Amavo i tuoi occhi neri;
erano le porte d'ebano
della valle oscura della vita.
Giovani freschi,acerbi
erano il frutto dell'albero
del Genesi.
Peccato era la tua innocenza,
e da essa
sono stato rapito;
come un cavallo bianco
mi ha portato a correre
fra i prati inargentati dalla Luna.
Sui tuoi capelli neri lisci
sono scivolato
nella dolce valle di Eros.
Fresche erano le aurore
e il sole che calava
tra le montagne
al tramonto
era mio padre:
io lo attendevo al balcone
per salutarlo.
Ma il tempo è un ragno;
tesse la sua tela paziente,
e quando, come falene
che sciamano ebbre di vita
verso la luce,
egli mi ha intrappolato,
velenoso mi ha punto.
Ora vago nei labirinti oltre lo specchio;
la vita è fuggita dal mio ventre
per ripararsi fra le stelle.
Io sono poco più che lo spirito
che fa tremolare una candela;
le sue lacrime di cera
rimangono fisse sul mio volto.
Sono la polvere
ai margini delle strade,
sono i grani del rosario
che recitano le vecchie.
Il calore della vita
entra come le bouganvilles
in una chiesa abbandonata e buia
fra le colline del Messico.
Vedevo la vita lontana
da una finestra di quella chiesa.
La luce abbacinante del meriggio
filtrava a malapena
nell'edificio diroccato.
Sono solo un'affresco,
un'angelo di pietra,
una lacrima di vento
che scende dalle colline,
fra le agavi
e il deserto sognante.
Sono i vecchi
che sorseggiano il crepuscolo
con gli occhi
come l'assenzio,
e i ricordi, mille bollicine
nella bottiglia,
nuvole labili nel cielo,
lanterne che ondeggiano
sulle case addormentate,
mentre le ombre
danzano sulle pietre antiche.
La mia anima è ancora lì
sui muri bianchi,
sui tetti bui,
in attesa di saltare sulla Luna
e incantarti con un passato
che non conosci
ma senti intimamente tuo,
mentre fissi il biancore dell'astro.
Pallida e santa è la morte,
pallida come la sua luce,
immacolata come le gocce
di latte lunare nel mare nero
della notte.
Santa muerte
vieni a prendermi.
La polvere delle mie ossa
è zucchero
con cui gli dei sorseggiano
il caffè nero amaro
della notte della mia anima
in una tazzina di porcellana.
Ondeggiano le lanterne
al vento ramingo della sera
che viene dalle colline
del deserto
e danzano le ombre
sulla pietra antica:
io fra di loro.
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