leading cause of death overall and in those over 65 years of age.1 The most accepted theory for the cause of IHD remains high total or elevated LDL cholesterol, which in turn is due to a high intake of dietary saturated fat; yet this theory has come under increasing scrutiny in recent years. Indeed, recent meta-analyses have found no relation between dietary saturated fat consumption and the incidence of IHD.2

We may have been looking in the wrong places in our attempts to discern the cause(s) of IHD. Copper is an essential trace element that has been an overlooked factor in IHD. Numerous animal and human studies have demonstrated that copper deficiency can cause IHD and that copper supplementation or adequate dietary copper can improve many of the risk factors for IHD. Copper deficiency could be driving much of the current burden of IHD in the population. Copper intakes have been declining and it appears that a large fraction of the population does not even consume the recommended daily allowance (RDA) for copper3 (0.9 mg per day) let alone an optimal intake of copper (2.6 mg per day).4 Thus, it appears that much of the population is at risk of inadequate but especially suboptimal intakes of copper.

Copper is involved in numerous biological processes, and its insufficiency or deficiency can to lead to many of the risks or manifestations of IHD, as we discuss below.

Biological properties of copper

Copper is involved in the functions of many copper-dependent proteins, including transcriptional regulators, chaperones, oxidoreductases, mitochondrial electron transport and free radical scavenging.5 Copper is also important for immune function. Low dietary copper intake reduces immune response, which is not restored to normal levels even after several weeks of a high copper intake.6

In relation to IHD, the heart is one of the main organs affected by copper deficiency, causing a reduction in metabolism and energy supply in the heart.7 Insufficient dietary copper can produce almost every risk factor for IHD.8 There are many important similarities between copper deficiency in animals and IHD in humans, including glucose intolerance, hypercholesterolemia, abnormal ECG, hyperuricemia and hypertension, all of which are risk factors for IHD. Much of the lipid hypothesis of heart disease can be seen in the light of copper deficiency.9’

Lipoproteins and copper

The oxidation of low-density lipoproteins (LDLs) is thought to play a significant role in atherosclerosis.10 Copper deficiency increases the susceptibility of both LDL and other lipoproteins (high-density lipoprotein (HDL) and very-low-density lioprotein (VLDL)) to oxidation.11 Lipoproteins from copper-deficient animals show increased formation of thiobarbituric acid reactive substances when exposed to oxidative reactions using iron, which indicates that copper may exert a protective effect against iron-induced oxidation. While copper ions can catalyse the oxidation of lipoproteins, copper is also a necessary component of enzymes that prevent oxidative modification, such as copper, zinc superoxide dismutase.12 Copper-deficient animals also show increases in glycated haemoglobin, although lipoproteins do not appear to be more glycated than controls.13 The mechanisms behind increased lipoprotein oxidation are not known with certainty, but may be related to the physicochemical properties of the lipoproteins, to decreased levels of copper-dependent antioxidant enzymes or to other factors.

Copper deficiency can also cause hypercholesterolemia, one mechanism for this being increased levels of hydroxymethylglutaryl-coenzyme A (HMG-CoA) reductase, a key enzyme in the cholesterol synthesis pathway. Notably, statin drugs used in the prevention and treatment of IHD interfere with the activity of HMG-CoA reductase and thus lower cholesterol levels. Rats that were made copper-deficient had a >50% increase in total cholesterol and an increase in HMG-CoA reductase activity of 85% to 288%.14

Copper deficiency can increase total cholesterol and increase the susceptibility of lipoproteins to oxidation, two key features that increase IHD risk. Dietary copper or copper supplementation may thus favourably impact these risk factors without any of the side effects often seen in drug treatment. Seen another way, perhaps high total cholesterol and oxidised lipoproteins seen in humans with increased IHD risk, or actual disease, are artefacts of lower body copper levels, which is the real risk factor.

