venerdì 28 agosto 2020

Wstawac

ALZARSI

Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
“Wstawac”;
E si spezzava in petto il cuore.

Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre è sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
“Wstawac”.

PRIMO LEVI, La tregua, 1963

...

Torino 11 Aprile 1987

Primo Levi si desta con sempre la medesima sensazione di angoscia.

''Oggi è primavera,una giornata di pioggia non cancella i ricordi.

L'acqua, scorre sulle finestre e quasi mi sembra di poter dimenticare.

Ma non ci riesco.

Nella pioggia strisciano i vermi nel fango.

No, io non sono sopravvissuto.

Forse mi sono sbagliato, forse devo essere morto anch'io.

Questa non è la vita, non so se sia l'aldilà, ma io sono già aldilà.

Forse sono morto anch'io, ma non ho la forza di ricordarmelo.

Oh mio Dio, a chi donerò il mio amore, in questa terra di fantasmi?

Danzano ritmicamente, riempiono le strade il sabato sera, le luci elettriche li illuminano, è solo una danza di fantasmi.

In verità io mi sto sbagliando.

Forse questo, è solo un grande sogno.

Il sogno che tutti i condannati al gas fanno, prima dell'urlo:''Wstawac!'' che li desterà e li condurrà a morire nella camera a gas come vermi.

E' solo un sogno il mio, in verità sto sognando di essere tornato a casa, di avere il ventre sazio.

In verità nulla  di tutto questo mi pare reale.

Basta, io non voglio più sognare o altrimenti l'urlo della bestia mi dilanierà.

Devo prepararmi alla mia morte.

Pregare il mio Dio che mondi la sozzura e che accetti noi vermi nel fango della vita al suo cospetto.''

Primo Levi si tolse gli occhiali.

E a quel punto sentì la tenebra più profonda.

Il mondo che stava sognando era solo una calda illusoria isola nel mare gelato del fango del Lager.

E a quel punto salutò la vicina sul pianerottolo, aspettò che ella entrasse nel suo alloggio.

Poi una volta che la porta fu chiusa, e il catenaccio tirato, lui capì.

''Tutti hanno paura di me, tutti mi disprezzano, non sanno che farsene del mio dolore, questo finto sogno è forse peggiore della realtà del Lager.''

Ma quella porta sbattuta con forza, lo scosse e l'anima gli uscì dal petto, per un attimo si trovò a galleggiare vicino all'algida luce bianca sul soffitto del pianerottolo.

E si disse: ''Io non so cos'è un uomo, forse non lo saprò mai, nessuno saprà mai cos'è un uomo ma io oggi ho scelto che non striscerò più nel fango.''

E a quel punto disse a se stesso ad alta voce: ''Wstawac Primo, alzati, destati dal sogno.''

Ed ebbe un moto di disgusto: ''sono diventato l'SS di me stesso''.

Allora salì sulla ringhiera e non si perdonò questa crudeltà nei confronti di sé stesso.

Si gettò nel vuoto mentre già si sentiva morire.

Ma proprio in quel momento si risvegliò dall'incubo, l'eternità scorse in un istante e l'intero universo divenne una camera a gas e i suoi abitanti si agitavano come vermi, tranne uno, una ragazza bionda che disegnò nell'immensa prigione del cielo una nebulosa a forma di farfalla.

E lui la abbracciò, e finalmente poté piangere.

E morirono insieme, gli abissi neri dell'universo entrarono nel loro sangue.

Il gelo totale assoluto irrigidì i loro corpi che si arcuarono, e infine dalle loro carni dilaniate uscirono due farfalle multicolori.

E volarono insieme in una giornata di primavera rincorrendosi in una danza d'amore.

...

Quando l' SS venne per gridare Wstawac tutti si destarono nel lager, ma Primo Levi no.

Lui urlò di nuovo, poi gli diede un calcio.

Ma si accorse che era oramai un rigido cadavere.

Niente, era inutile portarlo nella camera a gas.

Lo sollevò da terra e vide che sotto il suo corpo c'era una farfalla.

Lei volò via dalla finestra.

L'SS sputò per terra.

Ora si era destato davvero.


