venerdì 13 dicembre 2019

L'immortale a Porta Nuova

Il vento alzava turbini di polvere sulla strada.
La terra è gelida il cielo è lontano recita un proverbio siberiano.
Le vetrine di via Roma erano piene di ogni ben di Dio.
Le colonne di marmo dell'era del fascio erano gelide,eppure i barboni si concedevano oblio nelle braccia di marmo delle colonne.
Ma lui cercava qualcosa di strano,qualcosa di insolito,qualcosa che niente contante e nessuna carta di credito potevano concedergli.
Qualcosa che tutti vogliono evitare,ma lui cercava spasmodicamente.
Si dice che in un lontanto passato il re Wen del terzo secolo dopo Cristo,ammesso che Cristo sia mai esistito,abbia inviato un messo a cercare il segreto dell'immortalità.
Lui malauguratamente l'aveva trovato in una caverna del Tibet orientale.
Che cos'era?
Un cavolo amaro col nome di SOG-TRONPO-DGCHENG,ma pur sempre un cazzo di cavolo amaro.
Lui doveva portarlo all'imperatore,ma il lama l'aveva avvertito:chi ne mangia vivrà indefinitivamente,ma solo uno,chi invece ne lascerà mangiare ad altri inesorabilemente morirà,lasciando il ''privilegio'' dell'immortalità ad altri.
Secondo voi il messo che decisione aveva preso,portare l'immortalità all'imperatore o tenerla per sempre?quella sbagliata,ovviamente.
Vivere.
Per sempre.
E ora dopo 17 secoli non ne poteva più.
Si trovava a Porta Nuova perché aveva sentito parlare che in quella città era vissuto il filosofo dell'eterno ritorno.
Lui sapeva che era vero,tristemente vero,ma aveva deciso lo stesso di provare l'ebbrezza dell'abbraccio di Thanathos.
Aveva scelto via Roma perché gli piaceva e improvvisamente gli venne il coraggio di liberarsi di questa vita.
Con un italiano stentato provò a svegliare un barbone:
''Scusa...se vuoi vivere per sempre mangia di questo…''
''Io non voglio droga,lasciami perdere''.
''Si è una droga,ma buona,ti permette di vivere per sempre''.
''Io voglio crepare,dammi una sigaretta piuttosto.''
''Non fumo...''
''Fanculo vivi per sempre,ma lasciami dormire''
Si allontanò,cercando un altro potenziale concorrente per la vita eterna.
Fu fermato da due signori in cravatta e giacca.
''Scusi posso lasciarle un opuscolo...''
''Si cosa c'è scritto?''
''Come raggiungere la vita eterna''.
''Bhe veramente io ce l'ho già la ricetta''
''Anche lei legge la Bibbia?''
''No''.
''Semplicemente è un cavolo amaro''.
''Un cavolo amaro?''
''Si''.
Pausa di silenzio.
''E' un versetto per caso,un passo dell'Ecclesiaste del libro dei numeri,forse una citazione di Neemia,o qualcosa che ha mangiato l'asino di Baalaam?''.
''No è un cavolo amaro e basta,gliel'ho detto''.
Pausa di silenzio.
''Ma lei crede?''
''In cosa?''
''Nella vita eterna''.
Pausa  di silenzio.
''Non si tratta di credere,io ce l'ho punto e basta''
Pausa di silenzio.
''Tutti siamo eterni'' dissero i signori in giacca e cravatta.
''Siamo lieti che lei ne sia certo''.
''Io no''.
''Come scusi?''
''Io voglio morire''.
Pausa di silenzio.
''Cioè...lei vuole affrettare il passaggio verso la vera vita eterna verso il Signore?''.
''Quale signore?Quello di prima che voleva le sigarette?Io gliel'ho offerta ma ha rifiutato,voleva solo sigarette e io non fumo.''
Pausa di silenzio.
''Senta prenda questo opuscolo,lei mi pare avere una grande fede,ma deve chiarirsi le idee,leggere meglio la Bibbia perché l'asino di Baalaam non mangiava cavoli amari,ma solo erba innaffiata con l'acqua del pozzo di Nimrod''.
''Cioè anche lui voleva morire?''
Pausa di silenzio.
''Tenga l'opuscolo e arrivederci''.
Niente,fallita anche con questi,pensare che volevano vivere per sempre ora creperanno,e io che invece voglio morire non posso.
''Vabbè tento il tutto per tutto cercherò il re di questo posto,i re vogliono vivere in eterno,sono fatti così''.
Andò nel parco della stazione e fermò un tizio che si stava per iniettare dell'eroina nel braccio,il primo che trovasse a quell'ora.
''Mi scusi chi è il re di questo posto?''
''Il re?Il re?Quello che dà la roba vuoi dire?E' il negro lì''
E glielo indicò.
Andò dal ''re''.
''Senta io vorrei darle del cavolo amaro che permette di vivere per sempre''.
''Cioè fa viaggiare?Io non commercio acidi,solo coca ed ero o marjuana''.
''Si fa viaggiare,pensi io vengo dalla Cina,ho avuto tutto il tempo per venirci a piedi''.
''Puoi anche tornarci coglione,se preferisci,io quella merda non la mangio,uno così coglione da farsi a piedi dalla Cina non può avere roba buona''.
''Ma io avevo tanto tempo,17 secoli''.
''Eh?''
''17 secoli''.
''17 porta sfiga,fila via stronzo''.
Se ne andò.
''Certo che i re sono intrattabili un po' ovunque''.
Pazienza vorrà dire che vivrò per sempre.
Pazienza.
Fu preso dalla rabbia gettò il cavolo amaro nel Po.
In quel momento un barbone si gettò dal ponte verso via Moncalieri e stava per annegare nelle acque gelide,quando annaspando ingerì per sbagliò un pezzo del cavolo tibetano.
Il messo dell'imperatore neanche se ne accorse tanto che era sconfortato.
Era l'alba e si disse,voglio godermi l'eternità non mi resta altra scelta,qua nei bar hanno del te,non è buono come quello del mio paese,ma almeno mi godo qualcosa.
Entrò in un bar.
''Scusi ha del te?''
''No li ho finiti solo caffè,mi devono arrivare alle 6,vuole un caffè?''.
''Cos'è un caffè?''
Pausa di silenzio.
''E' come un te solo più forte,e lei penso ne abbia bisogno,le faccio un caffè doppio,così si sveglia''.
''Va bene mi fido di lei,a differenza degli altri sembra molto cortese''.
''Mi scusi visto che è così cortese può dirmi cosa c'è scritto nel giornale,io devo informarmi su questa città intendo viverci a lungo,forse per sempre''.
''C'è scritto di un disperato sopravvissuto alle acque gelide del Po' lo hanno recuperato stamattina e non si capacitano di come sia potuto vivere ha tre ore di ipotermia e stanotte ha fatto -5.''
''Ah'',disse distrattamente il messo.
''Senta lei dice che questa bevanda sveglia?
Disse mentre sorseggiava il caffè.
''Io sento un gran sonno''.
''Scusi verso dove l'hanno recuperato?''
''Sotto il ponte di via moncalieri'' disse il barista.
''Senta...''disse il messo con gioia,''non si offenda il suo caffè è buono e sveglia,ma mi sa che dormirò di un lungo sonno''.
Sorrise e detto quello la tazzina gli cadde per terra.
Decisamente il caffè non poteva più risvegliarlo.

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