Ragnatela
polvere,tempo
olio di candela.
Luce tremula
al fondo
di un santuario.
sangue che gocciola
sul santo sudario.
Lontane sirene,
profondità immote
canto delle balene
arenate su spiagge ignote.
Anime nude
luce sull'altare
il sommo sacrificio
di chi ha lasciato
il sonno
il vasto liscio mare.
martedì 31 dicembre 2019
lunedì 30 dicembre 2019
Tu
Io sento
il richiamo del popolo
del mare,
sopra le acque
uno spirito aleggia
mi farà volare.
I nomi ripetuti
dalle stelle cadenti,
dai soli morenti,
gli amori non vissuti,
nell'abisso,
io lascerò precipitare.
Nell'abisso
io vengo a profanare
il tabernacolo delle profondità,
il silenzio immenso,
che scuote i mondi
che non ha età.
Io sento la vibrazione
dal profondo,
nel respiro del mare
fra le onde della notte,
finchè il sole
non farà ritorno.
Io sento la vibrazione
della stella blu
al centro del mondo.
La dolcezza
del canto delle balene
l'ebbrezza del richiamo
delle sirene.
E se Ulisse
si è salvato,
io guardo alla mia stella
perduto è il mio fato,
inebriato dalla stella
blu
il tuo sguardo,
i tuoi occhi,
tu.
sabato 28 dicembre 2019
Il qui e ora non esiste
Tutte le cose vere sono vere a posteriori.
E la verità cambia via via che il futuro disvela dettagli sugli eventi passati.
Il futuro ridefinisce il passato.
Gli dà un senso.
Avere speranza significa cercare disperatamente un futuro che dia un senso che vogliamo noi al passato.
Bisogna perdere ogni speranza per vedere le cose nitidamente e lasciare che sia il futuro a ridare un senso a ciò che abbiamo vissuto.
E questo non ha mai termine.
Dire che bisogna vivere nel presente è una banalità.
Noi in quanto essere mentali non possiamo percepire il presente.
Il presente non esiste.
Nel momento stesso in cui hai percepito una cosa questa è già passata.
E' la sua stessa percezione a renderla passata.
L'unico momento in cui percepiamo il presente ovvero il nulla è quando siamo assenti da noi stessi.
Nel sogno c'è più realtà che nella cosidetta realtà.
La ragione per cui sogniamo è per percepire tutto ciò che normalmente sfugge alla coscienza ordinaria.
Gli psicotici non sognano, per questoil loro quadro di realtà è alterato.
E la verità cambia via via che il futuro disvela dettagli sugli eventi passati.
Il futuro ridefinisce il passato.
Gli dà un senso.
Avere speranza significa cercare disperatamente un futuro che dia un senso che vogliamo noi al passato.
Bisogna perdere ogni speranza per vedere le cose nitidamente e lasciare che sia il futuro a ridare un senso a ciò che abbiamo vissuto.
E questo non ha mai termine.
Dire che bisogna vivere nel presente è una banalità.
Noi in quanto essere mentali non possiamo percepire il presente.
Il presente non esiste.
Nel momento stesso in cui hai percepito una cosa questa è già passata.
E' la sua stessa percezione a renderla passata.
L'unico momento in cui percepiamo il presente ovvero il nulla è quando siamo assenti da noi stessi.
Nel sogno c'è più realtà che nella cosidetta realtà.
La ragione per cui sogniamo è per percepire tutto ciò che normalmente sfugge alla coscienza ordinaria.
Gli psicotici non sognano, per questoil loro quadro di realtà è alterato.
giovedì 26 dicembre 2019
Eden
Eden
albero luminoso
nel buio più
assoluto,
lentamente
la statua
del buddha
indica la via
lentamente
si trasforma in polvere
come nells profezia.
Atollo
nel pacifico
esplosione nucleare
Nirvana
la materia collassa
i fiori neri
del Samsara
vengono
irrorati dalle tue lacrime.
Non c'è Dio
nel vasto vuoto,
ma solo blu
nel cielo immoto.
albero luminoso
nel buio più
assoluto,
lentamente
la statua
del buddha
indica la via
lentamente
si trasforma in polvere
come nells profezia.
Atollo
nel pacifico
esplosione nucleare
Nirvana
la materia collassa
i fiori neri
del Samsara
vengono
irrorati dalle tue lacrime.
Non c'è Dio
nel vasto vuoto,
ma solo blu
nel cielo immoto.
Oro e globalizzazione
Aldilà di tutte le possibili interpretazioni geopolitiche,economiche,e chi più ne ha ,più ne metta,l'oro ha chiaramente lanciato un segnale di acquisto,ha rotto un triangolo a livello rialzista.Questo è un segnale tecnico importante,possiamo solo fare delle supposizioni su quanto sta accadendo.Probabilmente i dazi di Trump hanno innescato un blocco della circolazione monetaria che dagli Stati Uniti affluiva alla Cina.Se vi siete chiesti come sia stato possibile che il quantitative easing,ovvero la stampa di moneta non abbia innescato un incremento inflattivo, la risposta sta nel fatto che i dollari stampati negli Stati Uniti defluivano immediatamente in Cina e in altre nazioni.
Una sorta di catino bucato,dunque, dov'era possibile immettere liquidità a dismisura senza avere contraccolpi sull'inflazione.Uno dei segnali chiave di questo blocco del flusso è la fuga di capitali dalla Cina.Finora la triangolazione perfetta è stata:gli Stati uniti stampano dollari,i cinesi vendono merci agli Stati Uniti,ovvero comprano dollari (chi esporta in un paese,automaticamente compra la sua valuta.)i cinesi con quei dollari comprano il debito americano e stabilizzano i tassi verso il basso.
Ora il segnale sull'oro segnala che la triangolazione sta per avere un termine e i cinesi non intendono più acquistare debito americano,anzi,stanno vendendo le loro riserve.
Se vi chiedete a cosa è servita la globalizzazione e vi rispondete:il profitto date una risposta lapalissiana.Non è stato il semplice profitto a innescare la gigantica crescita della Cina,questo significa dimenticarsi che negli anni 70 il dollaro stava per scoppiare.
Osccurata come inflazione petrolifera quella degli anni 70 fu la prima crisi del dollaro come valuta di riserva mondiale.Il problema è che le politiche keynesiane avevano innescato un'inflazione sempre più crescente mettendo in mano alla classe media una disponibilità mai vista prima.Questo stava innescando una pericolosa spirale inflattiva che culminò con la richiesta di rimpatrio dell'oro detenuto negli Stati Uniti da parte di de Gaulle,e la richiesta degli arabi di essere pagati in oro.Ora silenziosamente ci sono i segnali,seppure deboli e fievoli di qualcosa di analogo:la Bundesbank sta comprando oro e chiedendo il rimaptrio dell'oro dagli Stati Uniti.Ora però torniamo alla domanda iniziale:a cosa è servita la globalizzazione?A determinare un deflusso di dollari dalla classe media americana ai giganti asiatici,la delocalizzazione della produzione è stata in realtà una delocalizzazione della moneta e della liquidità.Così facendo si è disinnescata la crisi del dollaro come valuta di riserva mondiale.Per semplificare il catino della liquidità è stato bucato,e la liquidità ha preso un circuito parallelo fuori dalle tasche della gente,per entrare nel circuito triangolare:dollari stampati in Usa vanno in Cina (gli americani comprano merci cinesi)la Cina sta al gioco e con quei dollari anziché comprare oro,compra debito pubblico americano,rifinanziando gli Stati Uniti perché comprassero altre merci.Questo ha provocato un impoverimento della classe media americana.Ora i dazi non hanno avuto l'effetto sperato di rilocalizzare la produzione,ma stanno interrompendo il circuito.
La Cina e la Germania nazioni esportatrici non ci stanno e comprano oro,segnale che il circuito si sta rompendo.Ovviamente i segnali sono timidi e non eclatanti come quelli della crisi degli anni 70-80,ma la storia è destinata a ripetersi.Ovviamente si tratta solo di ipotesi,in ogni caso con questo post spero di aver chiarificato la natura della circolazione monetaria mondiale.Nessuno può conoscere veramente il futuro,ma l'analisi tecnica ha le sue leggi e la figura tecnica che si sta formando indica che l'oro ha una tendenza rialzista.Ma appunto stiamo parlando di oro,canary in a coalmine il canarino nella miniera.Non è un bene qualsiasi è il segnale che il circuito monetario si sta interrompendo.Traetene voi le vostre conclusioni.
Infinite primavere
E se il sole
si spegnesse
in un istante
i tuoi occhi
cristalli di aurore rosa
illuminerebbero
l'universo
gigante.
E se la rugiada
venisse
spazzata
via dal vento,
le tue lacrime
irrorebbero l'erba,
della tua gioia,
del tuo cuore
contento.
E se tutto venisse
ingoiato dall'abisso
intorno ai tuoi occhi
unico sole,
unico punto fisso...
orbiteranno pianeti
stelle
galassie intere.
Il sole dei tuoi occhi
sorgerà su milioni
di pianeti
e sarà infinite primavere.
si spegnesse
in un istante
i tuoi occhi
cristalli di aurore rosa
illuminerebbero
l'universo
gigante.
E se la rugiada
venisse
spazzata
via dal vento,
le tue lacrime
irrorebbero l'erba,
della tua gioia,
del tuo cuore
contento.
E se tutto venisse
ingoiato dall'abisso
intorno ai tuoi occhi
unico sole,
unico punto fisso...
orbiteranno pianeti
stelle
galassie intere.
Il sole dei tuoi occhi
sorgerà su milioni
di pianeti
e sarà infinite primavere.
mercoledì 25 dicembre 2019
Gracile asfodelo
Il suo corpo
di gracile asfodelo,
non vedrà
nuove albe
ma suonerà l'arpa delle nuvole
in cielo.
Arida e asciutta
è la lacrima
di una vita non vissuta.
Gracile fiore
nel vento
fra i prati
della notte muta.
Il suo canto
è silenzio
nel giaciglio
nel dolore
di chi ha perso un figlio.
Ma l'arpa del cielo
ora è suonata
così magnifica
così piano,
il suo suono
arriverà lontano,
Alla stella silenziosa.
brillano gli occhi
di pianto
muto è il suo canto
il suo cuore riposa.
Stella nera
Stelle.
Lampade eternamente
accese
di scintilla di anime morte
vegliate
su di me.
Siano aurore
su milioni di pianeti,
Ma fuori è la grande notte,
e i fiori non lo sanno.
Su celestiali albe
violette
abbandoneranno
i loro petali
alle dolci carezze del vento.
Ma il mio cuore
è triste e spento
orbita intorno
alla stella nera,
l'unica stella
delle lacrime
degli angeli caduti,
l'unica vera.
Lampade eternamente
accese
di scintilla di anime morte
vegliate
su di me.
Siano aurore
su milioni di pianeti,
Ma fuori è la grande notte,
e i fiori non lo sanno.
Su celestiali albe
violette
abbandoneranno
i loro petali
alle dolci carezze del vento.
Ma il mio cuore
è triste e spento
orbita intorno
alla stella nera,
l'unica stella
delle lacrime
degli angeli caduti,
l'unica vera.
martedì 24 dicembre 2019
Natale sti cazzi
Spiagge
sole,
raggi dorati,
io qui
a Mathi
sti cazzi,
mi verrebbe
da tirare una testata
alla Zidane
a Materazzi.
Natale duro
bianco
stanco.
Natale per chi
è in famiglia
Natale
per chi
in quel posto
se lo …..
Natale buddhista
Natale cristiano
natale del cazzo
anche ad Hong Kong
hanno l'abete addobbato,
ma piccolo e nano.
Giocare a ping pong
con le parole
unico divertimento
per anime sole.
Giocare a ping pong
coi propri ricordi
natale sti cazzi
mancano li sordi.
L'angelo
Allison aveva fatto una radiografia quando aveva scoperto quell'impianto nel cervello.
Ora con una complessa manovra neurochirurgica l'aveva fatto rimuovere.
Ma le era successa una cosa strana.
Si era ricordata di un monolite enorme con strani simboli azzurri sopra.
Provò a disegnare quegli strani simboli sul foglio quando le fu tutto chiaro.
Lei proveniva da un altro mondo dove il grano era indaco e il cielo rosa,e si ricordava di una strana divinità che l'aveva inviata sulla terra.
Era come una donna angelo traslucido,e mentre lei prendeva il sole sulla spiaggia violetta sotto i funghi di Yuggoth,le tre lune creavano rilucenze strane rilucenze e ombre.
Poi vide sospesa a mezz'aria la sfera cangiante da concava convessa, provò a toccarla e si vide precipitata sulla terra.
Ora ricostrui' il monolite e incise gli strani simboli poi si prostrò.
L'angelo-divinità si manifestò una seconda volta,ma questa volta in forma maschile.
I suoi capelli biondi e occhi azzurri erano luminosi.
Si tolse con dignità la tonaca violetta e la portò delicatamente sul letto.
Fecero l'amore poi quando nella foga dell'orgasmo lei stava per venire,lui sparì.
Lei abbracciò il cuscino e pianse.
Dov'era quell'angelo splendido con cui aveva appena provato le gioie di eros?
Poi guardò il cielo e si chiese da dove provenisse per raggiungerlo.
Abitava nelle isole Hawaii un paradiso tropicale,con una villa sul mare.
Uscì disperata e camminò verso il mare e gettò il monolite.
La spiaggia diventò violetta e il cielo rosa...
C'era di nuovo la sfera cangiante da concava a convessa.
La toccò di nuovo.
Si guardò le mani erano traslucide e volava a mezz'aria.
Rientrò in casa e si vide allo specchio era l'angelo-maschio.
Ne soffrì terribilmente,perchè ora ERA l'essere che ardentemente desiderava,e dunque non poteva più averlo con sé.
Vide il suo vecchio corpo dormiente sul letto.
A quel punto le venne un' idea.
Impiantare un chip per trasferire la sua coscienza nel cervello di lei.