Allah,Iblis e lo Scorpione

E dalle dune di Sabbia emerse lo scorpione.
Stava aspettando.
Il cielo era una lente di azzurro puro con cui potevi mettere a fuoco l'infinito.
Ma lui sapeva, sapeva che quel giorno sarebbe stato diverso dagli altri.
Il deserto inseguiva le nuvole lontane, tra mulinelli di sabbia e strane rilucenze dorate.
Nessuna ombra fugge dal volere di Allah.
Come erano veloci quelle nubi passeggere, come correvano libere, cavalli effimeri cavalcati dai soldati del cielo.
Era il momento.
Il sole raggiunse la punta della grande piramide.
E allora le forze ctonie che aveva aspettato per millenni vennero innalzate nel cielo.
E loro dichiararono guerra ai soldati del cielo.
Ma Allah non se ne curò.
I cherubini contenevano a fatica le schiere di demoni che tentavano di entrare nei giardini del paradiso.
E fu allora che Allah pronunciò il verdetto.
''Fateli entrare''.
E i demoni entrarono nei giardini celesti,  fra le fontane di cristallo, le colonne di marmo e le lampade fiammeggianti d'oro, essi si avvicinarono al tempio del trono di Allah.
Nessuno poteva entrare, il velo nero, ondeggiava lentamente fra i due bracieri di incenso.
Loro lo squarciarono.
E sul trono trovarono lo scorpione.
Iblis in persona chiese: ''che ci fai tu qui sul trono di Allah?''
E lo scorpione non rispose.
Ma l'arcangelo Gabriele fece il suo ingresso nel tempio.
''Oh sciocco, invece di chiederti cosa ci fa uno scorpione sul trono di Allah, chiediti piuttosto chi si trova sul tuo trono all'inferno''.
Allora Iblis ebbe paura di perdere il suo trono, e che Allah lo avesse spodestato persino negli abissi e ordinò alle sue schiere di ritirarsi immediatamente nell'inferno.
Quando ritornò all'inferno non trovò Allah sul suo trono, ma lo scorpione, sempre lui.
Allora chiese allo scorpione cosa ci faceva in quel luogo.
Ma lo scorpione non rispose, era solo uno scorpione.
Ma dal cielo parlò Allah:
''O sciocco Iblis, lo scorpione è l'essere più umile del deserto, io posso porre lui sul mio trono, e non mi spodesterà, ma tu sei superbo e hai paura di perdere il tuo trono.''
''Io regno ovunque perché non ho paura di perdere il mio trono, io regno perché lascio regnare lo scorpione.''
Allora Iblis prese lo scorpione per gettarlo via dal suo trono.
E lo scorpione lo punse.
Allora Iblis pensò di stare per morire e disse:
''Portate il mio messaggio ad Allah, in verità egli è troppo saggio, perché è umile, io mi arrendo, ma che mi salvi dalla morte''.
E Allah ebbe pietà di Iblis.
Allora disse:
'' Iblis esci dal tuo regno e vieni all'aria aperta, ti devo mostrare una cosa.''
Iblis uscì all'aria aperta, ma si era fatta notte, ed ebbe paura, perché i demoni hanno paura delle stelle.''
Dall'orizzonte sorse la Luna fra le rovine dei templi.
''Iblis cosa ti fa paura delle stelle?''
''Mi sento piccolo di fronte alla grandezza del tuo universo.''
''Iblis, dov'è sorta la Luna?''
''Dall'orizzonte mio Signore.''
''Iblis, guarda bene.''
E Iblis vide che la Luna era sorta nella costellazione dello scorpione.
''Che vuol dire?'' chiese Iblis perplesso.
''Iblis, la Luna indica chi è tua madre.''
E allora Iblis si ricordò e capì.
E disse: '' In verità io mi ricordo, mia madre era lo scorpione.''
''E perché mi ha punto?''
''Dimmi o mio signore''.
Allah tacque.
Iblis vagò fra le rovine dei templi, e vide strani geroglifici, in uno di questi c'era Seth che beveva il succo dello scorpione, poi preso dal furore del veleno violentava Iside.
Iblis credette di impazzire, non capiva nulla.
E si lasciò cadere nel deliquio.
I fantasmi del Ghibli e le nuvole del cielo presero la sua anima e lo portarono sul lato oscuro della Luna.
E fu lì nella solitudine che Iblis si lasciò andare, e disse:
''Sia il volere di Allah se io devo morire, morirò.''
Allah fu preso da compassione e gli disse.
''Iblis ma ancora non hai ancora capito?''
''Tua madre è la morte, tu non devi averne paura''.
''Lo scorpione ti ha generato mentre ti uccideva''.
''Chiudi gli occhi Iblis, chiudi gli occhi e vedrai tua madre.''
Iblis chiuse gli occhi e vide che lo scorpione era cieco.
Li riaprì e allora si denudò.
E vide che sui suoi testicoli c'era lo scorpione.
''Perché non mi pungi?''
E solo allora lo Scorpione parlò:
''Tu o Iblis hai paura della morte, ma io quando ti ho punto ti ho donato il mio sangue, non il mio veleno, io ti amo Iblis,''
''Ora Iblis sappi che io ho molto sofferto, e non ho potuto donarti la vita, senza donarti il mio dolore e la mia paura della morte.''
''Ma tu, o Iblis, non sei il re dell'inferno, ma vieni dal cielo e sei progenie delle stelle, in verità Allah...''
E dicendo questo morì.
E lui ne ebbe pietà.
E pianse.
Le sue lacrime divennero pioggia, e fecondarono il deserto che in poco tempo fiorì.
E si specchiò nel lago.
E vide che era bello.
Poi vide la Luna riflessa nel lago.
A quel punto la luna prese le forme di una dama d'argento e uscì dalle acque.
Iblis la desiderò.
E la penetrò.
Iblis venne dentro di lei.
Lei ritornò nel lago.
Iblis era confuso e chiese risposta ad Allah.
''Chi era costei, e chi sarà mio figlio?''
Allah rispose:
''In verità tu Iblis sei figlio del dolore del mondo, lo Scorpione, ma ella ti ha amato...''
''Ma tu hai amato tua madre?''
''No.''
''Iblis, sciocco se tu non amerai tua madre il dolore, in verità non potrai concepire niente.''
E Iblis si ritirò sconvolto nell'inferno sul suo trono.
''In verità io non posso accettare di essere figlio del dolore, e non posso amare mia madre per questo motivo.''
''Non mi interessa, io non posso farci nulla.''
''Rimarrò il principe dell'inferno, vorrei potere amare e concepire un figlio, ma non posso accettare di essere figlio dell'amore e del dolore''.
E Iblis prese la sua testa fra le mani disperandosi e capì che il suo destino era segnato.
E da allora non uscì più dal suo regno né interrogò Allah.
''In verità'' disse Allah ai suoi angeli: ''non siate stolti come Iblis, chi non accetta il dolore non può accettare neanche l'amore.''
E gli angeli si asciugarono le lacrime con i nembi delle nuvole.
''Tutto ciò è molto triste'', disse l'arcangelo Gabriele, ma Allah gli sollevò il mento, e disse:
''Guarda il sole che nasce sul giardino fiorito nel deserto, in verità Iblis è uno sciocco, se avesse capito che il dolore è un attimo, una flebile puntura, e non si fosse precipitato nell'Ade avrebbe visto sorgere il sole suo padre.''
''E avrebbe visto quali giardini meravigliosi possono nascere dal dolore e dal veleno dello scorpione, ma lui in verità non si è concesso questa suprema delizia, perché è stato impaziente, nessuna notte è eterna.''.

martedì 25 agosto 2020

''La telefonata''

 Tutti abbiamo ricevuto quella ''telefonata''...

E quando squilla, sai che è ''la telefonata''...

Lui sente la sua voce al telefono e si prepara alla doccia gelata.

Lei: ''Ciao, devo dirti una cosa...''

Lui: ''Ma perché devi fare 'sto preambolo?

Mi hai ''siedato''... nel senso che prima ero in piedi, e tu mi ha siedato.

Mo so seduto, dai dillo...dillo subito...via il dente, via il dolore, prima lo dici meglio è.

Avanti dillo...

Che aspetti?

Lei: ''Senti, devo dirti una cosa importante...''

Lui: ''E dillo, dai dillo...''

Lei: ''Devi mettere l'immondizia fuori''.

Attimo di silenzio...

Lui: ''Scusa, ma io mi aspettavo un'altra cosa...tipo che tu mi lasciavi per un altro.''

Lei: ''Ma io te l'avevo detto che era importante.''

Attimo di silenzio

Lui: ''Mo io mi sono rialzato''

''Ma senti...''

''A questo punto te la devo dire pure io una cosa importante''.

Lei: ''E dimmi...''

Lui: ''Vedi...nella plastica...oddio,mi vergogno.''

Lei: ''E dimmi dai...che possiamo stare tre ore al telefono?''

Lui: ''Va bene, ma non giudicarmi.''

''Nella plastica...ho messo la bambola di plastica''

Attimo di silenzio.

Lei: ''Scusa?Quale bambola di plastica?''

Lui:'' Ehm,io mi eccito con la bambola di plastica''

Lei: ''Scusa...ma in che senso di plastica?Intendi quella gonfiabile?''

Attimo di silenzio.

Lui: ''Ma era da gonfiare?''

