mercoledì 31 luglio 2024

Il 9 e la radice quadrata

C'è una leggenda che se racconti un racconto prima di scrivere un racconto non sarà  un buon racconto.
Io ho un gran senso del dovere e devo rendere onore alle mie idee.
C'era un poveretto.
Un numero disgraziato che si era contagiato dei mali del mondo.
Durante la crisi del 29 si era buttato dal 9 piano.
Per un pò si riprese con il new Deal di Roosvelt.
Nel 1939 già di nuovo era scoppiata la seconda guerra mondiale.
Il sistema periodico decimale non dava tregua al 9.
Settembre.
Che cazzo vuole Settembre?
L'11?
Alle 9 un Boeing si schianta contro una torre alta 409 metri.
Non sapeva il nove che la legge delle torri è che crollano più che altro per essere ricostruite.
Orgie di 9 saturi di incertezze convinti di portare in sé il peso di un esistenza e la saggezza di una gioia in un mondo di disgrazie.
Convinti male, saccenti, insipienti, prepotenti e giganti a tal punto di dover crollare ai piedi di uno zero.
10.
La grandezza dello zero, e di accogliere nel suo nulla rielaborante le macerie della serie precedente.
Venne un giorno in cui un 9 pallido andò a pretendere di essere il senso delle cose, la saggezza del saper cogliere il fiore che sfiorisce.
Il 9 ha un dramma.
Come un Ronaldo sfinito non dal doping ma dal fatto di essere un numero 9 che sta a ciondolare sulle scalette di un mondiale perso contro lo zero francese.
Almeno avesse in sé la bontà del 2.
Il numero stabile.
La pretesa nasce già dal 3 che dice di essere un numero perfetto.
Ma se tu lo moltiplichi per se stesso vai verso la disgrazia.
Un giorno si da il caso che un nove si innamorò di una radice quadrata.
Non lo sapeva neanche perché si era presa di quello scempio che riduceva tutto alla propria origine.
Disse la radice quadrata al 9:
Mi fissi gli occhi senza motivo.
Lei le disse: c'è un motivo.
Lei pretese saggezza la dove c'era solo impotenza e gli disse che lui non sapeva vivere nel presente.
Le radici quadrate sono testarde.
Vanno sempre a controllare dove parti per capire dove arrivi, non credono.
Forti della potenza del due, esse comprendono che nessun 3 potrà mai essere felice anche se dice di esserlo.
Il triangolo no cantava Renato Zero.
Se ci sono 1 donna e 2 uomini non può finire bene.
E neanche il contrario.
Tantomeno un nove che eleva al quadrato la sua radice di instabilità
Ogni tre andrà ridotto a due.
E quell'1 tagliato fuori soffrirà.
La grandezza dell'uno è che a furia di resistere e sussistere nella sua unicità troverà la sua metà e diventerà 2.
Ma il nove?
La radice quadrata era stata fatta passare per tonda e non tollerava l'imperfezione del 9.
Gli fece presente quel che andava fatto presente.
Il 9 gli crollò addosso dandogli dello zero.
Era semplicemente il suo dono.
La radice quadrata divenne un fenomeno: un numero 10.


mercoledì 24 luglio 2024

Reina Roja (vestita di blu) (sei tu)

 In un campo gelato

sotto le alpi

vicino a Torino

ho posto il mio dolore,

ho chiesto di soffrire

por la mi Reina

al divino.

Pomba gira,

le tue camicie stira

e bagna di sangre

lacrime gelate e candomblè,

prima o poi sarei arrivato

da te.

Roja Luna,

sorride sui grattacieli

della città,

si è spaventata dell'orrore

della civiltà del male

e a suo ninho

ha donato Te...

Abbine pietà.

Egli è il tuo

 servitore...

E tu la sua Reina,

insegna a lui con pazienza

come non annegarsi

nella paura e nell'assenza.

Si chiama

amore.


Piange

singhiozza onde azzurre

di oceani blu


Reina Luna Roja


sei tu.



lunedì 22 luglio 2024

NecroPolizei

 Sorridi fratello.

Sorridi alla natura.

Chi ha paura della natura?

Chi nella natura non ci va.

Io personalmente ho imparato a superare via via le mie paure del buio e delle campagne desolate di notte alla luce della Luna.

Ma quale lupo che non sia passato di qui non mi ha fiutato?

Quale istrice non conosce il mio odore acre?

Il mio sudore impenetrabile?

Quale zecca non mi ha annusato?

Quale zanzara non ha sentito che c'era sangue fresco per lei?

