alle acque tu comandi
la notte è tua ancella.
Lascia ch'io ti spandi
il mio sole, luce divina
su nuvole bianche
carezze di brezza marina
baci la tua fronte
le tue lacrime stanche.
Rugiada,
notte inoltrata,
oscurità sospesa
stelle alte sul nostro tetto,
concedi la tua resa
oh mia fata
al sonno, nel tuo letto.
Non avere paura
del serpente sul tuo cuore,
egli già lo ha morso,
il suo zucchero
tramuta il male
in bianco cristallino candore,
in neve brillante la calura.
Le tue dita alla luna
sono più che sufficienti,
i fuochi del giorno spenti
che la pace ti conceda
nelle tue più buie ore.
Vento inoltrato
su cipressi che ondeggiano lenti,
se tu ti abbandoni
il fato
brillerà diamante
occhi tuoi contenti.
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