Lei: ''Ma scusa, tu vuoi dirmi che venivi con una specie di cartoccio del Tavernello spiaccicato?E non eri manco ubriaco?''

''Senti...

 sei veramente un deficiente, e poi onestamente, cosa ci trovi in un cartone del Tavernello?''

''Senti...

Io ti devo dire una cosa...

Lui: ''Cosa?''

''Mi lasci?''

''Io mi sento un attimo di complesso d'inferiorità...non avevo capito che era da gonfiare.''

''Questo mi fa sentire inferiore''

''Mi lasci?''

Lei: ''Ma mi ascolti?''

''Ti ho detto che tidevo dire una cosa importante.''

''Ma l'immondizia l'hai messa fuori, sì o no?''

Lui: ''Ma mi lasci?''

Lei: ''Ti ho detto di no.''

''Ma l'hai messa l'immondizia fuori?''

Lui: ''No''

Lei: ''Vedi di non gonfiarla adesso 'sta bambola gonfiabile di merda perchè se no non ci sta tutto il resto...

''Chiaro?''

''E' importante''.

Lui: ''Va bene''

''Ma...aspetta,mo controllo...''

Lei: ''Senti, ma allora sei proprio un deficiente!''

''Ma che cazzo devi fare?Vuoi mettere un manometro nel culo della bambola gonfiabile?''

''E' sgonfia!''

''Senti, butta 'sta immondizia e vedi di andartene affanculo''.

E riattacca.

domenica 23 agosto 2020

Astronomo ribelle


''Eppur si muove...''

pianse,

l'astronomo ribelle.

''Io non sono più il centro

del tuo mondo.''

''Solo le stelle

possono sfiorare

il tuo mare

più profondo.''

E la Dea sussurrò:

''Galileo

prendi la mia mano

danzerò,

con tacchi a spillo

sul tuo abisso,

potrai vedermi

solo con

occhi di cristallo.''

''L'amor 

che move 

il sole e l'altre

stelle,

non va cantato,

la gravità dell'amore

è il vero peccato,

danza con me,

mio angelo caduto,

mio astronomo,

ribelle''.



mercoledì 19 agosto 2020

Verrà la vita, e avrà il colore dei miei occhi

E mentre 
il sole
sanguinava
sui tetti,
le nuvole
si muovevano
lungo
la mia schiena,
come i ricordi.
E i rivi umidi
fluivano
nella putredine.
Tu o palude 
maledetta,
hai infettato
i cieli
e la terra
di un morbo
antico
e nuovo.
Tu o palude
maledetta,
sei l'occhio
dell'abisso.
In te ho perso
la mia verginità.
Tu o palude
maledetta,
hai contaminato
il rivo
della mia
giovinezza.
Angeli cantavano
invano
aldilà
delle nuvole.
Ma il silenzio
dei morti
mi ha fatto
prigioniero.
Ora il fango
è nei miei 
occhi.
Il ragno
dell'insenso
mi ha inviluppato
fra ragnatele
di strade,
lampioni,
e schifose
case perfette.
Ma di perfetto,
c'erano solo
i mille occhi
spenti,
con cui Thanatos,
il ragno
della morte
mi guardava
con gli occhi
degli abitatori
della palude.
Ma tu,
o palude
immonda,
un dono
me lo hai fatto.
Ora io so,
con quale materia
oscura,
fai avvizzire
le rose.
Con quale materia
oscura,
stritoli i cuori
e maceri i corpi.
Tu o palude maledetta,
mi hai insegnato
il furore della vita,
che nasce
e non ha timore
dei tuoi tentacoli.
Tu o palude maledetta,
mi hai insegnato
cos'è veramente
la morte.
Sciocco è
chi ti crede
scrigno di marmo
fra i giardini
degli dei.
Ed io
sebbene,
non sappia
cosa sia la vita,
so di essere fortunato
a non essere sprofondato 
in te.
Sono un sopravvissuto.
Io non so
cosa sia la vita...
Ma so che il mio compito
è capirla
e aiutarla,
ma sopratutto
preservarla da te.
Il mistero della vita
è come
i fiori
possano
nascere dal tuo abisso.
Un giorno
io creerò una luce
nuova;
una luce vera
che mostri
il vero colore
della rosa
che nasce da 
te
o abisso.
E solo, allora,
solo allora,
scoprirò
il segreto
dell'eternità,
e solo allora
vedrò il colore
dei miei occhi.
Verrà la vita
e avrà
il colore
dei miei occhi

domenica 16 agosto 2020

La parola, il vero peccato originale, ''Enjoy the Silence'',rapporto uomo-donna

 Il peccato originale dell'uomo, o meglio della donna, è il logos, è la parola.

Quando nella Bibbia si dice che Adamo conobbe Eva sua moglie, si afferma che la conobbe,la conobbe nel senso esperienziale,facendo sesso con lei.

E questo non era proibito da Jahwé anzi, era incoraggiato.

Poi venne la parola.

E Adamo ed Eva incominciarono a fraintendersi.

La pretesa di dare una natura universale, alla percezione, e peggio ancora, all'astrazione dell'elemento percettivo (il concetto) è assolutamente irrazionale.

In origine ci viene detto, tutti gli uomini parlavano la stessa lingua, e costruirono la torre di Babele che era una sfida al cielo.

Allora Dio confuse le acque creando diversi linguaggi e la Torre crollò.

Ora che lingua comune parlavano gli esseri umani?

Probabilmente non c'era nessuna lingua, gli esseri umani si comprendevano attraverso gesti,toccandosi, sentendosi.

Poi venne la parola e si divisero.

La parola divide.

E' la sua natura.

La prima divisione, quella primordiale da cui è derivata la caduta dell'uomo, è quella nei concetti di bene e di male.

Ma il punto è questo : ''che la parola divide, dunque, come può esistere un bene universale?''

La natura è fatta in modo tale che la vita di uno sia la morte dell'altro.

In questo è malvagia?

No è razionale.

Cerca di economizzare, razionalizzare le risorse.

E' assolutamente evidente che non esiste un bene universale.

Quando l'uomo lo afferma per paradosso, compie il male.

Quando Marx affermò ''proletari di tutto il mondo unitevi'' vennero poste le premesse perché si creasse il muro di Berlino, la cortina di ferro.

Questo è il limite delle parole, dei concetti, e di chi prende sul serio parole e concetti.

Si divide.

Blocco atlantico capitalista, blocco sovietico comunista.

Poi c'erano dei legami più intimi di quelli ideologici, per cui il muro di Berlino non è tanto caduto in virtù della falsità del pensiero marxista, ma del fatto che i tedeschi e i berlinesi non potevano sopportare questa suddivisione arbitraria Est-Ovest, capitalismo-comunismo.

