sabato 31 luglio 2021

Il loto

''Ti voglio raccontare una storia'' disse l'abate a un giovane monaco.

Nel tempio di Enriaku Ji  c'erano due monaci, uno aveva meditato tutto il giorno alla ricerca del nirvana, l'altro si occupava delle cerimonie.
La cerimonia del te.
L'aveva fatta da solo, due volte, al mattino e alle 4 del pomeriggio, mancava solo quella serale.
L'altro monaco stava di fronte al laghetto, continuava a tirare una pietra nel laghetto del giardino, osservare l'onda, il lago quietarsi, per poi andarla a riprendere.
Aveva piovuto tutto il giorno, il monaco che si occupava delle cerimonie era un po' indispettito dall'atteggiamento dell'altro monaco.
Tirando la pietra disturbava il loto bianco al centro del lago secondo lui.
Lui curava maniacalmente il giardino.
Potava le piante.
Anche lui si sedeva in meditazione di fianco all'altro monaco quando era stanco.
La cura dell'intero monastero era faticosa al suo vecchio corpo eppure gli donava gioia.
Aveva amore delle piante.
Si era seduto di fianco al monaco dietro una pietra.
Lui sentiva per contro che quella pietra doveva rimanere li', e che nulla andava mosso.
Guardava le gocce di pioggia nel laghetto, e quei cerchi concentrici.
Da piccolo passava ore a contemplare le onde concentriche delle gocce di pioggia.
Lo assorbivano, gli sembravano la perfezione.
Guardava in quel momento le gocce di pioggia nel lago.
Le guardò in modo diverso.
In quella perfezione non c'era pace, ma sofferenza.
Era una rincorsa, e al tempo stesso l'eco di qualcosa, passato e futuro.
Ebbe questa strana percezione.
Guardava le piante del giardino.
Il tempo fuggiva, come cerchio concentrico, il tempo fuggiva.
Ma il loto bianco, quelli si adesso era la vera perfezione.
Era ignaro dell'acqua sopra e sotto di lui.
Si sedette in meditazione guardando il loto e non la pietra.
In quel momento mentre guardava il loto e non la pietra un fulmine dal cielo colpi' la pietra che si trovava di fronte a lui, e quella di fronte all'altro monaco.
Si parlarono.
''Tu sai cosa sta per accadere? questo è un presagio, i naga ci stanno avvertendo.''
Chiese il monaco che tirava la pietra nel lago all'altro.
''Il fulmine è caduto dal cielo su entrambe le nostre pietre, la tua immobile, la mia no.''
L'altro monaco gli rispose:''Tu non hai osservato bene, è dalle pietre che il fulmine è asceso al cielo, non sono i naga, qualcosa è avvenuto in esse, qualcosa della loro natura quieta e imprigionata è voluto salire all'infinito.''
''Ma io guardo sempre le piante del giardino è qualcosa di piu' ancora anomalo è successo, una foglia è caduta dal salice e si è posata sul loto, ed è rimasta lì.''
Il monaco a cui piaceva perturbare il lago non disse nulla, era rapito da qualcosa che neanche lui sapeva ben definire, guardò le piante scosse dal vento, l'acqua le nuvole, sentiva che era il momento tanto atteso si sentiva rapito da tutto, toccò la pietra incandescente da cui il fulmine era asceso al cielo e la lanciò nello stagno, era il momento.
L'altro monaco invece guardò il loto bianco ed ebbe paura per esso.
Qualcosa questa volta poteva perturbare la sua quiete in modo definitivo.
Ebbe compassione di esso, e non si curò della stessa sensazione che provava anche lui, la sensazione che stava per essere rapito da un lampo verso l'infinito.
Pareva essere la liberazione ma lui non se ne curò, si tuffò nelle acque dello stagno per prendere il loto e preservarlo da ciò che stava per accadere.
E il loto gli fu grato.
Era il 6 agosto 1945 a Hiroshima.
In quel momento la bomba esplose.
L'atomo, questa piccola pietra si scisse e qualcosa di esso fuggì verso l'infinito.
Mentre era immerso nel lago si accese il grande bagliore.
Vide il grande bagliore e sentì la vertigine, la vertigine originaria.
La quieta pietra dell'atomo originario si era illuminata della vertigine.
Aveva sentito infiniti mondi, universi, possibilità, forme, era fuggita da se stessa perchè aveva sentito la grande vertigine, il grande fulmine che lo stava per portare nel mondo degli infiniti universi e infiniti dei.
Non sarebbe piu' stato tutto, lo era già, sarebbe stato qualcosa di infinitamente piu'grande sarebbe asceso all'infinito, aveva provato la grande vertigine.
E in essa era precipitato.
L'atomo fuggì da sé stesso e entrambi i monaci videro il bagliore meraviglioso.
Il monaco che si era preoccupato del loto si trovava sotto di lui.
L'altro sulla riva preso da questa vertigine si alzò per lanciare la pietra nella sua colonna vertebrale il fulmine che lo stava per rapire all'infinito.
Stava per dire:'' Finalmente IO l'ho raggiunto.''
Ma non finì mai la frase .
Quando disse IO, la luce dell'atomo, la pietra originaria lo ridusse a un ombra sul terreno.
L'altro monaco si trovava sotto le acque del lago e stava per riemergere per prendere il loto.
Le acque del lago lo protessero dal grande bagliore.
Anch'egli sentì la grande vertigine di infinite galassie, universi, la possibilità di essere gli infiniti dei.
Ma quando toccò il loto tutta questa vertigine fece ondeggiare il suo essere, sentì anche lui la colonna vertebrale come un fulmine che lo rapiva all'infinito.
Ma toccò il loto ed emerse.
Qualcosa di lui era stato rapito verso non sapeva più neanche dire cosa, sapeva solo che il loto bianco era nelle sue mani.
Gli accadde tutto ciò che era accaduto all'altro monaco, fu rapito verso l'infinito e si perse nelle profondità dello spazio, ma era lì, nelle sue mani il loto, intatto.
Non sapeva che pensare, era stordito.
Entrò nel tempio semidistrutto, ma nonostante questo sentì che doveva celebrare la cerimonia del tè serale non aveva altro che il loto, le brocche erano distrutte.
C'era una bottiglia rotta che conteneva tè bollente.
Usò il loto come calice.
Mise il tè bollente nel recipiente e fece cadere il loto al centro del recipiente pieno di te.
Notò che il loto caduto nel te non formava alcuna onda concentrica.
Era come fosse libero da questa strana smania dell'universo di propagare se stesso al di fuori.
Il loto tuttavia nel tè bollente sembrò morire.
Ne fu rattristato e pianse.
Le sue lacrime caddero sull'amato loto che lui aveva ucciso, le lacrime scorrevano sul loto anche morto senza fermarsi.
Forse non era morto.
Bevve il te bollente dal loto.
Non era bollente se preso da esso.
Mise il dito nel te e quasi si ustionò, il te era bollente, ma se bevuto dal loto era fresco.
Prese il loto e lo depose nel centro del lago.''