E io continuavo a perseverare nell'errore della scienza.

Ma in fondo gli unici che mi trattavano bene erano i fichi e l'uva, qui.

Gli unici che mi donassero se stessi.

Gli altri murati vivi (o morti) in un equivoco in cui non distinguevi più i ''bimbi'' del bar, da quelli del cimitero.

Tutti i volti uguali, sordidamente impermeabili a ogni genere di risposta all'umano.

Un qualcosa di fronte a cui anche l'omertà più omertosa ha i suoi problemi a raccapezzarsi.

''La gente da noi in Sicilia è un pò più malleabile''.

Mi disse l'ennesima signora sicula testimone del triviale silenzio urlante toscano.

La funerea natura dell'angoscia.

Ma io compio sempre l'errore di non capire gli elementi.

Un temporale in Piemonte è diverso da un temporale in Sicilia, ed è diverso da un temporale in Toscana.

A suo tempo per fuggire dai miei fantasmi avevo sentito la potenza del tuono sopra i colli.

Non avevo capito che i fantasmi altrui non volevano i miei.

Reo di pensarla come Lavoisier (l'uomo non è solubile all'acqua) non mi ero reso conto che in pianura l'acqua non è un problema e nemmeno i fulmini, in collina e in montagna si.

E quando ti esplode un tuono a 500 metri di distanza e tu continui a correre poi lampo botta, poi lampo blu botta decisa, la sopravvivenza che immediatamente annulla la memoria del passato che non passa con il lampeggiante blu della volante delle nuvole.

Esplodono blu elettrici e potentissimi creandoti la sensazione che si in fondo peggio di così non potrà andare perché in fondo la botta ti è arrivata vicino, diamine se ti è arrivata vicino.

L'acqua scrosciava a torrenti e letteralmente il blu a centesimi di secondi ti esplodeva come un onda d'urto di panico.

Un temporale somiglia a un bombardamento.

Di fulmini, non tanto di acqua.

Non avevo capito che in fondo i morti non mi volevano neanche del tutto seccare.

Se no lo avrebbero fatto.

E mi avrebbero preso insieme a loro.

E a qualcuno purtroppo da quelle parti li su quei colli è successo.

Nel laghetto bello sotto idem, qualche cretino più cretino di me che credeva nella bontà degli elementi si era bagnato nel laghetto per morire annegato.

E gli omicidi.

Insomma i morti prima di spararti in testa mi avevano sparato dei fulmini a salve senza che io me ne rendessi conto.

Sui colli finivo sempre per illudermi di trovare la mia dimensione.

Era o non era così?

La verità è che probabilmente sia per i vivi che per i morti vale la stessa logica omertosa, finché non ficchi il naso dove non devi ti è permesso andare ovunque.

Ci sono botole e pertugi là fra quelle colline?

E certo.

Botole pertugi, tombe e necropoli.

Anche necroPolizei.

Ogni popolo che abbia un legame coi morti tenta sempre di allontanare i ladri, i tombaroli e gli esploratori.

Avevano mormorato per tutta Europa quando purtroppo Carter aveva messo il muso dove non doveva.

Poi lo scienziato di turno aveva tutti rassicurato:

''Ma no, in un paese tropicale chi è che non può morire di puntura di insetto?''



I morti no di sicuro, sono già morti.

E i vivi?

A un certo punto mi sembrava di aver trovato la mia dimensione qui in mezzo ai colli.

E basta.

Credevo il problema fossero i vivi e stupidamente avrei persino portato altri vivi ad andare vicino ai fantasmi dei colli.

Un mio amico lo avevo visto peggiorare credendo fosse l'alcool, mentre ragiono adesso che era normale andasse in tilt.

Lo avevo portato sulla soglia dell'oltretomba...

Giusto per dimostrare che quello che dicevo era vero?

Ah ah ah.

Jaruf...

Guardavo la Luna, giorni fa e mi sembrava di sentirmi sereno.

Ironicamente (forse troppo ironicamente) ero andato vicino alla tomba o pozzo o necropoli con la sirena.

La volante dei morti.

Una roba che a me veramente pareva assurda e incomprensibile messa li.

Cosa ci faceva una sirena, una sirena insomma, muta con il lampeggiante li a girare a vuoto rossa per tutta la notte?

Chi ce l'aveva messa?

Lo scopo delle volanti è semplicemente mandare via la gente eppure qualcuno la volante la chiama.

Io ero di fianco alla volante dei morti adesso che cerco di ricostruire l'accaduto, lì a ironizzare cantando le canzoni di Loredana Bertè.