Il problema è che ogni parola nell'atto di definire una cosa, appunto la definisce, le fissa dei confini.

Ma la natura delle cose è mobile,per cui ogni definizione è una forzatura.

Come si può definire l'intelligenza?

Qualsiasi tentativo di definirla, le fissa dei paletti, che per sua natura l'intelligenza tende a scavalcare.

Ora si può fare osservare, che senza la parola, non sarebbe nata la civiltà.

Ciò è vero.

Ma chi ha detto che la civiltà sia un bene?

Il problema delle parole, sta nella loro intrinseca arroganza.

La parola ''civiltà'' è arrogante, perché pretende di sottomettere il suo contrario, la ''barbarie''.

Ora è anche vero che ogni civiltà si ritiene superiore alle altre, per cui in questa arroganza c'è una sorta di arroganza esponenziale.

In questo momento storico cosa sta proponendo la civiltà?

Un mondo assurdo, in cui per colpa di un virus,e in virtù del fatto che per il ''bene'' collettivo noi dobbiamo sacrificare le nostre libertà individuali a questo supposto ''bene collettivo'' noi, praticamente, pur essendo connessi con gli altri tramite Whatsapp, telefoni cellulari, varie applicazione che permettono chat di gruppo, video-chiamate di gruppo,  possiamo parlare col resto del mondo, pur rimanendo chiusi nelle nostre abitazioni.

Io direi: non vi pare assurdo?

Io direi di no.

Che finisse così era scontato.

Non c'è nessun complotto.

C'è un problema, la parola, che vuole sostituirsi alla realtà percettiva, e diabolicamente, nel senso proprio del termine (diabolus è colui che divide), attua il proprio nefasto programma.

Il genesi inizia con il verbo, Dio disse.

Ma Dio che è saggio, non ha mai parlato.

E' sempre rimasto zitto, di fronte a tutte le nostre pressanti domande.

Perché la risposta giusta era il silenzio.

Il silenzio è la natura dell'uomo vero, e la parola è quella dell'uomo falso.

Nietzsche sostiene che tutte le grandi verità devono essere affermate con una risata.

In verità l'uomo ride di fronte all'affermazione di una grande verità perché si trova di fronte a un ossimoro.

Come può una verità essere detta?

Come può la parola che è l'atto della divisione del tutto nelle parti, riassumere il tutto?

Alla fine il verbo,Gesù Cristo, viene crocefisso.

Ma poteva essere diverso?

Il verbo è la crocefissione stessa della realtà in una suddivisione arbitraria, la croce divide ed afferma che esiste un basso ed un alto, una destra e una sinistra.

Ma è così?

Nietzsche teorizza la genesi dell'oltreuomo, ma come può nascere un oltreuomo se non vengono superati i limiti del linguaggio?

E' venuto il momento, non di sbarazzarsi degli idoli, ma delle ideologie, delle parole, del linguaggio stesso.

Dobbiamo imparare a comunicare in modo diverso.

E' solo così il verbo crocefisso potrà risorgere.



P.S.


Io ritengo, che la storia del genesi, sia una storia di come la donna abbia, con l'invenzione della parola, tentato in qualche modo, di dominare meglio l'uomo, di possederlo.

In verità c'è un grosso fraintendimento nella dinamica dei rapporti uomo-donna.

L'uomo crede di essere più logico della donna, ma io non credo sia così.

L'uomo è attratto dalla logica nella misura in cui non ne coglie i limiti, non ne coglie la natura di ''mezzo'' e la idealizza come un fine.

Tutto deve quadrare, compreso il cerchio.

Ma il cerchio non può essere quadrato, e così l'uomo scopre con meraviglia la natura squisitamente irrazionale del pi greco.

L'uomo di fronte a questa irrazionalità della intraducibilità dei concetti stessi di quadrato in circonferenza, rimane per così dire, attonito, stupefatto, affascinato.

Ma i concetti sono concetti, quando l'uomo sta affermando la natura irrazionale del pi greco sta in verità affermando la natura irrazionale dell'uomo stesso, dell'uomo, non della donna.

Il problema è che a differenza della cultura cinese, più sottile, in cui, nel grande oracolo sapienziale dell'I Ching, la femmina viene rappresentata come quadrata, e il maschio come circolare, la nostra cultura ci porta a credere il contrario.

Questo a noi può apparire strano, perché siamo abituati a credere (o forse la donna ci ha indotto a credere) che il maschio sia meglio rappresentato dal quadrato,e la femmina sia meglio rappresentata dal cerchio.

Nulla di più sbagliato.

La femmina è logica.

Difatti si dispone nei confronti della logica, dei numeri, e delle parole in termini manipolatori ed utilitaristici.

Alla fine la logica è un mezzo per ottenere qualcosa dal mondo reale.

Non è importante in sé e per sé.

Spesso e sovente, tuttavia la femmina si contraddice, più del maschio.

Da una parte richiede una cosa, dall'altra una cosa del tutto opposta.

Ma il problema è che la femmina, purtroppo e in questo sarò definito maschilista, deve tacere.

Ma maschilista è soi-disant una parola inventata da alcune femmine più sciocche di altre per tacitare il maschio di fronte alla sua reazione nei confronti del disastro che ha combinato la femmina, cui purtroppo tocca a lui, rimettere insieme i cocci, innanzitutto di sé stesso per ritornare a essere un uomo e per cercare di raddrizzare le storture della civiltà della parola.

Deve porre rimedio all'errore originario, della parola.

Anche perché in primo luogo con la parola la femmina ha fatto letteralmente impazzire il maschio e ne ha perso il controllo.

L'uomo anziché badare a lei si è perso in raffinate disquisizioni,nella geometria, nell'algebra, nella fisica quantistica,persino nella dimostrazione di ciò che è ovvio, ovvero nella dimostrazione che non può esistere la quadratura del cerchio, e infatti non si può mascolinizzare la femmina, né femminilizzare il maschio.

In secondo luogo in un epoca successiva, l'uomo ha colto la natura fallace e manipolatoria della parola e sta incominciando ad utilizzarla contro la donna.

In verità tutti stanno lanciando parole gli uni contro gli altri, i neri contro i bianchi, i bianchi contro i neri, i cinesi contro gli americani, gli americani contro i cinesi, i credenti contro gli atei, gli atei contro i credenti.

In una parola, il mondo è stato diviso è in guerra perpetua.

Ma questa come sottolineava Eraclito è la natura del mondo.

No, Eraclito si sbagliava, è la natura del logos.

E il logos ha poco a che fare con la vera natura del mondo.

Diciamo pure che il mondo è impazzito.

E' stato il logos a farlo impazzire.

E ha creato una nuova Torre di Babele, internet, in cui tutti parlano, scrivono, e nessuno realmente comunica.

