Perché un essere umano dovrebbe sentire delle voci, vedere complotti anche laddove non ce ne sono, e al tempo stesso sentirsi attratto da giochi d'azzardo e droghe?
Evolutivamente parlando la risposta è tremendamente semplice.
E' sempre una questione di economia energetica.
Ed è sempre una questione della dinamica preda-predatore.
La dopamina è probabilmente fraintesa nel sistema percettivo umano, venduta al pubblico come la molecola del ''piacere'' inteso come ricompensa, viene tralasciato l'aspetto del ''piacere'' del rischio.
La cosiddetta ''ludopatia''.
Spesso ad attirare chi ha il vizio del gioco non è il microscopico guadagno, ma la sensazione che sta ''rischiando'' di non vincere.
In tutto ciò a livello evolutivo intervengono due fattori.
Da una parte in un contesto naturale sei preda, dall'altro sei predatore.
Il sentire le voci equivale ad una amplificazione estrema della sensazione da ''preda'', della sua necessità di sovrastimare le minacce o addirittura rilevarle dove sono assenti per salvare la propria vita dai predatori.
Per contro il gusto del ''rischio'' equivale proprio a questo, a uscire dalla propria tana consapevoli della presenza dei predatori , ma per certi versi eccitati in modo piacevole ad affrontarli, per procacciarsi la preda a propria volta.
Ovvero la ricompensa.
Ora su YouTube o su internet girano fandonie sul ''dopamine detox'' per cui le patatine fritte, piuttosto che i videogiochi, riempirebbero la nostra vita di ''ricompense'' che si ripercuotono sulla nostra salute mentale.
Ancora una volta internet ha fallito e si fa latrice di disinformazione spacciata per scientifica.
Anche un film horror è ''dopaminergico''.
La paura dell'essere predati e il senso di piacevole rischio che sperimenta ''il cacciatore cacciato''.
Prendi Alien.
Il mostro contro cui gli umani si coalizzano facendo sostanziali battute di caccia nell'astronave Nostromo.
E' tutto molto arcaico.
Quale sensazione deve provare un Masai che affronta i leoni?
Molto simile.
Eppure si attribuisce all'adrenalina questo genere di sensazione.
Ma l'adrenalina interviene come molecola che obbliga la ''preda-predatore'' a scegliere se combattere o scappare in tempi brevi.
Non è una molecola di ''paura'', e nemmeno di ''gratificazione dopo il rischio''.
Il cosiddetto ''film di paura'' è molto dopaminergico, ma nessuno vi dirà di evitarlo nelle scempiaggini ''dopamine detox''.
E con questo abbiamo chiarito il grande paradosso che in natura, paura e piacere si avvicinano molto, per la semplice ragione che il piacere della preda mangiata, può solo essere raggiunto nel momento in cui ti assumi il rischio di essere divorato dai ''mostri''.
Ergo mangiare le patatine al cinema di fronte al film horror è perfettamente ''naturale''.
Come anche godere del proprio spavento.
Ma perché certe persone pensano realmente di essere in un film horror?
In linea di massima in primo luogo, si suppone che i loro antenati ci siano stati in un horror naturale, ergo evolutivamente parlando gli è convenuto sopravvalutare le minacce ma anche al tempo stesso saperle vincere col gusto del rischio.
In secondo luogo, questa massimalizzazione corrispondeva a una necessità fisica:
Quella di riempire lo stomaco.
Ergo la dopamina svolge e continua a svolgere un ruolo di economizzatore energetico.
Per quale diamine di ragione alcuni farmaci antidopaminergici scatenano la cosiddetta ipertermia da neurolettici?
Indubbiamente bloccando la dopamina l'organismo spreca.
Il fatto di massimizzare le paure e le ricompense a livello percettivo corrisponde alla dinamica di una sorta di contapassi.
La natura ti dice:
tutto subito anche perché nella tana ci sei stato troppo.
Ergo sia a livello di temperatura corporea che si abbassa sia a livello di ''movimento'' sei caldamente invitato a ''farlo col minore dispendio di energia possibile''.
L'adrenalina ti spinge a combattere o scappare ignaro delle tue riserve lipidiche e di glucosio, perché è il neurotrasmettitore dei 5 minuti.
La dopamina no, ti conta i passi, e se sono troppi incominci ad avere il disperato bisogno di una ricompensa qualsiasi ma anche il terrore dei predatori che ti urge a fare in fretta.
A non fermarti troppo a godere della preda, o diventerai tu stesso preda.
Facile pensare come un cervello umano possa vederci un complotto, quando è appunto il dato di fatto della natura, anche umana.