L'abate terminò così la storia e tacque.
Il giovane monaco non capiva.

''Abate non capisco, qual è il senso di tutta questa storia, quale dei due monaci ha raggiunto il nirvana?
Il loto è vivo o è morto?''

L'abate si alzò e fatto un inchino aprì il butsudan, e estrasse un loto.
''Il loto è qui.''
''Vuoi sapere quale dei due monaci ha raggiunto il nirvana?
''Io ti ho raccontato la nostra storia.''
''Prendi il loto nelle tue mani.''
Nel momento stesso in cui prese il loto nelle sue mani l'abate scomparve e ne rimase solo l'ombra per terra.
Il giovane monaco amò il loto.
Si disse: ''io non so chi ha raggiunto il Nirvana, non so neanche se i monaci erano due, non so dire se l'abate che era di fronte a me fosse solo un fantasma ucciso dall'esplosione, non so dire nulla, al di fuori che io amo il loto e sento che se lo amo lui vive, se eccedo nella forma lui muore, si l'universo è esploso a rincorrere l'infinito, e questo universo è solo il fungo atomico e le macerie di quell'esplosione originaria, ma io amo il loto e ora so che si salva solo chi è perso nel suo amore, nella sua purezza ineffabile.
Non so se questo è il Nirvana, non so se esiste il Nirvana, ma il loto è con me e tanto mi basta.''
Chiuse gli occhi e si rese conto che l'abate e tutti gli altri Buddha dei millenni erano con lui e non l'avrebbero mai abbandonato.
 

giovedì 22 luglio 2021

L'abisso e il cielo

 Io devo

saltare da una stella

all'altra per rimirarti,

la sera quando dormi.

Mi servo della Luna 

come lampada,

ma io non vedo

nella tua stanza.

Io sono il mare

il grande abisso,

immenso,

eppure carezzo

i tuoi piedi

quando cammini sulla spiaggia.

Io mi arrendo al mistero

dei tuoi occhi,

è l'unico universo in cui

esisto.

Tocco i tuoi capelli

per sentirti.

Cerco di coglierti,

e non ci riesco.

Ma il mare profondo

potrebbe carpire la tua essenza?

Il mio abisso affoga ogni cosa

nelle sue profondità,

ma i tuoi occhi

languide bolle di cielo,

risalgono allegri

e come spuma tu sorgi.

I tuoi capelli biondi,

il tuo sorriso

c'erano, e non ci sono piu'.

Che è questo mistero?

Ma poi io mi rendo conto

che i miei occhi,

sono solo grotte blu.

Tu ti avventi sul mio

corpo come onda,

su morto scoglio

sei infinite bolle di aria,

finalmente espiro,

e liberi il mio spirito

al tuo cielo.

lunedì 19 luglio 2021

Correlazione tra contagi e sabbia in sospensione atmosferica

 Credo sia doveroso esprimere un dubbio se anche le circolazioni atmosferiche non abbiano un ruolo nell'evoluzione della pandemia, nello specifico la quantità di sabbia che dal Sahara si muove in direzione dell'Europa.

Sono stati fatti studi che dimostrano come una singola particella di polline possa veicolare i famigerati coronavirus, non vedo perchè debba essere diverso per i granelli di sabbia.

Se entriamo nel merito stiamo vedendo una crescita di contagi della variante delta, proviamo a vedere cosa succede a livello atmosferico.


Un insolita propaggine di sabbia del Sahara si protende da diversi giorni in paesi atlantici come Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Danimarca paesi interessati dal picco di contagi.

Questa schermata è del 17 luglio.

Da notare anche come insista sul mediterraneo orientale, ovvero Grecia e Cipro, due altri paesi interessati.