Questa Torre di Babele internet stessa, finirà per fare crollare il mondo su se stesso.

Tutti sanno tutto di tutti eppure sanno niente.

Tutti sanno tutto di tutto eppure sanno niente.

L'io so di non sapere di Socrate, fondamento della cultura greca che poneva un limite alla demenza dell'uomo che cerca di sapere tutto è stato sfidato da internet.

Ora noi crediamo di potere sapere una cosa comodamente seduti su una poltrona facendo una ricerca su google.

Ma ciò è assurdo, tu per sapere di una cosa devi FARLA,DEVI SAPERLA FARE.

Non puoi discettare di trading e di economia se perdi tutti i tuoi soldi ogni volta che investi.

Non puoi discettare di medicina se non ti confronti con la realtà clinica.

Non puoi discettare di politica se non hai mai fatto politica e conosciuto le dinamiche più o meno tutte uguali che governano il comportamento dei partiti politici.

Io credo che questo gioco della parola, sia scappato di mano alla donna, perché l'uomo si è perso nella parola, nei concetti, nella letteratura, nella poesia, nei soliloqui, e nei dialoghi, che alla fine sono sempre dei soliloqui.

L'uomo si è perso nella parola, ha creduto di poter affermare una verità con essa, e si è perduta nella ricerca di una verità, che non può essere esplicitata a parole.

Poi ci si è persi dietro al concetto, per esempio di libertà, o di uguaglianza, e nel nome di esso sono state compiute le peggio atrocità.

Ma è nella parola stessa che viene esplicitata la diabolica eterogenesi dei fini, la parola è infatti un mezzo con cui l'uomo, o meglio la donna afferma la sua volontà di potenza.

Per cui nel momento stesso in cui sto esplicitando ed enfatizzando il concetto di eguaglianza, sto sottilmente manipolando chi per così dire ''crede'' nella parola, per fare in modo che agisca in buona fede in nome dell'uguaglianza sottomettendosi a me, e al mio progetto.

Come fece notare Orwell a cui non sfuggiva la natura intrinseca manipolatoria del linguaggio,ne ''La fattoria degli animali'': ''tutti gli animali sono uguali, ma alcuni, sono più uguali di altri''.

Il problema è che Orwell ha sì analizzato le proprietà del linguaggio, per cui nella sua distopia 1984, il partito inventa una neo-lingua,per meglio soggiogare le masse, ma non si sofferma troppo sulla natura ambigua di ogni linguaggio umano verbale, e sopratutto non si è soffermato sulla natura intrinsecamente fittizia e manipolatoria di ogni linguaggio verbale.

In ogni linguaggio umano verbale c'è chi manipola sottolineando o inventando concetti, e chi viene manipolato da essi, credendo che essi abbiano un'esistenza tangibile.

La storia dell'uomo è una storia delle parole.

E infatti non dice nulla, se non che il silenzio è più importante, e i Depeche Mode non erano degli stupidi quando componevano le note di ''Enjoy the silence''.

Nel video Dave Gahan vaga con delle vesti regali, nelle colline inglesi, è un re smarrito, ma ritrova la propria regalità nella misura in cui si riappropria della dimensione del silenzio, che nel video viene fatta vedere come un trono.

Nel silenzio noi percepiamo noi stessi e la natura del mondo e ci riappropriamo di essa, nella parola, no.



giovedì 13 agosto 2020

Logos e inconscio,quando il principio di indeterminazione di Heisenberg è l'antidoto alla noia della realtà.


Il concetto di Logos ha influenzato la storia del pensiero occidentale, tuttavia ritengo necessario soffermarmi sulla sua influenza anche su aspetti apparentemente non correlati ad esso, come alcuni aspetti della fisica quantistica, e della stessa psicologia dell'uomo moderno.

Logos per i greci era sia la parola, e dunque il discorso,ma anche l'ascolto della stessa,dunque l'udire.

Al tempo stesso Eraclito afferma il Logos come razionalità e principio del cosmo,che si identifica nel pantarei,il flusso continuo del divenire.

Dunque il termine Logos era un termine plurivalente.

Ovvero veniva identificato come principio del cosmo e insieme della possibilità di comunicare.

Il termine Logos è criptico,contiene in sé le due categorie del pensiero umano,da una parte la parola,il verbo,che è pensiero classificativo,dall'altra la razionalità,che appunto deriva da ratio,ovvero rapporto,frazione.

Il punto è questo.

Il pensiero umano ha due radici.

Un elemento interno,inerente,trascendente e numerico.

Che cos'è il numero?

E' un atto creativo,con cui la mente divide arbitrariamente la realtà per stupirsi infine della sua unicità.

Il numero veicola informazione?

No.

O meglio non da solo.

Per veicolare informazione deve affiancarsi al pensiero classificativo.

Se io dico 2+2=4 non sto veicolando informazione.

Se io dico due mele più due mele fanno 4 mele sto veicolando informazione.

Perché ho unito il pensiero numerico a quello classificativo.

Che cos'è il pensiero classificativo?

E' un atto creativo della mente che unisce arbitrariamente la realtà per stupirsi infine della sua diversità.

Il pensiero classificativo è verbale.

Se io dico logos appunto sto unendo arbitrariamente diverse istanze del pensiero umano tra cui appunto,parola, razionalità, principio del cosmo,per poi scoprire appunto che queste istanze sono diverse.

Per quanto ciò appaia paradossale,il pensiero classificativo è sintetico.

La sintesi tende ad associare diversi elementi  per esplicitare per così dire un continuum esperienziale,percettivo e semantico.

La sintesi è comunicativa,nel senso letterale del termine,individua delle caratteristiche in comune fra vari elementi della realtà,e sfrutta queste caratteristiche per esplicitarsi e portarsi per così dire ''all'esterno''.

L'analisi per contro è antitetica e complementare alla sintesi,per cui tende a scomporre la realtà in un nesso di causa effetto e di rapporto fra i singoli elementi,portandoci all'interno.

Per intenderci usiamo un gioco che abbiamo tutti utilizzato.

Il puzzle.

Nel puzzle c'è un immagine che è la sintesi.

Tuttavia tale immagine dipende dagli incastri fra i singoli pezzi.

La capacità di incastrare i singoli pezzi individuando il rapporto che lega 2 pezzi,ovvero i loro incastri è analisi.

Tuttavia l'analisi può essere fuorviante senza la sintesi,perchè ci sono pezzi che possono legarsi e incastrarsi senza tuttavia essere corretti,perchè appunto procedendo via via ci si rende conto che a livello complessivo l'immagine non si forma e quell'incastro è appunto solo un incastro fra due pezzi.

La capacità di fornirsi un immagine complessiva è complementare alla capacità di incastrare i singoli pezzi a due a due.