Patients with hypercholesterolemia and supplemented with copper at 5 mg/day for 45 days had a decrease in total cholesterol, LDL and triglycerides, and an increase in HDL cholesterol.15 The results suggest that perhaps around 40% of patients with hypercholesterolemia may have marginal copper deficiency, and that their condition could be treated with copper supplementation. In apparently healthy men with adequate copper status, copper supplementation had no effect on lipid profiles.16

In rats, a diet high in saturated fat increases cholesterol levels, with unsaturated fat having a protective effect. However, in copper-deficient animals, the level of dietary iron determines hyperlipidemia, not the type of dietary fat.17 The group of copper-deficient animals that were fed high-iron diets either died of ruptured hearts or developed severe anaemia, enlarged hearts and livers, hypercholesterolemia and elevated triglycerides. Thus, copper deficiency ties in with the iron hypothesis of heart disease, in which excess levels of stored body iron promote IHD.18 Normally benign levels of body iron may increase heart disease risk factors in the face of dietary copper deficiency. More importantly, copper deficiency can lead to hepatic iron overload and cirrhosis19 20 with iron overload being treated by copper supplementation.21 Iron overload also induces mild copper deficiency.22 The severity of copper deficiency can also be reduced with iron chelators.23 Thus, copper deficiency contributes to iron excess in the body and vice versa.

The ratio of zinc to copper may also be important in the production of hypercholesterolemia. In rats, high ratios of zinc to copper in drinking water resulted in higher plasma cholesterol.24 Inadequate copper intake in humans can also result in increased cholesterol levels even when intake is only slightly below the RDA (0.83 mg per day).25 In humans, copper supplementation of adult men at 2 mg/day for 4 weeks increases levels of SOD and plasma diamine oxidase and significantly increases lag times for lipoprotein oxidation in those subjects with lower levels of stored body copper.26

Antioxidant enzymes

Superoxide dismutase (SOD) is an antioxidant enzyme and is copper dependent. It catalyses the dismutation of the damaging superoxide radical (O2 ) to molecular oxygen or hydrogen peroxide, the latter of which is in turn reduced to water by other enzymes. There are two types of SOD that use copper as a co-factor: (1) Cu/Zn SOD, found in most animal cells; and (2) extracellular SOD, found in high levels in the lungs and in lesser amounts in plasma.

Of importance to IHD, superoxide radicals react with nitric oxide (NO) to produce the highly toxic molecule peroxynitrite, which contributes to oxidative and nitrosative damage.27 NO acts to regulate endothelial function and is therefore important to vascular integrity. Copper deficiency, by reducing levels of SOD, can lead to reductions in NO, which in turn leads to reduced endothelial function, lower vasodilation and increased oxidative stress, all of these being hallmarks of atherosclerosis.28 Copper deficiency also reduces liver and plasma selenoglutathione peroxidase.29

Humans with diabetic nephropathy show significantly lower plasma levels of SOD, as well as an increased urinary copper excretion.28 Both of these factors may play a role in the increased incidence of IHD seen in diabetics. Thus, in individuals with diabetes and microalbuminuria, lower SOD and lower copper levels could promote IHD. Restoring copper levels through diet or supplementation may be an attractive, non-drug, therapeutic target in the treatment of diabetic nephropathy and the prevention of IHD.

Ceruloplasmin is an important copper-dependent protein and the major copper-carrying protein in the blood, carrying around 95% of circulating copper.30 The main function of ceruloplasmin is to oxidise ferrous iron (Fe2+) to the less damaging ferric iron (Fe3+); this allows transferrin, the major iron-transport protein, to be loaded with iron; thus, ceruloplasmin possesses antioxidant activity by preventing free radical damage via the Fenton reaction from free ferrous ions. Copper deficiency predisposes to hepatic iron over load, increased hepatic free radical formation and cirrhosis, likely via decreased ceruloplasmin in the blood.19 Low hepatic copper levels appear to play a role in non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD); patients with NAFLD have been noted to have lower copper levels, which are correlated with hepatic steatosis, fasting glucose and components of the metabolic syndrome.31–33 Rats made copper deficient through dietary copper restriction develop hepatic steatosis and insulin resistance.33 As insulin resistance may be the most important cause of IHD, its development via copper deficiency and low levels of ceruloplasmin may be a key mechanism through which insufficient copper promotes IHD.

Glycation

The glycosylation of proteins to form advanced glycation end-products (AGEs) is an important consequence of high blood glucose in diabetes and the metabolic syndrome.34 Rats fed the copper-deficient diet for 5 weeks developed copper deficiency as indicated by low copper concentrations in organs. Haemoglobin A1c, fructosamine and pentosidine, which are all AGEs, were all elevated compared with control rats.35 This result supports the hypothesis that dietary copper deficiency may manifest as an increased formation of AGEs, which in turn may manifest in vascular injury and increased susceptibility to IHD especially in diabetes and in those with metabolic syndrome.