Questi flussi di sabbia si spingono fino a latitudini molto alte anche in paesi ''atlantici''.
Io vorrei fare osservare come questo fenomeno avvenga sempre piu' spesso anche nella stagione fredda, paradossalmente piu' nella stagione fredda che d'estate.

Questa è un'animazione di ciò che è successo nel Febbraio del 2021.

 
Come possiamo vedere dai dati satellitari la quantità di sabbia sahariana era molto piu' cospicua a Febbraio che non nella stagione estiva.



Il fenomeno non è passato inosservato ed è per certi versi inedito, la sabbia si è depositata sulle regioni alpine e le ha valicate.

Queste alcune foto dell'inverno 2021.





Questa è una veduta di Lione del Febbraio 2021 interamente rossa.

Il fenomeno per proporzioni e persistenza è per certi versi inedito, viene da pensare se il focus vada spostato dal contatto interumano alle circolazioni atmosferiche.







venerdì 9 luglio 2021

Come la guerra del Vietnam ha creato la globalizzazione

 Cari 4 gatti lettori, oggi affronterò un tema che ho già affrontato altrove, ma cercherò di farlo in modo piu' dettagliato: la (sino)globalizzazione.

Per capire dove siamo arrivati oggi, è necessario risalire ad un episodio storico, la guerra del Vietnam.

Sono sempre stato curioso di estremo oriente, e la guerra del Vietnam non l'ho mai capita fino a che non ho letto Pelle di Leopardo di Tiziano Terzani.

A differenza dell'altro Moloch del giornalismo ''schierato'' ovvero la Fallaci, Terzani è stato un curioso, un viaggiatore, un amante dei paesi che visitava seppure in veste di inviato di guerra.

Terzani per questo motivo ha rischiato piu' volte la vita, gli va riconosciuto.

Non era uno che scriveva e pontificava da dietro una scrivania.

In vari episodi di Pelle di Leopardo ho cominciato a conoscere l'uomo orientale.

Mi ricordo un episodio in cui un marine americano, chiamava ''my friend'' e trattava con affetto e amicizia un ''vietcong'' che lui riteneva di aver convertito alla sua religione della ''democrazia capitalista''.

Costoro vivevano in una casupola con un cane.

Terzani che essendo un italiano era già in parte un ''orientale'', un ''levantino'', scrisse  a proposito del vietcong ''convertito'' :'' sorrideva, sorrideva sempre, e dietro quegli occhi impenetrabili c'era qualcosa che non mi convinceva, ma lui sorrideva sempre.''

In un capitolo successivo Terzani apprese che il ''vietcong convertito'' aveva ucciso il marine americano e si era cucinato e mangiato il cane.

Il Vietnam doveva essere un banco di prova, in cui l'America anziché autocelebrarsi nel suo fallimento nel confronto con l'uomo asiatico, ostentare un' antimilitarismo ridicolo e ipocrita in vari film a mio avviso totalmente non rappresentativi della realtà della guerra del Vietnam, come Full Metal Jacket (film che ritengo di bassissimo livello), o nell'universo onirico di Coppola di Apocalipse Now, che pur essendo decisamente piu' apprezzabile dal punto di vista cinematografico, a parte la natura onirica del film che in un certo senso è apprezzabile, compie un atto assolutamente fuori luogo, trasportare il romanzo ''Cuore di tenebra'' ambientato in Africa in una realtà completamente differente, ovvero il Vietnam.

Non un film storico, anche se decisamente più pregevole del primo.

Per qualche ragione che mi sfugge, penso per dilettantismo, nel mentre che gli europei passavano il testimone agli Stati Uniti nella guerra del Vietnam, se gli europei avevano imparato a sguinzagliare tutta una serie di ''curiosi'' che approfondivano la natura antropologica dei popoli che andavano dominati, gli Stati Uniti ritenevano di poter ignorare i popoli con cui avevano a che fare.

L'antropologia stessa è una disciplina che è stata fondata dai britannici dopo che dei soldati sikh che combattevano per l'impero si erano rifiutati di sparare perché i proiettili erano unti di grasso di maiale, il maiale era impuro per la loro religione, e la battaglia era stata persa senza sparare un colpo.

I britannici avevano capito che senza conoscere le popolazioni che si proponevano di soggiogare, i loro usi e costumi, la loro storia, non sarebbe stato possibile tenere in piedi l'impero.

Nel momento in cui gli europei, passavano il testimone agli americani, nel caso specifico i francesi, dopo anni di infruttuose e sanguinose lotte, tentarono di spiegare le criticità del sud est asiatico.

Si trattava di studiarne la storia.

La risposta degli americani fu per certi versi comica, considerando i risultati: ''la storia la facciamo noi.''

Se si fossero informati sulla storia avrebbero appreso che due soli paesi avevano resistito alle orde mongole, il Giappone, che grazie a una tempesta provvidenziale (il famoso ''kami kaze'', vento degli dei) vide affondata la flotta mongola, e il Vietnam che invece strappò la sua vittoria con uno stoicismo assoluto che nessun' altra nazione asiatica aveva avuto.

Se avevano resistito ai mongoli, non erano un avversario ''facile''.

