mercoledì 12 luglio 2023

Il ragno, il Saladino, i templari

 Il sole entrava molesto dagli alberi, stizzito e presuntuoso del debito che la vita sul pianeta non voleva saldare con lui.

La sua luce gialla ondeggiava fra i rami e si colorava di un tenue bianco verso il pomeriggio che si estendeva alla volta celeste.

Le auto posteggiate stavano a guardare incandescenti.

Le cicale innamorate e pazze del biancore producevano uno stridio di una forza pari o intensa al silenzioso brillio della stella sole.

Oscillava l'oceano di luce sopra di noi all'interno del grande pozzo di luce del sole.

Più mi ostinavo a trovare una speranza, meno la trovavo.

Si trattava di comprendere qualcosa che non esisteva.

Quel sole era la metafora della non benevolenza della vita.

Esplodeva in un mare nero di oscurità nello spazio profondo, oscillante pozzo di onde di luce, per poi riverberarsi qui su questo pianeta e diventare bianco come...

Come la calce di un cimitero.

Se ne volevi apprezzare le qualità estetiche fallivi, questa sua mania di colorare tutto aveva scocciato.

Il nulla era tutto.

E quel tutto nulla si chiamava luce.

A un certo punto cedo e smetto di cercare di vedere estetica nel rozzo accumulo della vita.

Le farfalle procedevano consapevoli di essere belle,  vanesie e fatue, ed ogni forzatura estetica e vitale era vana, in un tempio di estetica viva e morta al tempo stesso come la natura.

Non ci sono sinfonie se non nelle uguaglianze nelle assonanze e nei ritorni.

Solo il fatto che tutto si ripeta ma non esattamente come prima da la misura della pace.

Alle 5 del pomeriggio, in un vaso di fiori, smetto di opporre resistenza, amplio la mia tristezza al blu profondo cui indicano sopra i cipressi, sbagliando.

Questa l'ora migliore.

Io ho smesso di opporre resistenza alla luce e al suo violento concupire la superficie terrestre senza poterla mai del tutto possedere, ho smesso di cercare di vedere bellezza che è l'unica grande assente che noi crediamo di vedere nel cosmo, l'unico grande fantasma  cui noi inchiniamo le nostre cortesie non richieste e pretestuose.

Noi vediamo solo luce.

Sono solo e in buona compagnia.

E adesso mi vedo.

Amanti del bello, fottetevi ingraziosamente e guardatelo è un ragno.

Ora io lo riconoscevo, sulla calce bianca del cimitero io lo guardavo mentre lui prendeva i raggi del sole e come fili della sua tela li usava per catturare le sue prede.

Come un Ermete psicopompo egli vegliava il cimitero e faceva da tramite con l'aldiquà.

Dicono che gli insetti siano poco importanti, ma negli occhi sfaccettati di quel ragno si celavano i milioni di occhi degli umani che ritornavano a guardare con lui il mondo dalla terra.

Smetto di avere paura e di opporre resistenza.

Cerco di guardare anch'io.

Soffro ancora fino a che con la mano faccio per entrare nel cimitero dove la tela del ragno fa da porta.

La strappo e ho in mano i raggi del sole.

Mi sento differente.

Sono vicino all'ex castello dei templari e li vedo correre e rincorrere il Saladino come nella leggenda di quando egli era braccato nella Gerusalemme ed egli ebbe paura allora il ragno fu ispirato da Allah e con rapidità tesse una tela in un antro così velocemente da salvarlo dalle loro spade.

I templari non lo videro, perché  videro la luce e la sua bellezza e scioccamente fermarono le loro spade.

O ignari non sapete che avete condannato un uomo, egli giace ancora dietro la tela della bellezza e della luce, nel regno dell'invisibile

Ora sono un crociato anch'io che ha in pugno il signore nero dell'universo che la luce cerca invano di nascondere dietro alla sua tela di apparente inutile bellezza.

Il Saladino pauroso.

Chiudo gli occhi e vedo finalmente cos'è l'universo.

Dal centro parte una rete di luce, come fili , lui il ragno cosmico li tesse, l'animale più disprezzato dall'uomo è anche il creatore materiale dell'universo, tende agguati a stelle e galassie, meteoriti e li avvince in una rete.

Occhi e cuori sarebbero buone spade se andassero oltre la superficie stolida della tela di luce.

La costante C non è del tutto costante in tutte le direzioni, ma direziona nelle varie angolazioni dello spazio la formazione della tela di luce, come le direttrici della tela di un ragno, si la luce è la tela tessuta dal centro dell'universo in tutte le sue direzioni

Contrariamente a ciò che viene creduto lo spazio è tenuto assieme dai fili di luce, e senza la ragnatela di luce cosmica né le galassie ne le stelle potrebbero stare assieme.

La gravità è fraintesa.

Mentre secondo la fisica convenzionale una stella sopra di te sta emettendo fotoni per colmare gap ed essi ti colpiscono come palline od onde, ora tu sai che essa è semplicemente unita al tuo pianeta con i fili della tela invisibile di luce.

Io sto cedendo e in questo cimitero io sono solo più un vaso da fiori in cui il bianco delle 5 del pomeriggio entra pacifico e sempre più sereno, mentre i cipressi neri sono solo le ciglia che sto chiudendo sul grande blu sopra di me.

Che pace fra gli ulivi.

Foglia su foglia, la luce è una rete.

E il maestro ricordo la chiamasse la rete di Brahma.

Oh bravo il maestro.

E' arrivato il tempo dei templari e né Allah né Brahma possono più pensare di nascondere il sultano dell'universo  dietro a questa rete di luce.

E' vicino a questo antico castelletto di templari questo cimitero e io sorrido alla calce bianca e ai fiori rossi.

Chiudo finalmente gli occhi.

Per sempre.

Esplode il buio e la lama della morte taglia la rete di ragno della luce.

Anche la rete del ragno al centro del mio cervello si sfalda e la mia anima si libera.

Ora io non sono neanch'io più prigioniero come il signore del mondo.

Quando voglio, fra milioni di occhi policromi del ragno al centro dell'universo io posso vedere al centro della luce, finalmente libero, posso vedere qualsiasi angolo del cosmo, in qualsiasi meteorite e creatura,sono io a crearla dalla bava della mia bocca.

Anche se ciò vi farà schifo questo è il vostro problema e la mia risorsa per tenervi a me.

Il Saladino  comunque se lo volete sapere da quel giorno non è ancora uscito da dietro la tela del ragno.

E fu proprio perché Allah lo protesse che egli non potè salvarsi.

E le spade del dolore e della morte devono fare a pezzi la bellezza se vorrete liberarvi, o rimanerrete come lui prigionieri dei vostri occhi e dei fili di luce di Dio.

La vecchiaia la grande salvezza, lo specchio e le vostre rughe il tempio e l'officio del rituale.

Saprete andare oltre lo specchio e incontrare le vostre anime.

Egli è il grande Signore e a lui interessa il volto oscuro di ognuno di voi.

Non lasciatevi proteggere, non abbiate paura.

O Allah signore sovrano, lasciami il terrore dei templari e che sia  spada la mia parola mostrare a vanesi prigionieri della bellezza che io posso liberarli, e che anche lui il Saladino non è condannato per sempre.

Un vaso da fiori rosso, la calce bianca il sole che brilla sciocco e il mio occhio arido come spada che si arrende al  vedere la bellezza che  c'è.



1 commento:

  1. Il poeta si forgia in posatore e gioca con le parole per creare immagini da sogno . È SEMPRE PIÙ BRAVO e c'è ne eravamo accorti da tempo.

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