domenica 24 gennaio 2021

Sogni di Aironi

 Era un giorno di autunno, le cime si invermigliavano dello stupore dell'alba, l'airone guardava le cime e vedeva i falchi che roteavano nel cielo.

Era un giorno triste, l'airone azzurro aveva atteso tutta la primavera di trovare la sua compagna, l'airone rosa, e anche per tutta l'estate ma non l'aveva trovata.

Era caduto nell'oblio.

In un giorno di nebbia di autunno aveva visto una macchia rosa e aveva chiamato il nome dell'amata tanto attesa.

Lei subito gli rispose chiamando il suo nome.

Nella palude, in un giorno di nebbia si erano incontrati, non aveva senso volare nel cielo assieme, tutto era grigio e non era come si era prefigurato una danza d'amore sui campi d'oro di un meriggio estivo ma uno straniante incontro nello sconforto dell'autunno.

Lui voleva lasciarsi morire, ma l'incontro con l'airone rosa l'aveva distolto da quell'intenzione.

Era venuto il tempo di migrare nei cieli del sud, oltre il grigio, oltre le brume, oltre il nulla, era il tempo di volare nelle immensità dei cieli della Savana, di attraversare il grande deserto.

Lui non le aveva neanche detto: ''vieni con me.''

Lei aveva già un piccolo.

Non poteva partire.

L'airone in quella serena giornata d'autunno, una delle ultime di cielo terso aveva visto le montagne invermigliarsi, e il sole aveva il colore del sangue che aveva tornato a pulsargli nelle vene.

Ma quel sole presto se ne sarebbe andato definitivamente.

Sogni di cieli azzurri nella Savana, questo aveva sognato.

Ora l'airone guardò nel lago e si vide riflesso per la prima volta.

Vide che non era azzurro ma rosa.

Fu confuso.

Andò dalla sua compagna e le chiese: ''Ma non sono forse l'airone azzurro?Di che colore sono?''.

''Certo che lo sei.'' Gli rispose.

''Ma non sai che gli stagni d'autunno sono magici e ti mostrano il tuo vero essere?''.

''Ti sei specchiata anche tu nel lago?''

Chiese l'airone azzurro.

''Quale lago, amore mio? Io mi sono specchiata in centinaia di laghi, e ogni volta avevo un diverso colore, una volta ero persino indaco.''

Disse lei.

''Non capisco.'' disse lui.

''Senti vieni con me e specchiamoci con il tuo piccolo, io voglio volare insieme a te nei cieli della Savana, io devo sapere quale sarà il nostro futuro.''

''No'', disse lei ''io non voglio conoscere il futuro, io ti amo, ma non posso partire, non potrei neanche sostenere il volo , morirei, e comunque ho il mio piccolo, non posso partire.''

L'airone azzurro era stanco, le nuvole passavano nei cieli e carezzavano le punte bianche delle montagne.

Il bianco gli piaceva, chiuse gli occhi e spiccò il volo verso le cime anche se i falchi potevano ucciderlo.

Quando fu vicino alle cime vide che una volta superate contenevano un lago enorme.

Volò sul lago e si specchiò e si vide grigio.

''Oh che colore orribile, questo è il mio futuro, diventerò l'ombra di me stesso, e prigioniero dei miei ricordi''

''Devo forse partire?''

Nelle acque c'erano pesci di diversi colori, e lui ne fu subito attratto, c'era un pesce rosa e lui si tuffò per pescarlo.

Lo prese.

Ebbe l'istinto di inghiottirlo.

Ma amava la sua compagna, e decise di portarlo a lei.

Oltrepassò le cime delle montagne e cercò di ritrovare la strada di casa.

Ma nella pianura tutto era grigio, chiamava la sua compagna disperato ma non la trovava.

Rimase un mese a vagare nella nebbia, ma non la trovava più.

''Che senso ha rimanere qui, non c'è più niente che mi lega alla landa desolata.

Io parto, devo vivere, morirò solo, morirò nell'azzurro, pensando a Te mia unica amata, e che il vento della stratosfera mi riporti a te, solo lui può tanto.

E l'airone partì verso l'azzurro e il sole d'oro a meridione.

Ogni alba e ogni tramonto erano una delizia e uno strazio.

Una delizia perché avevano il colore rosa della sua amata e forse tutto il grande cielo era il suo vero amore, uno strazio perché gli ricordavano la sua perdita.

E come era azzurro il mare sotto di lui.

E il sole diventava man mano più alto mentre viaggiava verso il meridione.

Quando fu la volta del deserto giallo egli fu estasiato da quella visone, le dune si buttavano nel mare e il deserto era così solo, eppure solo di una solitudine splendida, neanche solo, il cielo il vento e le nuvole erano suoi compagni e il sole il suo amante, esso si accendeva di oro quando esso sorgeva sopra di lui.

''La brezza calda del deserto, se solo tu mia amata potessi darti il calore della brezza del deserto.''

Ma lui sapeva che quel deserto non poteva superarlo, non ne aveva le energie per poterlo oltrepassare.

Era stanco e la brezza del deserto carezzevole, volò sempre più basso e il sole si spense in una miriade di nuvole rosa.

Pensò a lei mentre atterrava nel deserto bianco della Nubia.

Atterrò e si rese conto che non aveva le forze per superare il grande deserto.

''Io sto per morire di fame e di sete, voglio godere delle nuvole rosa, ognuna di queste mi ricorda lei.

Amore mio, io ti Amo, ma come faccio a dirtelo, tu penserai che sono partito per egoismo, ma io non ti ho più trovata, e ho cercato di vivere lo stesso, perché il mio amore era l'unica cosa che mi rimaneva di te, e volevo che vivesse il più a lungo possibile anche se era il mio strazio.

Ma io sono aduso alla sofferenza.

No, mento nessuno è aduso alla sofferenza, nessuno si può abituare al dolore.''

Ma in quel mentre vide una nube rosa e la guardò con gli occhi di chi vuole vedere l'ultima cosa che le ricordasse lei prima del buio totale.

Era già sera, il sole era tramontato ma la nube era rosa, di un rosa acceso.

Aveva il colore del sole dell'alba non del tramonto.

''Che vedono i miei occhi? Io non mi inganno, mille albe e mille tramonti ho visto, ma questa ha i colori dell'alba non del tramonto.''

E la nube si avvicinava a lui.

A quel punto guardò bene e vide che era un uccello, un uccello di fuoco, non ne aveva mai visti di simili.

