sabato 30 settembre 2017

JHWH

Corvi neri tengono nel becco
il mio anello nuziale
una pallida ombra
è in eterno la mia sposa
Oh stelle
maledetto è il vostro verdetto
inutilmente dal cielo
volgo lo sguardo verso il basso,
cupi riflessi
nelle acque del Lete
colgo del fato,
ma una luna infera
con un diadema di legno di rovo
gli occhi inorriditi
mi fissano e mi inchiodano:
''Così tu hai voluto!''
Nell'oscurità
un candelabro è la mia mano
fiamme dalle mie dita
illuminano il segno
nel palmo
il mio destino.
''Questo è il coltello
con cui hai inciso la tua carne
il tuo sangue
bramava l'umida terra
su carta d'albero morto
nel sigillo
dal demone
sei stato intrappolato.''
Oh com'era cupo il roveto
gocciolava di pioggia
chino sotto umide nubi,
alla tristezza
non ho resistito
gli ho dato fuoco
ora brucia in eterno
inconsunto della selva
unico albero è rimasto
ora brucia il roveto nel deserto.
Com'erano passeggere le nubi
se solo potessero
tornare a piangere
e spegnere la fiamma ultraterrena,
ma crudele è il vento del deserto
e schiaffeggia il fuoco
senza tuttavia mai spegnerlo
quando i profeti
mi vedono
e chiedono
il mio nome
JHWH
è il mio rifiuto
di rispondere
perchè nessuno abbia
il potere orrendo del sigillo
nell'anulare il suo teschio
al mio anello.

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