E di colpo mi arriva una chiamata.

Il collega del pronto che mi dice che in turno ci sono io.

Diamine che ansia.

Appena che mi rilasso subito questi ''umani vivi'' che ''reclamano'' la mia presenza...

Che strano sovente sembra che io praticamente non esista per loro.

Ma difatti io per loro infatti so di non esistere.

Diamine tempo che arrivo li e avevano chiamato la volante dei ''vivi''.

Mica simpatico...

Mi ero assentato?

Ti viene l'ansia...no?

Il problema è che a me o questi morti trovano il modo di terrorizzarmi o davvero non riescono a mandarmi via?

E che forse i morti non sono molto bravi nell'eloquio.

E i toscani nemmeno.

E a dirla tutta, io ho conosciuto troppe macchiette che credono che il silenzio sia forza.

Poi alla fine si riducono a caricature di sé medesimi.

Un segreto è sempre patetico ed infantile per definizione ai miei occhi.

I segreti giurin giurello, lo giuro su Dio che sto zitto, per paura del demonio e dell'inferno sono una roba che io ho archiviato all'età di 8 anni.

Io fondamentalmente detesto questa mania di parlare dietro le spalle.

Ma a dirla tutta mi rendo conto, che le parole, se dette male, o in modo stupido, o inadeguato possono solo essere una seccatura anche soprattutto davanti.

E' difficile spiegare questo a un toscano.

In un posto in cui tutti alimentano l'urlo muto del vento, gridando verità e bugie indicibili appena hai spostato la tua ombra di 10 mm dai loro piedi, credono sia garbo gridarti insulti inutili e discutibili in faccia.

E' tipico di chi rimane zitto per molto tempo credere che tu lo debba ringraziare per aver aperto la bocca a vuoto.

Ma io non parlo a vanvera.

E chi si permette di discutere le mie parole è la mia maledizione.

Io sono un greco e la mia parola è il chiodo che mi inchioda alla croce della realtà purtroppo.

Se ho detto una cosa, poi purtroppo, e sottolineo, purtroppo, a testa china dovrò mantenere la parola.

In troppi mi hanno sottovalutato.

Perché sono un ritardatario.

Ma io arrivo sempre se ho detto che sarei arrivato.

A testa china io porto il bambino Simone che ha fatto il giurin girello fino anche in Sudamerica se ho malauguratamente promesso ciò in un momento magari di euforia o di scarsa valutazione dell'entità della fatica.

Ma in fondo che vuoi che sia?

Ma in fondo hanno cercato di farmelo capire i morti che qui non mi volevano.

Io credevo fossero i vivi il problema.

Credevo che insomma la gente, avesse problemi di ''accoglienza''.

Poi realizzo chi ha chiamato la volante dei ''vivi ieri sera''.

Lo realizzo e capisco che è lui o lei ad averla chiamata.

Infine mi stoppo.

Sono un uomo solo.

Vivo o morto la mia compagnia non è gradita.

Comprendo e cerco di far comprendere a tutti (vivi e morti) che possibilmente, quanto prima

MI LEVERO' DAL CAZZO e non metterò più il muso dove non devo.

Grazie.

Se lo volete sul serio, non mettetemi i bastoni fra le ruote.

Il vostro Carter ha avuto l'intelligenza di bloccarsi alla soglia della tomba.

Non si era reso conto di essere così sgradito.

Si scusa coi morti e coi vivi anche se un pò (molto) a fare in culo ce li manda pure lui costoro.

La regina schiava greca dai capelli neri lisci

 O Aronne, o Mosè....

Perché mentite sempre...

Vostra madre vi negò il seno, l'Egitto vi ha accolto.

E il torto originale è stato camuffato da califfato.

...

C'era una Regina famosa in tutta la storia, una greca tolemaica dai capelli neri corvini e lisci prestata a un luogo così tropicale da mettere a dura prova non solo il tuo intestino, ma la tua fede nel Logos, nel pi greco, nel polemos, e nella falange.

Quando Alessandro incontrò l'Egitto iniziò il dramma...

Tanto lo incendiò l'araba fenice che aveva conosciuto in Egitto che finì per inseguirla in Oriente in un lungo raggio di sterminio e conquista verso l'oriente che terminò in una febbricitante malaria mentre ancora tentava di afferrare l'incandescente uccello nei cieli.

Il logos dei greci non è testato per i climi estremi, rischiano sul serio di bruciare tutto.