L'uccello si posò vicino a lui e parlò:

''Io sono l'Araba Fenice, vengo qui a morire ma prima devo consumarmi e deporre il mio uovo di luce, da esso io mi rigenererò.''

''Quindi tu rivivrai?''

''Si, io rivivrò ma prima devo consumarmi del tutto e deporre il mio uovo.''

''Tu non hai un compagno?''

''Io vengo dal sole, egli è il mio compagno, io nasco e tramonto come lui.''

E detto questo si disciolse in una vampata di fuoco.

Sulle sue ceneri il suo uovo di fuoco.

L'airone aveva fame ed era disperato, mangiò l'uovo di fuoco.

La notte si stendeva sul deserto e le stelle luccicavano lontane.

Lui si disperò e si rese conto che ognuna di esse era un sole meraviglioso, ma tanta era l'infinità dell'universo che non potevano né conoscersi, né parlarsi, né rivelarsi i propri segreti.

Ma l'airone ebbe una strana energia e incominciò a volare verso il cielo nero.

Superò le nubi inargentate dalla Luna che era sorta.

Quando fu vicino alla Luna, la Luna gli parlò:

''Lascia a me i tuoi ricordi e qualcuno ti sognerà.''

Lui disse: ''No io posso lasciarti tutti i ricordi ma non quello della mia amata, quello rimarrà sempre con me.''

''Lo so '', disse la Luna, ''è così per tutti solo alle stelle devi donare il tuo amore perché gli occhi giovani dei nuovi nati amino come hai amato tu.''.

Lui acconsentì e volò oltre fino a che egli divenne fuoco puro e infine si dissolse e divenne una costellazione a forma di Airone.

Quel giorno stesso un ragazzo si trovava a rimirare il cielo, aveva finalmente passato un concorso che non passava da molti anni ed era tormentato perché doveva partire e abbandonare la sua amata.

Aveva trovato un pesce rosa in un negozio di acquari e voleva portarglielo come ultimo dono.

Vide quella costellazione e sorse la Luna, fu preso da uno strano languore e si addormentò.

Sognò di essere l'airone azzurro e visse ogni singolo momento della straziante vita dell'airone.

Si risvegliò sudato e corse alla casa dell'amata per portarle il pesce rosa.

Ora aveva un significato particolare.

Le portò il pesce rosa e la svegliò.

Lei ne fu sollevata.

Anche lei aveva visto la stessa costellazione e aveva sognato.

''Ho fatto un sogno orribile, ho sognato di essere un airone rosa, e di avere incontrato il mio airone azzurro nelle brume dell'autunno, si lui mi ha abbandonato perché io avevo un piccolo e non potevo partire con lui, io credevo che lui mi amasse, ma ha preferito volteggiare nei cieli del sud.

Non posso del tutto biasimarlo, perché quell'inverno è stato terribile, e appena lui se ne è andato tutti gli stagni si sono ghiacciati e non trovavo più pesce per il mio piccolo.

Ero rimasta per salvare il mio piccolo e farlo vivere, non mi importava più nulla della mia vita, ma stavo per perdere il mio piccolo.

Soffrivo tantissimo, il dolore è stato immenso.

Poi un giorno mentre vagavo fra gli stagni ghiacciati ho visto un pesce rosa e sono rimasta perplessa.

Cosa ci faceva lì fuori dall'acqua e stranamente non putrefatto?

Il mio piccolo stava per morire, e anch'io ero sul punto di morire, ma l'ho portato al mio piccolo.

Lui l'ha mangiato di tutto gusto.

Io ne ho cercati altri di pesci perché non poteva bastare, ma dal momento che io gli ho dato il pesce rosa il mio piccolo si è fatto sempre più vigoroso.

Quell'inverno era durissimo e io sarei morta se non avessi dovuto essere sicura che il mio piccolo vivesse, quel pesce però dev'essere stato un pesce magico perché il mio piccolo cresceva e si rafforzava.

Quando è arrivato lo zefiro della primavera, io ho sentito il calore di un bacio, che arrivava dal sud, come di un vento del grande deserto, e ho pensato all'airone azzurro che mi aveva abbandonata e ho visto una costellazione simile a lui.

Poi sono spirata.

Ero nel buio e nell'angoscia più totale e tu mi hai svegliata, ti ringrazio.''

Lui era attonito e le disse:

''Amore mio, ora ho capito tutto, io sono l'airone azzurro e non ti ho voluta abbandonare, sono andato oltre i picchi per uscire dal grigiore della nebbia d'autunno, e ho trovato un lago fra le montagne e ho pescato questo pesce rosa, lo volevo portare alla mia amata l'airone rosa, ma non l'ho trovata, per un mese l'ho cercata e ho chiamato il suo nome invano nella nebbia.

Ma non l'ho trovata, ho lasciato questo pesce nella nebbia nella folle speranza che lei potesse trovarlo e mangiarlo, in verità quel pesce era magico ed io me ne ero reso conto, e ho sperato che lei lo trovasse perché potesse vivere.

Io avevo molta fame e sono comunque partito per il sud, volevo morire volteggiando nei cieli azzurri sopra la savana, ma non ce l'ho fatta.

Sono atterrato nel deserto nella Nubia e ho incontrato l'araba Fenice che ha deposto il suo uovo di fuoco.

Avevo così fame che l'ho mangiato, così sono diventato un uccello di fuoco anch'io e anche se la Luna mi ha chiesto di lasciarle i suoi ricordi, io glieli ho lasciati tutti, tranne il ricordo della mia amata, sono andato verso le stelle e infine sono spirato.''

Lei tacque e uscirono insieme nel silenzio della sera, e guardarono la Luna e la costellazione dell'airone, si presero per mano e si abbracciarono.



venerdì 22 gennaio 2021

Dedica a Te

 Candida rosa,

 vespri intonati,

giardino di stelle,

Candelabri fiammeggianti,

I tuoi capelli dorati.

Il gelo pungente

delle mie nevi perenni,

Tu hai sciolto

all'istante

quando ci siamo

incontrati.

Io voglio vederti

Davvero.

Tu, la mia sposa,

io non posso

baciarti,

se non chiudo gli occhi

e sollevo il tuo velo.

Ramati rintocchi

batte il campanile 

Tu sei la mia regina

Io il re,

Quest'acqua cristallina

Io voglio bere con te.

Non sono inutili

le spine,

sei  la candida

rosa,

il mio sole si era perso

cercava il biondo 

tuo crine.

Il tempio d'argento

al fondo dell'abisso

solo ora

è emerso.

È venuto il momento

di sciogliere le nevi,

di aprire il nostro fiore,

tu il profumo,

Io il vento.