E a quel punto capì chi aveva messo l'impianto nel cervello di lei.
Sé medesima nella sua vera forma angelica svelata dalla sfera cangiante concava-convessa.
Ma come sparire e dimenticare tutto ed essere lei,e dimenticare la sua vera forma?
Si recò alla spiaggia violetta e camminò verso il mare, poteva agevolmente entrarci senza annegare.
Camminò fino a che fu negli abissi qui ritrovò la sfera cangiante da concava a convessa.
La toccò e sparì nel buio degli abissi.
Allison si risvegliò con un cerchio alla testa e con uno strano ricordo di una divinità angelo con cui aveva fatto l'amore.
Vide la radiografia con l'impianto ma stranamente questa volta non ebbe nessuna voglia di toglierlo.
Non ricordava molto,ma sapeva che quella notte attendeva qualcuno...
venerdì 20 dicembre 2019
Il segreto del tempo
Che strano quell'orologio,ogni tanto ha la lancetta che ritorna indietro.
Fa uno scatto all'indietro.
A volte gli sembrava che quando torna indietro il tempo si fermi e torni indietro con lui.
Una volta aveva visto che mentre l'orologio tornava indietro le gocce di pioggia risalissero dalle pozzanghere fuori dalla finestra.
''Devo provare cosa succede a girare le lancette all'indietro.''
Staccò l'orologio e provò a girarle all'indietro,già rivedeva il primo amore sui banchi di scuola.
Pianse e girò le lancette ma successe un incidente,le lancette si ruppero e le sue lacrime rimasero a mezz'aria.
Il tempo si era fermato.
Fu preso dal panico,poi da una gioia indescrivibile,tutto il mondo giaceva immobile e lui poteva fare quello che voleva.
Andò subito dalla vicina di casa che spiava sempre per toccare e penetrare quel suo corpo magnifico,ma il suo corpo era come una statua di marmo immobile.
Non c'era gusto.
Provò a prendere una birra dal frigo.
Non frizzava, non aveva sapore.
Capì subito che tutto il mondo era ai suoi piedi ma ai suoi piedi c'era solo e soltanto niente e più che una statua di marmo.
Preso dallo sconforto tentò di riparare l'orologio.
Ma anche una volta rimontate le lancette l'orologio non andava avanti,era immobilizzato.
Così facendo si chiese cos'era il tempo,che cos'era il passato.
E capì che il tempo non era fuori di lui,ma dentro di lui.
Ripensò al primo amore e rivisse il suo primo bacio.
Nell'istante in cui lo pensò si ritrovò con la bocca sulla bocca di lei era di nuovo giovane.
Poi pensò a quando era stato bocciato all'esame di maturità e si trovò di fronte alla commissione.
Rivisse tutta la sua esistenza.
Così capì la vera essenza del tempo.
Il tempo siamo noi.
Senza di noi non esisterebbe il tempo e l'universo si cristallizzerebbe in un istante indefinito.
Allora disse:''ho capito la lezione ora tornerò al momento in cui ho cercato di invertire le lancette''.
In quel preciso istante si ritrovò con l'orologio fra le mani.
Però provò a non fermare le lancette e a bloccare le mani.
Non ci riuscì.
Non era padrone di se stesso.
Per questo non era padrone del tempo.
Fece un enorme sforzo di volontà e pensò a sé stesso si mise di fronte allo specchio e rimase attonito,la sua forma cangiante,ora un bambino,ora un adulto,ora 24 anni ora 37.
Lui era tutto questo.
Allorà capì cosa doveva fare.
Fece uno sforzo immenso e provò a pensare e a immaginare il futuro.
Non ci riuscì.
Il segreto del passato era stato disvelato,quello del futuro no.
Preso dallo sconforto prese l'orologiò e lo mandò in frantumi.
In quel preciso istante il tempo riprese a scorrere normalmente e lui capì.
''Il segreto del tempo è che noi siamo lui,ma scorre in continuazione perché non riusciremo mai a conoscerci''.
Fa uno scatto all'indietro.
A volte gli sembrava che quando torna indietro il tempo si fermi e torni indietro con lui.
Una volta aveva visto che mentre l'orologio tornava indietro le gocce di pioggia risalissero dalle pozzanghere fuori dalla finestra.
''Devo provare cosa succede a girare le lancette all'indietro.''
Staccò l'orologio e provò a girarle all'indietro,già rivedeva il primo amore sui banchi di scuola.
Pianse e girò le lancette ma successe un incidente,le lancette si ruppero e le sue lacrime rimasero a mezz'aria.
Il tempo si era fermato.
Fu preso dal panico,poi da una gioia indescrivibile,tutto il mondo giaceva immobile e lui poteva fare quello che voleva.
Andò subito dalla vicina di casa che spiava sempre per toccare e penetrare quel suo corpo magnifico,ma il suo corpo era come una statua di marmo immobile.
Non c'era gusto.
Provò a prendere una birra dal frigo.
Non frizzava, non aveva sapore.
Capì subito che tutto il mondo era ai suoi piedi ma ai suoi piedi c'era solo e soltanto niente e più che una statua di marmo.
Preso dallo sconforto tentò di riparare l'orologio.
Ma anche una volta rimontate le lancette l'orologio non andava avanti,era immobilizzato.
Così facendo si chiese cos'era il tempo,che cos'era il passato.
E capì che il tempo non era fuori di lui,ma dentro di lui.
Ripensò al primo amore e rivisse il suo primo bacio.
Nell'istante in cui lo pensò si ritrovò con la bocca sulla bocca di lei era di nuovo giovane.
Poi pensò a quando era stato bocciato all'esame di maturità e si trovò di fronte alla commissione.
Rivisse tutta la sua esistenza.
Così capì la vera essenza del tempo.
Il tempo siamo noi.
Senza di noi non esisterebbe il tempo e l'universo si cristallizzerebbe in un istante indefinito.
Allora disse:''ho capito la lezione ora tornerò al momento in cui ho cercato di invertire le lancette''.
In quel preciso istante si ritrovò con l'orologio fra le mani.
Però provò a non fermare le lancette e a bloccare le mani.
Non ci riuscì.
Non era padrone di se stesso.
Per questo non era padrone del tempo.
Fece un enorme sforzo di volontà e pensò a sé stesso si mise di fronte allo specchio e rimase attonito,la sua forma cangiante,ora un bambino,ora un adulto,ora 24 anni ora 37.
Lui era tutto questo.
Allorà capì cosa doveva fare.
Fece uno sforzo immenso e provò a pensare e a immaginare il futuro.
Non ci riuscì.
Il segreto del passato era stato disvelato,quello del futuro no.
Preso dallo sconforto prese l'orologiò e lo mandò in frantumi.
In quel preciso istante il tempo riprese a scorrere normalmente e lui capì.
''Il segreto del tempo è che noi siamo lui,ma scorre in continuazione perché non riusciremo mai a conoscerci''.
giovedì 19 dicembre 2019
Ghost in the circuit
I profili Facebook dei morti non scompaiono.
Ora però era accaduta una cosa stranache nonostante fosse morto continuava a condividere foto sul profilo.
Erano foto di rettangoli e triangoli e come unico commento c'era scritto ''liberatemi.''
L'investigatore del paranormale Tim Khodorkvsky voleva capire cosa si celava dietro a quel triangolo e a quel rettangolo.
Decise di fare una seduta spiritica con una tavoletta ouja sopra un tablet con il profilo del morto.
La moneta prese a muoversi facendo una sequenza di lettere.
''Costante di gravità''
''Buco nero''.
Lo interrogò
''I buchi neri sono la porta dell'altro mondo?''
Risposta:
666 Alpha pi greco.
''Chi sei?''
''Ghost in the circuit''.
Come possiamo aiutarti a liberarti?
''Siete voi a dovervi liberare''.
Dopo quella risposta si silenziò.
Tim Khodorkovsky rimase perplesso.
Digitò la sequenza sul tablet.
Il computer prese a impazzire.
La sequenza venne ripetuta all'infinito fino a che si spense e il computer si fuse.
''Vuole reincarnarsi ma è prigioniero''.
''Ma io lo libererò.'
Quella sera fece l'amore con sua moglie ma sotto il letto mise la tavoletta oujia e il tablet fuso.
Nello spasimo dell'orgasmo sua moglie girò gli occhi all'indietro e sembrò posseduta.
9 mesi dopo un figlio era nato.
Le prime parole che pronunciò furono ''666 Alpha pi greco''.
L'aveva liberato, ghost in the circuit ora era suo figlio.
Il richiamo
Albero al limitare
Della strada
Io sento
Il tuo richiamo.
Le foglie gialle
Intirizzite
Violentate dai fari
Della notte,
Fanno scorrere
Lacrime di rugiada.
I miei occhi vuoti
Il lembo nero,
Che avvolge
I nostri corpi abbandonati,
al vento,
La notte...
È un drappo infinito
Che copre
L'altare
Del nostro cuore
In fiamme.
Ma gli dei
Hanno sentito
E piangono
Lacrime di pioggia
Per spegnere
Il fuoco
Delle are
Abbandonate
Dei nostri cuori.
In ginocchio
Donerò
Una rosa nera
Al dio del vento
Al destino.
In ginocchio
Donerò una rosa bianca
Al suono delle campane.
La cattedrale al fondo
Del mare
Attende le nostre lacrime.
La cattedrale
Al di sopra delle montagne
Attende
I nostri sospiri.
Vento
Solitario.
Notte.
Della strada
Io sento
Il tuo richiamo.
Le foglie gialle
Intirizzite
Violentate dai fari
Della notte,
Fanno scorrere
Lacrime di rugiada.
I miei occhi vuoti
Il lembo nero,
Che avvolge
I nostri corpi abbandonati,
al vento,
La notte...
È un drappo infinito
Che copre
L'altare
Del nostro cuore
In fiamme.
Ma gli dei
Hanno sentito
E piangono
Lacrime di pioggia
Per spegnere
Il fuoco
Delle are
Abbandonate
Dei nostri cuori.
In ginocchio
Donerò
Una rosa nera
Al dio del vento
Al destino.
In ginocchio
Donerò una rosa bianca
Al suono delle campane.
La cattedrale al fondo
Del mare
Attende le nostre lacrime.
La cattedrale
Al di sopra delle montagne
Attende
I nostri sospiri.
Vento
Solitario.
Notte.
mercoledì 18 dicembre 2019
Chernobyl's love race
Pronti partenza via.
Chernobyl race, l'ultima trovata di chi ha sprezzo del pericolo.
Il campionato non era fra di loro, ma direttamente contro la morte.
La mafia russa lo organizzava per vedere se eri veramente un duro.
La mafia russa lo organizzava per vedere se eri veramente un duro.
Se percorrevi la città in più di un quarto d'ora eri morto distrutto dalla radioattività.
Yuri Chernavski stava facendo la gimkana tra gli alberi che avevano perforato l'asfalto riappropriandosi del terreno che un tempo era loro.
I fari illuminavano le amplie vie dell'era sovietica e gli scheletri di cemento che un tempo erano stati abitazioni.
Quando vide una cosa stranissima.
Una via buia come tutte le altre tranne un lampione,l'unico lampione acceso della via.
Sotto quel lampione una stranissima bellissima donna mostrava le sue grazie vestita senza troppa eleganza con una minigonna ascellare di cuoio nero e un vertiginoso tacco 12.
Sembrava proprio una...
puttana.
Ma a Chernobyl?
E così bella?
Bella bellissima.
Fin troppo per essere vera.
Decise di fermarsi perché la cosa l'aveva sconvolto.
Era in tempo e gli avanzavano dodici minuti era riuscito a fare la città abbandonata in tre minuti,un vero record.
''Scusa bellezza,me la fai una pompa in dieci minuti poi ti carico e ti porto fuori,altrimenti ti lascio qui,prendere o lasciare''.
Yuri non era tenero con le donne,era un boss della mafia e quando era fuori di galera e la vodka gli dava alla testa non ci pensava due volte a gonfiare di botte le sue molteplici consorti.
''Stronzo paga, a me le radiazioni non fanno un cazzo anzi ,mi migliorano''
E passandosi la lingua sulle labbra si denudò.
Aveva quattro tette.
Quando si tolse la gonna,rimase sconcertato,aveva due vagine.
''Scegli tu quale penetrare se sbagli rimarrai qua per sempre''.
Anche per un uomo scafato dalle prigioni russe quello spettacolo era troppo.
''Va bene vediamo chi vince''.
''Io tanto rimango qua tu non so...''
Si slaccciò i pantaloni e rimase incerto destra o sinistra.
''Io ti penetro tutte e due puttana''.
''Sono io che comando,con chi cazzo credi di avere a che fare?''
''Penetrò la prima quella di sinistra ed era troppo calda e confortevole,pensò ci rimango per dieci minuti poi penetro l'altra''
''Passarono più di dieci minuti e quando guardò l'orologio era troppo tardi doveva andare''.
Provò a far fuoriuscire il membro,ma era troppo duro e la sua vagina stretta come una morsa gli impediva di farlo fuoriuscire.
''Hai scelto quella sbagliata''.
''No hai scelto tu il tipo sbagliato.''
Estrasse la pistola e le sparò in testa schizzandosi la faccia di sangue.
Ma non aveva calcolato una cosa i cadaveri si irrigidiscono.
Il suo pene fu estratto a forza ma non riusciva a divincolarsi dall'abbraccio.
Decise di entrare a fatica nell'abitacolo e di portarsi fuori dalla città.
Divelle i sedili e lanciò la macchina follemente verso il ponte che conduceva fuori dalla città del'incubo.
Ma guidare in quelle condizioni con un corpo attaccato è problematico e si schiantò a 200 km orari contro una quercia cresciuta dall'asfalto.
L'indomani le guardie preposte alla sorveglianza di Chernobyl trovarono due corpi incastrati tra le lamiere.
Quello di un tizio che era avvinghiato ad un cinghiale.
''Oh merda è il decimo che muore così''
''Si quello che si è salvato dice di aver visto una donna bellissima''.