Polemizzarono pure con i buddhisti trovati in India chiamandoli bruciati e non illuminati (i gimnosofisti, praticamente dei pannelli solari della Sophia), ma il Logos non comprende a  determinate temperature si va oltre il caldo e il freddo e pare che effettivamente si possano avere illuminazioni.

Al  ritorno dalla spedizione in Oriente si spartirono quello che rimaneva della strafexpedition nei confronti dell'araba fenice che aveva seminato dolore e morte agli sfortunati civilizzati Signori della Persia.

Gli uccelli solari sono quanto di più bello abbia creato la mitologia.

Anche di più bruciante.

E anche i Persiani che sono Signori  passano oltre le funeste ire greche (ingiustamente ancora oggi i supponenti dall'occidente li pretendono barbari).

Hanno saputo perdonare i greci regalando un Saoshyant al funesto Logos greco.

Si chiamava Cristo.

...

C'era una regina famosa in tutta la storia.

Le regine a volte sanno avere il garbo di darsi la morte da sé, senza concedere la testa al popolo.

Perché è una testa molto pensante, una testa che vorrebbe capire quello che veramente il popolo pensa.

Tale regina greca, dai capelli neri corvini e dai piedi lunghi, procedeva disorientata allucinata e sfatta da una dimensione che le sfuggiva.

Discendente dei tolomei provava grazia ancora in molte cose legate al Logos.

Dicono che costei fosse devota più all'Amore che al Logos.

E dicono bene.

Perché sono fedeli a ciò che Lei ha dettato in punto di morte al visir.

Aveva chiesto, molte volte, troppe volte, ai sacerdoti egizi di spiegare quelle formule.

Aveva tentato di comprendere il suo popolo.

Era una greca in mezzo a degli alieni.

I suoi sudditi dai crani oblunghi la servivano e la ubbidivano con solerzia e amore.

Oh se La amavano...

Era la grazia e lo zucchero più fino dalla Nubia fino al Mediterraneo.

Si poteva non amarla?

Ma le cose ovviamente andavano male, molto male.

Lei faceva domande in greco, si sforzava di comprendere, ma i nomi veri, i nomi che le avrebbero dato la possibilità di comprendere come quei monoliti erano stati sollevati, le venivano negati dal popolo dei crani oblunghi alieni.

Non aveva né i nomi né i numeri per potere ardire il senso.

E i sapienti avevano scelto la malaugurata disgrazia del silenzio.

Tutta questa gioviale perifrasi per dire che quando un regno finisce sotto i piedi di una donna è alla frutta.

Per la semplice ragione che piedi o testa, se non capisci non puoi governare niente.

Nemmeno te stessa.

Lei tuttavia non aveva molta intenzione di continuare su questa strada.

Non era una stupida testarda Maria Antonietta, una rincoglionita fatta bella dall'aver perso una testa che sopra quel collo era un ornamento e nulla più.

Il  popolo della regina greca non nominava il vero nome degli dei, gli Elohim che avevano potuto quello che nemmeno ai cinesi con la Grande Muraglia era successo.

Il suo popolo non era il suo popolo.

La amavano silenziosi e teneri cercando di coccolarla il più possibile, tutti.

Persino le donne sorridevano rispettose e in silenzio e chinavano il capo anche loro.

Nemmeno con loro gli riusciva di strapparle quei nomi antichi.

A un certo punto pensò veramente che non se ne veniva fuori se non con un pò di teatro.

Lei era greca, dai capelli neri e lisci.

Oramai era una regina schiava.

E lo aveva capito, proprio scema non era.

Ingollò lei a un certo punto.

Purtroppo chinò la testa e fece finta di nulla di fronte all'impellente esigenza del suo Logos di conoscere i nomi degli Dei e delle parole, e dei numeri, e di altre astrazioni che avrebbero concesso a Lei la grazia della conoscenza.

Era una  Schiava greca camuffata da Regina.

Così un giorno ingollò e disse al visir di scrivere:

''Si tolse la vita per amore di Marco Antonio''

Non che non fosse vero.

Non che non lo amasse.

Ma la storia, anche una schiava greca ha cura di dettarla ad alta voce di modo che non rimanga nell'ambiguo.

Si chiamava Cleopatra.

Una volta morta, gli uomini dai crani oblunghi la presero e la portarono finalmente a conoscere i nomi e gli Dei e Le spiegarono TUTTO.

Ma questo nessuno lo ha mai dettato ad alta voce.

sabato 20 luglio 2024

Neve

 La neve si spargeva

larga sui fiori,

dei miei ricordi

eterni

primi amori.

Lucida neve 

nordici fiordi,

carezza lieve

sui tuoi capelli

lisci neri.