E se questa valle

ci sembra

di aver visto

nelle vite precedenti,

Noi ci sbagliamo

è solo

l'incantesimo,

dei tuoi occhi lucenti.

Ma questi versi

intonati

a ciò che l'occhio

non può vedere

Tu lo, sei sei splendida,

ma è solo col cuore,

che ti posso vedere.

Le statue

degli dei,

Ti rimirano

di nascosto,

tu pallida Luna,

io il tuo mare

d'Agosto.

Io volevo

esser tuo schiavo,

ma sono diventato

il tuo Re,

se è questo che tu vuoi

Rimani per sempre 

Con me.

domenica 10 gennaio 2021

Sogno di Dio

 Il cuculo veglia

le sue uova

nel deserto,

nessuno le rapisce

sono sassi

è uno sciocco.

Sciocco

è chi si chiede

il perchè,

non esiste alcuno,

sono l'Iddio 

di questo universo,

non fornisco spiegazioni,

io non sono uno schiavo,

io sono il Re.

Sciocco

è chi crede

di aver trovato

la via,

costui è pazzo,

io questa chiamo

follia.

Non chiedere

e ti sarà dato,

una misura colma

di piacere

e non di peccato.

Raramente

ci si ricorda un sogno,

io tento di ricordare,

quell'unica volta,

che ho trovato

il vero amore.

Io tento di ricordare

chi ha fatto piangere

le pietre assassine,

per questo

nel deserto

vi ho lasciato,

non fra le verdi colline.

Io sono la luce,

ma la luce è cieca e sola,

è vecchia e oramai smarrita,

solo un sogno

nel mio sogno,

statemi vicini,

io cerco anch'io l'amor perduto,

voi siete i miei messi,

cercatelo per Me,

non prendete sul serio la vita.

Siate languidi

come nuvole,

che si perdono nel meriggio,

non chiedetevi alcun perchè,

ma continuate a cercare,

l'eternità è troppo grande per voi,

io ve ne dò un assaggio.

Io cerco di spiegarvi

cos'ho perso, e cosa sto cercando,

sottile e lontano

è il mio sogno...

che sia stato un miraggio?

Innumerevoli

miei figli,

sono tornati a mani vuote,

io non ho pietà,

se vi schiaccio,

non è crudeltà:

Io sono il carro,

voi le mie ruote.

Non c'è fine senza un inizio,

l'uomo pensa,

questo è il suo vizo.

Ma io non vi chiedo,

di spiegare alcunchè,

ve l'ho già detto,

tutto accade perché lo voglio,

io sono il Re.

Il Re è vecchio e triste,

sciocchi sono i vecchi,

non ricordo

cosa ho visto,

è per questo che cerco

di ricordare,

è per questo

che il tempo va avanti,

tu non lo puoi fermare.

Ma chi avrà trovato

chi sto cercando,

lui avrà il premio,

io serberò lui nel mio cuore.

Per farvi comprendere

la mia condizione,

voi state sperimentando,

l'atroce dolore.

Io non vi chiedo

di risolvere l'enigma,

io vi chiedo solo

figli miei

siate nubi

sopra il mio deserto,

non piangete invano,

lasciatevi condurre

dal vento,

lasciatevi prendere

per mano.

Forse è sciocco

cercare ciò

che si è visto in sogno,

ma la mia solitudine

è immensa

l'universo nero

nemmeno la contiene,

ma ne è un segno.

Io sono la luce nelle tenebre,

ma non voglio essere trovato,

già so chi sono,

non c'è nulla di cui pentirsi,

siete fiaccole

e io il fuoco,

in voi c'è la mia virtù,

e il mio peccato.

Io vi chiedo solo

di vedere bene,

chi amate e chi vi ama,

o frutto della mia speme.

E perdonatemi

se questo vi sembrerà un sogno,

la mia compagna io cerco,

di voi ho bisogno.

L'onda si estingue

sugli scogli,

non prima di aver tentato

di toccare il cielo.

Imparate miei sciocchi,

non riuscirete mai

a sollevare il mio velo.

giovedì 7 gennaio 2021

Putin,Berlusconi e Apicella,dopo Wikileaks,il Berlusleaks


Dopo WikiLeaks di Julian Assange (che mi dispiace dirlo sta morendo in carcere nella grande ''democrazia'' inglese, nell'indifferenza generale) in cui l'informatico rendeva note le e-mail e le conversazioni telefoniche dei capi di stato,voglio lanciare un nuovo rivoluzionario progetto di giornalismo investigativo il Berluskleaks, avendo carpito con sofisticati mezzi informatici le conversazioni del noto politico italiano,con i principali leader mondiali nel lungo periodo in cui è stato presidente del consiglio, e ciò solleva il ruolo centrale di Mariano Apicella.

Questa è stata la prima conversazione fra i due capi di stato.

Registrazione n254737 telefonata Berlusconi-Putin.

Berlusconi:''Pronto parlo con il presidente Putin?''

Putin:''Da (sì), lei chi è?''

Berlusconi:''Sono il cavaliere presidente del consiglio''

Putin:''Di quale nazione?''

Berlusconi:''Italia'''

Putin:''Mi dispiace ha sbagliato numero''

Berlusconi:''Non parlo con il presidente Putin?''

Putin:''Niet,ha sbagliato numero.''

Telefonata riagganciata.

Registrazione telefonica n26740 telefonata Berlusconi-Putin.

Questa la seconda telefonata Berlusconi Putin:

Berlusconi:''Pronto parlo con il presidente Putin?''

Putin:''Da (sì), lei chi è?''

Berlusconi:''Sono un miliardario, se mi permette di avere una conversazione con vostra maestà, posso farle un bonifico di 10 milioni di euro, o se preferisce dollari, posso fare transazioni in qualsiasi valuta.''

Putin:''Ma mi scusi, lei il presidente del consiglio italiano, il signor Berlusconi?''

Berlusconi:''In persona, il cavaliere Berlusconi.''

Putin:''Niet, ha sbagliato numero.''

Berlusconi:''Ma non le interessano 10 milioni di euro? Se vuole possiamo fare 100, purché vostra maestà mi conceda udienza.''

Putin:''Niet, non mi interessa carta colorata, quella io stampo quanto vuole, lei ha atomiche?''

Berlusconi: ''Ehm, purtroppo no, se vuole ho cento Ferrari testa rossa, 46000 lampadari di Murano...''

Putin lo interrompe:

Putin: ''Lei ha gas Nervino?''

Berlusconi:''Sono cavaliere, non mi intendo di chimica.''

