sabato 30 dicembre 2017

Al cospetto di dio

Il fuoco danzava ancora
sul mio cadavere,
illuminando il tempio
mentre la sera blu
galleggiava sul prato verde,
e i gradini che entravano nel Gange,
quando venni portato al cospetto di dio.
Mi pento!gridai subito
e lui taceva
salvami!
e lui taceva
vendicami!
e lui taceva
io sono il tuo servo,portami con te!
e lui taceva.
Allora una voce sommessa disse:
se proprio devi mentire,
fallo almeno a bassa voce.
Allora dissi:
chi sono io?
chi sei tu?
Poi sempre più pazzo gridai:
dammi il denaro!
e lui taceva,
dammi lei!
dammi il potere!
e lui taceva...
dammi...
almeno,me stesso...
guarda!disse la voce da dietro.
Alzai lo sguardo 
che avevo tenuto rispettosamente basso,
vidi una veste dorata vuota
che giaceva sospesa
come indossata da un re assente
su di un trono
che era un grosso cuscino rosso.
Dov'è?chiesi.
Chi?rispose la voce
Dio?
Dove sei tu?rispose la voce.
Mi girai
non vidi nessuno,
guardai in alto
vidi il cielo vuoto,
sentii il rumore del vento,
allora ebbi paura.
Com'è che sta in piedi,la veste?chiesi...
Com'è che stai in piedi tu?rispose la voce...
Guardai in basso
non c'era nulla,
caddi nel buio di acque profonde.
Mi guardai le mani
erano quelle di un bambino appena nato.
Ancora oggi rivedo la veste dorata
e il re assente,
e questa veste mi cattura,
e capisco che non avrei mai dovuto
scrivere queste parole,
ma limitarmi
a chiudere gli occhi
e tornare lì.


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