Occhi sinceri.

Nel basso

tu sorridi.

Chissà dove sei?

Ho lasciato

la tua mano,

non sono più tra i vivi.

venerdì 19 luglio 2024

Black money matters-zecca di stato-eurobond


Gran caldo la natura fa le sue valutazioni.

Io pure.

Mentre le cicale cantano in coro cercando di propiziare l'esplosione del sole a nova stellare, come tanti piccoli timer loro cantano assidue.

Meriggiare pallido e assorto diceva un tale.

Il più grande dei poeti italiani per me.

Cicale e formiche.

Diceva qualcun altro.

Qualcuno che diciamola tutta era un pò stronzo.

Un tedesco per intenderci.

O una tedesca.

Aveva sempre la pretesa di dire a tutti come stare al mondo.

Angela.

I neri andavano lavati, o chiamati negri e sbiancati con conegrina.

Gli italiani dovevano dimagrire (tu mancia!).

Un giorno ero nella bettola de Er regazzino a Pisa (neanche la sua, ma di quella disgraziata inqualificabile di sua madre).

Ero li seduto dentro il locale ( 'a bettola) che mi facevo i cazzi miei, coi miei problemi, col mio I pad di autocampo di autoconcentramento-isolamento digitale.

Un posto tristissimo ad alta concentrazione di sofferenza.

Erano tipo le 5 del pomeriggio.

Estate.

Il tedesco viene a chiedere di pagare a me (che oltretutto ero li perché aspettavo che Valerio er ragazzino terminasse di lavorare) quindi non ci lavoravo e non me ne fregava niente delle carbonare romane ai tedeschi a Pisa.

Parlo in inglese al ''genio teutonico'' e ovviamente lui, trova da lamentarsi perché er regazzino gli ha chiesto di pagare in contanti.

Nè io ne il ragazzino ne possiamo nulla.

E' quella sciagurata di sua madre e il suo compagno a gestire quello schifo.

Forse il ragazzino  non è molto intelligente.

Io che in teoria sono più intelligente cosa dovrei dire?

Il tedesco fa la battuta credendo di essere smart anglosassone ma risulta noioso come di prassi:

''Oh black money!''

Crede di aver detto una roba ironica.

Io commento saccente e gelido ''black money matters''.

Non capisce.

George Floyd al confronto è Einstein.

Il dramma dell'ironia feroce è che illumina chi già vede mentre non la mostra a chi è cieco.

Non capisce la battuta.

Non capisce niente.

Mica è negro...è un tedesco per Dio!

Lasciatemi essere razzista come decido io almeno maledetti anglosassoni....

Dai su smettiamola di censurare: black humour matters!

Ma la natura ha un ironia grottesca uguale e pronuncia la sua sagacia in forma di balck humour .

Due anni dopo, sempre di estate mi arrivano dei poveretti tedeschi in guardia.

Un tale Alex Hexagon British very British su YouTube mi strappa una risata.

''In Second World War Great Britain lose its empire, Germany its dignity''.

Black humour is black humour.

Pane al pane e vino al vino.

Erano tutti imperialisti inglesi compresi.

Soprattutto gli inglesi, non gli americani per paradosso, che al giorno d'oggi vengono definiti imperialisti.

La tedesca 30 anni fa quando avevo fatto detta osservazione mi aveva prontamente ricordato di Mussolini e io avevo ingollato pensando ''cretino di un popolo che crede sempre di fare fesso chiunque e prostituirsi all'impero più forte''.

Gli scemi italiani capeggiati dal principe dei ritardati, gli eterni ritardatari sulla storia.

Finita male, ahimè.

''Però sti tedeschi perché dopo che hanno perso, comunque ostentano superiorità? che cazzo vogliono da noi?''

E Churchill ... Benito lo ha giocato come la pedina mediocre che era.

Appunto.

Il duce dei mediocri.

Lo scemo degli ''eccellenti''.

L'eccellente degli ''scemi''.

Ma noi italiani lo abbiamo capito si o no?

Non si sa.

Le zecche italiane però hanno una chiara idea degli schieramenti geopolitici in termini di prosopopea e coglioneria in campo.

Le infografiche dei PIL e dei debiti pubblici non sono nulla in confronto a quelle delle puntura di zecca.

Non sto parlando in modo metaforico.

Sto proprio parlando di zecche vere e proprie.

Dell'insetto che ti punge e ti leva il sangue.

Chissà perché prende tre turisti tedeschi di seguito che mi arrivano lo stesso giorno.

