''Stella brillante, rubino del cielo, io potrei dormire la notte, ma solo il vasto cielo nero, può contenere l'immensità del mio amore, e le stelle fremono di piacere.
Io sono tutto.
Ma io potrei dormire comunque, anche nei miei sogni, le stelle si precipitano ai miei piedi per realizzare i miei desideri, in verità io sono in trepida attesa del momento più bello, l'aurora rosa, i pilastri azzurri dell'oriente, il candido marmo dei picchi che si invermiglia per primo.
Io devo sentire la musica dell'alba, i custodi del paradiso dell'oriente possono riaprirmi il giardino dell'eden se guardando il cielo, sento la musica dell'alba, sarò innalzato e diventerò un cherubino.
E poi il sole quant'è meraviglioso quando nasce, come un bambino, i suoi raggi, le sue dita dorate giocano con le tenui brume sui prati!''
Il suo amore per l'alba e la sua dolcezza erano così meravigliose che dai suoi rami spuntarono splendidi fiori rosa.
E quando venne il mattino e il sole si innalzò, lui era già al colmo della gioia, e non avendo dormito tutta la notte si addormentò di un sonno profondo.
Sognò di essere un giovane ragazzo adolescente e di amare la ragazza bocciolo di ciliegio.
Ma egli non sapeva che non c'era nessuna ragazza bocciolo di ciliegio, i fiori, erano solo suoi, e la ragazza bocciolo di ciliegio era solo un sogno.
E lo zefiro dolce della primavera lo inebriava.
Ma un giorno di Marzo lui attese l'alba invano.
Una notte mentre conversava con le stelle, ed esse gli promettevano già l'estate, vide che le dolci nubi d'argento diventavano sempre più fitte, fino ad oscurarle.
Era tutto d'un tratto nella tenebra più profonda.
Si disse fra sé e sé: ''le stelle sono bugiarde, hanno infranto le loro promesse''.
Poi quando fu il momento dell'alba lui vide la cosa più brutta che aveva mai visto: un grigiore pallido, nubi nemiche.
Dal cielo caddero fiocchi di neve.
Il ciliegio si riaddormentò e fece questo sogno:
Nevicava in un giorno di Marzo, un ragazzo stava impalato a guardare il suo sogno, e cercava di vincere la timidezza per aprire il suo ombrello e ripararla dalla neve.
La amava, amava la sua ragazza fiore di ciliegio, ma era talmente forte il suo amore che aveva paura che tenendo l'ombrello aperto la mano gli tremasse.
Rimasero impalati finché lei non se ne andò.
Il ciliegio si risvegliò nel cuore della notte gelida.
Aveva smesso di nevicare, ma i suoi boccioli erano ancora ricoperti di neve e lui non poteva vedere il cielo.
Ma lui credeva nella bellezza, e i suoi fiori di ciliegio si innamorarono dei cristalli di ghiaccio, erano gelidi ma belli.
Non gli importava che lo uccidessero congelandolo, i suoi fiori di ciliegio erano l'amore e amavano tutto ciò che era bello.
Ma venne un vento freddo e spazzò via tutti i suoi fiori e la neve sopra di essi.
Si dispersero nel cielo nero.
Lui vide le stelle e urlò loro ogni genere di improperi:'' mi avete mentito, avete infranto le vostre promesse, forse sono io che ho sbagliato a credervi, io amavo i fiocchi di ghiaccio ma loro mi avrebbero ucciso per questo io alla fine li ho odiati.''
Ma i fiori del ciliegio erano tutto ciò che egli riteneva di avere per cui provò a chiamarli nel buio della notte.
Provò a sentire con i loro petali, ed essi vagavano ancora nel cielo buio cercando di amare lo stesso i cristalli di ghiaccio.
Ma il vento gelido faceva toccare i fiori con i cristalli di ghiaccio solo per un attimo, poi svanivano nell'oscurità.
Gridò alle stelle: ''ho creduto che fosse Primavera, ed ecco che mi ritrovo scheletrico albero d'inverno, in verità è già tutto finito, verrà un inverno peggiore di quello da cui mi sono destato, tanto vale che mi spenga nell'oscurità.''
Disperato stava per urlare alle stelle l'ignominia peggiore, quando vide una cosa insolita.
Un disco bianco, dolce si stagliava nel cielo e stendeva raggi d'argento sulla sconfinata pianura.
Lui parlò alla Luna e le disse:
''Ho paura del vento, l'amore ti porta nella tenebra più profonda, ci si incontra per un attimo per poi perdersi per sempre, non c'è crudeltà più grande.''
Ma lei lo rassicurò e gli disse:
''Prendi la mia mano e osservati dall'alto.''
Una nube sua ancella si fece a forma di mano e prese quella dell'anima del ciliegio, lui salì le scale d'argento dei raggi lunari e così lui vide che già si formavano nuove gemme sui suoi rami.
La Luna lo baciò e gli disse:
''Non avere paura del vento, sciocco, questa è solo una nevicata di Marzo, il sole ritornerà, mio bambino, il sole torna sempre ogni mattina.''
''No, sciocco, io ti amo, il vento serve a portare a me i tuoi fiori, ed è per questo che io ti ricompenserò, per ogni fiore che tu hai perso, per ogni cristallo di ghiaccio che hai inutilmente amato sperando di scioglierlo, io ti donerò un perla, una squisitezza chiamata ciliegia, e tu mio dolce amore sentirai il sapore dello zucchero e capirai quanta dolcezza c'è in te, e che nessun amore è invano:
Per ogni tuo fiore perso avrai una ciliegia.
Le gusteremo insieme.
L'Estate deve ancora iniziare.''
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