''Strano che le radiazioni facciano quell'effetto su tutti''.
''Già io devo provare con quella cinghiala di mia moglie,magari mi pare chissà che cosa''.
Cosparsero i due corpi di benzina e li bruciarono.
Un funerale non era dignitoso.
Divelle i sedili e lanciò la macchina follemente verso il ponte che conduceva fuori dalla città del'incubo.
Ma guidare in quelle condizioni con un corpo attaccato è problematico e si schiantò a 200 km orari contro una quercia cresciuta dall'asfalto.
L'indomani le guardie preposte alla sorveglianza di Chernobyl trovarono due corpi incastrati tra le lamiere.
Quello di un tizio che era avvinghiato ad un cinghiale.
''Oh merda è il decimo che muore così''
''Si quello che si è salvato dice di aver visto una donna bellissima''.
''Strano che le radiazioni facciano quell'effetto su tutti''.
''Già io devo provare con quella cinghiala di mia moglie,magari mi pare chissà che cosa''.
Cosparsero i due corpi di benzina e li bruciarono.
Un funerale non era dignitoso.
martedì 17 dicembre 2019
Il banco vince sempre
Las Vegas è un posto noioso per un barbone.
Ma non per me.
Si dice che gli dei muoiano.
Io ho scelto di morire per te.
Purtroppo se un dio sceglie di morire è per gli stessi motivi di un mortale,per amore.
Può capitare che una mortale si sottragga alle braccia concupiscenti di un dio?
Per questo ho scelto di morire e di rinascere in questa città e non rimaneva altro corpo che questo.
Ma ogni corpo è buono pur di averti e io ti avrò.
Il segreto dei numeri non sfugge ai programmatori dell'universo.
Sono 50 primavere che verso whiskey in questo involucro di carne e adesso è venuto il momento di giocare al gioco dei numeri.
''Dio non gioca a dadi'' diceva Einstein,ai dadi no,ma sicuramente alla roulette si.
Lei stava attillata tailleur nero e tacco dodici d'ordinanza in attesa di avvicinarsi al vincitore per ''festeggiare insieme a lui''.
Avevo solo una fische da 5 dollari da giocare.
''5 dollari sul 35''.
Lo guardarono con disprezzo, quel barbone schifoso che puzzava di whiskey,lei neanche proprio lo vedeva.
''Pallina sul 35 sono 1200 dollari per il signore''.
Pensarono tutti se ne andasse a prendere dell'altro whiskey e si levasse di turno.
''1200 dollari sul 35''
''Pallina sul 35 sono 60000 dollari''
I signori in giacca e cravatta si girarono sbiancati e attoniti,chi cazzo è questo pezzente dalla fortuna così smaccata.
''60000 dollari sul 35''
''Pallina sul 35 sono 3500000 dollari,che fa signore continua?'' disse il croupier minaccioso facendo un'occhiata alle guardie''.
3500000 dollari sul 35''.
''Mi dispiace signore chiamate la sicurezza''.
Lei si alzò.
''Li punto io''.
''Come signora?''
''Signorina prego''
Il barbone rimase perplesso.
''Ha questa disponibilità signorina?''
Chiese il croupier sudando freddo.
''No ma se il signore me li concede li gioco io al posto suo e gli concedo ciò che desidera''.
Si era fatto silenzio nella stanza.
''Fai quel che devi,ma non barare,se non ti concedi il numero non uscirà''
''Chi cazzo è questo?''
''Ma chi è?''.
La gente in giacca e cravatta non era più schifata,ma divertita dallo spettacolo.
''Accetto''
''Ok disse la signora 3500000 dollari sul 35''.
La pallina girò fino a posarsi sullo 0.
''Zero sono le possibilità che tu dicessi la verità,hai dimenticato chi sono,io sono un dio leggo nella mente degli uomini e tu mi hai mentito''.
Le guardie erano attonite e non sapevano cosa fare.
''Ora solo più una cosa''
''Giochiamo al rosso e al nero''
''Se esce rosso ti concedi se esce nero muori''.
Lei sudò freddo.
''Basta è troppo''
''Mi concedo''.
''Non si tratta così un dio,le decido io le regole del gioco''.
Ma prima gioco alla roulette per ottenere 3500000 di dollari.
Rifece tutto da capo fino ad arrivare alla cifra.
La gente applaudiva lo acclamava,le guardie aspettavano ad agire.
''Ora gioco al rosso al nero''
''3500000 di dollari sul rosso''.
Tutti quanti lo applaudirono ma lei sudava freddo,se usciva fuori nero era morta.
Uscì fuori neutro.
Lei fu stupita,tutti quanti ne furono delusi,lei tirò un respiro di sollievo.
''Che significa?''
''Io sono un dio ho sempre ragione''
''Non mi interessa chi ha ragione,ma chi ha il grano''
Lei si alzò e disse:
''Significa che il banco vince sempre,per questo ti ho rifiutato deficiente,l'unico vero dio è il denaro,non tu''
Si alzò se ne andò e si appartò con il proprietario del casinò.
Ma non per me.
Si dice che gli dei muoiano.
Io ho scelto di morire per te.
Purtroppo se un dio sceglie di morire è per gli stessi motivi di un mortale,per amore.
Può capitare che una mortale si sottragga alle braccia concupiscenti di un dio?
Per questo ho scelto di morire e di rinascere in questa città e non rimaneva altro corpo che questo.
Ma ogni corpo è buono pur di averti e io ti avrò.
Il segreto dei numeri non sfugge ai programmatori dell'universo.
Sono 50 primavere che verso whiskey in questo involucro di carne e adesso è venuto il momento di giocare al gioco dei numeri.
''Dio non gioca a dadi'' diceva Einstein,ai dadi no,ma sicuramente alla roulette si.
Lei stava attillata tailleur nero e tacco dodici d'ordinanza in attesa di avvicinarsi al vincitore per ''festeggiare insieme a lui''.
Avevo solo una fische da 5 dollari da giocare.
''5 dollari sul 35''.
Lo guardarono con disprezzo, quel barbone schifoso che puzzava di whiskey,lei neanche proprio lo vedeva.
''Pallina sul 35 sono 1200 dollari per il signore''.
Pensarono tutti se ne andasse a prendere dell'altro whiskey e si levasse di turno.
''1200 dollari sul 35''
''Pallina sul 35 sono 60000 dollari''
I signori in giacca e cravatta si girarono sbiancati e attoniti,chi cazzo è questo pezzente dalla fortuna così smaccata.
''60000 dollari sul 35''
''Pallina sul 35 sono 3500000 dollari,che fa signore continua?'' disse il croupier minaccioso facendo un'occhiata alle guardie''.
3500000 dollari sul 35''.
''Mi dispiace signore chiamate la sicurezza''.
Lei si alzò.
''Li punto io''.
''Come signora?''
''Signorina prego''
Il barbone rimase perplesso.
''Ha questa disponibilità signorina?''
Chiese il croupier sudando freddo.
''No ma se il signore me li concede li gioco io al posto suo e gli concedo ciò che desidera''.
Si era fatto silenzio nella stanza.
''Fai quel che devi,ma non barare,se non ti concedi il numero non uscirà''
''Chi cazzo è questo?''
''Ma chi è?''.
La gente in giacca e cravatta non era più schifata,ma divertita dallo spettacolo.
''Accetto''
''Ok disse la signora 3500000 dollari sul 35''.
La pallina girò fino a posarsi sullo 0.
''Zero sono le possibilità che tu dicessi la verità,hai dimenticato chi sono,io sono un dio leggo nella mente degli uomini e tu mi hai mentito''.
Le guardie erano attonite e non sapevano cosa fare.
''Ora solo più una cosa''
''Giochiamo al rosso e al nero''
''Se esce rosso ti concedi se esce nero muori''.
Lei sudò freddo.
''Basta è troppo''
''Mi concedo''.
''Non si tratta così un dio,le decido io le regole del gioco''.
Ma prima gioco alla roulette per ottenere 3500000 di dollari.
Rifece tutto da capo fino ad arrivare alla cifra.
La gente applaudiva lo acclamava,le guardie aspettavano ad agire.
''Ora gioco al rosso al nero''
''3500000 di dollari sul rosso''.
Tutti quanti lo applaudirono ma lei sudava freddo,se usciva fuori nero era morta.
Uscì fuori neutro.
Lei fu stupita,tutti quanti ne furono delusi,lei tirò un respiro di sollievo.
''Che significa?''
''Io sono un dio ho sempre ragione''
''Non mi interessa chi ha ragione,ma chi ha il grano''
Lei si alzò e disse:
''Significa che il banco vince sempre,per questo ti ho rifiutato deficiente,l'unico vero dio è il denaro,non tu''
Si alzò se ne andò e si appartò con il proprietario del casinò.
Per far splendere quell'oro per sempre
La ragazza dai capelli lunghi non era mai sola.
Il suo cuore era grande più grande di lei,forse per questo il destino le ha assegnato un compito ingrato.
Amare chi ha il cuore di rovo.
Lei non ci può fare nulla,il suo sorriso si apre a tutti,il suo cuore è troppo grande.
Lei voleva compagni di giochi ma il destino ha per i cuori grandi un sentiero di spine.
I suoi compagni di giochi erano le nuvole del cielo,troppo grande e vasto quello spazio azzurro perché lei non aprisse i suoi occhioni a guardarlo.
''Forse è grande come il mio cuore...''.
Ma si sbagliava il suo cuore era più grande.
E' il destino di chi ha un cuore grande più del cielo è quello di piangere più lacrime della pioggia.
Perché Dio abbia deciso un simile destino non si sa.
O forse era troppo innamorato degli oceani dei suoi occhi azzurri da volere svuotarli e coglierne le singole lacrime tramite dita di erba verde.
A lei piaceva camminare scalza nell'erba e sorridere al sole che giocava a formare mille riflessi d'oro sui suoi capelli.
Piaceva sentire l'erba umida e soffice sotto i suoi piedi.
E all'erba umida non pareva vero di poter chinare il capo di fronte a tanta bellezza e candore.
Ma io non perdonerò mai il destino per aver fatto soffrire la ragazza dai capelli lunghi,anche se io sono uno sciocco.
Un giorno mentre il vento glieli accarezzava dolcemente formando una cascata d'oro,un crepaccio si formò fra le vette purissime di quel cuore che come le più candide montagne anelava a nient'altro che all'azzurro.
Io non dirò cosa è successo anche se lei me lo ha permesso perché ho troppo rispetto per lei.
Ma fu qualcosa di terribile per una ragazzina di 13 anni.
Ma il suo cuore spezzato da allora si è aperto completamente e ha accolto anche chi guarda il mondo con occhi grigi.
Lei ti guarda in continuazione perché vorrebbe colorarteli,e se tu abbassi lo sguardo perché ti vedi specchiato nel tuo grigiore sbagli.
Lei vuole solo infonderti un po' dell'acqua pura dei suoi occhi nei tuoi.
Non aver paura di piangere di fronte all'orrore della vita,anche lei ha versato lacrime fino al punto di colmare la voragine del suo cuore.
Lei ostinatamente è rimasta la ragazza dai capelli lunghi e ti porterà per mano a guardare il cielo.
Perché il più grande peccato è ostinarsi a correre dietro ai mille rivoli di fango della vita,senza camminare sull'erba verde e guardare il cielo.
E' anche se tu non potessi guardare il cielo perché la vita ti ha imprigionato,potrai vederlo riflesso nei suoi.
E per questo non abbassare lo sguardo quando lei ti guarda perché non ti senti degno.
Lei vuole solo portarti per mano e giocare con te.
Quei giochi sono tutto ciò che cerca perché la vita le ha negato dei compagni di gioco quand'era bambina.
E ora lei ostinata continuerà a giocare finchè la polvere del tempo coprirà l'oro dei suoi capelli.
E anche se non credo necessariamente in qualcosa,so che tanta bellezza non potrà andare sprecata.
E se nulla sopravviverà della ragazza dai capelli lunghi,nemmeno il mio povero cuore che li tiene come la cosa più preziosa del mondo,che almeno questa storia venga raccontata per far splendere quell'oro per sempre.
sabato 14 dicembre 2019
Amore eterno
La città si stagliava fosforescente formando una skiline di denti pronti a inghiottire la notte e a esalarla in milioni di vapori che creavano un'atmosfera di strana luminescenza nella nebbia.
Ogni notte milioni di macchine passavano gridando sull'asfalto un urlo senza pietà.
Ji Cheng aveva avuto un grande amore venti anni fa, poi per tutta la vita aveva lavorato quindici ore a l giorno per dimenticarla.
Aveva fatto uno strano rito invocando il dio dei morti Yama,ma non aveva funzionato,o almeno così pensava lui.
L'aveva fatto vent'anni fa e dimenticato.
Il rito consisteva nel versare un po' del proprio sangue nel sigillo di Yama,per poi dargli fuoco.
Ji Cheng stava guidando la sua auto nel tunnel che collegava il downtown a Manhattan quando un copertone di un tir prese fuoco per l'attrito dei freni.
Ci fu uno scoppio e il tir che conteneva nafta prese fuoco e rovesciò il suo contenuto all'interno della galleria.
Lui frenò ma oramai le fiamme avevano riempito la galleria.
Era a trecento metri dall'esplosione ma questa fu così violenta da sfondare il parabrezza e i vetri laterali.
Lui era salvo ma vide uno strano spettacolo.
Improvvisamente le fiamme si trasformarono in un iride a formare un occhio.
Dalle pareti giunse una vibrazione.
''Yama''.
''Yama è venuto a prendere le vostre anime''
''Entrate nell'occhio di fuoco''.
La gente come ipnotizzata nonostante il calore uscì dagli abitacoli.
''Dirigetevi nell'occhio di Yama lui vuole vedere dentro di voi''.
Lui a differenza degli altri voleva salvarsi ma le auto ostruivano completamente il passaggio verso l'esterno.
Vide un camion che conteneva azoto liquido.
Il conducente l'aveva abbandonato dirigendosi come gli altri verso l'occhio di fuoco di Yama il dio dei morti.