Putin: ''Lei è capo di stato e non sa cos'è gas Nervino...Novichok, VX?''

Berlusconi: ''No io sono laureato in Giurisprudenza... 110 e lode, ma mi intendo più di economia.''

Putin:''Ok io non discuto su titoli di studio italiani, sempre carta colorata, era solo per una curiosità, lei come elimina oppositori?''

Berlusconi: ''Come scusi?''

Putin: ''Mi scusi, sto parlando con capo di stato, o impiegato del call center, era solo per sapere, magari lei usa metodi diversi, simula suicidi con droghe o psicofarmaci per eliminare oppositori? Sa, io umile agente di KGB, ho trent'anni di esperienza ma in questo settore e so che bisogna sempre aggiornarsi.''

Berlusconi:''...veramente, non le saprei dire...''

Putin: ''Sto parlando con capo di stato o con impiegato di un call center? A me sembra con impiegato del call center, io le ho chiesto come elimina oppositori, utilizza soluzione cardioplegica al potassio per caso? Non so magari mi sbaglio e lei è capo di stato.''

Berlusconi: ''Ma veramente io...sa, ho detto che il fascismo era diverso dal nazismo perché mandava gli oppositori in vacanza, cioè al confino, e mi hanno tacciato di essere un dittatore, un fascista.''

Putin: ''Chi l'ha tacciato di essere un dittatore? Oppositori?''

Berlusconi:''Si''

Putin: ''Lei ha eliminato oppositori che dicevano queste cose?''

Berlusconi: ''No, ma guardi che io non sono un dittatore, quelli che dicono queste cose sono dei comunisti.''

Putin: ''Io mi sento di rassicurarla, lei non dittatore, non capo di stato, lei impiegato del call center, e mi permetta di dirle che i suoi oppositori non sono dei comunisti, stia tranquillo, in tal caso lei non sarebbe qui a parlare al telefono con me.''

Berlusconi: ''Come scusi?''

Putin: ''Lei proprio ignorante, proprio impiegato di call center, le faccio l'elenco di come comunisti elimina oppositore: ''picconata in testa, legati su palo e ricoperte di miele in steppa russa, così punture di zanzare uccide per anafilassi, noi creativi, noi raffinati, ma tu impiegato del call center e non puoi capire, pazienza. tu fa bene tuo mestiere e tuo paese ringrazia.''

Berlusconi: ''Ma mi consenta, io so che i comunisti possono anche mangiare bambini...''

Putin: ''Noi bambini non mangiamo, bambini utili, bambino riesce a infilarsi bene sotto carro armato e mettere mina, adulto no.''

Berlusconi: ''Mi scusi sua eccellenza...''

Putin: ''Se lei continua a chiamarmi così, io riaggancio, io detto lei che io sono umile servitore di Patria, agente in pensione di vecchio KGB, a noi non piace leccaculo, noi vogliamo semplicemente che ordine sia eseguito, chiaro? E se impiegato di call center non esegue ordine riceve stesso trattamento di oppositore, per cui se non le è chiaro il concetto le diverrà chiaro in seguito.''

Telefonata riagganciata.

Berlusconi deglutisce, ha paura, si sente anche sconfortato e umiliato, telefona al suo più intimo amico, il cantante neomelodico napoletano  Mariano Apicella.

Registrazione n345891 telefonata Berlusconi-Apicella.

Berlusconi: ''Pronto Mariano, scusami se ti disturbo, ma è successa una cosa grave, e sono molto giù.''

Apicella: ''Uè, cavaliè, ma cos'è successo di così grave, non ti ho mai sentito così...Sei scpaventato? Ma sta tranquillo, ma chi t'ammazza a Te? Tu sei un leone, tu sei un uomo di mondo, conosci gente importante, ma chi t'ammazza a Te? Campi cent'anni, te lo dice n'amico. Tu si forte, tu sì grande, tu sì bello, tu sì pure simpatico, ma chi ti ammazza a te? Pensa al povero Mariano, io so' sgarrupato, io so' scquattrinato, io teng n'invalidità al 120% e non m'hanno dato l'assegno d'accompagnamento perchè han detto: ''Ma chi lo accompagna a chistu qua?Il becchino nella fossa?Ma questo è talmente sgarrupato che manco tiene i soldi per il funerale.''

Senti qua Silvio, ma non lo possiamo fare un altro LP insieme?Che io sono n'amico, non tengo neanche i soldi per u' funerale, è questione di poco tempo, c'è mia moglie che si è strappata tutti i capelli e mò è calva e il gatto non la riconosce più e l'ha pure graffiata, mamma mia che tragedia! Na tragedia la vita mia... e mo devo pure crepare senza un funerale, che non lo vuoi fare un favore a un amico?

Anche solo 1000 euro per un funeralino, 'na cosa piccolina, io sarò sgarrupato ma sò pur sempre un cristiano, e che si nega un funerale a un cristiano?

Ma che mi seppellite insieme al gatto nell'orto?

Così le lenticchie vengono meglio?

Insieme a quello scostumato del gatto?

Mamma mia tu vedessi come ha graffiato a mia moglie Mimmuccia, marò chilla era discperata e s'è strappata tutti i capelli e quello stronzo del gatto s'è messo a graffiarla, marò tu vedessi casa mia, c'è sangue dappertutto, vedessi come l'ha graffiata quell'infame, non la riconosco nemmeno più io sembra un film di Dario Argento, Marò!''

Berlusconi: ''Senti Mariano questa è una cosa seria, smettila dai, quando ti telefono sempre che attacchi con la stessa storia, sono quarant'anni che ci conosciamo e sono quarant'anni che devi morire e non hai i soldi per il funerale, dai smettila sono veramente giù, e poi 'sto gatto l'ho accarezzato non mi sembrava così feroce.''

Apicella: ''Ma voi scherzate, quello è un infame, quello con voi si comporta in un modo, ve lo dico io perchè , perchè sente odore di quattrini, quello sì che c'ha fiuto, sente odore di quattrini e fa le fusa, miagola, ma con me che sono sgarruppato senza più 'na lira, 'na bestia feroce, un demonio, vedessi come ha conciato mia moglie, non la riconosco più, Marò!

Per tamponare l'emorragia ho preso un lenzuolo e glielo messo in testa, anche perchè so' sincero con voi, l'aveva conciata talmente brutta che non potevo più vederla neanch'io, Marò!

E voi non mi crederete ma quando mia moglie s'è tolta il lenzuolo l'ho guardato e sembrava la sindone, Marò!

