E' di pochi giorni fa la notizia dell'incarcerazione di Trump.
Come sempre tutti i nodi vengono al pettine.
Il nodo enorme del sempre crescente potere della magistratura si badi bene, in occidente, Stati Uniti in testa, e non solo come viene sempre detto, solo in Italia è un nodo gigante.
In questo momento di braccio di presunto braccio di ferro tra ''democrazie'' e ''autocrazie'' è bene domandarsi sul significato stesso del termine democrazia.
Siamo in una democrazia?
Questa la domanda retorica con cui si cerca spesso di captare il no secco e altrettanto retorico di chi legge.
Il punto è che probabilmente si, siamo in una democrazia, ma che questo non vuol dire che abbiamo ''libertà''.
La libertà è una merce strana, ma bisogna fare i conti con cosa sta diventando l'occidente.
Tendenzialmente viviamo in un paese di cui si sono evidenziate le storture della malagiustizia e in cui l'utilizzo politico della magistratura non è di certo una novità.
Ma il punto non è tanto l'utilizzo politico, il punto è l'utilizzo della magistratura, Berlusconi ha avuto gli strumenti per schermarsi dall'attacco dei giudici, che cosa può il comune cittadino nei confronti del sistema?
Può poco se non nulla.
Commettere un reato è estremamente facile, cogliere un frutto è reato, per un lungo periodo di tempo pisciare ai lati della strada è stato un reato, guidare con un bicchiere di vino, idem, non seguire un corso per la sicurezza è un reato ecc...
E' un sistema in cui più o meno tutti commettiamo uno più o reati al giorno e in cui la minaccia di sanzioni penali è più o meno continua.
Ce ne rendiamo conto solo nel momento in cui incappiamo in una di queste norme, prima siamo convinti che il codice penale sia una cosa ''per delinquenti.''
Sembra quasi benevolenza delle autorità non perseguirli, ma in realtà questa amplitudine di reati cosiddetti bagatellari che tuttavia sporcano la fedina penale permette l'arbitrio e il potere delle autorità stesse:
Se tutto è reato, ma si fa sempre finta di niente, significa che sei sotto costante ricatto delle istituzioni dello stato perché esse hanno la facoltà di svegliarsi al mattino ed intercettare il ''reato'' di chi vogliono loro, quando vogliono loro, come vogliono loro.
Non sono un giurista e mi guardo bene dall'esserlo, MA COME CITTADINO DEVO DIRE CHE MAI IN NESSUNA EPOCA IL TERMINE LIBERTA' FU PIU' ABUSATO.
Libertà di cosa?
Sotto il profilo dell'opinione si forse, si può ancora cautamente tentare di dire la propria.
Anche se esiste il dannato politicamente corretto che però NON è l'oggetto di questa invettiva.
La critica al politicamente corretto è anche un sostanziale paravento al reale problema del sistema:''l'ipertrofia legislativa''.
In sè e per sè discutere dei gay o di una ave Maria non è che aiuti granché a mettere a fuoco il problema.
Diciamo che purtroppo l'Italia ha assommato alla sua natura burocratico-bizantina, la nuova tendenza mostruosa che arriva dagli Stati Uniti d'America:
La politica della ''tolleranza zero''.
In un epoca di prurigine di diritti umani, sopratutto da difendere con le armi, bisogna fare notare da dove inizia la voragine dei ''diritti umani'' nel cosiddetto mondo libero.
Di fronte alla costante presenza di comportamenti violenti e criminosi la società americana ha ceduto a sé stessa, in nome di una presunta lotta al crimine negli Stati Uniti si è creata la tendenza a punire tutto con pene spropositate.
A farne le spese non è stato il criminale, ma il cittadino comune, sempre più persone negli Stati Uniti sono entrate nel sistema carcerario americano per i cosiddetti ''reati non violenti''.
Si è cercato di schermare il tutto come ''police butality'' ''razzista'' come se nel sistema carcerario americano non entrassero migliaia di individui di tutte le razze e non necessariamente ''delinquenti''.
Molti per ''reati'' che manco in Afghanistan sarebbero considerati tali, come per esempio il caso delle ragazzine arrestate e ammanettate in Texas per avere marinato la scuola.
In molti tribunali americani viene utilizzata la ''cintura elettrica'' un dispositivo di tortura che viene utilizzato sul corpo del reo per ''evitare atteggiamenti non consoni al decoro dell'aula'' ovvero ad arbitrio del giudice in un orrore che, si, non è inquisizione spagnola del 600, né Cina comunista, sono gli Stati Uniti di oggi specialmente negli stati del sud.
Il punto è che se alla maggioranza dei cittadini ''va bene così'' tu caro cittadino a cui ''così non pare né giusto né umano'' sei fottuto.
Questo purtroppo pare un problema delle democrazie.
Nelle autocrazie nessuno ti arresta per qualche cazzata sessuale, per qualche soldo sottratto al fisco o per un bicchiere alla guida.
Tendenzialmente se il ''cittadino occidentale'' sapesse delle libertà ''personali'' che gode in posti come Russia o Cina le baratterebbe volentieri per quella libertà di opinione di cui non sa che farsene.