Entrò nell'abitacolo deciso a fermare Yama.
Accese il motore e schiacciò acceleratore e frizione.
Il tir con 900 cavalli di potenza venne lanciato contro l'occhio di fuoco.
Ma quando fu sul punto di attraversare l'occhio di fuoco e spegnerlo con l'azoto liquido gli angeli di Yama si pararono davanti con lance di metallo le incrociarono a formare il sigillo di Yama.
Il camion che aveva agevolmente divelto e schiacciato le altre macchine si schiantò contro le lance che immobili fermarono il tir.
Fu sbalzato fuori dal parabrezza.
Entrò nell'occhio di fuoco come tutti gli altri.
Attraversato l'anello di fuoco si trovò nel regno di Yama,quello dei morti.
I corpi dei morti formavano la corteccia di immensi alberi di un macabro giardino.
I rami erano di braccia e tutti gli alberi avevano occhi.
Yama sedeva su un enorme trono nero.
Rideva di gusto mentre gli angeli posizionavano i corpi a formare piante di un immenso giardino a labirinto al centro del quale si trovava Yama.
Enorme troneggiava fra gli alberi di carne umana
''Disse chi mangerà del frutto della vita non morirà''
''E chi ha invocato la mia protezione otterrà ciò che vuole''
Quando vennero gli angeli della morte a prenderlo per posizionarlo in una parte del giardino,prese una lancia all'angelo e tagliò un ramo umano.
Ne uscì del sangue e lui lo inghiottì.
Yama disse:''Bene ora sei dei nostri''.
Gli angeli gli porsero le lance.
''Ora vai e prendi l'anima di chi aneli''
''Sarà con te per sempre''.
venerdì 13 dicembre 2019
Bunker dell'amore
''Noi dobbiamo fuggire dal bunker,le stelle ci aspettano l'aria di fuori è libera''.
''No il fuhrer ha ordinato di rimanere,di resistere fino all'ultimo colpo'',disse Eva Brown
''Ma io sono una semplice cameriera non capisco,proprio non capisco''.
''Capirai meglio quando i russi ti avranno stuprato Helga''.
''Si ma ti sfugge un dettaglio:la guerra è persa''
''Non importa,dobbiamo resistere'' disse Eva.
''Sei pazza entro 48 ore i viveri sono finiti,e i bombardamenti sono cessati''
''Tu sei libera di andare Helga,io rimango,ci tengo alla purezza del mio sangue,a differenza di te''.
Dicendo questo sputò per terra.
Helga se ne andò battendo forte i suoi tacchi senza dire niente,deglutendo per l'offesa e la paura,era rossa in volto,ma 5 anni di bombardamenti avevano rafforzato i suoi nervi.
Non disse nulla,ma non alzò mai lo sguardo da terra.
''Voglio respirare aria pura e rivedere le stelle,non importa se un russo mi stupra,ho l'anima devastata dai tubi al neon e dai topi,voglio respirare l'aria di fuori,rivedere le stelle''.
Eva aspettò che il rumore dei tacchi di Helga si disperdesse nelle vastità del bunker,poi tirò un respiro di sollievo.
''Bene il fuhrer è solo ora posso ottenere quello che non ho ottenuto finora''.
Dalla porta semiaperta della stanza del fuhrer filtrava una tenue luce.
Eva si tolse le scarpe e sgusciò dentro come un felino nell'atto di ghermire la preda.
Il fuhrer giaceva addormentato con la testa abbandonata sul tavolo, una bavetta dalla bocca,una pistola posata sulla scrivania.
''Ora compirò la mia vendetta,sangue ariano un cazzo,mi sono legata a un impotente,non mi ha scopata una singola volta sto vecchio pazzo,un impotente di merda,mi teneva relegata in una stanza,ma non mi ha mai nemmeno sfiorata''.
''Ti piace atletico il sangue ariano?''
''Ora ti faccio vedere,anzi sentire''.
Legò le sue mani dietro la schiena e fissò un cappio al collo del fuhrer profondamente addormentato dopo dieci giorni di veglia,le pastiglie di pervitin,la metamfetamina che lo teneva sveglio erano terminate.
Sollevò un ogiva di 50 chili con incredibile vigore ariano,o meglio con il vigore di chi aveva passato il tempo a fare esercizi di ginnastica per sfogare l'astinenza.
La legò alla corda e la posò sulla trave sotto il soffito.
Lo svegliò con una sberla,o meglio con più di una perché il fuhrer era profondamente addormentato.
''Dove sono?''chiese Hitler.
''Nella stanza del nostro amore,mein fuhrer''.
''Cosa?''
''Sai quell'ebreo di nome Freud,io l'ho letto''
''Eva cosa dici?''
''Bhe c'era un passo sull'isteria in cui una moglie trascurata gridava a suo marito impiccati perché la trascurava e non riusciva ad avere un erezione''.
''Sapeva che agli impiccati viene duro''.
''Eva amore cosa dici,non crederai a quelle sciocchezze,cosa sono queste corde?''.
Il fuhrer realizzò e deglutì.
''Eva ti prego,non è una morte dignitosa,non è saggio da parte tua,ti prego liberami voglio morire,ma non così''.
''Dovresti essere orgoglioso io voglio avere un figlio da te''.
''E questo è l'unico modo di averlo''.
Con un movimento della corda lasciò cadere l'ogiva il fuhrer fu trascinato all'insù per il collo penzolando come un impiccato.
Lei con furia pazza gli strappò i pantaloni e si accinse a spogliarsi.
Quando vide che il suo membro non si gonfiava,lo prese in mano flaccido e lo soppesò,poi disse:
''Ora ho capito perché ti sei sposato la Germania e ti piace tanto la guerra''.
''Neanche così riesci a venire.''
Hitler soffocava nella morsa letale del cappio.
Eva tagliò la corda e il corpo del fuhrer fece un tonfo per terra,era vivo.
Eva prese la pistola e se la infilò nella vagina.
''Solo così riesci a penetrare la gente?Con un colpo di pistola?''
''Eva ti prego,no!''
''Infatti no,io muoio in modo decoroso,ma sono una fallita mi sono sposata un impotente''.
Si tolse la pistola dai genitali e la posò sul tavolo.
''Ora sai cosa fare''.
Si rivestì e se ne andò.
Hitler si rialzò e chiuse la porta.
Dopo neanche due secondi un colpo echeggiò nella stanza.
L'immortale a Porta Nuova
Il vento alzava turbini di polvere sulla strada.
La terra è gelida il cielo è lontano recita un proverbio siberiano.
Le vetrine di via Roma erano piene di ogni ben di Dio.
Le colonne di marmo dell'era del fascio erano gelide,eppure i barboni si concedevano oblio nelle braccia di marmo delle colonne.
Ma lui cercava qualcosa di strano,qualcosa di insolito,qualcosa che niente contante e nessuna carta di credito potevano concedergli.
Qualcosa che tutti vogliono evitare,ma lui cercava spasmodicamente.
Si dice che in un lontanto passato il re Wen del terzo secolo dopo Cristo,ammesso che Cristo sia mai esistito,abbia inviato un messo a cercare il segreto dell'immortalità.
Lui malauguratamente l'aveva trovato in una caverna del Tibet orientale.
Che cos'era?
Un cavolo amaro col nome di SOG-TRONPO-DGCHENG,ma pur sempre un cazzo di cavolo amaro.
Lui doveva portarlo all'imperatore,ma il lama l'aveva avvertito:chi ne mangia vivrà indefinitivamente,ma solo uno,chi invece ne lascerà mangiare ad altri inesorabilemente morirà,lasciando il ''privilegio'' dell'immortalità ad altri.
Secondo voi il messo che decisione aveva preso,portare l'immortalità all'imperatore o tenerla per sempre?quella sbagliata,ovviamente.
Vivere.
Per sempre.
E ora dopo 17 secoli non ne poteva più.
Si trovava a Porta Nuova perché aveva sentito parlare che in quella città era vissuto il filosofo dell'eterno ritorno.
Lui sapeva che era vero,tristemente vero,ma aveva deciso lo stesso di provare l'ebbrezza dell'abbraccio di Thanathos.
Aveva scelto via Roma perché gli piaceva e improvvisamente gli venne il coraggio di liberarsi di questa vita.
Con un italiano stentato provò a svegliare un barbone:
''Scusa...se vuoi vivere per sempre mangia di questo…''
''Io non voglio droga,lasciami perdere''.
''Si è una droga,ma buona,ti permette di vivere per sempre''.
''Io voglio crepare,dammi una sigaretta piuttosto.''
''Non fumo...''
''Fanculo vivi per sempre,ma lasciami dormire''
Si allontanò,cercando un altro potenziale concorrente per la vita eterna.
Fu fermato da due signori in cravatta e giacca.
''Scusi posso lasciarle un opuscolo...''
''Si cosa c'è scritto?''
''Come raggiungere la vita eterna''.
''Bhe veramente io ce l'ho già la ricetta''
''Anche lei legge la Bibbia?''
''No''.
''Semplicemente è un cavolo amaro''.
''Un cavolo amaro?''
''Si''.
Pausa di silenzio.
''E' un versetto per caso,un passo dell'Ecclesiaste del libro dei numeri,forse una citazione di Neemia,o qualcosa che ha mangiato l'asino di Baalaam?''.
''No è un cavolo amaro e basta,gliel'ho detto''.
Pausa di silenzio.
''Ma lei crede?''
''In cosa?''
''Nella vita eterna''.
Pausa di silenzio.
''Non si tratta di credere,io ce l'ho punto e basta''
Pausa di silenzio.
''Tutti siamo eterni'' dissero i signori in giacca e cravatta.
''Siamo lieti che lei ne sia certo''.
''Io no''.
''Come scusi?''
''Io voglio morire''.
Pausa di silenzio.
''Cioè...lei vuole affrettare il passaggio verso la vera vita eterna verso il Signore?''.
''Quale signore?Quello di prima che voleva le sigarette?Io gliel'ho offerta ma ha rifiutato,voleva solo sigarette e io non fumo.''
Pausa di silenzio.
''Senta prenda questo opuscolo,lei mi pare avere una grande fede,ma deve chiarirsi le idee,leggere meglio la Bibbia perché l'asino di Baalaam non mangiava cavoli amari,ma solo erba innaffiata con l'acqua del pozzo di Nimrod''.
''Cioè anche lui voleva morire?''
Pausa di silenzio.
''Tenga l'opuscolo e arrivederci''.
Niente,fallita anche con questi,pensare che volevano vivere per sempre ora creperanno,e io che invece voglio morire non posso.
''Vabbè tento il tutto per tutto cercherò il re di questo posto,i re vogliono vivere in eterno,sono fatti così''.
Andò nel parco della stazione e fermò un tizio che si stava per iniettare dell'eroina nel braccio,il primo che trovasse a quell'ora.
''Mi scusi chi è il re di questo posto?''
''Il re?Il re?Quello che dà la roba vuoi dire?E' il negro lì''
E glielo indicò.
Andò dal ''re''.
''Senta io vorrei darle del cavolo amaro che permette di vivere per sempre''.
''Cioè fa viaggiare?Io non commercio acidi,solo coca ed ero o marjuana''.
''Si fa viaggiare,pensi io vengo dalla Cina,ho avuto tutto il tempo per venirci a piedi''.
''Puoi anche tornarci coglione,se preferisci,io quella merda non la mangio,uno così coglione da farsi a piedi dalla Cina non può avere roba buona''.
''Ma io avevo tanto tempo,17 secoli''.
''Eh?''
''17 secoli''.
''17 porta sfiga,fila via stronzo''.
Se ne andò.
''Certo che i re sono intrattabili un po' ovunque''.
Pazienza vorrà dire che vivrò per sempre.
Pazienza.
Fu preso dalla rabbia gettò il cavolo amaro nel Po.
In quel momento un barbone si gettò dal ponte verso via Moncalieri e stava per annegare nelle acque gelide,quando annaspando ingerì per sbagliò un pezzo del cavolo tibetano.
Il messo dell'imperatore neanche se ne accorse tanto che era sconfortato.
Era l'alba e si disse,voglio godermi l'eternità non mi resta altra scelta,qua nei bar hanno del te,non è buono come quello del mio paese,ma almeno mi godo qualcosa.
Entrò in un bar.
''Scusi ha del te?''
''No li ho finiti solo caffè,mi devono arrivare alle 6,vuole un caffè?''.
''Cos'è un caffè?''
Pausa di silenzio.
''E' come un te solo più forte,e lei penso ne abbia bisogno,le faccio un caffè doppio,così si sveglia''.
''Va bene mi fido di lei,a differenza degli altri sembra molto cortese''.
''Mi scusi visto che è così cortese può dirmi cosa c'è scritto nel giornale,io devo informarmi su questa città intendo viverci a lungo,forse per sempre''.
''C'è scritto di un disperato sopravvissuto alle acque gelide del Po' lo hanno recuperato stamattina e non si capacitano di come sia potuto vivere ha tre ore di ipotermia e stanotte ha fatto -5.''
''Ah'',disse distrattamente il messo.
''Senta lei dice che questa bevanda sveglia?
Disse mentre sorseggiava il caffè.
''Io sento un gran sonno''.
''Scusi verso dove l'hanno recuperato?''
''Sotto il ponte di via moncalieri'' disse il barista.
''Senta...''disse il messo con gioia,''non si offenda il suo caffè è buono e sveglia,ma mi sa che dormirò di un lungo sonno''.
Sorrise e detto quello la tazzina gli cadde per terra.
Decisamente il caffè non poteva più risvegliarlo.
giovedì 12 dicembre 2019
Notte eterna
Notte eterna
dispiega le tue ali
cela la luce perpetua
agli dei
ai semplici mortali.
Nevicherà all'inferno
nevicherà,
nel buio eterno
all'unico luminoso raggio
di questo nero incubo
ai tuoi occhi,
nell'abisso del mio cuore
io rendo omaggio.
dispiega le tue ali
cela la luce perpetua
agli dei
ai semplici mortali.