Ageing and mitochondria

Ageing is an important risk factor for IHD, arguably the major risk factor.36 In ageing, an important defect is the increasing alteration of mitochondria and the subsequent decrease in their ability to generate energy, including in the heart and blood vessels. Several mechanisms may be responsible for decreased mitochondrial efficiency, one of which is damage to mitochondria via free radicals.37 Copper deficiency likely exacerbates mitochondrial damage via lower levels and activity of SOD.28 38 39

Copper deficiency also elevates heme oxygenase in rats.40 Mitochondria isolated from rats on a copper-deficient diet have low levels of mitochondrial enzymes and significantly increased levels of hydrogen peroxide, indicating an increase in oxidative stress and decreased mitochondrial function. The inhibition of mitochondrial respiratory complex promotes the increased expression of heme oxygenase, which was elevated 85% in the hearts of copper-deficient rats.

Cytochrome c activity is positively correlated with copper concentrations in copper-deficient and copper-sufficient rats, indicating another mechanism through which copper concentrations affect mitochondrial function.41 A decline in cytochrome c oxidase (CCO) activity is characteristic of the ageing heart, and copper deficiency causes the same phenomenon. Reduced CCO activity in turn leads to cardiac hypertrophy. Caloric restriction may abrogate these changes, indicating that increased oxidative stress induced by copper deficiency may be behind these changes. Copper deficiency in experimental animals can be used as a model for studying the place of mitochondrial function in the ageing heart.41 Mitochondria of copper-deficient rats consume oxygen at a significantly lower rate than those of copper-sufficient rats; they have a lower membrane potential and an altered ATP synthase complex, indicating lower rates of energy production.42

Copper deficiency and inflammation

Rats fed low amounts of copper have increased inflammation whereas copper supplementation reduces inflammation.43 Copper deficiency leads to proinflammatory effects in neutrophils and in microvascular endothelial cells, promoting interactions between neutrophils and endothelium.44 As neutrophils may enter atherosclerotic lesions and contribute causally to atherosclerosis, copper deficiency may facilitate this process.45 Copper deficiency in rats also results in upregulation of the proinflammatory enzyme COX-2, suggesting that copper may increase inflammation independently of SOD activity.46 Copper deficiency in animals leads to increased hepatic expression of genes involved in inflammation and fibrinogenesis47 and also increases nuclear factor kappa beta-1.48 Copper supplementation in rats fed a copper-deficient, high-sucrose diet restores beta-cell function and reduces pancreatic low-grade inflammation (reverses hyperglycemia and reduces the infiltration of fat and IL-1β-expressing macrophages).49 Thus, copper has multiple actions for controlling inflammation including the rise in cereuloplasmin.50 51

Copper and myocardial tissue

Copper deficiency in rodents leads to cardiac hypertrophy and to heart failure.52 53 Copper repletion leads to a rapid regression of cardiac hypertrophy and prevention of heart failure.54 Copper deficiency results in changes in myocardial gene expression, including upregulating inflammatory cytokines such as TNF-alpha.55 Other changes in gene expression involved factors that regulate cardiac contractility, calcium cycling and fibrosis, all of which might be the cause of altered cardiac function in copper-deficient mice. Additionally, copper deficiency reduces ATP synthase function, which may be the leading mechanism for inducing cardiac hypertrophy.56 57 Copper repletion reverses these changes in heart tissue and may be the result of changes in gene expression in myocardial tissue. In copper depletion, lipid is deposited in myocardial tissue, along with swelling of mitochondria, cardiac hypertrophy and blunted response to a beta-adrenergic agonist, isoproterenol. Copper repletion reversed these changes, indicating that copper deficiency is an appealing target in cardiomyopathy.58 In a patient with mutations in Sco2, a copper-transport protein that delivers copper to CCO, copper-histidine resolves severe hypertrophic cardiomyopathy.59

Copper, blood vessels and circulating blood cells

Copper deficiency causes an exaggerated response of blood vessels to inflammatory stimuli. Increased neointima formation is seen in response to injury. In copper-deficient rats, neointima formation in response to injury increased some threefold compared with copper-sufficient rats; results indicated a close relation to lower levels of Cu/Zn-SOD.60