Ma il cittadino del ''mondo libero'' crede di essere libero, non è forse egli libero, in via del tutto tautologica?
In queste autocrazie è fondamentale il silenzio assenso al dittatore di turno ed è la critica politica a iniziare il calvario giudiziario carcerario.
Il paradosso del cittadino che vede la condotta criminosa attorno a lui, si sente minacciato, invoca la tolleranza zero, e viene accontentato e mandato in carcere è un paradosso della democrazia.
Spesso gli atteggiamenti elettorali che premiano sono proprio quelli per chi invoca ''pene più severe'', salvo lamentarsi della ''magistratura a orologeria'' quando l'oggetto di tali pene severe è lui stesso.
Con Silvio Berlusconi morente, assistiamo a un sostanziale azzeramento di qualsivoglia schieramento liberale garantista.
Ora che Trump viene incriminato è di nuovo l'ora di fare notare l mostruosità del sistema giudiziario americano che è travalicato in Italia e in occidente.
Trump ha l'occasione storica di non mandare tutto a carte quarantotto trasformandolo in una rissa politica ma di fare notare l'anomalia di un sistema in cui un uomo può essere eletto presidente della repubblica dai suoi stessi cittadini ed essere contemporaneamente in carcere.
Una evidente ingerenza del potere giudiziario che Montesquieu non aveva previsto.
Ma anche l'emblema del divorzio della libertà dalla democrazia.
L'inizio della fine se devo individuare una data, della cosiddetta ''democrazia'' è il processo di Norimberga.
L'america mostra il suo lato peggiore in questo evento storico.
Divulgato come una necessaria e giusta condanna degli orrori del nazifascismo il processo di Norimberga si configura come l'inizio della fine della democrazia.
Nonostante la guerra sia stata vinta con l'uso della forza, delle bombe incendiare, nonostante le atomiche, le città italiane e tedesche rasate al suolo gli americani processano i vinti.
E' una novità assoluta nel panorama storico.
Si arrogarono la facoltà morale di giudicare gli sconfitti.
E' un brutto precedente, ed anche un grosso errore della democrazia, il conferire a un giudice il potere di stabilire la colpevolezza o meno del ''fascista'' è premessa di un sistema che vede uno sbilanciamento vertiginoso del potere giudiziario sugli altri che poi temo sarà la morte della democrazia stessa.
E fu così che la democrazia facendo un processo al fascista, finì per condannare sè stessa.
L'Unione Sovietica che pure aveva l'interesse ideologico a condannare il nazifascismo non adotta la stessa tattica.
Solgenitsin che pure è una vittima del sistema concentrazionario sovietico non loda troppo l'occidente una volta giunto in America, lo perplime ''il regolare qualsiasi aspetto della vita quotidiana dal sistema legale''.
Ora che Trump è sotto processo sentiamo i corvi liberal anche di casa nostra, che cianciano di razzismo di lui, o di Ron De Santis, di populismo, di golpe.
Ma il golpe lo stanno facendo loro.
O meglio la magistratura che loro difendono fino a che non saranno indagati loro.
E' un sistema che ha dimenticato la libertà.
Adesso si, che viene toccato Trump non sono troppo preoccupato.
Trump ha gli strumenti e anche il carattere per difendersi.
Ma gli manca forse la capacità, come anche a Silvio Berlusconi è mancata la capacità di essere un vero liberale e pensare al povero cittadino che non ha i soldi per pagarsi gli avvocati, i media ecc...
Purtroppo gridare alla magistratura politicizzata e ai democratici cattivi comunisti non è la maniera giusta di risolvere il problema.
Il sistema giudiziario americano ha un costante bisogno di carne e fresca per reati bagatellari da infilare dentro il sistema carcerario per tenere in piedi il sistema.
Negli Stati Uniti le prigioni sono entità private che ricevono soldi per ogni detenuto al loro interno, e il congegno funziona in maniera tale da farci entrare più persone possibili.
Gli Stati Uniti a parità di popolazione hanno 4 volte i detenuti della Cina.
Questo sistema inumano e kafkiano è stato messo a modello ed è travalicato in Italia.
Certamente l'Italia ci mette del suo in termini di opacità e burocrazia.
In un momento in cui un presidente di una forza politica nella sedicente democrazia viene incriminato viene sancita la debolezza stessa della cosiddetta democrazia, divisa non tanto in termini politici, ma in termini di scontro fra i poteri.
L'arroganza del potere giudiziario è senz'altro il limite.
Trump deve capitalizzare questo momento storico non per accusare i democratici, ma per evidenziare che oggi democrazia e libertà non sono sinonimi.
Se anche il popolo lo vota lui può finire in carcere.
E per cosa?
Se non per il solito ''reato bagattellare'' connesso alla vita sessuale o alla temibile ''frode fiscale''.
Mi spiace.
Come cittadino sento che la nostra libertà è venuta meno e noi ne siamo in qualche modo responsabili se continuiamo a giocare ai politici tolleranza zero.
E' compito di Trump evidenziare questi aspetti, non so se egli capitalizzerà l'occasione.
Della sinistra woke e delle sue stupidaggini non ci interessa.
E' in gioco la libertà del cittadino.