Nevicherà all'inferno
nevicherà,
nel buio eterno
all'unico luminoso raggio
di questo nero incubo
ai tuoi occhi,
nell'abisso del mio cuore
io rendo omaggio.
lunedì 9 dicembre 2019
Fumo alla Luna
Io fumo alla Luna
alla perduta fortuna
ai rosari sgranati
ai sogni dimenticati,
ma tu Luna
luce della mia tristezza,
sera perenne
colonna d'ebano
solenne
d'incredibile altezza,
io posso raggiungere
con la tua scala d'argento
con il tuo pietoso aiuto.
Io credo nel Dio muto
nell'arte raffinata
della finzione
del grande rifiuto.
Io rifuto la vita
mentre esalo dai miei polmoni
la mia anima avvilita;
imploro l'oro e l'avorio
degli dei e dei loro troni.
In una nuvola di fumo
abbandonata ai solitari cieli
io contemplo la lontana felicità
i suoi occhi ciechi
le trascorrenti nubi
gli impenetrabili veli.
La sovrana senza pietà,
la dea fortuna,
io voto il mio sacrificio
mentre fumo alla Luna,
alla perduta fortuna
ai rosari sgranati
ai sogni dimenticati,
ma tu Luna
luce della mia tristezza,
sera perenne
colonna d'ebano
solenne
d'incredibile altezza,
io posso raggiungere
con la tua scala d'argento
con il tuo pietoso aiuto.
Io credo nel Dio muto
nell'arte raffinata
della finzione
del grande rifiuto.
Io rifuto la vita
mentre esalo dai miei polmoni
la mia anima avvilita;
imploro l'oro e l'avorio
degli dei e dei loro troni.
In una nuvola di fumo
abbandonata ai solitari cieli
io contemplo la lontana felicità
i suoi occhi ciechi
le trascorrenti nubi
gli impenetrabili veli.
La sovrana senza pietà,
la dea fortuna,
io voto il mio sacrificio
mentre fumo alla Luna,
domenica 1 dicembre 2019
La ragazza dai capelli lunghi
I
suoi capelli ondeggiavano al vento di Settembre, lunghi biondi, una
cascata d'oro di pura felicità cui arrampicarsi per contemplare i
suoi occhi.
I
suoi occhi erano pura acqua cristallina, pura come la sua anima,e in
un mondo come questo dove la parola anima può sembrare un semplice
orpello di prediche e odore di sacrestia,tu la vedevi nei suoi occhi
che c'era un'anima, qualsiasi cosa significhi anima, lei ce l'aveva.
I
suoi occhi sì, erano pura acqua cristallina, lei non aveva idea di
cosa fosse la vita, e che da quella fontana di acqua pura sarebbero
sgorgati torrenti di lacrime.
Ma
a lei piaceva la luce del sole,e il sole la amava di ricambio a tal
punto da riflettersi nei mille colori nelle sue iridi.
E
ad ogni momento a seconda del suo umore cambiavano e riflettevano i
mille colori della sua anima.
La
ragazza
dai capelli lunghi amava specchiarsi nelle pozzanghere,giocare coi
bambini,amava la vita,e quando il cielo commosso dalla sua bellezza
piangeva una lacrima,una stella cadente,lei silenziosamente apriva il
suo cuore e chiedeva di essere felice.
Io
non posso raccontare la storia della ragazza dai capelli lunghi
perché un patto segreto che ho fatto con lei mi ha ingiunto il
silenzio.
Dirò
solo che un giorno l’ho incontrata e deve aver visto un bambino più
cresciuto del solito,perchè mi ha subito sorriso.
Anche
se era agosto io l’ho incontrata nel periodo più buio e nero di
tutta la mia vita, così buio e così nero che non mi ricordo quasi nulla.
Nulla di quel vuoto assoluto,di quella cattedrale del dolore fatta di tubi al neon e cemento, non mi ricordo le facce, non mi ricordo i vestiti,so solo che ero uno spettro in una chiesa di fantasmi.
Io non ricordo nulla di quel buco nero,ma i suoi occhi erano più veloci della luce e coglievano ogni sfumatura del mio dolore,ogni sfumatura che mi sfuggiva in quell'immenso buio che si era creato nel mio cuore.
Il suo nome è il nome della Luce e lei porta luce con il suo sorriso.
No,io non so perché non mi abbia abbandonato al buco nero che mi stava inghiottendo e con il quale lotto ancora adesso.
So solo che non ha più i capelli lunghi perché Cronos glieli ha recisi con la falce del tempo,e li custodisce in uno scrigno per fare di essi i campi elisi d'oro nei quali cavalcheremo verso il sole sul destriero del nostro destino.
Ma solo lei bambina cresciuta in fretta e divenuta una valchiria può domare quel destriero e portarlo verso i campi della luce.
Chi ha paura del vento ha paura del destino,ma quando vede il vento carezzare i campi elisi dei suoi capelli d'oro sa che il destino è suo amico,e i mille turbini da cui noi foglie tremule veniamo scossi e risucchiati, sono solo scuse che Eolo con le sue dita di vento adduce per carezzarle i capelli.
So che questa novella poteva essere un romanzo lungo mille pagine,ma io non posso violare il suo segreto.
Il segreto delle sue lacrime,che ha versato a torrenti e che hanno riempito gli oceani dei suoi occhi.
Il segreto delle mie.
Posso solo dire che il suo nome è il nome della luce,e che ha portato chiarore nel buio profondo del mio buco nero.
E che come fiammelle anche i miei si sono accesi e rimangono in attesa che il vento si quieti.
Ma lei con le sue mani protegge le fiammelle dal vento e impedisce si spengano.
Io non rompo il patto del silenzio anche se potrei scrivere una storia bellissima sulla ragazza dai capelli lunghi.
Ma nessuno la conoscerà mai perchè anch'io custodisco i suoi capelli lunghi biondi nel mio cuore.
E non ho più paura del vento e da esso mi lascio trasportare,perchè sono solo carezze ai campi elisi d'oro che si aprono nel cuore di chi la incontra.
Cavalcheremo insieme verso il sole,cavalcheremo sui suoi capelli lunghi,e il mio silenzio echeggia nella valle dei ricordi.
Il libro della vita
Le lame del tempo
tagliano la pelle
fuoco è la mia carne,
buio è il mio sangue.
Dio crea attimi
di stupore
bolle di gioia
destinate a scoppiare.
Se guardi
nello specchio
e non vedi nulla,
quello è il giorno
della salvezza.
Tutto ho letto,
ma il libro
della mia vita
non ho ancora
aperto.
Sopra una montagna
le sue pagine
vengono
fustigate dal vento freddo.
L'occhio del cielo
legge nelle nuvole rapide
sinistri presagi.
Incatenati alle corde
del destino
possiamo solo
mostrare lo specchio
all'occhio del cielo,
perché se stesso veda
e i nostri occhi si aprano
e finalmente
leggano il libro della vita.
tagliano la pelle
fuoco è la mia carne,
buio è il mio sangue.
Dio crea attimi
di stupore
bolle di gioia
destinate a scoppiare.
Se guardi
nello specchio
e non vedi nulla,
quello è il giorno
della salvezza.
Tutto ho letto,
ma il libro
della mia vita
non ho ancora
aperto.
Sopra una montagna
le sue pagine
vengono
fustigate dal vento freddo.
L'occhio del cielo
legge nelle nuvole rapide
sinistri presagi.
Incatenati alle corde
del destino
possiamo solo
mostrare lo specchio
all'occhio del cielo,
perché se stesso veda
e i nostri occhi si aprano
e finalmente
leggano il libro della vita.
venerdì 29 novembre 2019
La ragazza dai capelli lunghi
La ragazza dai capelli lunghi
li ha tagliati
nella fontana fredda
dei ricordi,
io li ho raccolti
e intrecciati
perché fossero alba nuova
del suo sorriso,
in queste albe di inverno.
Le sue lacrime
un timido riflesso
dell'arcobaleno dei suoi occhi.
E quando mille
e più destrieri
corrono verso
il dirupo della notte
con le trecce lei
li doma,
e con le sue carezze
gli dona ali
perché possano volare
fino alle vertigini
delle montagne
cui i suoi occhi si
rivolgevano
mentre giocava da bambina.
La ragazza dai capelli lunghi
è ancora riflessa nela fontana,
nella fontana delle mie lacrime
e il sole dei suoi capelli biondi
tra le gocce dei ricordi
è l'arcobaleno del mio sorriso
quando talvolta giocosa
con le sue dita
carezza il mio io narciso.
La fontana zampilla
gelida acqua,
i suoi capelli lunghi
dove sono?
Li ho intrecciati
nell'anello d'oro
dei miei ricordi,
mai più nessuno
dimenticherà
la ragazza dai capelli lunghi,
solo lei non lo sa,
ma il mio anello d'oro
per sempre glielo ricorderà.
li ha tagliati
nella fontana fredda
dei ricordi,
io li ho raccolti
e intrecciati
perché fossero alba nuova
del suo sorriso,
in queste albe di inverno.
Le sue lacrime
un timido riflesso
dell'arcobaleno dei suoi occhi.
E quando mille
e più destrieri
corrono verso
il dirupo della notte
con le trecce lei
li doma,
e con le sue carezze
gli dona ali
perché possano volare
fino alle vertigini
delle montagne
cui i suoi occhi si
rivolgevano
mentre giocava da bambina.
La ragazza dai capelli lunghi
è ancora riflessa nela fontana,
nella fontana delle mie lacrime
e il sole dei suoi capelli biondi
tra le gocce dei ricordi
è l'arcobaleno del mio sorriso
quando talvolta giocosa
con le sue dita
carezza il mio io narciso.
La fontana zampilla
gelida acqua,
i suoi capelli lunghi
dove sono?
Li ho intrecciati
nell'anello d'oro
dei miei ricordi,
mai più nessuno
dimenticherà
la ragazza dai capelli lunghi,
solo lei non lo sa,
ma il mio anello d'oro
per sempre glielo ricorderà.
martedì 26 novembre 2019
Lucifer lux est
''Il demonio ti ha penetrata?''
''No''
''Usate le tenaglie strappatele i seni finchè non confesserà''
''NOOOOOOOOOOOOOOOO!''
''Confesso mi ha penetrata''
''Da dove?''
''Dal...dal...dall'...''
''Da dove?Diccelo oppure useremo le tenaglie''
Lei guardò il soffitto come trasognata.
''Lucifero mi ha penetrata dall'ombelico''
''Perché menti?''
''Denudatela''.
Il suo corpo perfetto aveva un unico difetto.
Non aveva ombelico.
''Tu menti strega''.
''Io so riconoscere le menzogne di una strega''.
''Lucifero è luce,luce pura voi non capite''.
''Capire cosa?''
''Capire che era puro fuoco e la sua luce ha cauterizzato la ferita della mia nascita,il peccato originale è il concepimento nella carne che ha voluto il vostro Dio''.
''Bene e ora immagino che tu sarai incinta,prima di ucciderti dovremo farti abortire''.
Stette zitta,guardò il muro poi lanciò un urlo e si aggomitolò in posizione fetale.
''Lucifer lux est''.
Disse infine.
''Voi non potete farmi questo,lui non lo permetterà''.
''Neanche noi se tu ci mostri il luogo dove lo incontri''.
''Se io ve lo mostro voi mi lascerete il bambino?''
''Lo giuriamo su Cristus omnipotens Deus''.
''Ora portaci''.
''E vestiti prima''.
Le campane di San Pietro suonarono undici rintocchi.
Lei disse:''Al dodicesimo sarà lì''.
''Lì dove?''
''Nella chiesa di San Pietro,lì c'è il legno del Golgotha,la croce,il serpente e il Cristo sono la stessa cosa,per questo il vostro Dio ha deciso di ucciderlo''.
''Tu menti strega''.
''Legatela,tu non verrai con noi''.
L'Inquisitore Raimondo Bonalegia sentì la necessità di contattare il suo diretto superiore,il pontefice massimo, Cesare Borgia in persona.
Fu ricevuto a Castelgandolfo.
''Cristo sia con voi''
''E con il tuo spirito''.
''Vostra eminenza...''
''Che cosa dobbiamo fare di lei?''
''Slegala e conducila in San Pietro di fronte al trono,ma prima della dodicesima campana,io sarò lì ad attenderla''.
La portarono vestita di un cencio bianco scalza, e ciondolante per lo stordimento del dolore.
Quando lo vide si inginocchiò alzò gli occhi al papa poi alla croce e gridò:
''Lucifer lux est''.
Borgia soggiunse:''inchiodatemi alla croce''.
Le guardie obbedirono sotto gli occhi increduli del Bonalegia.
La donna ripeteva ritmicamente: ''Lucifer lux est.'' in una nenia estatica.
Una volta che l'ultimo chiodo fu piantato al legno della croce suonarono le dodici campane.
Ad ogni campana il corpo semiagonizzante inchiodato alla croce incominciava a fremere e il suo ventre ad espandersi e contrarsi,come se qualcosa si contorcesse al suo interno.
Borgia con una voce non umana disse:''la lancia''.
Una guardia lo colpì al costato ma dal suo ventre non uscì acqua e sangue, ma fuoco.
Un serpente di fuoco uscì dal costato del Borgia e incominciò a serpeggiare fra i presenti,ad uno ad uno presero fuoco ma rimanendone intatti.
Le guardie fiammeggianti e il serpente di fuoco in una San Pietro buia crearono un magico gioco di luci e di ombre di fronte all'inquisitore.
Borgia dalla croce pronuncò le fatidiche parole:
''Ardet nec consumator''.
Alla fine il serpente di fuoco entrò interamente nel ventre della donna.
L'inquisitore era atterrito,come una statua di pietra non sapeva darsi una spiegazione.
Il ventre le si gonfiò improvvisamente le vennero le doglie e partorì un bambino perfettamente.
Un bambino sano,normale identico nei lineamenti a Cesare Borgia.