Lysyl oxidases are extracellular enzymes with copper cofactors and are used in the crosslinking of collagen and elastin; they provide tensile strength and elasticity to blood vessels. Absence of lysyl oxidases as seen in lysyl oxidase knockout mice leads to aortic aneurysms, cardiovascular dysfunction and death.61 Copper-deficient diets severely depress the activity of aortic lysyl oxidase, and copper administration rescues the inactivity, increasing lysyl oxidase activity some 20-fold; this suggests that dietary copper regulates aortic lysyl oxidase activity and determines aortic enzyme levels.62

Postcapillary venules show significantly greater leakage of proteins in response to histamine in copper-deficient rats.63 The response may be due to increased numbers of circulating mast cells. Nitric oxide promotes vasodilation of arterioles, and the vasodilation response is diminished in copper-deficient rats. Addition of Cu/Zn-SOD reverses this functional deficit, suggesting that the superoxide ion degrades NO in copper deficiency, while copper sufficiency restores the normal antioxidant function in blood vessels. Dietary copper is thus necessary for crucial microvascular functions that affect the regulation of peripheral blood flow and blood vessel integrity.

Bacterial lipopolysaccharide (endotoxin) is an inflammatory stimulus to blood vessels, causing dilation of arterioles. This response is increased in copper deficiency, and ibuprofen and diphenhydramine together blocked this response, indicating that the increased response to lipopolysaccharide with copper deficiency may involve increased sensitivity to the effects of histamine and arachidonic acid metabolites.64

Copper deficiency also affects erythrocytes, which are exposed to high concentrations of oxygen and contain heme iron, making them susceptible to oxidative stress. The erythrocytes of copper-deficient rats contain greater amounts of protein carbonyls, predominantly in the alpha and beta chains of the protein spectrin. This response is likely due to reduced amounts of Cu/Zn-SOD.65 Thus, copper deficiency increases oxidative damage in erythrocytes. Profound changes in erythrocyte morphology are seen in type 2o diabetes, a disease accompanied by an increased risk of heart disease.66

Platelet aggregation is increased in copper deficiency, and in copper-deficient rats the amount of fibrinogen in platelets is about fourfold higher than in controls while plasma fibrinogen is lower. The increased platelet aggregation in copper deficiency may be due to increased fibrinogen content of platelets.67

Association between copper and heart disease

In a group of 80 people including men and women who were scheduled for coronary angiography, leucocyte copper levels were measured and correlated to the degree of coronary artery disease, graded from no disease to severe disease. No significant differences were seen between patients in plasma copper or in lipid profiles; most plasma copper is found in the form of ceruloplasmin, which is an acute-phase reactant and is therefore not an accurate measure of body copper status. However, leucocyte copper was significantly associated with the degree of coronary artery disease, and this was independent of the subject’s sex. The relationship between leucocyte copper and angiogram score was linear.68 This study suggests that low copper status leads to coronary artery disease and that leucocyte copper levels are better markers of risk than even lipid profiles (including total cholesterol, LDL, HDL and triglyceride). In another study, all the subjects of which were men having a coronary angiogram and without hypercholesterolemia, a significant and strong relation between leucocyte copper and degree of coronary artery disease was found again.69

Japanese who live in Japan as opposed to other countries are known to have a lower rate of IHD. The age-adjusted mortality rate for IHD in Okinawa is 26.41 for men and 14.18 for women; for Japanese in Brazil, the figures are 89.45 and 62.62 for men and women, respectively. Japanese men and women from Okinawa have leucocyte copper levels 33% higher than Japanese immigrants to Brazil.70 In each group, plasma copper levels did not differ. Leucocyte zinc was 19% higher in the Brazilian immigrant group, and the leucocyte Zn/Cu ratio was 60% higher. Total cholesterol was similar in both Okinawan and Brazilian groups, but the Okinawan population had 20% higher HDL. Okinawans have a high dietary copper intake due to the consumption of shellfish and seaweed, while Brazilians have a high dietary zinc intake, mainly from meat. As low copper and high zinc levels are associated with greater incidence of IHD, dietary intake may account for this increase. Further, leucocyte copper appears to be a better marker for copper status than does plasma copper.

