Sono un insetto,amo i colori la luce.
Ma le luci della città degli dei mi disorientano.
Per questo io ape del sole sono andata nel deserto, alla tenue luce della Luna.
Il vento sfiorava le dune ricamando di sabbia,con le sue dita nere il vestito bianco della notte,il deserto illuminato dal pallido astro.
No, credetemi,le rocce alla luce della luna,divengono fantasmi di bianche derviscie, che danzano al ritmo dell'arpa di Noè,sotto il monte Ararat.
E il serpente giace su una croce enorme inchiodato.
E' lui il simulacro.
Io sono un'ape e non sono abituata alle visioni della notte.
Per cui mi avvicino con circospezione al triangolo del quarto vuoto, Rub Al Khali.
Solo i dervisci osano tanto nei loro sogni.
Ma questo non è un sogno.
Io vedo la spirale, dentro il triangolo.
La spirale della vita e della morte.
Al fondo della spirale c'è un occhio che mi guarda.
Io lancio il mio cuore nel triangolo d'oro e ne escono mille luci che si vanno a posizionare sulla volta del cielo.
Sono le stelle della notte,i miliardi di occhi con cui ti guarda l'unico, lo zero, la stella vuota l'occhio cieco omnivedente.
E io mi sento osservato e ciò non mi piace, entro nel triangolo e vedo la curvatura dello spazio-tempo.
Vedo uno specchio mi ci rifletto, c'è l'immagine di un uomo .
Non sono più un ape ho preso forma umana.
Il deserto di sabbia è diventato simile ad un oceano bianco di latte,le dune mosse dal vento,onde.
Io sono un uomo ma mi ricordo del mio passato di ape e prendo il mio cuore,è un vaso di alabastro,ne verso il contenuto nel mare di latte,il contenuto è dolcissimo miele.
Dal mare di latte emerge una piramide d'oro.
C'è il corpo del faraone nero.
''Vieni'' mi dice, io mi avvicino e vado in punta alla piramide e la tocco.
Diventa nera.
D'ebano, poi si illumina di molti colori e dalla sua punta viene sparato un fascio di luce verso il cielo.
Come un laser taglia la volta nera del cielo e il cielo si apre.
Le stelle cadono nel mare di latte e il cielo diventa azzurro,azzurro come il mare.
Ora la piramide si sbriciola e forma i continenti.
Tutto è ancora informe quando il faraone nero si risveglia, e si alza e getta il suo cuore nel cielo.
Diventa il sole.
Io batto sul mio tamburo e danzo, si alzano con me nella danza della vita gli alberi e le fiere.
Infine mi guardo allo specchio e ho orrore tiro un pugno lo specchio si spacca in mille cristalli.
Ognuno riflette la luce del sole, ognuno è l'anima dell'uomo originario.
E'nata l'umanità.
Ora spezzo il triangolo d'oro, nasce la geometria le città, la tecnologia.
Ora mi lancio nel mare.
Sono nato,guardo le mie mani e il viso di mia madre.
Ho deciso io ape divina sarò un uomo.
Ho deciso che vivrò, ma terrò la coscienza di come sono nato.
Per amore del faraone nero...
e del suo cuore che risplende nel cielo.
Il sole.
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