Chissà perché nessun tedesco chiede se il servizio di guardia medica è gratuito.

Chi è il parassita di chi?

Un belga mi chiede se mi deve qualcosa (non per una zecca), ed è un belga io sorrido e dico ''nothing'' (non so il francese) mi guarda stupito e mi ringrazia.

Bruxelles.

Inno alla gioia con stelline gialle bandiera blu.

Peyrani.

I tedeschi no.

Eurobond verboten! dicono dalla bundesbank.

Niente eurobond per la bundesbank ma il servizio medico gratuito per le zecche italiane che gli si sono attaccate ai loro corpi teutonici secondo loro deve essere gratuito.

A un certo punto ho un'intuizione.

E' sovranità monetaria!

La battuta su Draghi e il quantitative easing è scontata e in fondo il quantitative leasing ha creato l'inflazione e su questo la Bundesbank ha ragione mi dispiace...

Quantitative Leasing.

(intenzionale L lettera iniziale , specificare tutto )

Fanculo gli scemi italiani che ti correggono la pronuncia in inglese.

Fanculo il ''whatever it takes'' detto con la stesso accento di ''are you talking to me'' di De Niro... DEL COMANDANTE IN CAPO DRAGHI.

 Lo stiamo pagando con l'inflazione, comunque.

Ma...

Quelle zecche di stato appostate sui fili d'erba italiani...

L'ultima forma di sovranità monetaria che ci è rimasta...

Davvero l'ultima, l'ultima, l'ultima sovranità monetaria pretendere gli eurobond li nell'erba.

Come fanno a selezionare solo contribuenti i tedeschi? (che non pagano)

Come mai escludono inglesi e russi o americani?

Non potrò mai farci uno studio e allora ci ho fatto un racconto e nessuno ha veramente colto il punto.

Non esiste la ''Natura''.

Ne esistono diverse.

Se io vado in Germania gli eurobond insetti  tedeschi pungeranno me.

Se mi avessero ascoltato...

Diceva Tremonti.

Trent'anni fa.

(Lo avranno punto le zecche tedesche in Germania?)

Gli areali degli insetti definiscono un concetto di self- non self molto diverso da quello definito dall'immunologia.

Non è che il tuo sistema immunitario se la sta prendendo con una zecca...

E la zecca che se la sta prendendo con te.

L'unica immunologa vera:

E' quella che obbliga i tedeschi a emettere gli eurobond.

Altrimenti niente sovranità monetaria...

il più grande crimine dell'Europa.

Non capire il vero senso dell'immunologia.

Non te lo spiega l'immunologa.

Te lo spiega Tremonti.

Eurobond contro le punture di zecca ai tedeschi.


domenica 14 luglio 2024

Hotspot

 L'Africa che corre attraverso le savane del wi fi.

''Da dove telefona?''

''Da Capannoli via Volterrana 202.''

I miei colleghi sono così gentili da lasciarmi il turno notturno senza dirmi dove sono e chiavi del posto in cui lavoro.

Ergo partiamo male.

La situazione mi è pedagogica.

Quando tu ti trovi ad uscire da un posto e lasciare la porta semiaccostata è semplicemente perché tu sei un prigioniero.

C'è un modo più subdolo di chiudere qualcuno in una gabbia.

C'è sempre la chance di tenerti tu le chiavi e di rinfacciargli che se esce lascia la porta semiaperta.

Quando su Tinder la classica cogliona ti ricorda che se tu esci poi non puoi lasciare la porta semiaperta rispondile così:

Le chiavi le hai tu, ma non vuoi ammettere che vuoi solo prigionieri.

In generale alla donna vanno sequestrate le chiavi.

Io per contro:

non faccio prigionieri.

Tanto guerra non è no?

''Da dove telefona?'

''Via Volterrana 202 Capannoli''.

Ok vengo io.

Lascio la porta semiaccostata e fuggo dal mio canile municipale guardia medica lasciando la porta semiaperta.

Metto le coordinate su Maps.

Distopia afro-toscana wi-fi oniroide notturna.

''Via Volterrana 202 Capannoli non risulta, Selvatelle?''

Veloci e rapidi come i mosquito velenosi pieni di bytes tumescenti di visioni oniroidi di maps.

3 minuti e 42 secondi, arrivo alla via volterrana 202 di Selvatelle.

Ma il 202 è un numero a caso su di un muro.

L'entrata è al 204.

Suono?

A chi?

Ritelefono.

''AH quindi non è il 202 di Selvatelle, ma di Capannoli''.

''Mi mandi la posizione.''

