martedì 15 agosto 2017

In difesa di Lovecraft

Che un emerito sconosciuto, debba a 9200 km da Providence accollarsi da solo il peso dell'apologetica di quello che è probabilmente il più grande scrittore di sempre, è ridicolo ma io ci provo lo stesso.
Fra gli accusatori di Lovecraft spicca il solito coglione saputello d'oltralpe, Houllebeck,scrittore mediocre e di mediocri intuizioni famoso solo per aver sparato a zero sull'Islam reo di essere l'unica struttura conservatrice rimasta in seno ad un'umanità OGM in preda al febbrile delirio pianificato dalle elites.
Il bello è che Houllebeck  lo fa dopo aver scagliato l'anatema massimo concepibile al giorno d'oggi,ovvero,''razzista'' credendo di insozzare in questo modo la memoria del Maestro.
Analizziamo quali sarebbero i principali difetti del Maestro secondo l'illuminato d'oltralpe:
Lovecraft è razzista
Lovecraft odia la vita
Lovecraft è misantropo (il che basta già a scagionarlo dall'accusa di razzismo, lui non odia qualcuno in particolare odia tutto il genere umano e basta, reo di essere mediocre e stupido).
Nei suoi romanzi non compaiono donne.
Nei suoi romanzi il sesso e l'amore sono inesistenti.
Pur essendo americano, non parla mai di denaro.

Ecco, se dovessi fare un decalogo di un libro ben fatto concluderei che queste sono le premesse per discriminare un libro interessante da uno degli sterili sprechi di corteccia di pino che popolano le nostre librerie.
Lovecraft è razzista?
Embè? tutti quelli che hanno un cervello funzionante lo sono.
E' brutto dirlo ma le razze non sono tutte uguali, c'è voluto il premio Nobel Francis Crick,noto per aver scoperto la struttura del Dna per rimarcarlo,affiancando la sua considerazione con un monito ''avoid boring people'',ovvero evitate i noiosi.
Come alcuni noiosissimi saputelli d'oltralpe.
O come gli psicanalisti,per esempio.
Sapete perchè la psicanalisi è diventata famosa?
Perché la maggior parte delle pazienti di Freud erano donne, e tutti erano presi dalla fregola pruriginosa di sapere cosa alberga nella psiche femminile.
Nyarlathotep, il caos strisciante, avrebbe detto Lovecraft.
E invece no Freud ha tirato l'ossobuco nella stanza dei cani:nella psiche femminile c'è il sesso,il sesso!
Stappiamo la bottiglia di champagne!
Non sono frigide, semplicemente inibite dall'oppressione patriarcale!
Su questo colossale errore si è costruita la rivoluzione sessuale, rivoluzione in cui le donne si sono sì liberate, ma liberate dal sesso appunto.
Questa fastidiosa proiezione maschile che ha voluto vedere in loro belve assatanate e ninfomani quando ci trovavamo di fronte ad un esercito compassato di algide e presuntuose segretarie.
Lovecraft le ha ignorate per una semplicissima motivazione: la donna è troppo ancorata al mondo reale e al suo dio quattrino per poter essere credibile nel ruolo di colei che tenta la soglia dell'universo sensibile a suo rischio e pericolo.
In secondo luogo chiariamoci, il tipo di romanzi di Lovecraft è antitetico a quello dei romanzieri russi e europei, non c'è nessun interesse ad approfondire la struttura psicologica dei personaggi maschili o femminili che siano.
Quello di Lovecraft non è un viaggio dentro la mente umana, il mondo e le consuetudine che ne derivano, ma un viaggio al di fuori di essa.
Consustanziale all'affermarsi della scienza che viene definita da Werner Heisenberg come un tentativo di espellere la componente antropologica al pensiero umano, Lovecraft crea un unicum,una letteratura depurata dalla componente antropologica e antropocentrica.
Chi se ne frega dell'uomo, sembra dirci Lovecraft,questa giovane scimmia presuntuosa, quando il mondo fu creato eoni di millenni fa, già popolato di razze, i grandi antichi, non sottomesse alle normali leggi biologiche, provenienti da altri universi, dormienti e pronte a riprendere il controllo quando i tempi saranno propizi.
Gente che non ha fretta insomma.
Poi il libro di Houllebeck proprio non si capisce, c'era bisogno di lui per capire che Lovecraft visse un'esistenza povera? 
E' Lovecraft stesso a dirlo in mille modi.
Sono i protagonisti dei suoi romanzi a dipanare ogni dubbio,un'esistenza vissuta prima nella solitudine della scogliere del New England, poi come chiunque provenga dal ''countryside'' segue il passaggio nelle periferie degradate di New York, il fetore e l'orrore di un'umanità che brulica dai quattro angoli del mondo come insetti e non già uomini.
Emblematica la descrizione che Lovecraft fa di New York,cito a braccio:
''Immensa babilonia dalle torri di pietra di un gigantismo mostruoso''...''ebbi un'intuizione che questa città non era una città viva,come Londra lo era della vecchia Londra,o Parigi della vecchia Parigi,era una città morta abitata da cadaveri senz'anima''.
Aggiungo io: ''il capitalismo è come la necrofilia chiamata su internet ''mexican sugar dancing'',ovvero la pratica necrofila in cui i cadaveri vengono fatti danzare tramite appositi elettrodi.
La nostra civiltà è morta e sepolta ma sembra viva perché le scimmie si sbracciano nella borsa:''compra!vendi!''
Concludo questo inutile omaggio al defunto Lovecraft con un'unica riflessione:
La sua letteratura è stata l'unica sufficientemente aliena dalle normali percezioni dei sensi che pur avendo venduto milioni di copie non è mai riuscita ad essere tradotta nel cinema.
Irriproducibile, misteriosa, onirica, straniante aliena a tal punto che nessun effetto speciale può coglierla, solo alcuni gradini della mente possono essere saliti da pochi sognatori esperti che possono avventurarsi nel suo mondo onirico, trasmesso dai grandi antichi,in attesa del loro risveglio, perché cancellino quel che rimane di un'umanità imbastardita e deforme tanto da muovere critiche al genio PER PURA INVIDIA.

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