Dalla croce Borgia disse queste ultime parole:
''Questo sono io,questo è il segreto dell'immortalità''.
''Conservalo e crescilo come un figlio,quando sarò morto ed egli sarà grande il papa sarà lui''.
Con una forza sovrumana si tolse i chiodi e scese dalla croce.
Camminò verso la donna tra le guardie fiammeggianti che si inginocchiarono al suo passaggio illuminandone il corpo muscoloso e sanguinante
La prese da terra la la rialzò e la baciò.
Lei sebbene avesse appena partorito si rialzò e lo prese per mano.
Al tocco delle labbra nel bacio, le fiamme cessarono.
Se ne andarono nudi mano nella mano scortati dalle guardie.
L'inquisitore rimase solo con il rumore del pianto del bambino che echeggiava per tutta una San Pietro mai buia come prima.
Si inginocchiò, si segnò,tagliò un lembo del suo mantello con la spada e avvolse il bimbo.
Infine lo alzò al cielo e disse:
''Compirò il mio dovere,ti crescerò tu sarai papa''
''Ora ho capito il segreto dell'immortalità''.
''Cristo è lucifero''.
''Ardet nec consumatur''.
''Lucifer lux est''.
''No''
''Usate le tenaglie strappatele i seni finchè non confesserà''
''NOOOOOOOOOOOOOOOO!''
''Confesso mi ha penetrata''
''Da dove?''
''Dal...dal...dall'...''
''Da dove?Diccelo oppure useremo le tenaglie''
Lei guardò il soffitto come trasognata.
''Lucifero mi ha penetrata dall'ombelico''
''Perché menti?''
''Denudatela''.
Il suo corpo perfetto aveva un unico difetto.
Non aveva ombelico.
''Tu menti strega''.
''Io so riconoscere le menzogne di una strega''.
''Lucifero è luce,luce pura voi non capite''.
''Capire cosa?''
''Capire che era puro fuoco e la sua luce ha cauterizzato la ferita della mia nascita,il peccato originale è il concepimento nella carne che ha voluto il vostro Dio''.
''Bene e ora immagino che tu sarai incinta,prima di ucciderti dovremo farti abortire''.
Stette zitta,guardò il muro poi lanciò un urlo e si aggomitolò in posizione fetale.
''Lucifer lux est''.
Disse infine.
''Voi non potete farmi questo,lui non lo permetterà''.
''Neanche noi se tu ci mostri il luogo dove lo incontri''.
''Se io ve lo mostro voi mi lascerete il bambino?''
''Lo giuriamo su Cristus omnipotens Deus''.
''Ora portaci''.
''E vestiti prima''.
Le campane di San Pietro suonarono undici rintocchi.
Lei disse:''Al dodicesimo sarà lì''.
''Lì dove?''
''Nella chiesa di San Pietro,lì c'è il legno del Golgotha,la croce,il serpente e il Cristo sono la stessa cosa,per questo il vostro Dio ha deciso di ucciderlo''.
''Tu menti strega''.
''Legatela,tu non verrai con noi''.
L'Inquisitore Raimondo Bonalegia sentì la necessità di contattare il suo diretto superiore,il pontefice massimo, Cesare Borgia in persona.
Fu ricevuto a Castelgandolfo.
''Cristo sia con voi''
''E con il tuo spirito''.
''Vostra eminenza...''
''Che cosa dobbiamo fare di lei?''
''Slegala e conducila in San Pietro di fronte al trono,ma prima della dodicesima campana,io sarò lì ad attenderla''.
La portarono vestita di un cencio bianco scalza, e ciondolante per lo stordimento del dolore.
Quando lo vide si inginocchiò alzò gli occhi al papa poi alla croce e gridò:
''Lucifer lux est''.
Borgia soggiunse:''inchiodatemi alla croce''.
Le guardie obbedirono sotto gli occhi increduli del Bonalegia.
La donna ripeteva ritmicamente: ''Lucifer lux est.'' in una nenia estatica.
Una volta che l'ultimo chiodo fu piantato al legno della croce suonarono le dodici campane.
Ad ogni campana il corpo semiagonizzante inchiodato alla croce incominciava a fremere e il suo ventre ad espandersi e contrarsi,come se qualcosa si contorcesse al suo interno.
Borgia con una voce non umana disse:''la lancia''.
Una guardia lo colpì al costato ma dal suo ventre non uscì acqua e sangue, ma fuoco.
Un serpente di fuoco uscì dal costato del Borgia e incominciò a serpeggiare fra i presenti,ad uno ad uno presero fuoco ma rimanendone intatti.
Le guardie fiammeggianti e il serpente di fuoco in una San Pietro buia crearono un magico gioco di luci e di ombre di fronte all'inquisitore.
Borgia dalla croce pronuncò le fatidiche parole:
''Ardet nec consumator''.
Alla fine il serpente di fuoco entrò interamente nel ventre della donna.
L'inquisitore era atterrito,come una statua di pietra non sapeva darsi una spiegazione.
Il ventre le si gonfiò improvvisamente le vennero le doglie e partorì un bambino perfettamente.
Un bambino sano,normale identico nei lineamenti a Cesare Borgia.
Dalla croce Borgia disse queste ultime parole:
''Questo sono io,questo è il segreto dell'immortalità''.
''Conservalo e crescilo come un figlio,quando sarò morto ed egli sarà grande il papa sarà lui''.
Con una forza sovrumana si tolse i chiodi e scese dalla croce.
Camminò verso la donna tra le guardie fiammeggianti che si inginocchiarono al suo passaggio illuminandone il corpo muscoloso e sanguinante
La prese da terra la la rialzò e la baciò.
Lei sebbene avesse appena partorito si rialzò e lo prese per mano.
Al tocco delle labbra nel bacio, le fiamme cessarono.
Se ne andarono nudi mano nella mano scortati dalle guardie.
L'inquisitore rimase solo con il rumore del pianto del bambino che echeggiava per tutta una San Pietro mai buia come prima.
Si inginocchiò, si segnò,tagliò un lembo del suo mantello con la spada e avvolse il bimbo.
Infine lo alzò al cielo e disse:
''Compirò il mio dovere,ti crescerò tu sarai papa''
''Ora ho capito il segreto dell'immortalità''.
''Cristo è lucifero''.
''Ardet nec consumatur''.
''Lucifer lux est''.
venerdì 22 novembre 2019
Natale a Novembre
''Questi occhi hanno visto l'inferno'' disse Patrick.
''Sai cosa mi manca di più?''
''Cosa Patrick?''
''Il dolore''
''Questa merda di flebo mi sta rubando, l'ultimo reflusso di dignità.''
''Quale?''
''Il mio dolore,il mio dolore è la cosa più preziosa, significa che sono ancora vivo, che spero, che sogno, che qualcosa di me si ribella a questo schifo, che non lo accetta.''
''Secondo te la felicità sta in un po' di dopamina nello striato?''
''Tutto è chimica,Patrick ''.
''No ti sbagli''.
''Non tutto è chimica,noi abbiamo un'anima''.
''E che cos'è l'anima Patrick?''
''L'anima per esempio è preferire il proprio dolore a questa schifezza immonda che ti anestetizza,significa coccolare la propria amarezza,accendere una lucina di natale in una serata di novembre,pensando a tua madre morta''.
''La vedi questa lucina di Natale?''
''Sì''
''Me l'ha regalata un marrocchino''.
''Ma i marrocchini non festeggiano il Natale''
''Si ma lui mi ha visto triste e me l'ha regalata,è stato il mio più bel regalo di natale''.
''Hai fatto pena a un marrocchino Patrick?''
''Forse...''
''O forse lui sa cos'è l'anima''.
''Tieni prendila''
''Perché?''
''Perché questo è il segreto dell'anima''.
''Sono triste e mi tengo il mio dolore,è mio,solo mio,e sarebbe mortalmente ingiusto soffocarlo,c'è ancora un bambino dentro di me,e nonostante tutti i natali senza un regalo,ha deciso di regalarti il suo più bel regalo di natale''.
''A novembre?''
''In una giornata di novembre le lacrime finiscono nella pioggia''.
''Non la voglio è tua''.
''No è questo il bello dell'anima,che non è mia,non è tua,non è nel cervello,non è nel cuore''.
''E dov'è?''
''E' nella gioia di donarti il mio dolore,l'unica cosa che mi è rimasta''.
''Sei felice Patrick?''
''Si''.
''Perché?''
''Perché ti voglio bene e ti dono l'ultima cosa che mi è rimasta,il mio dolore''.
Si staccò la flebo e pianse.
Fuori smise di piovere.
mercoledì 20 novembre 2019
Vajont
Quel giorno non avevano fatto l'amore,un bacio di lei gli fu fatale,guidavano sulla statale lungo il lago artificiale aotto la diga quando lei presa da un impulso incomprensibile mentre lui guidava gli girò la testa e lo baciò.
Lui perse il controllo del mezzo e l'auto precipitò nelle acque profonde del lago artificiale sotto la diga.
L'auto affondava sempre di più ma lei presa da un impulso irrefrenabile continuava a baciarlo.
L'acqua cominciava ad entrare nell'abitacolo ma lei come impazzita si strappò i vestiti e si avvinghiò al suo corpo e lo cinse in una stretta d'amore mortale.
''Tu non lo senti il suono della dodicesima campana?''
Gli chiese mentre lui cercava di divincolarsi.
''Al suono della dodicesima campana sarà il nostro matrimonio''.
Lui la prese di forza,sfondò il parabrezza,l'acqua entrò rapidamente nell'abitacolo.
Prese con forza il suo corpo uscì dall'abitacolo e raggiunse la riva trascinandola.
''Al suono della dodicesima campana'' ripetè...
''Il nostro matrimonio...''
''Per sempre...''
''Ora lasciami nella corrente devo cercare la chiesa del nostro matrimonio''.
Lui la baciò e la abbracciò.
''Quando la troverò sarà l'anello a condurti nella chiesa del nostro matrimonio''.
''Prendilo amore''.
Lui le sfilò l'anello e lei spirò all'istante.
Guardò al cielo stellato che si rifletteva nel lago e maledì le stelle malvage che avevano voluto un simile destino.
Poi innalzò il suo corpo e lo gettò nelle gelide acque.
''Ti troverò''.
Arrivarono i soccorsi che lo raccolsero e lo portarono in ospedale.
La sua compagna di stanza era una vecchia in insufficienza renale,giaceva rantolante attaccata ai tubi.
Respirava a fatica.
Fino a quando si girò e con una strana forza che lui conosceva bene gli si avvinghiò addosso e lo baciò.
Ne fu schifato e si pulì le labbra.
''Non mi riconosci?Sono io''
''Io chi?''
''Mettimi l'anello...''
Lui prese l'anello e glielò infilò al dito.
Immediatamente la pelle divenne elastica e liscia i capelli da grigi a neri.
Era lei.
Si avvinghiarono in un dolce amplesso.
Il campanile suonò dodici colpi.
Lei urlò così forte dal piacere che i vetri si ruppero.
L'urlo come una violenta onda d'urto di piacere fece crollare le montagne sul lago della diga che si sfondò.
L'acqua sommerse il paese e l'ospedale.
''Ogni luogo è la chiesa del nostro matrimonio,il luogo dell'amore è ovunque perché l'amore ha il potere di rendere la giovinezza perduta''.
''Ma ora che l'hai capito è troppo tardi''.
''Ma ora che l'hai capito è troppo tardi''.
I loro corpi sprofondarono nelle profondità dell'amore eterno.
lunedì 18 novembre 2019
Profondità
Le tue onde hanno cantato,
la melodia
dei nostri ricordi perduti
la melodia
dei nostri ricordi perduti
sulle immense
spiaggie bianche
sull'oceano
della vita.
Incantata dal dolce suono,
come balena
la mia anima
si è spiaggiata
sugli scogli aguzzi.
Ho cercato il lamento
di Nettuno,
ho trovato
la pioggia
delle tue lacrime.
Senza di esse
io morirò.
Nel dolce oceano
dei tuoi occhi
ho ritrovato
le profondità perdute.
Che il tuo sorriso
sia aurora
sul mare delle
tue lacrime dimenticate.
venerdì 15 novembre 2019
Nuovo manifesto marxista eugenetico:
''1)La famiglia è il centro di ogni ingiustizia.Va abolita
2)La genetica permette l'uguaglianza,non formale ma sostanziale
3)La fecondazione in provetta e lo sviluppo degli embrioni nelle macchine è obbligatoria
4)Non esistono padre,madre,fratello,sorella ma solo compagni.
Jim Chanos pure essendo di etnia han cinese era alto 1,95 aveva un quoziente intellettivo di 150 e lavorava presso la Celltech di Nanchino.
Era membro del partito comunista cinese ma era inviso da questo per le sue idee.
No,l'orribile aborto della rivoluzione maoista aveva dato origine all'abominio del regime capital-comunista che era durato più di un secolo.
Un secolo di città immense distrutte e rasate al suolo e poi ricostruite pur di mantenere la crescita del pil sopra il fatidico limite imposto dallo stato 3%,lontano dai fasti del boom,ma irreale.
Era come se gli egizi avessero conteggiato nella loro economia la costruzione delle piramidi.
La mongolia interna era stata tapezzata di pannelli solari,il deserto del gobi e quello del taklimakan idem,ma questa elettricità non serviva a niente,perchè l'america e l'europa si erano disintegrate sotto il peso dell'immigrazione.
Non potevano vendere più prodotti a nessuno.
Nel 2084 era avvenuta la rivoluzione copernicana della riproduzione:l'utero artificiale.
La Chiba dreamstate logics era stata la prima a a proporre questa tecnologia.
Tutti i telegiornali avevano proclamato la notizia con giubilo come si fa con qualsiasi diavoleria le magnifiche e progressive sorti portino all'umanità.
Ma questa volta era diverso.
L'utero artificiale era qualcosa che purtroppo per l'elite dominante sarebbe andata a scompaginare l'equilibrio sociale.