Erano visibili dei segni come di una flagellazione, quell'infame l'ha flagellata. Ve ne rendete conto!

Marò la passione di nostro Signore in casa mia stiamo vivendo! Pure i i segni dei chiodi si vedono, voi non ci crederete ma è così, Marò!

Per carità di Dio, per l'amore di Gesù Cristo, non comportatevi come Ponzio Pilato, non lavatevi le mani di tutto 'scto sangue, ma voi tenete un grande core, per pieta !Abbiate pietà, che il Signore vi ricompenserà, Marò!''

Berlusconi: ''Senti Mariano, smettila di millantare disgrazie, e di ingigantire tutto, le avrà solo fatto qualche graffietto, è un gatto, santo cielo, mica la può crocifiggere tua moglie!''

Apicella:''Ma voi non mi credete! Come San Tommaso siete!Dovete mettere le dita nei buchi che gli ha inflitto quella bestia , quell'infame! Quel Giuda Iscariota! L'abbiamo preso che era un micino scperduto, l'abbiamo allevato come un figlio! E lui così ci ricompensa...Come Bruto con Cesare, Tu quoque felix filii mii,Marò!

Berlusconi; ''Senti Mariano facciamola finita con questa storia del gatto Giuda Iscariota, Bruto e Cassio eccetera eccetera...Quanto vuoi? bastano 10000 euro? ti ho appena fatto un bonifico di 100000 per il funerale di tua sorella, che mi hai detto uccisa da tuo cognato, ma non importa è successa una cosa grave e tu non mi lasci neanche parlare, mi consenta!

E' da mezz'ora che vai avanti con questa storia del gatto assassino, e io devo parlarti perché io sono seriamente preoccupato per la mia incolumità, guarda che sto rischiando grosso, lasciami parlare o mi irrito, mi consenta, e qui non è un gatto, è qualcosa di serio , qualcuno di veramente pericoloso!''

Apicella: ''Marò!''

Berlusconi:''Marò che cosa?''

Apicella:''Marò che infame deve essere quel tale, per preoccuparvi più del gatto, quello non è un animale è un demonio, è Caronte, quando piscia, piscia così tanto che sembra lo Stige casa mia!

Marò che tragedia! Devo entrare in casa su una barca!L'inferno in casa mia! Marò che tragedia!''

Berlusconi: ''Senti Mariano, basta Merolate, ho capito che vuoi dei soldi altrimenti non mi lasci neanche iniziare a parlare e io ho bisogno di sfogarmi per una cosa seria, quanti soldi vuoi?

Apicella:''Che 100 mila euro non andrebbero bene per un funeralino?''

Berlusconi: ''Va bene, ma lasciami parlare, mi consenta di parlare o mi irrito è un'ora che tento di parlare e tu continui con questa storia del gatto!''

Apicella: ''Marò, pure voi vi siete resi conto di quant'è infame, che non si potrebbe un milioncino per riparare i danni, mia moglie c'ha bisogno di un chirurgo estetico, di un trapianto urgente di capelli in Svizzera di quelli che fate voi...''

Berlusconi: ''E sia per un milione ma lasciami parlare,Cribbio!''

Apicella: ''Acconsentite al milione?''

Berlusconi: ''Cribbio, si, ma lasciami parlare!''

Apicella: '' ...Marò siete disposti a pagare un milione, per un cazz di gatto di merda, ma che è successo di così grave cavaliè, ma a sto giro state a preoccupare pure a me...dite..dite...pure...confidatevi col vostro amico Mariano, ma se è una cosa grave, veramente grave di quelle che scto pensando io, sappiate che io non vi posso aiutare, anzi quescta telefonata è come se non fosse mai avvenuta, e noi non ci conosciamo, inteso?

Berlusconi: ''Senti Mariano...''

Apicella: '' Dite, dite pure che mo' m'avete messo la curiosità, chissà che cazzo sarà mai accaduto per pagare 1 milione di euro per un gatto di merda, dite, che mo' so curioso.''

Berlusconi: ''Mariano...Ho telefonato a Putin. Hai presente Putin? Hai presente Putin, Mariano? So che non ti interessi di politica, ma tu sai chi è Putin?''

Apicella: ''Cavaliè io sarò sgarrupato, ma mica 'so fesso, che m'offendete così, certo che so chi è, il russo, quello del KGB, avete telefonato a lui, proprio a lui?

Berlusconi: ''Si purtroppo sì, ho bisogno di essere considerato all'estero e nessuno mi considera, ho provato con tutti, ho provato anche con Bush, ma era sempre ubriaco, mi sono presentato alla casa bianca, e le guardie mi hanno buttato, fuori, allora mi sono presentato con una cassa di whiskey e mi ha fatto entrare, ho chiesto di fare una dichiarazione congiunta ma usava la penna per stappare le bottiglie, ho cercato di fare le foto assieme, ma lo staff della casa bianca mi ha detto che con la bottiglia in mano non si poteva fare.

Sono ritornato in lacrime ad Arcore, mi sentivo solo, non considerato da nessuno, un parvenù, mi considerano un parvenù, non mi lasciano entrare nei salotti buoni, e quando mi lasciano entrare è solo per portargli da bere, come un cameriere, capisci? Io Silvio Berlusconi, cavaliere del lavoro e presidente del consiglio e mi trattano come un cameriere!

E allora in preda alla disperazione, ho pensato, proviamo con un comunista! Quelli li compri con quattro noccioline, ma io pensavo ai comunisti in Italia, quelli non sono pericolosi, ma lui è russo, ho fatto il più grande errore della mia vita, mi ha minacciato di morte, e per giunta mi ha detto che sembro un impiegato del call center, è stato il momento peggiore della mia vita, ancora peggio che quando sono andato a portare il whiskey a Bush!''

Berlusconi si mette a piangere.

Berlusconi: ''Mi sento offeso, umiliato, nessuno mi considerato tranne questi quattro deficienti di pensionati cui ho promesso di alzare la pensione da 500 euro a un milione di lire, e loro mi hanno pure creduto, insomma, cribbio, una vita a lavorare come un mulo, ora divento presidente del consiglio e mi trattano, così?

E ora ti ho confesso che ho paura, ho paura Mariano, quello è un comunista, un comunista russo, e mi ha detto che fanno cose orribili che io non mi ricordo nemmeno più, hai capito Mariano, rischio la vita, hai capito Mariano?