Nel momento in cui cominciavano le ostilità tra Vietnam del nord comunista, e Vietnam del sud capitalista, gli americani furono costretti a entrare in guerra, era una replica della situazione della guerra di Corea, c'era un confine arbitrario ad un determinato parallelo, chi lo violava creava reazioni nella parte opposta in una reazione a catena che spinse i due blocchi, quello comunista, e quello atlantico a entrare in rotta di collisione.

Definire ''imperialista'' la reazione americana mi vede scettico.

Il movimento ''mettete dei fiori nei vostri cannoni'' era fortemente prevenuto.

Sia l'Unione Sovietica, che la Cina avevano ambizioni imperialiste, non è questione di imperialismo, è questione che c'erano degli accordi e se questi cedevano il risultato era guerra aperta.

Ma tutto sommato i ''flower power'' tutti i torti non li avevano anche se da una prospettiva diversa.

Negli anni 60-70 l'America era una potenza esportatrice, era la ''Cina'' di allora, il made in U.S.A. copriva il 50% della produzione mondiale.

Con il Vietnam purtroppo questa situazione venne rovesciata a favore della Cina in una serie di eventi a catena che vedremo.

Gli Stati Uniti gasati da una guerra che avevano vinto tirando qualche atomica e approfittando della devastante resistenza e potenza dell'armata Rossa, credevano di poter replicare il risultato in breve tempo.

Non fu così.

Se le ostilità cominciarono con Kennedy è con Nixon che ci fu l'escalation.

Nixon può essere considerato il padre del disastro attuale.

Convinto di poter vincere la guerra con solo la potenzialità distruttiva dei bombardamenti lanciò il famoso slogan: ''bombardiamoli finchè non ritornino all'età della pietra''.

Nixon evidentemente li considerava dei selvaggi.

A modo loro anche le sinistre occidentali abbracciavano questa visione, vedendo in loro dei poveri selvaggi ingenui vittime dei colonialisti, militaristi.

Tutto ciò non era corretto.

Nessuno ha mai rappresentato cinematograficamente il colossale lavoro di cunicoli e cavità sotterranee con cui i vietcong sono entrati a Saigon praticamente uscendo da sottoterra e causando la rapida fuga degli americani.

Nessuno ha messo in rilevo le capacità strategiche di Ho Chi Minh.

Nessuno ha evidenziato lo stoicismo estremo con cui i vietcong hanno vinto la guerra.

Dire che l'abbiano vinta con il solo ''stoicismo'' è limitativo.

Ma va detto.

Gli americani avrebbero dovuto capire con chi avevano a che fare, il Vietnam doveva servirgli di lezione, con l'uomo asiatico non si scherza.

Gli Stati Uniti sotto Nixon tentarono un'impresa disperata per vincere la guerra.

Furono scaricate 3 volte tanti ordigni esplosivi di tutti quelli scaricati nella seconda guerra mondiale.

Agente esfoliante orange.

Bombe al Napalm.

Elicotteri.

Bisogna appunto dire che i sovietici diedero una mano consistente ai vietcong dal punto di vista tecnologico.

Li dotarono di lanciarazzi con puntatore a infrarosso.

Il calore dei motori degli elicotteri attirava i razzi che così abbatterono l'intera flotta.

Gli ampi terrazzamenti e le gole profonde con terrazzamenti a risaia, le foreste, impedivano qualsiasi movimento di mezzi corazzati.

La morfologia del territorio era tale che quella guerra non andava proprio iniziata, le truppe potevano essere solo aviotrasportate in gole scoscese fra montagne alte che si prestavano a un facile tiro al bersaglio, peraltro ulteriormente facilitato dalla tecnologia a raggi infrarossi inventata dai sovietici.

Una qualsiasi foto del Vietnam interno (che per altro è uno splendido paese) rende l'idea dell'impossibilità di qualsiasi manovra:


Tecnicamente impossibile.

Una domanda a caso, voi nel film sul Vietnam avete mai visto paesaggi simili?

O avete visto una specie di giungla indefinita in cui Rambo o chi per esso compieva le sue ''eroiche gesta''?

Che senso ha ambientare Full Metal Jacket nella periferia di Los Angeles?

Forse avete visto i lanciarazzi sovietici?

I sorrisi ambigui dei vietcong?

Perché nei villaggi, chiunque poteva essere un vietcong, e gli americani erano psicologicamente impreparati a cogliere la natura impermeabile e impenetrabile dell'uomo asiatico.

Io ho capito queste cose leggendo Pelle di Leopardo di Terzani, diversamente ero all'oscuro di tutto ciò.

E per la prima volta ebbi paura dell'uomo asiatico, ne colsi la pericolosità, il sottile ingegno, il basso profilo,  la resistenza totale al dolore e a condizioni per noi insopportabili, la sua, diciamolo pure, ambiguità e falsità.

Francamente, a posteriori, quella guerra andava bloccata molto prima.

Ma ripeto è Nixon che ha sbagliato.

E uno ha sbaglio ha per così dire attirato l'altro e messo gli Stati Uniti e i loro alleati nelle grinfie del dragone cinese.

Ora io ho fatto un lungo excursus storico.

Da un certo momento in poi storia ed economia sono discipline inscindibili.

Non puoi capire una senza capire l'altra.

Ripeto negli anni 70 l'economia occidentale e americana aveva accolto il keynesismo come forma di ''capitalismo addolcito''.

Era stata creata la ''vetrina'' della classe media, una larga fascia di famiglie che avevano buoni stipendi e potevano permettersi una vita con un tenore ben diverso da quello del capitalismo originario 8e quello odierno).