Miliardi di nuovi individui perfetti venivano concepiti con caratteristiche predeterminate, quello che non era riuscito al nazismo e al comunismo era riuscito al capitalismo.
La crisi languiva da oramai un secolo quando i primi esseri umani concepiti in modo artificiale divennero adulti e cominciarono a pompare linfa vitale nelle vene del gigante morente del capitalismo globalizzato.
Fallito l'esperimento dell'intelligenza artificiale rimaneva quello della vita artificiale.
Presto dalle catene di produzione della Chiba dreamstate logics vennero sfornati fior di ingegneri designer,medici,biotecnologi.
Tramite i processi di ingegnerizzazione genetica potevano venire prodotti individui praticamente perfetti,con caratteristiche preselezionate.
C'erano però dei limiti alla produzione di intelligenza oltre i 170 punti di quoziente intellettivo gli individui cominciavano a presentare malformazioni.
Purtroppo tali esperimenti erano stati condotti in gran segreto e avevano creato tristi mostri perfettamente consapevoli di essere tali,immobilizzati sulla sedia a rotelle e attaccati a un respiratore.
Vivevano per non più di 10 anni e poi morivano fra atroci sofferenze.
Solo uno era sopravvissuto,si chiamava Jalal nome scelto da lui stesso in omaggio al celeberrimo poeta persiano del tredicesimo secolo.
Quando la fratellanza eugenetica neomarxista capeggiata da Jim Chanos venne a conoscenza degli esperimenti della Chiba dreamstate logics,tentarono immediatamente di contattarlo.
Il permesso fu negato.
Jalal era la gallina dalle uova d'oro della Chiba e non se lo potevano lasciare soffiare via così dalla fratellanza eugenetica neomarxista.
Anche perché fra i governi del mondo e la fratellanza non correva più tanto buon sangue.
La Chiba subiva sempre di più le ingerenze del partito comunista cinese e aveva deciso di trasferirsi a Singapore,l'unica isola felice del capitalismo globalizzato.
Capitolo 2 comunisti contro comunisti
''1)La famiglia è il centro di ogni ingiustizia.Va abolita
2)La genetica permette l'uguaglianza,non formale ma sostanziale
3)La fecondazione in provetta e lo sviluppo degli embrioni nelle macchine è obbligatoria
4)Non esistono padre,madre,fratello,sorella ma solo compagni.
Jim Chanos pure essendo di etnia han cinese era alto 1,95 aveva un quoziente intellettivo di 150 e lavorava presso la Celltech di Nanchino.
Era membro del partito comunista cinese ma era inviso da questo per le sue idee.
No,l'orribile aborto della rivoluzione maoista aveva dato origine all'abominio del regime capital-comunista che era durato più di un secolo.
Un secolo di città immense distrutte e rasate al suolo e poi ricostruite pur di mantenere la crescita del pil sopra il fatidico limite imposto dallo stato 3%,lontano dai fasti del boom,ma irreale.
Era come se gli egizi avessero conteggiato nella loro economia la costruzione delle piramidi.
La mongolia interna era stata tapezzata di pannelli solari,il deserto del gobi e quello del taklimakan idem,ma questa elettricità non serviva a niente,perchè l'america e l'europa si erano disintegrate sotto il peso dell'immigrazione.
Non potevano vendere più prodotti a nessuno.
Nel 2084 era avvenuta la rivoluzione copernicana della riproduzione:l'utero artificiale.
La Chiba dreamstate logics era stata la prima a a proporre questa tecnologia.
Tutti i telegiornali avevano proclamato la notizia con giubilo come si fa con qualsiasi diavoleria le magnifiche e progressive sorti portino all'umanità.
Ma questa volta era diverso.
L'utero artificiale era qualcosa che purtroppo per l'elite dominante sarebbe andata a scompaginare l'equilibrio sociale.
Miliardi di nuovi individui perfetti venivano concepiti con caratteristiche predeterminate, quello che non era riuscito al nazismo e al comunismo era riuscito al capitalismo.
La crisi languiva da oramai un secolo quando i primi esseri umani concepiti in modo artificiale divennero adulti e cominciarono a pompare linfa vitale nelle vene del gigante morente del capitalismo globalizzato.
Fallito l'esperimento dell'intelligenza artificiale rimaneva quello della vita artificiale.
Presto dalle catene di produzione della Chiba dreamstate logics vennero sfornati fior di ingegneri designer,medici,biotecnologi.
Tramite i processi di ingegnerizzazione genetica potevano venire prodotti individui praticamente perfetti,con caratteristiche preselezionate.
C'erano però dei limiti alla produzione di intelligenza oltre i 170 punti di quoziente intellettivo gli individui cominciavano a presentare malformazioni.
Purtroppo tali esperimenti erano stati condotti in gran segreto e avevano creato tristi mostri perfettamente consapevoli di essere tali,immobilizzati sulla sedia a rotelle e attaccati a un respiratore.
Vivevano per non più di 10 anni e poi morivano fra atroci sofferenze.
Solo uno era sopravvissuto,si chiamava Jalal nome scelto da lui stesso in omaggio al celeberrimo poeta persiano del tredicesimo secolo.
Quando la fratellanza eugenetica neomarxista capeggiata da Jim Chanos venne a conoscenza degli esperimenti della Chiba dreamstate logics,tentarono immediatamente di contattarlo.
Il permesso fu negato.
Jalal era la gallina dalle uova d'oro della Chiba e non se lo potevano lasciare soffiare via così dalla fratellanza eugenetica neomarxista.
Anche perché fra i governi del mondo e la fratellanza non correva più tanto buon sangue.
La Chiba subiva sempre di più le ingerenze del partito comunista cinese e aveva deciso di trasferirsi a Singapore,l'unica isola felice del capitalismo globalizzato.
Capitolo 2 comunisti contro comunisti
giovedì 14 novembre 2019
Dolce pietra
Aveva bevuto tutta la notte coi rumeni,non aveva avuto niente di meglio da fare.
Perlomeno erano gentili socievoli e giovani e gli avevano offerto da bere.
Lui non si era fatto pregare.
Giocavano a ping pong nell'area gioco dei bambini fino alle 5 del mattino.
Ciondolavano ubriachi e una volta sì e l'altra anche, finivano per perdere la pallina.
Lui gliela recuperava meccanicamente come un cane da riporto.
Lo ringraziavano ridendo,dicendo delle parole in rumeno,forse lo sfottevano,forse no,che gliene importava a lui?
Era quanto di meglio la città aveva da offrire in quel quartiere:cioè nulla.
''Sai una cosa amico?'' disse il rumeno.
''Gesù presto amerà anche te''.
''Cosa?!?''
Il rumeno semiubriaco prese ad indicare la scena.
Davanti al muro dove campeggiava gigantica la scritta ''Gesù ti ama'' due negri stavano consegnando delle palline a un tizio non propriamente in forma.
''Sai chi ha fatto quella scritta?''chiese il rumeno.
Lui rispose indifferente:''i testimoni di geova''?
''Si certo!Te lo dico io chi l'ha scritta:''i testimoni della bonza''.
E colto dal dubbio chiese ancora:''si dice bonza in italiano?''
''Cosa?''
I rumeni risero dementi.
''Tu non sai cos'è bonza?'' chiesero in coro...
''No''.
Altre risate.
Un rumeno asciutto come un'acciuga dalla voce afona prese la pallina da ping pong e gliela mostrò.
''Loro usano palline per metterci dentro cocaina''.
''Ce l'hai 50 euro ci facciamo una strisciata?''
Lui mise le mani in tasca finse di cercare e disse:
''Ho dimenticato il portafoglio in macchina''
Penso dentro di sè:''mi hanno rotto il cazzo,che si fottano,per il momento Gesù non mi ama ancora''.
''Devo andare a pisciare''.
Purtroppo l'unico posto appartato era quel muro con la scritta ''Gesù ti ama''.
Spacciatori e clienti se ne erano andati.
Lui si slacciò la cintura e pensò ''certo che mi ami,guarda che vita di merda,che città di merda''.
Mentre il getto parabolicamente si riversava sul muro notò che nel muro si era formata una crepa tra le parole ''Gesù'' e ''ti ama''.
Si riallacciò e guardò la crepa sembravano lettere sembrava esserci scritto ''non'' in modo preciso.
Si allontanò e guardò bene.
Si c'era proprio un non tra le parole Gesù e ti ama.
Non l'aveva mai notato.
Rimase perplesso a guardarlo per un minuto poi andò dai rumeni e chiese da bere.
''Finisci bottilia''.
C'era mezzo litro di gin di pessima qualità.
Non si fece pregare,butto giù a gargarozzo il gin e nel giro di un quarto d'ora ebbe di nuovo l'impulso a orinare.
Questa volta però i rumeni gli indicarono un bagno pubblico.
Aprì con un certo sforzo la porta di metallo ed entrò.
C'era un tanfo inconcepibile,''rumeni di merda,possono tirare l'acqua'' pensò.
Sul muro si era creata una fenditura profonda che recitava la scritta ''rumeni di merda''.
''Oh cazzo!'',''devo aver bevuto parecchio stasera''.
Un sole insolente si alzò sulla città fra lo smog, i rumeni erano spariti.
Lui si sdraiò sulla panchina e prese sonno.
Fece un sogno strano c'era uno stranissimo essere acefalo vestito di tutto punto,con un completo beige stile ottocento e un orologio da taschino e una mano di pietra.
''Io sono il signore della terra,la terra prendi i miei poteri tutto ciò che questa mano tocca diventa di pietra,realizzzerai il tuo sogno,ma ti sarà fatale.
Prese un coltello gli tagliò la mano destra e la sostituì con quella in pietra.
''Buona fortuna''.
Si risvegliò che era già imbrunire e i rumeni erano già lì al tavolo da ping pong a bere e giocare.
''Merda l'alcool fa male''.
Li salutò e quelli manco gli risposero.
Si sedette triste e incominciò a piangere.
Quando fu ridestato dai rumeni che gli urlarono ridendogli in faccia:
''riprendi pallina italiano di merda,tutti gli italiani sono nostri schiavi,i rumeni comandano''.
Lui non aveva nessun orgoglio,non rispose agli insulti rivolti a lui e alla sua nazione.
Andò a prendere la pallina e gliela riportò.
''Ma cosa cazzo fai?Questa non è pallina è pietra''.
La guardò perplesso.
Il rumeno aveva già bevuto ed era in vena di violenza.
''Italiano di merda ti prendi gioco di noi''.
Prese una bottiglia e glielà spaccò in faccia.
Lui rimase impassibile,i cocci andarono per terra ma lui non sentì dolore.
I rumeni spalancarono gli occhi stupefatti le loro risate cessarono istantaneamente.
Uno prese una spranga di metallo e la brandì contro di lui.
Istintivamente lui la parò con la mano destra.
La spranga si piegò come fosse di burro.
Lui si guardò la mano.
Era di pietra come nel sogno.
La alzò e la guardò era come nel sogno,totalmente di pietra.
I rumeni fuggirono.
Prese la macchina e corse per la tangenziale.
Lo stupiva la frequenza con cui la scritta ''Gesù ti ama'' si ripetesse sui muri della città.
''Bhe ora so a cosa serve''.
''So anche a cosa servirà questa mano''.
Prese a guardare le prostitute che mostravano le loro grazie sotto i lampioni.
''Che schifo,ci vuole qualcosa di meglio''
Prese lo smartphone e digitò escort torino.
50 pagine di risultati.
Sfogliò con calma il catalogo dell'amore.
L'occhio le cadde su Sheila Chandra un'avvenente escort immigrata dal Pakistan.
Aveva un viso ovale,le sopracciglia disegnate sovrastavano due occhi alteri da principessa orientale,i capelli le cadevano lunghi e neri e morbidi lungo la schiena.
Era curiosamente chiara di carnagione per essere pakistana.
Aveva un tatuaggio sulla spalla destra e un ditale d'argento sull'anulare.
Si trovava in via dei mille 124.
Telefonò.
250 euro per mezz'ora però,la bellezza si faceva pagare, guadagna più di un primario.
Telefonò alla escort che rispose gelida dicendo che era tutto prenotato per una settimana.
''Te ne do mille per un quarto d'ora'', disse lui ''un quarto d'ora per mille picci non lo trovi?''
Attimi di silenzio.
''Va bene vieni alle 4''
''Alle 4 fatta.''
''Ma se mi dai pacco e non paghi io so chi informare per fartela pagare''.
Guidò con fretta verso lo stabile in centro e salì le scale a piedi.
Gli sembrava di salire le scale del paradiso, saliva uno scalino alla volta per assaporare il gusto di avvicinarsi a quella donna dalle forme perfette.
Alla fine dopo 2 minuti buoni in cui il suo cuore come un orologio impazzito scandiva lo scorrere del tempo suonò il campanello.
Era in accappatoio e scalza lo invitò con un cenno della mano a seguirlo, mentre camminava morbida e sinuosa come una pantera, senza dire nulla, si tolse l'accappatoio e con due dita lo fece ondeggiare e si girò verso di lui.
Puntò verso di lui lo sguardo assassino.
Lui rimase impietrito a guardarla in tutta la sua nuda sfolgorante bellezza.
Lei fece una smorfia.
''mille cash, muoviti non ho tempo da perdere''.
Lui prese i soldi e li depose ai suoi piedi come una specie di offerta votiva che si fa a una dea ,continuando a guardarla negli occhi,mentre lei con una mano sui fianchi lo guardava impassibile.
Quando si rialzò una forte erezione era ben visibile sui suoi pantaloni, aveva la fronte sudata.
Lei lo prese per la mano lo condusse verso il letto, lo fece sedere accanto a sé e disse:
''sono una professionista non avere timore ,lasciati andare''.
Poi leccò con la lingua il suo sudore sulla fronte e nel fare questo strofinò i seni sul suo corpo.
Lui si trattenne dal venire.
Lo spogliò mentre il suo cuore stava letteralmente esplodendo.
La penetrò mentre lei sinuosa ondeggiava sopra di lui.
