Era una tranquilla notte d'agosto.
Il prete era assiso in preghiera nella chiesa silenziosa.
A un certo punto il lampadario prese ad ondeggiare, guardò un attimo verso la finestra, e poi arrivò l'onda del terremoto, tutte le pareti presero a tremare a fremere a vibrare.
Il prete si precipitò fuori per evitare che l'edificio crollasse.
Quando fu fuori vide che la terra fuori dalla chiesa non tremava.
Era solo la chiesa che stava tremando.
Non capì.
Spalancò la porta e guardò il sinistro spettacolo.
Si rese conto che la vibrazione che faceva tremare la chiesa era una melodia, aveva qualcosa di melodico.
Le statue dei santi si creparono, le teste scoppiarono.
Il Cristo appeso alla croce subì la stessa sorte.
Una forza cieca da non si sa quale abisso aveva fatto fremere la parete e staccare il suo capo dalla croce.
Il pavimento si crepò e infine tutte le teste dei santi,della Madonna e di Cristo caddero nel crepaccio.
La chiesa smise di tremare.
Accese i lumi.
E vide lo spettacolo macabro della chiesa intatta e delle statue dei santi della madonna, e di Cristo acefali, senza la testa.
Allora si inginocchiò dinanzi a un dipinto di Cristo, ma ben presto l'acqua cominciò a scrosciare dalle pareti e a cancellare i quadri.
Si sentì smarrito.
Fino a che una luce provenne dall'alto e disse ''non ti farai alcuna immagine di me''.
Il fascio di luce lo illuminò.
E allora vide Dio.
E ne fu sconvolto.
C'era tutta la magnificenza del cosmo, i suoi occhi ondeggiavano come quelli del mare in tempesta, il suo trono era sospeso sul grande lago della morte.
Il prete disse:''Ora che ti ho visto, permettimi di mostrare il tuo volto agli uomini,perché alla vista di una simile bellezza si precipiteranno al tuo altare.''
''Se lo farai morirai.''
Prese gli inchiostri, una tela e si accinse a dipingere quello che aveva visto.
Ma non ci riuscì subito.
Lavorò quaranta giorni e quaranta notti di seguito.
Infine completò l'opera e la assise sopra l'altare maggiore.
Era notte inoltrata.
Il vento dal mare aprì le porte della chiesa.
Ed entrò l'ombra.
Con passo felpato si avvicinò verso di lui.
L'ombra faceva silenzio.
Era una misera ombra.
Gli indicò col dito il mare.
Questa volta tutta l'isola prese a fremere nel terremoto, tranne la chiesa che venne risparmiata.
E il mare fra onde sempre più giganti incominciò a entrare nella chiesa.
Era tutto allagato e l'acqua saliva, o meglio l'isola sprofondava.
Prese il quadro e cercò riparo arrampicandosi sopra la chiesa ma infine tutto fu inghiottito.
L'isola sprofondò, le onde del mare erano giganti, ma quella tela magicamente lo manteneva a galla.
La corrente del mare lo portò semisvenuto su una spiaggia di un altra isola.
Allora guardò l'isola e si rese conto di essere nell'isola dei morti.
I cipressi venivano spazzati dal vento dell'oceano.
Non sapeva se era davanti al paradiso o all'inferno.
Aveva con sé la tela, e non c'era più nulla era lucida come uno specchio.
E si poteva vedere riflesso.
Si avvicinò al lago dell'isola dei morti dove le ninfe senza volto pettinavano i loro capelli.
Fu preso da esse e spogliato.
Si bagnò nelle acque del lago e riemerse.
Guardò verso il cielo e vide le costellazioni e si disse ''io non appartengo a questo mondo.''
Le ninfe senza volto indicarono varie stelle.
I cipressi fremevano al vento sempre più violento che proveniva dall'oceano.
''Il castello di Dio è solo fra una di esse, scegli bene, se hai un cuore puro saprai trovarlo, altrimenti rimarrai fra i cipressi nell'isola dei morti.''
Lui prese la tela e si specchiò.
Infine chiuse gli occhi e vide quelli della donna che aveva amato seppure al di fuori delle leggi del Signore.
Vide i suoi occhi.
E li cercò nel cielo.
Ma non trovò nessuna stella.
Pianse.
Le ninfe senza volto presero ad accarezzarlo.
''Questo lago, è il lago dei morti, sono le lacrime di chi ha creduto di amare ma non ha mai amato.''.
Qui nell'isola dei morti giacciono le anime che non hanno mai amato, che non hanno colto gli occhi della creatura loro affidatogli.
Allora lui si scosse.
E indicò una stella a occhi chiusi, pensando agli occhi di lei.
Riaprì gli occhi e le ninfe senza volto non c'erano più.
Il vento aveva smesso di sferzare i cipressi.
Guardò lo specchio e cosa strana vide la sua amata nello specchio.
Prese lo specchio e lo bagnò e lo immerse nel lago dei morti.
Quando una luce bianca prese a splendere dal fondo del lago.
Ne uscì la falce lunare e lui vi si aggrappò.
La falce lunare si innalzò nel cielo e la terra gli apparve sempre più piccola.
Fino a che non diventò uno dei tanti puntini luminosi nel firmamento.
A quel punto lui si abbandonò e baciò la tela in cui c'era la sua amata.
E furono una cosa sola.
Lei proruppe in un bacio totale di amore infinito.
E anche lui la amò, come se fosse l'unica cosa vera al mondo.
Chiuse gli occhi ed erano entrambi sulla falce lunare mano nella mano.
La falce lunare li aveva portati sul pianeta dove si trovava il castello di Dio.
C'era uno splendido mare quieto, una spiaggia e il sole che sorgeva.
Si presero mano nella mano e si incamminarono verso il castello di Dio.