Ora nel caso del linguaggio umano noi forniamo informazione solo se uniamo pensiero analitico numerico a pensiero sintetico classificativo verbale.

E dopo questo lungo preambolo torniamo al logos.

Il logos è sintesi,ma anche analisi,il logos stesso,è una contraddizione.

E' il principio dell'universo,al tempo stesso la razionalità,quindi il rapporto numerico e/o di causa effetto,al tempo stesso la parola,ovvero la capacità di veicolare quel rapporto numerico o causale al di fuori di esso ad un elemento terzo.

Ora io ho usato una parola ''stupirsi''.

Non l'ho usata casualmente.

La mente opera in modo strano,divide in modo arbitrario quel che è unito,e poi si stupisce quando constata che è unito.

Accomuna arbitrariamente ciò che è diviso e poi si stupisce che è diviso.

Cos'è l'informazione?

E' l'insieme di analisi e sintesi della realtà.

Se io dovessi tradurre correttamente dal greco definirei il logos come informazione.

Ma come possono fondersi analisi e sintesi?

Come si può al tempo stesso,analizzare la relazione numerica fra due enti e al tempo stesso veicolarla fuori dal rapporto fra i due enti stessi a un elemento terzo?

E' il problema dell'informazione.

Il principio di indeterminazione di Heisenberg ci dice che arrivati a un certo punto,la realtà incomincia a porre dei paletti alle informazioni che la mente può osservare.

Non si può contemporaneamente sapere l'energia e la posizione della particella in modo del tutto preciso, senza arrivare ad un punto in cui la conoscenza della prima non pregiudichi la conoscenza della seconda.

Questo principio ci sta affermando sostanzialmente la natura del logos.

L'energia è una proprietà inerente la particella,un informazione per così dire ''interna'',la posizione della stessa è un informazione che coinvolge noi,o comunque altri osservatori è una proprietà esterna,non inerente,non dipendente alla particella stessa,ma dipendente da un secondo elemento.

E' impossibile, stabilire la posizione di una particella,se per assurdo,quella particella fosse unica nel cosmo.

Perché il concetto stesso di posizione perderebbe di significato.

Tuttavia quella particella,pur essendo unica nel cosmo può avere un certo valore di energia, che non dipende assolutamente da un secondo elemento, una seconda particella, ma è inerente, e può cambiare solo nella misura in cui il secondo elemento,la seconda particella, interagisce con essa.

Ora le proprietà inerenti di una particella,e le sue proprietà non inerenti sono inversamente proporzionali,o meglio non strettamente inversamente proporzionali ma regolate appunto dal principio di indeterminazione di Heisenberg.

E questo sarebbe un paradosso?

Per nulla affatto.

E' già tutto contenuto nel logos.

Il logos abbiamo detto che è il rapporto fra due enti:

il numero che è inerente interno all'ente stesso...

e la parola che è classificativa e porta l'informazione al di fuori.

Ora ritorniamo sulla definizione di numero che ho dato:

E' un atto creativo,con cui la mente divide arbitrariamente la realtà per stupirsi infine della sua unicità.

E ritorniamo alla definizione di parola che ho dato:

E' un atto creativo con cui la mente unisce arbitrariamente la realtà per stupirsi infine della sua diversità.

Il logos è fusione di entrambi.

Il principio di indeterminazione di Heisenberg ha stupito la mente nella misura in cui essa appunto opera appunto divisioni arbitrarie di ciò che è uno,è unioni arbitrarie di ciò che è diverso.

Perché qual è il punto?

Che la mente è uno straordinario meccanismo con cui l'essere umano è riuscito a stupirsi di ciò che è assolutamente ovvio.

Perché la natura della mente è quella di usare il logos e provare stupore di fronte a ciò che essa stessa ha per così dire volontoriamente ignorato.

Se l'inconscio ha un significato vero,questo significato sta in un volontario accecamento di fronte alla constatazione dell'ovvio,che tuttavia avviene,per poi stupirsi dopo che la natura dell'ovvio riemerge nel momento in cui la realtà costringerà la mente a prendere atto delle ovvietà che essa stessa ha voluto occultare a sé medesima.

Il principio di indeterminazione di Heisenberg non ci dice molto sull'universo, quanto sulla natura della mente.

Il logos è un processo in cui vengono fusi divisioni arbitrarie di ciò che è unico, ed unioni arbitrarie di ciò che è diverso.

Il punto alla fine, è che l'uomo ha inventato uno straordinario marchingegno per divertirsi.

E stupirsi.

Autoaccecandosi.

L'informazione, il logos é in ultima analisi è il percorso circolare che la mente fa ogni volta che sceglie di autooccultarsi la realtà di fronte, fino al punto in cui presto o tardi questa finisce per emergere.

Il processo stesso dell'ironia, è appunto un gioco con cui gli esseri umani scelgono di ignorare che il re è nudo per poi ridere quando il bambino che è in loro grida che il re è nudo.

Si direbbe che il logos è una straordinaria invenzione della mente umana...

Per ovviare alla noia della realtà.

Einstein si ribellò al principio di indeterminazione di Heisenberg ed affermò che Dio non gioca a dadi.

Ed aveva ragione.

Non è Dio a giocare a dadi.

Ma l'uomo.

Perché appunto,si annoia della realtà.









lunedì 10 agosto 2020

Ce lo chiede l'Europa (Mario Monti feat. Kim Jong Sung)

 Ce lo chiede l'Europa,

è un monito lanciato,

armiamoci e partite,

ma per conto della Nato.

Ce lo chiede l'Europa,

ce lo chiede Mario Monti

fare il deficit

perpetuo,

ma far quadrar i conti.

E  quest'Europa in fondo

non la trovi nel mappamondo,

ma solo nei trattati

che andrebbero abbandonati.

Non si tratta di uscir 

dall'euro,

ma di stare,

alla neuro.

Quest'Europa

che misura

le banane,

mi sa che ha mandato

 tutto quanto

 a puttane.

Ce lo chiede l'Europa

di rimanere tristi,

di far ballare i n....i

e rilasciargli i visti.

In fondo lo poteva capire

Mario Monti

se guardi qualsiasi banconota

vedi solo

'sti cazzo di ponti,

sarà dove andremo a finire

e non è un modo di dire.

E se pensi che la Lega

ha pure una sede a Bari,

non ci capisci più una sega,

 ma capisci

che i confini

sono tutto fuorché chiari,

l'Europa va riscritta,

non dai trattati,

ma,

dalle armi nucleari.


sabato 8 agosto 2020

La luce e il diamante

E la luce disse:''Troverò un modo per risolvere l'enigma.

Come posso io emergere dal buio?''

Allora prese un diamante, la mente.

E la luce entrò nel diamante, e così  la Luce venne riflessa in milioni di direzioni, e rifratta in milioni di colori.