Apicella: ''Cavaliè, innanzitutto pigghiate 'na pastiglia per calmarvi perchè non vi ho mai sentito così, in secondo luogo qua nun ci scta nessun problema, è russo, non è comunista, ma cambia poco, io ho lavorato pure in Russia e quindi mi sento in dovere di rassicurarvi, qua nun ci 'scta nessun probblema, 'o so, i russi so' pazzerielli, devono a tutti i costi osctentare violenza, qui a Napoli, sienti a me, ostentiamo miseria, ma non mi pare che a gente 'a coppano con delicatezza.

Sentite a 'me, è tutta una questione di come porsi.

Voi probabilmente avete tentato di blandirlo come un plebeo fa con lo Zar, e in teoria non è scbagliato, ma vedete, noi napoletani siamo un pò psiquanalisti, allo Zar è inutile che lo chiami ''Zar'', ''vostra eccellenza'', 'o fanno già tutti, il problema dello Zar è che si annoia, e tutti ''vostra eccellenza'', ''io sono il vostro umile servitore'', e ''grazie al cazzo che sei il mio umile servitore'', pensa lo Zar,'' se no ti coppo in 5 secondi!''

Cioè cavaliè, io non voglio darvi lezioni di diplomazia internazionale, ma noi napoletani siamo un pò tutti diplomatici internazionali, e chi in Russia, e chi in America, e chi in Belgio, e chi in Norvegia, dovunque cerchi un napoletano lo trovi!''

Berlusconi: ''E cosa bisogna fare?''

Apicella: ''Innanzitutto, sctare calmi, lo so è sctata na jurnata difficile pe' voi, adesso pigliatevi una pastiglia per calmarmi, e cercate di dormire, dovete detendere i nervi, se no non si può far niente, ma io vi dico che voi state facendo il diavolo più cornuto di quello che è, insomma, non per essere offensivo, ma ogni bestia ha la sua etologia e bisogna riconoscerla prima di approciarsi, altrimenti si finisce come col mio gatto, cioè in tragedia, ma qui la situazione è tranquilla, quello si fa vedere violento, ma in realtà è scocciato, solo scocciato, tutto lì, è come quando vi telefona quello del call center, voi siete scocciati, lui vi vuole vendere paccottaglia, vi vuole tirare il pacco, potete anche insultarlo ma mica vi prendete la briga di andare a vedere dove abita e ammazzarlo?

No?

Dico bene cavaliè?

Vi pare sensato il mio ragionamento?''.

Berlusconi: ''Grazie Mariano, mi sei sempre di conforto quando ti parlo, ora la situazione mi è più chiara, infatti io volevo qualche piccolo pozzo di petrolio per l'Eni sul Caspio, ma solo così per fare finta di aver ottenuto qualcosa, di essere considerato, hai capito?''

Apicella: ''Guardate cavaliè che il vostro Mariano vi capisce benissimo, io se permettete un consiglio ve lo do, voi adesso prendete la pastiglia e andate a dormire e non vi sognate di richiamarlo altrimenti quello dice:''Ma che cazz'?Ma sto qua è un presidente del consiglio o un impiegato del call center?

E' il dubbio è legittimo, scusatemi cavaliè se parlo sincero, ma quando ci vuole, vuole, è chiaro 'stu fatto?

Ora voi prendete la pastiglia e andate a dormire, e non ritelefonate, non ritelefonate mi raccomando, che siete un Presidente del Consiglio, 'na persona importante, e allora comportatevi come tale, e che cazz...

Ma poi 'sto cazzo di Bush, ma San Gennà è chiaro che se voi vi comportate come un cameriere vi trattano da cameriere, ma pure nu' guaglione le capisce 'ste cose, cavaliè, e che cazz', andate a dormì che domani prenotiamo un volo per il Cremlino, e ci penso io.''

Berlusconi: ''Un volo per il Cremlino? Ma mi ucciderà! Io non voglio essere deportato in un Gulag!''

Apicella: ''Ma quale Gulagg e Gulagg...siente 'a me, tu porta 10 o 20 delle tue sgualdre, Emilio Fede e un trans Pugliese di cinquant'anni brutto, brutto, brutto, ma brutto davvero, non come mia moglie che tutto sommato nonostante la tragedia di casa mia è ancora accettabile un Trans Pugliese brutto di 50 anni come quello che si è fatto Lapo, anzi per esseri sicuri chiama lui, siamo d'accordo?

E adesso pigliatevi 'sta cazzo di pastiglia e annate a' durmi' sapete come si dice a Napoli, 'a da passà a nuttata...''

Berlusconi: ''Grazie Mariano, stavo giusto pensando di farmi un tiro di coca e ritelefonargli per sembrare più brillante del solito, ma tu mi hai dato un consiglio saggio, io sono il cavaliere non l'impiegato del Call Center''

Apicella: ''Maronna santa ci voleva tanto a capirlo? E ora lasciatemi in pace che devo asciugare il sangue che ha versato mia moglie per colpa di quell'infame, quello sì che è un'infame, e voi vi state a preoccupare per Putin, ma fatemi il piacere...

Arrivederci.''

Berlusconi'' A domani Mariano, a volte confesso che ho dei dubbi su di te, e sulla tua amicizia, ma ti ringrazio di cuore , sei veramente un amico.''

Apicella: ''Ma figuratevi, pe' na strunzata del genere lo dite? Piuttosto ricordatevi il bonifico di 1 milione di euro per riparare i danni della bestia, quello sì che n'infame, n'infameeee!''

Telefonata conclusa.

Da qui in poi non ho più intercettazioni telefoniche ma solo rilevazioni ambientali da cimici e telecamere nascoste che ricostruiscono il seguente quadro:

Berlusconi seppure tentennante, convoca venti mignotte di tutto rispetto, chiama Emilio Fede e lo minaccia di licenziarlo se non si presenta , e scuce un assegno di 10000 euro per il trans pugliese che si è fatto Lapo.

Si imbarcano tutti per Mosca e la strana comitiva arriva davanti al Cremlino.

Apicella: ''Ora cavaliere lasciate fare a me , ci penso, io essendo napoletano sono sia psiquanalista che diplomatico internazionale ma soprattutto cantante, e che cazz...''

Berlusconi deglutisce e pensa: ''Bene che vada, finisco su tutti i giornali e vengo messo in ridicolo, ma se va male finiamo tutti in Siberia...Quello è un comunista! Di quelli veri! Non come Bertinotti! Non come D'Alema, non come Rosy Bindi...aspetta...ma cosa c'entra Rosy Bindi con Putin?

Non lo so! La paura fa strani scherzi.

Perchè ho pensato a Rosy Bindi davanti al Cremlino?

C'è pure la falce e il martello...