Ma se la gente ha soldi, lavora, spende, bhe, l'inflazione sale.

Tutto sommato, tuttavia il fenomeno era sotto controllo, in Italia si applicava il fenomeno della ''scala mobile'' e l'inflazione era esattamente ciò che Keynes si aspettava: un lubrificante dell'economia senza il quale si sarebbe precipitati nella spirale mortale deflazionaria prevista da Marx e realizzatasi nella depressione del 29.

Ora il sistema funzionava.

Il made in USA ripeto era la regola.

Con il Vietnam tutto è cambiato.

Ma non per ragioni politico militari, ma economiche.

Se tu tiri in testa 3 volte tanto di bombe rispetto al secondo conflitto mondiale, bhe, le bombe costano.

La guerra costa.

La guerra è la grande consumatrice.

Gli americani avevano in mano la valuta di riferimento mondiale, il dollaro.

A quei tempi si era in una fase di ''gold standard intermedio'', ovvero il ''dollar gold exchange standard'', cioè il dollaro aveva come controvalore le riserve auree, e dunque teoricamente non poteva essere stampato a iosa.

Ma la guerra costa.

E un conflitto durato una decina d'anni con un dispendio di mezzi superiore a quello impiegato dagli Stati Uniti per il secondo conflitto mondiale è costato tantissimo.

E gli americani pur facendo finta di mantenere il dollaro ancorato alla quantità di riserve auree hanno stampato a iosa per finanziare il conflitto.

Ma ovviamente la cosa non è passata inosservata, né non ha avuto conseguenze sull'inflazione.

Se già negli anni 60 l'inflazione era comunque alta rispetto agli standard attuali, con l'oceano di dollari stampati nel decennio del Vietnam la situazione si è surriscaldata.

Si è entrati nel periodo della stagflazione, depressione economica con inflazione galoppante.

Si è data la colpa a questa inflazione alla crisi petrolifera.

Nel giro di pochi giorni gli arabi cattivi hanno detto ''o ci date il triplo per un barile o pagate direttamente in oro.''

Con buona probabilità le riserve auree americane erano già state depauperate dalle spese militari, e molti incominciarono a temere che Fort Knox fosse vuota e che i dollari di cui erano in possesso non garantissero piu' la convertibilità in oro.

Non furono solo gli arabi dell'OPEC a pensarla così, anche De Gaulle mandò navi militari per rimpatriare l'oro francese detenuto oltreoceano.

Se in sostanza tutti si presentavano alla banca centrale americana chiedendo il corrispettivo in oro il destino del dollaro era segnato.

Gli americani avevano stampato consapevoli del fatto che solo una piccola parte della valuta creta rimaneva in patria, la maggior parte era detenuta fuori.

Ma se tutta la massa di dollari fuori si precipitava alla banca centrale americana, bom il destino degli Stati Uniti era una replica della repubblica di Weimar con iperinflazione.

Il pericolo era grave, gravissimo, anche perché il predominio americano era basato sul dollaro, e non sugli ''inefficienti cannoni'' e perché un'iperinflazione in occidente significava vittoria del blocco comunista.

Nixon con la guerra del Vietnam stava rischiando di fare ritornare il suo paese all'età della pietra.

Fu costretto a prendere delle decisioni, una delle quali ci ha potato alla situazione attuale.

Innanzitutto chiuse la finestra di convertibilità aurea.

L'oro che c'era a Fort Knox era americano, punto, i detentori di dollari non potevano reclamare il corrispettico in oro.

In secondo luogo mise un banchiere centrale della scuola ''lacrime e sangue'',  che innalzò i tassi di interesse americani fino al 18% (considerate che adesso sono a 0% da una decina di anni).

In terzo luogo comprese che per abbassare l'inflazione bisognava distruggere la classe media, togliendogli il denaro dalle mani.

La produzione andava spostata fuori dagli Stati Uniti, in modo da spostare gli  stipendi altrove.

L'inflazione non è solo un fenomeno di espansione della quantità di moneta, è anche e soprattutto un fenomeno di disponibilità della stessa nelle mani della gente comune.

Nixon fece entrare il mondo nell'era della globalizzazione.

Immemore della pericolosità degli orientali decise, per dividere la Cina dall'Unione Sovietica, ma soprattutto per spostare in Cina la produzione industriale, di approfittare degli attriti sino-sovietici e dell'apertura relativa al mercato del piccolo timoniere Deng Xiaoping, di inaugurare una nuova era di rapporti distesi e di rapporti commerciali fra Cina e Usa culminata nell'ingresso della Cina nel WTO nel 2001.

Nixon ha creato la globalizzazione, la sino-globalizzazione, consapevole che il solo alzare i tassi di interesse non sarebbe bastato a contenere le fiammate inflattive.

Ma d'altra parte sebbene Trump possa considerarsi l'anti Nixon, ovvero colui che stava invertendo la rotta dei rapporti Usa-Cina, bisogna considerare che la strategia di Nixon va misurata in uno spettro di tempo piu' amplio.

C'è un motto che recita: ''se vuoi rovinare qualcuno, riempilo di soldi''.

Il concetto è quello.

Con il Giappone li hanno forzati ad andare in bolla perchè il Giappone la guerra l'ha persa ed è stato costretto ad accomodarsi ai diktat americani.