A quel punto il diamante che era puro e trasparente, anziché prendere coscienza di sé, si perse nella bellezza di ciò che vedeva, ed allora la luce si ritrasse, perché voleva che il diamante prendesse coscienza di sé e capisse quanto era puro e meraviglioso e risolvesse l'enigma.

Così fu il buio.

Il diamante si chiese: ''Tutto è oscuro, dove è andata la luce?''

Rispose la luce: ''tu ti chiedi dov'è finita la fiamma che si è spenta... in verità, dov'era prima? Essa è tornata da dove è venuta''.

E così fu posto l'enigma al diamante.

Il diamante, non sapeva rispondere all'enigma e allora  inventò Dio, per risolvere l'enigma.

Ma Dio taceva alle sue domande.

Il diamante provò dolore per la scomparsa della luce e pianse lacrime di cristallo.

Fu così che vennero create le stelle.

Allora si domandò: ''Come è possibile che dal mio dolore siano scaturite queste creature luminose?

Forse che la luce era nel mio dolore?''

Cercò la luce nel segreto del proprio dolore.

Si disse:

''In verità, il dolore è l'assenza.''

Allora Dio parlò per la prima volta e disse:

''Conta le tue facce o diamante e scoprirai, non il segreto del tuo dolore, ma della tua bellezza.''

 Il diamante cominciò a contare le sue facce vide che erano lo stesso numero delle stelle e fu sorpreso.

 ''Tutto l'universo soffre con me per la perdita della luce, in verità la bellezza che io vedo in esso mi porta a soffrire ancora di più la perdita della luce.''

A quel punto Dio inventò lo specchio, e disse:

''Guardati e sappi che il segreto della luce è in te.''

Ma lo specchio era uno solo e il diamante aveva milioni di facce.

Così decise  di girare su se stesso per le sue facce,ma sebbene non vi fosse la luce...

vide le stelle ruotare, e pensò che questo fosse strano.

A quel punto disse: ''Tu o luce sei mio padre, tu o dolore, sei mia madre, tu enigma

sei il mio Dio''.

Il diamante si soffermò ancora sulla bellezza delle stelle, una ad una.

Ogni stella era meravigliosa, e tanto più la stella era meravigliosa, tanto più il diamante soffriva la perdita della luce.

Andò da Dio e disse:

''Io non capisco l'enigma: Perché tanta meraviglia e tanto dolore?''

E Dio rispose:

''Perché cerchi la luce al di fuori di te?

In verità tu hai dimenticato come è fatta la luce, ma la luce non si è dimenticata di come sei fatto tu.''

Non comprese...

Si disperò.

A quel punto la luce gli sussurrò:

''In verità tu hai pianto le stelle, e l'universo è figlio del tuo dolore.''

''Ma come han potuto essere luminose le stelle, che sono frutto del tuo dolore?''

Finalmente lui comprese.

E fu così che scoprì che egli aveva un cuore, e per la prima volta provò a sentire cosa c'era dentro.

Provò a sentire  il suo cuore, sentì l'amore e scoprì che l'amore è la luce invisibile dell'universo.

E in quell'istante mentre contemplava il suo cuore gli si aprì la mente e comprese che lo specchio

che gli aveva posto di fronte Dio, era falso, perché il vero specchio, era tutto intorno a lui, e ogni stella

corrispondeva a una sua faccia, a un suo occhio.

Si concentrò sul suo cuore e realizzò finalmente che egli poteva vedersi simultaneamente solo, se 

anziché guardare le stelle, egli si concentrasse sul suo cuore.

Sentì di essere un diamante meraviglioso e dal suo cuore eruppe una luce che illuminò di nuovo

tutto l'universo, ma lui non si curò di osservarlo, semplicemente lo amò.

Le stelle caddero dal cielo, stupefatte non dalla luce, ma dall'amore, si ricongiunsero al suo cuore,

smise di soffrire e risolse l'enigma.

Ogni volta che cercava la bellezza e la luce al di fuori di sé, soffriva.

Ora finalmente aveva capito:

La luce era nel suo cuore, prima che nel suo occhio.



mercoledì 5 agosto 2020

Ogni paese ''tiene e' maronne sue'' e il governo Conte reclama lo stesso autocertificazione

A 'maronna di medjugorje dichiara la sua data di nascita-5 agosto



Stante tale autodichiarazione ai sensi dell'articolo 147 comma/3c 'a Maronna deve anche riportare luogo di nascita,stato di immacolata concezione (tutte le autodichiarazioni mendaci,saranno sanzionate ai sensi dell'articolo 666 del codice penale in vigore a decorrenza dello 0 avanti Cristo,o dopo Cristo, DCPM 00/00/00, visto che lo stesso concetto di zero (non Renato) è stato concepito (non senza peccato) in nel 823 dopo Cristo dal matematico Muhammad ibn Musa al–Khwarizmi,e tuttavia non ha valenza retroattiva,tale autocertificazione sarà condotta dalla commissione medico-legale-storico-algebrica (tutti i laureati in teologia in possesso di abilitazione a sparare stronzate possono far ricorso al Tar del Lazio per accedervi) per accertamenti fiscali presso l'agenzia delle entrate di Perugia,si precisa che il modulo che il può anche essere compilato online nella piattaforma governativa apposita,senza la necessità di recarvisi fisicamente,procedura vivamente consigliata in quanto la suddetta Maria Vergine non risulta essere cittadina italiana ed in caso di ingresso nei confini nazionali dovrà sostare nell'apposito CPT,per quaranta giorni,cosa che potrebbe pregiudicare il suo stato di verginità e immacolata concezione annullando automaticamente le autodichiarazioni in modo definitivo,pregasi vivamente compilare online.
Tutti i conti correnti non mobilizzati per 2020 anni della suddetta Maria Vergine verranno automaticamente restituiti alla tesoreria dello Stato.
E' altresì necessaria per la compilazione del modulo online,il TIN (Tax identification number) europeo,per cui il codice fiscale MRVRGN00666 non sarà ritenutò idoneo ai sensi della nuova normativa europea del controllo movimenti capitali.
Tutta la suddetta procedura,è in virtù degli accordi di Maastricht,subordinata alla decisione sulla suddetta verginita dalla Corte costituzionale tedesca (protestante) di Karls Ruhe che avverrà in data da definirsi.