Preferirei che i comunisti mi tagliassero il mio membro con quella falce piuttosto che andare a letto con Rosy Bindi.

Ma cosa mi sta succedendo?

Ma devo fidarmi di Mariano?

Ma cosa vuole fare con il trans Pugliese?

E con Emilio Fede?

Capisco le mignotte...ma non so cosa abbia in mente Apicella...a dir la verità ora che guardo il trans non è così male...non lo dico a nessuno ma io preferirei lui a Rosy Bindi.

E di nuovo che penso a Rosy Bindi...

Non mi era mai capitato.

Sto forse cambiando orientamento sessuale?''

Ma il Cavaliere viene interrotto dal suono del citofono del Cremlino, Apicella è riuscito a oltrepassare i nerboruti body guard russi, che lo hanno perquisito da cima a fondo e gli hanno solo trovato venti cornetti napoletani, il pupazzo dell'orso Ciro , l'orsetto partenopeo per bambini commercializzato da giochi preziosi negli anni novanta, e un asciugamano che Apicella ha detto di aver rubato in un hotel di Capri come ricordo l'unica volta che ci è stato.

Suona il citofono.

DRRRIIINNNN...

Il gelo.

Meno quaranta gradi.

Tutti hanno freddo sia fuori che dentro.

I body guard russi li fissano con occhi vitrei dicendo parole in russo nei loro microfoni.

Nonostante il gelo tutti sudano .

Sono terrorizzati.

Tutti tranne uno.

Risponde Putin alle 8 di mattina, di una gelida mattina di Mosca, e la voce gelida di Putin risponde dal citofono.

''Chi è? Chi è a quest'ora? Se siete testimoni di Geova i vostri opuscoli non solo saranno sequestrati e bruciati sulla Piazza Rossa, ma sarete sottoposti al trattamento acqua benedetta sotto il Burjan, ho selezionato delle vecchie zittelle incattivite personalmente, e una loro secchiata di Acqua Benedetta sarà sufficiente a congelarvi all'istante e morire assiderati, io non spreco prezioso piombo per simili deficienti...''

A quel punto tutti temono il peggio, i body guards danno degli ordini in russo, viene fatto alzare un Mig supersonico con a bordo cento vecchie incattivite armate di secchi di acqua benedetta, in altri dieci secondi le vecchie atterrano sulla Piazza Rossa con paracaduti, brandiscono i secchi e gli aspersori come AK47 ,tutti temono il peggio, l'efficienza russa fa tremare tutti di paura.

Tutti tranne uno:

Mariano Apicella.

Lui affetta un bel sorrisone tranquillo, si mette le mani sulla panza e senza nemmeno tentare un accento russo urla nel citofono:

''Guagliò ma che state a dì? Io testimone di Genova? Ma io abito a Napoli,a me che me ne fotte del Genova? Io al massimo potrei essere testimone di San Gennaro...ma neppure a quello credo, è un pacco tutto un pacco...piuttosto gradite una canzone?''

Putin tace, è perplesso, cosa cazzo vuole 'sto pulcinella alle 8 del mattino?

Dentro di sé si chiede se gli americani hanno tentato di assoldare uno sgherro della camorra per farlo fuori, Putin è stato allevato a pane e KGB fiuta il pericolo dovunque, anche dove non c'è.

Putin continua a tacere e la tensione sale, a questo punto le vecchie si preparano, hanno i secchi pronti, i body guard puntano i fucili mitragliatori sulla testa di ogni singolo presente comprese le mignotte.

Old school KGB.

Prima le ammazziamo, poi quando siamo sicuri le trombiamo, sia mai che siano spie ben addestrate della Cia.

Tutti si cagano addosso nel senso letterale del termine.

Si sente un tanfo di merda e una macchia marrone si fa largo fra le natiche di Berlusconi ed Emilio Fede.

Ma Apicella non sembra per nulla intimorito.

A un certo punto nel climax massimo della tensione quando stanno per premere sul grilletto, quando stanno per lanciare l'acqua benedetta che si congela all'istante e potrebbe seppellirli come una valanga ecco che Mariano rompe il silenzio.

''Mare profumo di mare, ma in 'sto posto di merda che state a fare?''

Canta.

Putin parla.

Dice ordini in russo.

Berlusconi chiude gli occhi aspettando la morte.

Rimane così per una ventina di secondi a occhi chiusi.

Li apre solo quando una guardia Russa col colbacco lo tocca garbatamente dietro la schiena per fargli presente che deve entrare.

Le porte del Cremlino sono aperte.

Le guardie depongono le armi, le vecchie lasciano cadere per terra aspersori e secchi.

Un silenzioso strambo corteo viene fatto entrare nei lussuosi corridoi del Cremlino.

Arrivano fino alla porta dello studio di Putin.

E' d'oro massiccio.

Anche Berlusconi è impressionato da un simile sfarzo e capisce quanto è stato stupido a cercare di comprare Putin, in quella porta c'è più oro di quanto ce ne sia nella Banca d'Italia e probabilmente in qualsiasi banca centrale del mondo.

Viene aperta da un nerboruto cosacco, che fra imprecazioni in russo per la fatica di aprire quella porta immensa e pesantissima, e sorseggia vodka per aiutarsi nell'impresa, alla fine apre e tutti quanti vedono un Putin stranamente sorridente.

Si avvicina ad Apicella con la camminata da maschio alpha russo che potrebbe uccidere un orso a mani nude, ma con quelle mani, prende quelle di Apicella, e le stringe forte.

''Ciao Pupo, finalmente sei venuto a trovarmi, erano vent'anni che ti stavo aspettando, eri venuto a cantare in Russia vent'anni fa perché avevi troppi debiti, a noi russi piace molto la canzone italiana, io non mi perdo una puntata del festival di Sanremo, guardo anche il dopo-festival, adesso sei ritornato?

Hai di nuovo tanti debiti?

Tue due mogli ti hanno asciugato conto corrente oltre che liquidi seminali?

Hai preso terza moglie?

Quarta?

Non ti preoccupare Pupo tu canta per me  canzone e io risolvo ogni problema, se necessario liquidiamo mogli che ti hanno asciugato i liquidi.''

Putin sorride e fa ok con la mano.

Apicella si fa buio.

Putin lo guarda e dice: ''Mia solo una battuta, noi in KGB scherziamo così, noi non tocchiamo tue mogli se tu non vuoi.''

Apicella si fa ancora più buio.

Si gira e se ne va.

Mentre se va Putin intona una canzone per trattenerlo:

''Gelato al cioccolato, dolce un pò salato...''

Mariano Apicella si ferma.