Siccome il Giappone negli anni 80 era la potenza emergente che esportava sempre di piu' negli Stati Uniti sono stati conclusi gli accordi di ''La Plaza'' dove il Giappone si impegnava a rafforzare la propria valuta per diminuire l'export, i giapponesi hanno acconsentito, la banca centrale del Giappone ha cominciato a comprare dollari e valuta estera in modo da abbassare il cambio, si era così impegnata in tali accordi.

Ma per impedire un eccessivo apprezzamento la banca centrale abbassò i tassi di interesse creando un fiume di credito che gonfiò la bolla immobiliare giapponese, la quale è scoppiata nei primi anni 90.

Ora l'economia giapponese non si è mai piu' ripresa.

C'è una differenza importante tra Cina e Giappone: la Cina controlla il suo tasso di cambio, ovvero, non permette a investitori esteri di possedere yuan.

Per certi versi nessuno la obbliga a creare una bolla ma se il resto del mondo si impoverisce e la Cina si arricchisce, l'inflazione può diventare un problema in Cina.

Non lo è ancora, ma cauti a vedere nel denaro in sé un segno di vittoria.

lunedì 5 luglio 2021

Sulla spike protein del coronavirus

 Oggi voglio fare una piccola riflessione, non a mio avviso esauriente del fenomeno covid, ma una piccola riflessione.

A cosa serve la proteina spike?

Oramai ci siamo familiarizzati con questa proteina con l'immagine del virus coi tanti spuntoni, il covid persiste se ne parla, ci sono le varianti (grazie al c. è un virus a RNA muta), i vaccini, quando ci si siede ad un bar e tutto un parlare di vaccini ecc...

Ma questa proteina spike ha un significato a mio avviso molto semplice.

Molto probabilmente a rendere pericoloso questo coronavirus rispetto agli altri non è la differenza strutturale della proteina spike in sé, ma la sua densità sulla superficie virale.

A cosa serve?

Ad entrare nella cellula tramite il recettore per l'angiotensinogeno..

Va bene.

E' un virus.

Tutti i virus hanno la loro ''chiave'' per aprire una serratura della membrana cellulare.

Ma il punto è ''come è fatta''.

Banalmente  spike, significa ''spuntone'' è una proteina lunga che conferisce al virus quell'aspetto caratteristico che tanto inquieta.

Ma il segreto di questa proteina potrebbe risiedere banalmente nella sua lunghezza.

Probabilmente il SARS COV2 ha sì una proteina mutata rispetto ad altri coronavirus, ma il punto è che ciò che lo rende più pericoloso è la densità di questa proteina sulla sua superficie.

A cosa può servire una proteina così ''lunga''?

Diciamo che questa selva di proteine spike potrebbe avere una funzione piuttosto banale, impedire agli al sistema immunitario di colpire le proteine sottostanti.

Di per sè quando un virus viene attaccato dal sistema immunitario, viene per così dire tritato, e le sue proteine esposte su una proteina chiamata MHC di classe II perchè i linfociti riconoscano le proteine virali e producano anticorpi verso quelle proteine o riconoscano quelle proteine e attivino dei meccanismi di uccisione delle cellule infettate.

Il punto è che banalmente una selva di proteine spike potrebbe impedire FISICAMENTE agli anticorpi diretti contro le proteine piu' interne di venire a contatto con loro.

Ciò può comportare quella attivazione paradossa del sistema immunitario che produce una sostanziale sintomatologia di tipo autoimmunitario-reumatico-vasculitico.

La spike fa da filtro.

Soprattutto in fase di infezione acuta quando vengono prodotte Ig M che sono pentameri, quindi anticorpi ''grossi'' le Ig M possono avere qualche problema ad arrivare fisicamente alle proteine sulla superficie del virus.

Si parla solo di spike protein ma il virus non è fatto solo di spike protein, il pericapside è composto di proteina M e di altre proteine.

Ma la spike potrebbe agire da filtro che impedisce agli anticorpi di attaccare la superficie vera e propria del virus.

Questo oltre a essere un meccanismo di difesa del virus, ripeto, potrebbe sovrattivare il sistema immunitario che non riesce a colpire le proteine piu' interne.

Un meccanismo banale.

sabato 3 luglio 2021

La cosa sul terzo pianeta

 Un giorno Osiride tornò sul sistema solare a controllare se era tutto come previsto.

Sul terzo pianeta no.

Chiese a Ra preoccupato che cos'era quella patina verde sulla superficie e quegli strambi organismi.

''Cosa ti interessa?'' rispose Ra.

''L'orbita è corretta? l'ellisse ha la giusta eclittica?''

''Si.''rispose Osiride.

''Si, ma questa roba non mi convince.''

''Cosa sono queste ''formiche''? perchè erigono piramidi e templi?E soprattutto chi ha insegnato loro i nostri nomi?''

Ra taceva nella fornace ribollente del sole.

''Sei stato tu Ra?''

''Dimmelo perchè ho voglia di tirare un calcio a questo schifo e bruciarlo per sicurezza, non vorrei si diffondesse.''

Ra rispose.

''Tira pure un calcio al formicaio, brucialo e comunque tornerà piu' forte di prima, anzi, potresti contaminarti.''

Osiride era perplesso.

''Io sono un dio, eterno, al di sopra, come potrebbe danneggiarmi questa ''roba''?''