Ci mette un minuto ad arrivare.

Sul vetro il condizionatore condensa l'umidità notturna.

Il pallino rosso-elfico si materializza su whatsapp.

Mi metto a correre seguendo le indicazioni.

Mi muovo avanti e indietro ritmicamente sulla Volterrana.

Un errore gravissimo farsi dare la posizione via whatsapp.

La confusione tra virtualità e realtà notturna oniroide alienata toscana diventa fatale.

A un certo punto mentre discutevo al telefono con la signora albanese che dovevo trovare al 202 della Volterrana:

''Scusi rimanga al telefono''

''Maps mi dice che sono arrivato a destinazione dove?''

In una pompa di benzina.

''SEI ARRIVATO A DESTINAZIONE, SEI ARRIVATO A DESTINAZIONE, SEI ARRIVATO A DESTINAZIONE.''

Oh meraviglia dell'angoscia di un quadro di Edward Hopper trasportato in Etruria.

Flash neon pompa di benzina diesel ''sei arrivato a destinazione''.

E poi dicono che il futuro è elettrico.

Ma il tempio dell'alienazione è la pompa di benzina di notte.

46 gradi celsius freddo umidità mano gelata del coltello alla gola della tecnologia.

E' la tecnologia a minacciare su di un suv tramite maps, non gli albanesi.

Climatizzatore umido diesel fantasmi neon che si manifestano sulle pompe di benzina della Volterrana.

''Guardi dottore lei è un ora che mi cerca di trovare io devo andare al lavoro alle 5''.

''Alle 5 mica adesso.''

''E allora per cortesia...''

''Su insomma.''

Pallino rosso conversazione chiusa.

Scendo dalla macchina.

La borsa con tutto quanto avevo dentro computer ecc...

Non c'è.

Panico.

Sto girando a vuoto e perdo la borsa non so dove è.

''Oh cazzo mo per 250 euro mi sputtano 1200 euro di danni più tutto il lavoro che ho fatto per anni su quel cazz di computer.''

Chip gelidi angoscia solitudine mani gelide morte angoscia anticiclone gelido tosco africano.

Gelidi mosconi di terabyte lucidi mordono le mie memorie con visioni oniroidi su maps nel vuoto siderale notturno delle strade toscane.

Ansimare dietro a un camion.

Merda.

Il turno da 24 h mi devasta.

''Facciamo h72?''

Ma poi diamine non è possibile.

''Dov'è la borsa?''

Telefono al regazzino.

L'unico che mi da corda nell'epoca dei muri digitali e delle cordate di terabytes assassini che come mosquitos africani guardano con i loro occhi insetticidi freddi e veloci le strade istericamente illuminate dai neon.

Pompe di benzina.

Questa storia è il nulla e in verità l'ho scelto io.

''Dottore prendo mia sorella di forza e la trascino alla guardia 10 minuti e sono li''

Forza di volontà albanese contro i dispetti dei fantasmi digitali idioti toscani.

Si lo so la colpa è mia sempre mia.

I colleghi assenti.

Sono la tua sorellona.

Hai giocato sporco, hai mentito.

Sarò sempre vicino a te in un modo diverso.

Io ci sono sempre.

Non hai mai avuto remore a mentire?


Alpha.

Chi mi risponde dall'altra parte della cornetta.

Er ragazzino.

''CIOE' SIMO, CIOE' NON TI FARE PRENDERE DAL PANICO, CIOE' STAI TRANQUILLO, CIOE' DATTI UNA LISTA DE PRIORITA'.

''MANNALI TUTTI A FARE IN CULO CHE TE SERVE A BORSA.''

''Ascolta Valerio sono 16 ore che vado avanti la cosa tragica è che temo di aver perso la borsa.''

''CIOE' NON E' POSSIBILE CIOE'.

Opel corsa nera arriva in guardia fari parcheggio.

3 minuti e 42 secondi.

Efficienza albanese.

Contro gli hotspot solo l'umanità albanese trionfa.

''Ascolta Valerio bho alla fine sono arrivati loro alla guardia li devo in qualche modo ricevere.''

La donna scende, piange è sconvolta ha male non riesce a camminare.

''Oh per Dio.''

Venga.

Trombosi.

Toradol e ''la accompagno io mia sorella al pronto domani?''

''Se non parla l'italiano è inutile mandarla in pronto da sola.''

Solo le persone sole capiscono le persone sole.

''Venga dottore io fare trovare lei borsa, tranquillo''.