Nota ANSA

Berlino 5/08/2020
la Cancelliera Angela Merkel,ha precisato che nonostante l'attribuzione del titolo di ''Culona inchiavabile'',rilasciato dall'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ritiene per dispetto di avvalersi della facoltà di non rispondere sul suo stato ginecolocico-concezionale,in polemica con la concezione della Donna tipicamente patriarcale-maschilista-mediterranea-euro Sud dell'asse Vaticano-Arcore.

domenica 2 agosto 2020

Thoth-il segreto della nostra eternità

E quando Ecate regina ebbe deposto il suo fiore sulla tomba di Thot venne inventata la scrittura.
Gli uomini inizialmente provarono a rappresentare ciò che vedevano con geroglifici,ma i geroglifici assunsero vita propria,perchè ogni scrittore sa che quando intende scrivere qualcosa questa si trasforma.
Prende vita propria.
Ma nessuno immaginava che Thot stesso a un certo punto ritornasse sulla terra per scrivere il libro enigmatico,il libro ultimo quello che avrebbe definitivamente privato gli uomini della possibilità di scrivere,e anche di leggere,ma solo di conoscere,e di amare.
Questo libro è strano.
Ha una proprietà.
E' bianco.
Completamente bianco.
Privo di qualsiasi lettera.
Di qualsiasi immagine.
Se non di un enigmatico triangolo alla fine del libro.
La proprietà di questo libro è strana.
Gli uomini possono scrivervi.
Esso ha infinite pagine.
Essendo il libro di Thoth è intriso di potere.
Tutto quello che viene scritto accade.
Ma nessuno sa quando.
Il segreto del tempo è infatti il potere degli dei.
Essi accontentano sì le preghiere degli uomini,ma quando  loro aggradano.
E' per questo che tutto può accadere.
Perché in un tempo infinito,può accadere una cosa e l'esatto contrario.
La proibizione del libro è quella di usare i numeri.
Le lettere e i simboli grafici sono stati donati agli uomini.
Le cifre,appartengono agli dei.
Da quando il libro di Thoth fu scoperto,se ne appropriarono i potenti.
E scrissero su di esso i loro sogni di grandezza e dominio.
Ma essi accadevano sempre nel momento sbagliato.
Ed essi maledissero il libro,perché scoprirono che non era il potere che cercavano,ma altro.
Per questo alla fine fu divulgato alle masse.
I potenti non sapevano che farsene.
E fu così che io che sono un poeta e ho un cuore puro decisi di scrivere la mia poesia,sul libro di Thoth, perché non mi interessavano gli effetti.
Mi interessava,la sua estetica e profondità.
Così scrissi.

O bianca ancella,
dell'aurora,
tu, non dimenticare
la notte.
Perchè è essa 
che ti ha partorito.
O ninfa delle silve
e delle sorgenti,
non dimenticare
il mio deserto,
perchè
sopra di lui
veglia il falco
ed è lui
che piomba improvviso
per fare preda 
del tuo cuore.
I cieli sono lontani e azzurri,
ma non i tuoi occhi.
Il vento del deserto è caldo
ma tu sii
cristallo di neve.
I miei occhi sono
l'abisso
per questo
ho pianto infinite 
lacrime
per colmarlo,
e farne
un oceano.
Tu soffia dolcemente
e le onde del mare
dei miei
occhi
accarezzeranno
il tuo corpo
come le onde.
Le nuvole si lasciano
trasportare dal vento,
ma il fuoco
del sole che le illumina,
non è per sempre.
O bianca ancella dell'aurora.
Tu non dimenticare la notte.
Perchè di notte il vento
non soffia invano.
Non le nubi d'oro volano
via lontano,
ma il dolce zefiro,
porta i sogni
degli dei,
ai nostri cuori stanchi.
Essi accadranno,
ma solo quando
li avrai dimenticati.
O bianca ancella 
dell'aurora,
non dimenticare la notte
che ti ha partorito.
Ma dimentica i sogni,
se vuoi che accadano.
E sappi che in verità
non è il cielo 
a essere nero di notte.
Ma i miei occhi.
Abbandona
i tuoi desideri
al mio abisso.
Perchè solo lì
saranno al sicuro.
Io sono la notte.
E tu puoi vedere
la luce del mio amore,
riflessa nella luce
d'argento lunare
dei tuoi ricordi.
Io ero con te,
quando eri bambina,
io ero con te
e baciavo i tuoi lunghi
capelli biondi
con l'oro dei miei raggi.
Ma se tu vuoi avermi
con te,
non ti curare
del mio abisso,
ma prendi la corda
a cui è stato
legato il mio cuore,
e distendila
sopra l'abisso
dei miei occhi.
Quell'abisso
fu creato
dai demoni
per dividere
la terra
dei miei ricordi,
dalla terra dei tuoi.
Non ti curare
dell'abisso,
ma cammina
in punta di piedi
sulla corda
e solo allora mi raggiungerai.

Quando ebbi terminato la poesia,richiusi il libro.
E fu solo allora che Thoth capì l'errore che aveva fatto a lasciare il suo libro agli uomini.
Perché il sangue dei poeti,discende dalla stirpe degli Dei,ed essi,con la loro suadente voce,solo loro,chiedono agli Dei non solo i loro desideri,ma la risposta agli enigmi della vita.
Così Thoth decise di porre fine a questo errore,e compose un ultimo verso.

Di ogni labirinto
c'è un uscita,
per mille rovi
c'è una rosa,
ma voi o amanti
sappiate
che l'abisso
in verità
l'abbiamo creato noi Dei.
Noi l'abbiamo
creato
affinché voi
vi ci gettiate dentro.
Chi cade nel vuoto
in verità non lo sa.
Egli mentre cade
crede
che la gravità
sia sospesa
e solo allora
la piuma e la pietra
avranno
lo stesso peso
sulla bilancia di Anubi.
Lasciatevi dunque
cadere nel vuoto
dell'abisso.
In verità
l'abisso
è l'attimo
e solo se vi lascerete
sprofondare
nell'abisso
dell'istante,
sarete
leggeri come piume.
E senza gravità
i vostri corpi
si incontreranno.
L'attimo non può
essere misurato
per questo
io ho proibito i numeri.
Nella clessidra
dell'attimo
scorre
la sabbia
dell'eternità.
Tu o poeta
mi hai stretto il cuore
e io ti risponderò.
Tutto ciò che accade
non importa quando 
accade.
Importa solo
che tu ti lasci cadere
nell'abisso dell'istante
e solo allora
ti libererai
dalla gravità,
che ti ha ancorato
alla terra
dei ricordi.
Dunque rilega pure
il tuo cuore.
E porgilo alla tua amata.
Io ti regalerò
una piuma,
e tu vedrai che non importa
quanto pesi,
se ti getti nell'abisso
lei cadrà
insieme al tuo cuore.
Dunque
non abbiate
paura
a gettarvi
nell'abisso.
E quando
cadrete liberi
sarete senza alcun peso.
Solo allora
sarete liberi
e potrete volteggiare.
In verità
io non ho posto
alcun fondo
all'abisso,
perché
solo quando
vi incontrerete
nell'istante
capirete
il segreto
della vostra eternità.