Ra ribolliva nel fuoco.

''Osiride, ascolta, io sono qui da quando te ne sei andato, ho parlato con dei di altre stelle, anche  a me non piace questa cosa''

''Si mangiano fra di loro, si uccidono, si fanno a pezzi, i loro corpi si disfano, hanno pretese di eternità che io fingo di accontentare, si, ma questa cosa va trattata con cautela, un signore di una stella mi ha detto che era successa una cosa analoga su un pianeta con un orbita perfetta e regolare, non si capacitava di un simile orrore e li ha distrutti e bruciati, per un po' questa roba sembrava sparita, poi è emersa un nuovo tipo di questa cosa ed era così forte e intelligente che lo ha scacciato e preso il controllo della stella, sono immortali e perfidi.''

Osiride era preoccupato.

Ra parlò nel fuoco del sole.

''Tu non devi fare niente, noi siamo dei, nulla è andato storto.''

''Le leggi vengono rispettate, nel sacro deserto la sabbia soffia come su tutti gli altri pianeti.''


''Ho come l'impressione sia ciò che loro chiamano tumore, esaurite le risorse, morirannno.''

Disse Osiride era inquietato.

''Non credo.''

Disse Ra.

''Questa è opera di qualcosa di esterno.''

''Il nostro universo sta subendo l'ingerenza di un altro, ci sono tratti estranei a noi in loro.''

Osiride era corrucciato.

''Temo anche che nel loro grembo si stia per manifestare il signore di questa altra dimensione, si manifesterà loro come ''buono'', li imbonirà, poi sterminerà la loro razza per fare posto alla sua, anzi li indurrà a fare tutto da soli.''

Ra ribolliva nel fuoco.

''E' già successo Osiride, il dio esterno si è manifestato, e li ha messi in crisi con giochi di sangue.''

''Io ho cercato di stabilire una sana religione, ma questo essere blasfemo è riuscito a convincerli di issare il cadavere nei templi, appeso a due tavole.''

Osiride era sconcertato.

''Non è opera loro?Sei sicuro?''

''Credo proprio di no.''

Rispose Ra.

''Loro parlano di vita eterna.

Ha aperto un canale con cui effettivamente vengono trascinati in un altro universo, da dove ha avuto origine questa cosa, vedono un tunnel e quell'universo''

''Ma chi è costui e cosa vuole?''

Chiese Osiride.

Ra ribolliva nel fuoco e parlò.

''Vedi è già capitato, per questo non me ne preoccupo.''

''Il fuoco del sole è già esploso una volta e in realtà all'inizio le leggi fisiche non lo prevedevano, il sole avrebbe dovuto splendere per sempre.''

''Ma io sono più vecchio di te.''

''E' venuto un essere da altre dimensioni e ha creato una cosa simile sul terzo pianeta.''

''Questa cosa mi rubava energia ed io ho pensato di incenerirli col sole per bloccarli.''

Ma come vedi ora che il sole si è di nuovo condensato loro sono di nuovo qua piu' forti di prima.

Li protegge questo essere esterno.

Osiride si fece buio.

''Ma se tu ti spegnessi invece, lasciandoli nel gelo assoluto''?

Ra tacque per un milione di anni.

''Ti racconterò una cosa, mio giovane figlio, non avrei voluto raccontartela.''

''Io si sono eterno, esisto da prima di questo universo, e prima di questo ne esisteva uno identico, ero esattamente il guardiano di questa stella ed è successa la stessa cosa.''

''Si sono sviluppati questi esseri, io ho spento la brace solare per impedire al dio esterno di fare prigioniera la mia luce, ma loro hanno imparato a trarre energia dal vuoto.''

''Vedi figlio è semplice, se tu metti due superfici così vicine che non possano generarsi particelle dall'oscillazione del vuoto si creerà una pressione che le fa aderire.

In questo modo tu prendi energia dal vuoto.

Ma il nostro universo come ben sai ha una quantità di energia limitata e così facendo la sottrai al resto del cosmo.''

''Ma in verità è andata molto peggio.''

''Hanno perso il controllo di uno dei loro apparecchi per creare energia e ne ha generata così tanta in un attimo da distruggere il precedente universo.''

''Così c'è stata la grande esplosione e si è creato questo.''

''Per questo gli do energia e mi mostro benevolo con loro.''

''In ogni caso, tutto si è riformato identico a prima ed io sono qui a raccontartelo.''

Osiride era perplesso.

''Che vuole il dio esterno?''

''E' il nulla, uno dei tanti nulla presuntuosi che non sanno di esserlo''

''Vuole assorbire questo universo e altri, senza rendersi conto, che questo universo, semplicemente, non c'è, è niente piu' di un mio gioco.''

''Vai tranquillo, io, sono qui su questa stella per l'eternità, e tutto, nel caso si distruggesse, prenderà la stessa forma.''

''Non c'è motivo di agitarti.''

''Nessun dio può modificare la legge dell'eterno ritorno...''

''Perchè l'ho creata io per difendermi da questi invasori.''

''E poi in fondo mi piace giocare modificando ad ogni giro anche un singolo atomo facendogli credere che è colpa loro.''

''Vai tranquillo, quando mi stancherò di giocare te lo dirò.''

giovedì 1 luglio 2021

La cattedrale

 Quando entrai nella cattedrale fui sorpreso di non trovare alcun altare.