Seguo l'opel corsa nera, ho capito che da solo sono un hotspot, tutta la mia speranza nell'umanità è il seguire ciecamente l'opel corsa nera della sorella albanese.

3 minuti e 42 secondi la borsa l'avevo lasciata al 202 volterrana di Selvatelle.

Maledetto Maps.

Inchiodo sulla Volterrana prelievo borsa.

Telefono Bluetooth ''cosa importante lei ha trovato borsa, mia sorella io accompagnerò pronto domani''.

Ho ritrovato l'umanità dentro una borsa grazie alla sorella albanese.

Grazie.

Hotspot TERMINATI.



venerdì 5 luglio 2024

Pisa

 Sintesi

Levata piazza dei miracoli e la torre storta, è un incrocio fra Mogadiscio e Calcutta (anche come clima purtroppo),  senza il fascino decadente orientale di queste ultime, essendo stata rasa al suolo dalle bombe anglosassoni durante la seconda guerra mondiale, la cosiddetta ''città d'arte'' ha lo charme di un immenso parcheggio dell'esselunga, cui gli studenti una volta laureati faranno da parcheggiatori abusivi, sotto il vigile occhio del nuovo padrone indiano.

Gli studenti vivono in delle favelas con wi-fi, si allenano a subire e a trasformarsi in casta subalterna ciandala, Dalit, intoccabili.

Il mondo l'università e i genitori gli promettono luminose carriere.


Ma questi poveretti dovevano ascoltare il grande maestro bello figo.

Io no pago afito, io no faccio operaio.

Stop.

martedì 2 luglio 2024

La valle arida del presente

La pioggia scivolava, lontano, molto lontano, di là dei deserti e degli oceani così lontana da potere essere raggiungibile solo tramite il ponte della memoria, e l'occhio azzurro del cielo lasciava il rubino del sole a chiudersi nel suo solipsismo luminoso, quasi che in fondo il sole avesse paura di essere rubato da una mano cosmica nell'abisso di tenebra chiamato universo.

Egli si concedeva di splendere per 12 ore per poi correre a nascondersi nella notte.

Egli scappava nella notte, perché temeva l'immensità dell'universo, e che da essa ne emergesse una mano a imprigionare la sua bellezza libera e a ridurlo a un un triste canarino giallo in gabbia a cantare la sua luce per chissà quali altri occhi, odiosamente più gelosi dei nostri.

Il rubino del sole incastonava la mano rinsecchita e vecchia della valle gialla, instupidita dalla calura.

Immobile.

Un vero spreco per certi versi che l'acqua che era scorsa in codesta valle in tempi molto arcaici ora dovesse essere solo più nelle nuvole dei ricordi, abbacinate dal sole e tiranneggiate dal vento volubile che li deformava.

I ricordi come le nuvole durano un attimo e poi diciamolo non esiste un ricordo uguale ad un altro.

Sarà questa cosa che noi chiamiamo presente?

Ma poi noi chi?

Io so solo di essere io solo che  camminavo scalzo e solo nella valle deserta e solitaria.

E più cercavo lo spirito di Allah e di Buddha o di Cristo o degli dei etruschi, e più sentivo semplicemente che lì in quella terra terribile violenta sulfurea e infuocata viveva nascosto nei milioni di anni lo spirito della pioggia. 

Io camminavo scalzo in questa valle sui ricordi della pioggia, dell'acqua che era scorsa chissà quanto tempo fa.

Lasciavo che la radiazione gialla anestetizzasse la malinconia di non essersi potuto più permettere una sana malinconia.

Solo depressione o ansia, che in realtà sono solo canti di guerra incompresi.

Mi inginocchiai verso la Mecca e pregai che tornasse l'acqua sulla valle ma nessuno rispose.

Pregai Cristo ed Odino.

Pregai tutti e pregai nessuno.

Dissi basta.

Cominciai a carezzare la terra riarsa, concessi al suolo riarso le mie dolci carezze.

Colui che riceve solo sputi dei naufraghi solitari e il paranoico solipsismo del sole bollente, io lo accarezzai stupidamente.

Lo accarezzai coi miei piedi.

E con le mie mani.

Lo baciai.

Cercai di consolarlo come un bambino o un amante distrutto.

Riuscii persino a piangere.

Quella fu la prima acqua che quella valle vedeva da millenni.

Me ne fu grata.

E parlò alla pietra del mio cuore facendogli ricordare che cos'era veramente l'acqua.

Me ne andai sollevato.

Non ero profeta di dei e nemmeno portavo croci impensabili o ero un mostro dell'inferno.

Ero solo un ragazzo carino dai begli occhi.