In 40 people who died of coronary heart disease (32 with diagnosis of IHD, 8 with acute myocardial infarction), an analysis was made of trace elements in the aorta and compared with aortas of subjects who had died in accidents. Copper (as well as zinc and chromium) was significantly lower in the atherosclerotic plaques of abdominal aortas of patients vs controls.71

An analysis of postmortem human hearts revealed that a group with no history or subsequent finding of myocardial infarction had higher levels of copper (as well as zinc and magnesium) than the group who had died of a recent myocardial infarction.72 Similar findings of low copper in heart muscle in patients who died of IHD have been seen in other studies.73

Effects of copper supplementation

While copper is essential for antioxidant enzymes such as SOD, it is also used in vitro to promote oxidation, and therefore has been suspected of promoting LDL oxidation in vivo. However, in humans who were supplemented with copper at 3 or 6 mg/day, in addition to normal copper or copper-controlled diets, copper supplementation had no effect on LDL susceptibility to oxidation.74Extended copper supplementation even at high intakes (up to 6 mg per day) does not promote the susceptibility of LDL to oxidation. In fact, copper supplementation appears to protect against VLDL and LDL oxidation26 and erythrocyte oxidation.75

In young women given copper at 2 mg/day for 8 weeks, ceruloplasmin and diamine oxidase increased, and no effect was seen in erythrocyte Cu/Zn-SOD. F-isoprostanes, a marker of oxidative stress, decreased by 39% while a marker for collagen crosslinks increased 62%.76 Therefore, in healthy adult women, copper supplementation appears to reduce oxidative stress and improve markers of copper function. Using the same protocol of 2 mg/day of copper for 8 weeks, copper supplementation increased erythrocyte SOD and plasma ceruloplasmin.77 Changes in SOD were positively correlated with changes in HDL, and negatively correlated with changes in homocysteine.

Sixteen young women received copper supplementation at 0, 3 or 6 mg/day in a randomised crossover study at 4 weeks for each period of supplementation. The concentration of plasminogen activator inhibitor type 1 (PAI-1) decreased by 30% after supplementation leading the study’s authors to conclude that “increased Cu intake could reduce the risk of CVD and atherosclerosis in man by promoting improved fibrinolytic capacity”.78 PAI-1 is a marker and mediator of ageing and age-related disease.79 Indeed, humans with a null mutation for PAI-1 live approximately 10 years longer than those with normal PAI-1 genes.80Thus, there is a link between copper status, IHD and lifespan.

Is copper deficiency common?

Plasma copper levels appear to be an inaccurate measure of copper status since ceruloplasmin is an acute-phase reactant that rises in illness and because plasma copper levels differ little between marginally copper-deficient and copper-sufficient subjects.68 70 Leucocyte copper may be the best measure of copper status, although this test is not commonly performed.

The RDA for copper is 0.9 mg/day for adults for both men and women. The tolerable upper intake level is much higher, at 10 mg/day for adults. In the 1980s, before a RDA was set, the suggested adequate intake range of copper was 2 to 3 mg/day, but was subsequently lowered when it appeared that few people reach this range without copper supplements.81 It appears that the decrease in recommended copper intake was largely based on only one study of 11 healthy men.82 Copper requirements may, however, vary widely depending on health status, pregnancy, age, sex and other factors. Some studies show a minimum requirement at 1.3 mg/d.81

In the EU and in the UK, half of the adult population consumes less than the recommended amount of copper,3 and in the USA and Canada, at least a quarter of the population consumes less than the estimated average requirement. And other studies have found that over 80% of the population may get less than the RDA (0.9 mg/day) for copper from food.83 Around one-third of diets contain less than 1 mg of copper daily and 61% contain less than 1.5 mg with only 18% of diets exceeding 2 mg/day.84 Thus, marginal copper deficiency may be quite common.

Foods that are high in copper include beef liver and shellfish, both of which are not commonly eaten in the typical Western diet. Other important sources of dietary copper include nuts, seeds, legumes and chocolate. Muscle meats typically contain a high ratio of zinc to copper, up to 50:1, and consumption of large amounts could result in copper imbalance. Organ meat, in contrast, has a zinc:copper ratio of about 2:1. Alan Gaby, MD, stated that the “average copper content of fruits and vegetables declined by 81% between the years 1940 and 2000, presumably because of changes in farming methods that decreased the availability of copper in the soil”.85 The reductions of copper in meat, cheese and other dairy products are also substantial (−55%, −91% and −97%, respectively).86 Thus, our current dietary pattern as well as copper depletion in the food supply is undoubtedly contributing to the problem of copper deficiency.

