venerdì 8 dicembre 2017

Bubba Ho Tep,un Elvis anziano e un Kennedy negro,la dark comedy che in realtà è una riflessione amara sulla vita

Ho guardato questo film,''sobillato'' e ''stuzzicato'' da un amico,mentre gli parlavo della mia passione per le pellicole di Mr Oizo,re del non-sense e dello straniamento.
Mi ha fatto vedere un trailer di una comicità che per quanto mi riguarda,sta alla comicità convenzionale,come un 'arma atomica sta a un'arma convenzionale.
Trailer

Il trailer è esplosivo fin dall'inizio,l'incipit Horror,l'Elvis invecchiato che va in giro col girello,di fianco a un tizio nero che sostiene di essere John Fitzgerald Kennedy
e un Elvis perplesso che gli dice col suo vocione sornione:
''but Kennedy was white...''
e l'altro ''mi hanno colorato di nero,così da coprire meglio'',''la CIA mi ha fatto questo''.
Le vecchie che scompaiono urlando sottratte da un'entità maligna.
L'ospizio infestato.
La mummia che vacilla con un cappello da cowboy.
Elvis anziano che fa mosse da Karate,seguito da un Kennedy negro in carrozzella.
Un altro anziano che gioca a fare il pistolero e a impallinare la mummia.
Insomma un trailer che come un atomica del Nevada esplode nel deserto del non-sense illuminandolo di un bagliore assurdo di comicità straniante e radioattiva,spezzando il nucleo stesso della vita e facendone uscire un bagliore di infinite possibilità comiche.
Ma il trailer è ingannevole,il film è tutt'altra cosa.
Così cerco il film su internet
vedi qui in lingua originale


qui in Italiano,purtroppo non full-screen

 e inizio a guardarlo,mi preparo a ridere di gusto e invece vengo investito da un'ondata di malinconica riflessività.
Come sia possibile,non so e qui sta l'abilità del regista che con un budget ridotto all'osso e protagonisti assurdi (l'Elvis invecchiato,il Kennedy negro,la mummia...in Texas)riesce a tenerti incollato allo schermo,ma come?
Non è come si potrebbe pensare,la comicità a tenerti incollato,anche perchè sebbene sia presente non è così dilagante come il trailer lascerebbe pensare.
La comicità è l'esca con la quale il regista ti fa entrare nel labirinto della vita vissuta fino alla fine ovvero fino alla prospettiva di un vecchio,tra ricordi,rimpianti e il cinico distacco di chi finge di essere rincoglionito, ma in realtà è perfettamente consapevole di stare spegnendo la propria vita nell'abisso dell'incompiutezza,della solitudine,degli affetti lontani,abbandonati dagli affetti più intimi e schiacciato dell'amarezza della propria gioventù luminosa lontana.
I monologhi interiori di Elvis sono pieni di lucida amarezza.
La scena iniziale con la ragazza carina che butta nella spazzatura i ricordi del padre morto compagno di stanza di Elvis ed Elvis che le chiede di poter avere per sè la roba buttata nel cestino della spazzatura,mette una tristezza incredibile.
Quando poi lei si piega e gli mostra il culo e lui la guarda pensando ''una volta le donne strisciavano per me,ora per lei ho la stessa valenza sessuale di un neonato,però cercherò di godermi lo spettacolo''.
Si prende lo specchio e si guarda:''come ha potuto il re del Rock'n Roll ridursi così?
L'ironia diventa la materia oscura con cui si costruisce una riflessione amara sulla vita.
L'ironia è una sorta di realtà aumentata in cui il paradossale il comico e l'impossibile servono a raccontare la tragedia della normalità.
Questo è l'unico film che conosco che abbia per protagonisti dei vecchi di un ospizio,e l'unico modo che ha il regista di trascinarci in questa cupa realtà è appunto presentando dei vecchi fuori dall'ordinario,pronti a far scintille tra l'horror e la commedia,ma è un mero artifizio per obbligarti a vedere la vita dalla prospettiva di un vecchio.
La colonna sonora riesce a dare un non so che di epico a momenti di pura assurdità.
Questo è un film epico,dell'epopea di chi combatte i rimpianti e l'amarezza,tra cateteri e pus,trattato come un burattino o un pacco da spostare,e nel frattempo già che c'è una mummia che ti aspira l'anima dal culo,il tutto nella cornice western del Texas.
Perchè in fondo quando sei al capolinea,può succedere davvero di tutto.
Si potrebbe obbiettare che questo film vive della luce riflessa del mito di Elvis,ma non è così,la luce del mito di Elvis è la luce della giovinezza,e l'Elvis invecchiato è un artificio che costringe a pensare l'impensabile ovvero di vedere noi in un anziano.
Dovrebbero dare più spesso questi film,forse i nostri anziani riceverebbero più visite.

Nessun commento:

Posta un commento