Questo è troppo.

Si gira e lo apostrofa:

''Ma quale Pupo e Pupo...?!?''

''Tu sei un infame peggio di quella bestia, di quella bestiaccia che ha rovinato mia moglie, l'ha graffiata tutta da quando si è strappata i capelli.''

Berlusconi è attonito, dice:'' Ma allora e' vera quella storia del gatto''

Apicella:''Certo che è vera, disgraziato guarda come l'ha ridotta.''

E mostra una foto della moglie straziata dalla bestia infame.

Rimangono tutti atterriti.

E' peggio di un film di Dario Argento.

La mostra anche a Putin.

Putin si commuove, in fondo al ghiaccio c'è la calda fiamma di un uomo solo al comando, solo così terribilmente solo che ha accettato per la prima volta che uno straniero venisse al Cremlino.

O meglio la seconda.

La prima volta era toccata a Pupo.

Anche Apicella scoppia in Lacrime:''Maronna santa che tragedia!Sono proprio sgarrupato, ho dovuto fare 5000 km perchè qualcuno mi credesse, tu sì che hai un cuore, tu sì che mi capisci,quella bestia è infame'' e abbraccia Putin in lacrime.

Putin: ''Come ti chiami?''

Apicella:''Mariano''.

Putin: ''E di cognome?''

Apicella: ''Apicella''.

Putin:''senti Mariano Apicella, non ti preoccupare per bestia infame, quando scappata tigre da zoo di Mosca, io ucciso con le mie mani, ci penso io a bestia cattiva.''

Apicella:''Grazie, tu solo mi capisci''

Putin:''E questi con te chi sono?Celentano?Mina?Claudio Baglioni, ?Amedeo Minghi?''

Apicella:''Ma che dici?Ma che Amedeo Minghi,non diciamo minghiate...''

Putin:  ''Battisti?Mogo?,Renato Zero?Io ti voglio bene ma ti dico solo una cosa, a me piace tutta musica italiana, anche Patty Pravo, anche Orietta Berti, persino Moira Orfei.''

Berlusconi:''Ma mi scusi mi consenta, ma Moira Orfei non è una cantante...''

Apicella: ''Sta zitto che non capisci un cazzo di musica.''

Putin: ''Bhe fammi finire discorso, a me piace tutta musica italiana, anche Bobby Solo, e forse mi sono confuso su Moira Orfei, lei magari grande scrittrice, però una cosa sola ti chiedo:Renato Zero, NO,NIET.''

Putin:''Lui fa schifo,proprio schifo, volendo si può accettare Guccini, volendo si può accettare anche De Andrè, ma Renato Zero ti prego NO,NIET, se l'hai portato con te fallo subito uscire, io non voglio avere a che fare con lui e la sua setta ignobile di sorcini, noi quella gente la anneghiamo nelle acque gelide del Volga appena nati.''

Apicella: ''Non ti preoccupare ci sono tutti tranne lui.''

Putin: ''Bene,questo mi rassicura, io sapevo di potermi fidare di te.''

Apicella: ''Senti Vladimir, qual è il tuo cantante preferito dopo Pupo.''

Putin: ''Celentano.''

Apicella si gira verso Berlusconi.

''Vie' qua Adriano, fagli sentire una canzone a sto povero cristiano''.

Berlusconi:''Mi consenta ma io sono il presidente del consiglio S.''

Apicella:''Vuoi essere preso per un impiegato del call center?''

Berlusconi:''No, Mariano''

Apicella:''Allora sta zitto e vieni qua.''

Apicella: ''Allora Adriano intona una canzone allo zio Vlad, ma prima zio ti devo dire una cosa, sto povero cristiano, è presidente del consiglio, sa cantare bene ma nessuno se lo caga, senti è in mezzo ai debiti messo male peggio di Pupo, ha cercato di cavarsela diventando presidente del consiglio ma mo' è messo peggio di prima. Non è che che puoi cedere all'Eni quei quattro-cinqucento milioni di metri cubi di Gas del Mar Caspio,e giusto una decina di pozzi petroliferi dell'artico?dai tu si che hai un cuore,dai, lo so che hai un cuore, ma non vedi come si è ridotto, guardalo, somiglia un pò a quella Moira Orfei di cui hai parlato con tutti gli interventi che si è fatto.''

Putin annuisce compunto.

Apicella gli porge il contratto gigante con cui Putin cederà il petrolio russo all'Eni.

Sta per firmare.

Si blocca.

Tutti deglutiscono.

Forse ha capito.

Putin:''io firmo a una sola condizione, prima deve cantare.''

Berlusconi tentenna, poi inizia:

''Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua''.

Putin ride e batte le mani.

Apicella si incazza: ''Ma scusa,ma proprio quella strofa dovevi cantare, ma allora sei proprio deficiente, ma non vedi che siamo nell'inverno russo e ci sono meno quaranta gradi sotto zero?''

Putin: ''Lascialo cantare..''

Berlusconi: ''E allora io quasi,quasi prendo il treno, e vengo, vengo da te.Il treno dei desideri che sempre all'incontrario va.''

Putin:''Bravo!''.

Batte le mani.

E firma.

Apicella:'' Ma che bravo e bravo? Ma quello pure al call center lo cacciano.''

Apicella: ''Sa meglio che torniamo indietro col treno dei desideri, noi ci congediamo.''

Se ne vanno con una concessione multimiliardaria all'Eni, Berlusconi è esterreffatto.

Sta zitto.

Sul volo di ritorno Berlusconi si gira verso Mariano Apicella e gli chiede:

''Scusa Mariano, ma allora è vera la storia del gatto?''

Apicella: ''Ma tu sei scemo proprio, io non ti rispondo neanche.''

Berlusconi tace, poi fa la seconda domanda:

''Ma allora perché abbiamo dovuto portare le mignotte, Emilio Fede, e il trans pugliese?''

Apicella: ''Guarda che tu non hai capito, un cazzo, prima viene il dovere, poi il piacere .Io adesso ti ho procurato i contratti miliardari, tu quando vai da lui digli sempre che sei un cantante e non il presidente del consiglio,un cantante a caso tranne Renato Zero.''

Berlusconi: ''Ma io capisco le mignotte, ma Emilio Fede e il trans pugliese che ha inculato Lapo?''

Apicella: ''Ma allora tu si scimo proprio, è tutto un divertimento prima facciamo palpeggiare Emilio Fede dalle mignotte, poi lo bendiamo, e ...Tram... il trans incula Emilio, è tanto difficile da capire?

Me lo meriterò un po' di sano divertimento?''