Studies of copper supplementation have revealed that 62% of patients with moderate hypertension may be marginally copper deficient.87 Copper excretion increases during bedrest.88 Kidney disease, coeliac disease and bariatric surgery all increase the requirement for copper.89–91 The prevalence of these conditions in the population is high, and copper deficiency may masquerade as other conditions, such as myelodysplastic syndrome, and go unrecognised.92 The high consumption of fructose, a component of sucrose, that is, table sugar, induces copper deficiency in animals via impaired intestinal absorption.93 Since the average American consumes around 100 pounds of sugar annually,94 this may contribute to copper deficiency. Box 1 summarises the harms of copper deficiency. Table 1 summarises the benefits of copper supplementation in humans.

Box 1 

The harms of copper deficiency

  • Increased cholesterol, decreased glucose tolerance and abnormal ECGs.9

  • Increased LDL and triglycerides and decreased HDL.15

  • Increased susceptibility of lipoproteins and tissues to oxidation.11

  • Increased apolipoprotein B.11

  • Increased blood pressure.87

  • Increased plasminogen activator inhibitor type 1.78

  • Increased early and advanced glycation end-products.35

  • Increased inflammation43 and increase in the expression of genes involved in inflammation and fibrinogenesis.47

  • Ultrastructural irregularities of elastin and abnormal endothelial cells, subendothelial space, collagen fibres and smooth muscle cells.95

  • Increased atherosclerosis.96

  • Myelodysplastic syndrome.92

  • Hepatic iron overload.19

  • Fatty liver disease.31–33 47 93

  • Cardiac hypertrophy,54 cardiomyopathy.53 58

  • Optic neuropathy, myelopathy, anaemia and neutropenia.91

  • Atrial thrombosis, abnormal ECGs and sudden death.97

Table 1

Benefits of copper supplementation in humans

Discussion

Copper deficiency creates or impacts virtually every risk factor of IHD, such as hypercholesterolemia and glucose tolerance, and can increase chronic inflammation and oxidative stress, which are also thought to be important factors in cardiovascular disease risk. Substantial evidence exists to show that marginal copper deficiency is common, which leads to the notion that insufficient copper levels, caused or exacerbated by insufficient dietary copper, may be involved in the promotion of IHD. Insufficient body levels of copper may promote LDL oxidation, lower levels of crucial antioxidant enzymes, poorly functioning mitochondria and adverse changes to blood vessels, all of which may contribute to the genesis of IHD. Substantial human epidemiological evidence links copper deficiency with increased risk of IHD. Copper insufficiency is linked to NAFLD and the metabolic syndrome, and patients with these conditions are at higher risk of IHD. The major IHD risk, advancing age, may be linked with mitochondrial insufficiency, which is known to occur in ageing and which is also linked to low copper levels, which damage mitochondria. Copper supplementation in humans leads to lower levels of markers of oxidative stress, as well as to lower levels of PAI-1, an important risk factor for IHD. With reductions in copper levels in nearly all foods over the last several decades along with widespread adoption of ultra-processed food, low average copper consumption and extensive subclinical insufficiency or deficiency of copper may be more common than once thought.

While research and medical practice has focused almost exclusively on cholesterol and dietary saturated fat as IHD risk factors, we may have overlooked an exceedingly simple, plausible and widespread condition, copper deficiency, as one cause, perhaps even a major cause, of IHD. Increasing consumption of ultra-processed food, as well as a general avoidance of copper-rich foods, may play a role in widespread copper insufficiency and deficiency and therefore may be linked to IHD via copper. Copper in the diet or as supplementation has low toxicity, and an increased consumption of copper has the potential to reduce the population-wide incidence of IHD, heart failure and fatty liver disease. Copper deficiency as a link to increased risk of IHD deserves more attention from both clinicians and researchers.

References

Footnotes

  • Contributors All authors contributed to the final manuscript.

  • Funding The authors have not declared a specific grant for this research from any funding agency in the public, commercial or not-for-profit sectors.

  • Competing interests JJD is author of The Salt Fix. JHO'K has an ownership interest in CardioTabs. DM receives advertising revenue from supplements but not copper specifically.

  • Patient consent Not required.

  • Provenance and peer review Not commissioned; externally peer reviewed.