Essa era costruita come un immensa scala a chiocciola a spirale che si perdeva all'infinito in altezza.

Dal di sopra scendeva una splendida luce dorata.

La luce dorata scendeva meravigliosa, così diversa dalla luce solare, così splendida che tutti quelli che vi entravano dimentichi di tutto e di tutti cominciavano a salire le scale a spirale della cattedrale.

La cattedrale aveva vetrate colorate e ogni volta che si saliva di un ''piano'' che equivaleva a una certa misura di tempo ci si trovava in un piano con aperture verso l'esterno.

Aveva balconi di marmo con ringhiere in stile liberty con lampade multicolori sospese.

Ogni volta che si saliva in un piano si saliva altissimo.

Le foglie ramate e dorate che prendevano la luce dall'alto erano splendide.

Ogni piano era splendido.

Ogni piano i liuti e le arpe creavano una musica diversa.


Le incensiere ondeggiavano lente al vento lievissimo lasciando salire fumi dai profumi meravigliosi.

Io continuavo a salire rapito dalla bellezza di quell'estasi.

Non so quanto tempo ho passato a salire i gradini uno dopo l'altro.

Non so in quante lingue ho pronunciato preghiere diverse.

Ma non mi ero reso conto di diverse cose.

Si le vetrate erano multicolori.

Io non posso dire di essere arrivato alla cima, assolutamente no, so solo che a un certo punto l'immensa costruzione mi è sembrata crollare addosso, e io mi sono immerso nella splendida luce che veniva da sopra.

Le vetrate colorate sono diventate i miei occhi, ed io ne avevo migliaia.

Tutto crollò ed io ebbi come la sensazione di uscire dalla cattedrale.

A quel punto la luce si sfocò fino a scomparire e vidi altri esseri simili a me, erano gialli e pelosi e dotati di ali e occhi multisfaccetati.

Ero orfano di quella luce.

Mi precipitai fuori e volai nei prati, a cercare in ogni fiore,  una fragranza simile agli incensi che bruciavano nella cattedrale.

Io andavo di fiore in fiore cercando quei profumi, i colori delle vetrate, e quella luce dorata.

Non la trovai mai.

Andai da una mia simile e le chiesi della luce d'oro.

Lei mi disse di andare dalla regina.

Io andai dalla regina.

''O regina, che ne è stato della cattedrale, dov'è la luce dorata? Perché io vago di fiore in fiore e non trovo i profumi della cattedrale?''

La regina mi rispose:

''Sorella, chi sale nella cattedrale della vita a un certo punto si manifesterà in qualche forma, ma quell'edificio era solo un sogno, eri una crisalide e ti sei svegliata ape, e ora il colore e la dolcezza della luce d'oro sono entrati dentro di te e il tuo compito sarà distillare il miele dolce come quella luce e dei profumi delle incensiere.''

''Ma ciò tu sai che è impossibile, la cattedrale è infinitamente alta.''

''Ma tu la risalirai ogni volta che ricreerai una dolcezza superiore, un profumo migliore, preso da migliaia di fiori di ogni colore, come le vetrate infinite della cattedrale.''

''La cattedrale è la vita e tu adesso sei uscita come ape, ma ogni volta che crollerà non ti spaventare, è solo perché tu la ritrovi intatta e risalga ancora per entrare in nuove forme di vita e creare qualcosa di più simile a quella luce.''

''Buona fortuna sorella, il cammino, è infinito.''



Lo spirito dell'imperatore del cielo

 E le montagne

erano sole

nel cielo.

Lo spirito del cielo

era assente.

Zhuangxi era salito

al Monte Kunlun Shan

per avere lumi.

Ma solo le pietre

parlavano, 

di fatiche e di solitudini.

Oh disse Zhuangxi,

"il sole fugge dai pendii, ha fretta di andarsene.

Vasta e' la terra.

Aspetterò le stelle e interrogherò loro , qua non c'è lo spirito dell' imperatore del cielo."

E così fece.

Nera è la notte.

Gli occhi di brace di Zhuangxi erano più luminosi delle stelle, e prima ancora che uscisse dalla caverna della mente, furono le stelle a rivolgersi a lui.

"Qual è il nostro destino?"

"Che senso abbiamo?"

"La nostra luce è fulgida, ma siamo troppo lontane"

Zhuangxi era sempre più perplesso.

Si ubriacò.

Vagava nei boschi notturni con un lume.

Vedeva spettri e cadaveri, ovunque.

Ma il cielo e le stelle ondeggiavano come un oceano.

Camminò così alto che era sopra le stelle.

Aveva il lume nelle mani e lo lasciò cadere.

Sulla terra fu l'alba.

Quel lume era il sole.

Lasciò cadere il suo vino, e la terra prese i colori dell' autunno.

E allora l'amò.

"Ti amo mia splendida madre di ogni cosa."

""Io abbandono alle nuvole il mio dolore e quello degli antenati'.

E allora la via Lattea gli sorrise e lui l'abbracciò.

"Le stelle non si sentono più sole con te o spirito dell'imperatore del cielo".

Zhuangxi ne fu sorpreso.

"Dunque sarei io lo spirito dell' imperatore del cielo?".

La via lattea annuì.

Tutto vuole essere amato e chi ama è nel vento, anche quando non ci sarà più il suo amore farà nascere il sole e scrosciare le acque.

Tutto soffre, ma non invano.