A quel punto venne, e l'accarezzò con la sua mano di pietra.
Ebbe scosse di piacere e poi il dolce oblio.
Si addormentò.
Quando si risvegliò non sapeva dov'era ,poi si ricordò.
Sentì qualcosa di gelido totalmente inviluppato attorno al suo corpo.
La dea orientale di carne, ora era una statua di pietra che avvolgeva il suo corpo in una stretta mortale.
Non riusciva a divincolarsi e a uscire da quel gelido abbraccio di pietra.
Fece per urlare ma le sue labbra di pietra schiacciate sulla sua bocca impedivano qualsiasi suono.
Si ricordò del sogno e della profezia del signore della terra.
Morì di fame e di sete imprigionato dalla dea di pietra che aveva deciso di amare, dal desiderio fatale che aveva potuto realizzare.
Perlomeno erano gentili socievoli e giovani e gli avevano offerto da bere.
Lui non si era fatto pregare.
Giocavano a ping pong nell'area gioco dei bambini fino alle 5 del mattino.
Ciondolavano ubriachi e una volta sì e l'altra anche, finivano per perdere la pallina.
Lui gliela recuperava meccanicamente come un cane da riporto.
Lo ringraziavano ridendo,dicendo delle parole in rumeno,forse lo sfottevano,forse no,che gliene importava a lui?
Era quanto di meglio la città aveva da offrire in quel quartiere:cioè nulla.
''Sai una cosa amico?'' disse il rumeno.
''Gesù presto amerà anche te''.
''Cosa?!?''
Il rumeno semiubriaco prese ad indicare la scena.
Davanti al muro dove campeggiava gigantica la scritta ''Gesù ti ama'' due negri stavano consegnando delle palline a un tizio non propriamente in forma.
''Sai chi ha fatto quella scritta?''chiese il rumeno.
Lui rispose indifferente:''i testimoni di geova''?
''Si certo!Te lo dico io chi l'ha scritta:''i testimoni della bonza''.
E colto dal dubbio chiese ancora:''si dice bonza in italiano?''
''Cosa?''
I rumeni risero dementi.
''Tu non sai cos'è bonza?'' chiesero in coro...
''No''.
Altre risate.
Un rumeno asciutto come un'acciuga dalla voce afona prese la pallina da ping pong e gliela mostrò.
''Loro usano palline per metterci dentro cocaina''.
''Ce l'hai 50 euro ci facciamo una strisciata?''
Lui mise le mani in tasca finse di cercare e disse:
''Ho dimenticato il portafoglio in macchina''
Penso dentro di sè:''mi hanno rotto il cazzo,che si fottano,per il momento Gesù non mi ama ancora''.
''Devo andare a pisciare''.
Purtroppo l'unico posto appartato era quel muro con la scritta ''Gesù ti ama''.
Spacciatori e clienti se ne erano andati.
Lui si slacciò la cintura e pensò ''certo che mi ami,guarda che vita di merda,che città di merda''.
Mentre il getto parabolicamente si riversava sul muro notò che nel muro si era formata una crepa tra le parole ''Gesù'' e ''ti ama''.
Si riallacciò e guardò la crepa sembravano lettere sembrava esserci scritto ''non'' in modo preciso.
Si allontanò e guardò bene.
Si c'era proprio un non tra le parole Gesù e ti ama.
Non l'aveva mai notato.
Rimase perplesso a guardarlo per un minuto poi andò dai rumeni e chiese da bere.
''Finisci bottilia''.
C'era mezzo litro di gin di pessima qualità.
Non si fece pregare,butto giù a gargarozzo il gin e nel giro di un quarto d'ora ebbe di nuovo l'impulso a orinare.
Questa volta però i rumeni gli indicarono un bagno pubblico.
Aprì con un certo sforzo la porta di metallo ed entrò.
C'era un tanfo inconcepibile,''rumeni di merda,possono tirare l'acqua'' pensò.
Sul muro si era creata una fenditura profonda che recitava la scritta ''rumeni di merda''.
''Oh cazzo!'',''devo aver bevuto parecchio stasera''.
Un sole insolente si alzò sulla città fra lo smog, i rumeni erano spariti.
Lui si sdraiò sulla panchina e prese sonno.
Fece un sogno strano c'era uno stranissimo essere acefalo vestito di tutto punto,con un completo beige stile ottocento e un orologio da taschino e una mano di pietra.
''Io sono il signore della terra,la terra prendi i miei poteri tutto ciò che questa mano tocca diventa di pietra,realizzzerai il tuo sogno,ma ti sarà fatale.
Prese un coltello gli tagliò la mano destra e la sostituì con quella in pietra.
''Buona fortuna''.
Si risvegliò che era già imbrunire e i rumeni erano già lì al tavolo da ping pong a bere e giocare.
''Merda l'alcool fa male''.
Li salutò e quelli manco gli risposero.
Si sedette triste e incominciò a piangere.
Quando fu ridestato dai rumeni che gli urlarono ridendogli in faccia:
''riprendi pallina italiano di merda,tutti gli italiani sono nostri schiavi,i rumeni comandano''.
Lui non aveva nessun orgoglio,non rispose agli insulti rivolti a lui e alla sua nazione.
Andò a prendere la pallina e gliela riportò.
''Ma cosa cazzo fai?Questa non è pallina è pietra''.
La guardò perplesso.
Il rumeno aveva già bevuto ed era in vena di violenza.
''Italiano di merda ti prendi gioco di noi''.
Prese una bottiglia e glielà spaccò in faccia.
Lui rimase impassibile,i cocci andarono per terra ma lui non sentì dolore.
I rumeni spalancarono gli occhi stupefatti le loro risate cessarono istantaneamente.
Uno prese una spranga di metallo e la brandì contro di lui.
Istintivamente lui la parò con la mano destra.
La spranga si piegò come fosse di burro.
Lui si guardò la mano.
Era di pietra come nel sogno.
La alzò e la guardò era come nel sogno,totalmente di pietra.
I rumeni fuggirono.
Prese la macchina e corse per la tangenziale.
Lo stupiva la frequenza con cui la scritta ''Gesù ti ama'' si ripetesse sui muri della città.
''Bhe ora so a cosa serve''.
''So anche a cosa servirà questa mano''.
Prese a guardare le prostitute che mostravano le loro grazie sotto i lampioni.
''Che schifo,ci vuole qualcosa di meglio''
Prese lo smartphone e digitò escort torino.
50 pagine di risultati.
Sfogliò con calma il catalogo dell'amore.
L'occhio le cadde su Sheila Chandra un'avvenente escort immigrata dal Pakistan.
Aveva un viso ovale,le sopracciglia disegnate sovrastavano due occhi alteri da principessa orientale,i capelli le cadevano lunghi e neri e morbidi lungo la schiena.
Era curiosamente chiara di carnagione per essere pakistana.
Aveva un tatuaggio sulla spalla destra e un ditale d'argento sull'anulare.
Si trovava in via dei mille 124.
Telefonò.
250 euro per mezz'ora però,la bellezza si faceva pagare, guadagna più di un primario.
Telefonò alla escort che rispose gelida dicendo che era tutto prenotato per una settimana.
''Te ne do mille per un quarto d'ora'', disse lui ''un quarto d'ora per mille picci non lo trovi?''
Attimi di silenzio.
''Va bene vieni alle 4''
''Alle 4 fatta.''
''Ma se mi dai pacco e non paghi io so chi informare per fartela pagare''.
Guidò con fretta verso lo stabile in centro e salì le scale a piedi.
Gli sembrava di salire le scale del paradiso, saliva uno scalino alla volta per assaporare il gusto di avvicinarsi a quella donna dalle forme perfette.
Alla fine dopo 2 minuti buoni in cui il suo cuore come un orologio impazzito scandiva lo scorrere del tempo suonò il campanello.
Era in accappatoio e scalza lo invitò con un cenno della mano a seguirlo, mentre camminava morbida e sinuosa come una pantera, senza dire nulla, si tolse l'accappatoio e con due dita lo fece ondeggiare e si girò verso di lui.
Puntò verso di lui lo sguardo assassino.
Lui rimase impietrito a guardarla in tutta la sua nuda sfolgorante bellezza.
Lei fece una smorfia.
''mille cash, muoviti non ho tempo da perdere''.
Lui prese i soldi e li depose ai suoi piedi come una specie di offerta votiva che si fa a una dea ,continuando a guardarla negli occhi,mentre lei con una mano sui fianchi lo guardava impassibile.
Quando si rialzò una forte erezione era ben visibile sui suoi pantaloni, aveva la fronte sudata.
Lei lo prese per la mano lo condusse verso il letto, lo fece sedere accanto a sé e disse:
''sono una professionista non avere timore ,lasciati andare''.
Poi leccò con la lingua il suo sudore sulla fronte e nel fare questo strofinò i seni sul suo corpo.
Lui si trattenne dal venire.
Lo spogliò mentre il suo cuore stava letteralmente esplodendo.
La penetrò mentre lei sinuosa ondeggiava sopra di lui.
A quel punto venne, e l'accarezzò con la sua mano di pietra.
Ebbe scosse di piacere e poi il dolce oblio.
Si addormentò.
Quando si risvegliò non sapeva dov'era ,poi si ricordò.
Sentì qualcosa di gelido totalmente inviluppato attorno al suo corpo.
La dea orientale di carne, ora era una statua di pietra che avvolgeva il suo corpo in una stretta mortale.
Non riusciva a divincolarsi e a uscire da quel gelido abbraccio di pietra.
Fece per urlare ma le sue labbra di pietra schiacciate sulla sua bocca impedivano qualsiasi suono.
Si ricordò del sogno e della profezia del signore della terra.
Morì di fame e di sete imprigionato dalla dea di pietra che aveva deciso di amare, dal desiderio fatale che aveva potuto realizzare.
domenica 10 novembre 2019
I poeti della stella nera
Le automobili passavano sul viadotto incuranti dello strano spettacolo che si stava verificando.
I lampioni incominciarono a emettere luce a intermittenza,tutta le luci della città avevano cominciato a pulsare e a emettere luce in modo discontinuo secondo una sequenza stranissima che aveva il potere di scuotere il cemento armato di cui era fatta e farla vibrare.
Questa musica era stranissima e tutti potevano sentirla nella testa senza che tuttavia fosse realmente presente.
La città, i grattacieli altissimi avevano cominciato a essere scossi da questo fremito elettrico fino a perdere calcinacci mentre la gente incredula guardava verso l'alto vedendo le luci seguire la vibrazioni.
Improvvisamente dai cavi dei tralicci si alzarono archi voltaici che seguivano la vibrazione e incominciavano a prendere diverse forme sconosciute.
I teleschermi di qualsiasi tipo incominciarono a emettere immagini deformate che via avevano preso i contorni di una spirale.
Tutti avevano tentato di accendere la tv o il pc per capire cosa stava succedendo ottenendo unicamente di venire confusi dal moto di una spirale pulsante.
Il tg diceva parole allarmate ma queste prendevano i contorni della pulsazione oscura.
Tutta la città,l'asfalto, il cemento vibrava di questa pulsazione, anche le suonerie dei cellulari.
Improvvisamente fu il buio black out.
La gente ansimava, le forze dell'ordine non sapevano cosa fare,l'esercito non aveva obbiettivi contro cui puntare il fuoco.
Poi tutto si riaccese,solo i teleschermi rimasero bui poi si riaccesero comparve un immagine di Marylin Monroe con degli occhi completamente neri che scandì la seguente frase con il suo tono melodico e sensuale un po' giulivo:
''siamo i poeti della stella nera solo chi è in grado di calcolare e ripetere a mente le prime mille cifre del pi greco sarà preso in considerazione per colloquiare con noi,ripeti le prime mille cifre di pi greco e vedrai la stella nera''.
Nessuno aveva idea di cosa stesse succedendo, c'era forse all'opera qualche pazzo hacker che aveva preso il controllo dell'intera rete internet e dei mezzi audiovisivi,nonchè della rete elettrica?
Inutilmente molti cercarono di usare smartphone e computer per fornire il dato,i calcolatori erano bloccati per quella funzione.
Aishwarya Chandrasekar una bambina indiana che si trovava a Kuala Lumpur incominciò a scandire le cifre di pi greco una ad una per più di due ore e mezza fino ad arrivare al limite di mille.
Improvvisamente dal teleschermo riemerse la Marylin dagli occhi alieni.
''Brava'' disse.
''Ora rispondi a questa domanda e ti affideremo le redini del mondo: perché non è possibile quadrare il cerchio?''
Aishwarya Chandrasekar rispose candidamente:
''Perché la mente dell'uomo è scissa nei principi del bene e del male''
La Monroe dal teleschermo sorrise:
''Bene sorella noi siamo venuti dalla stella nera per riformulare le vostre leggi e prenderemo il migliore di voi di voi e ne faremo l'ambasciatore del nostro regno,ma solo se risolverai l'ultimo enigma''
''Tu sarai regina di questo pianeta,noi siamo la fratellanza della stella nera.''
La bambina era al settimo cielo,lei lavorava come giovane addetta alle pulizie dei grattacieli Petronas Twin Tower.
''Si disse,finalmente mi prenderò la mia rivincita''.
Ma non aveva capito cosa intendevano realmente fare i ''poeti della stella nera''.
Marilyn incominciò a svanire dal teleschermo,rimasero solo i due occhi neri.
Improvvisamente la vibrazione ricominciò le Petronas incominciarono a vacillare.
Il teleschermo divenne una membrana sottile che si incominciò ad arcuare fino al punto che incominciò a prendere le forme di un essere alieno.
L'essere alieno uscì dal teleschermo totalmente accovacciato e inviluppato in quella pellicola nera.
A un certo punto lacerò la pellicola e si innalzò.
Solo gli occhi neri erano identici a quelli di Marylin per il resto era completamente diverso da qualsiasi cosa sulla terra.
Aveva 4 braccia con una le porse due pietre nere che avevano una luminescenza blu.
''Infilale nelle orecchie tu non devi sentire il rumore della vibrazione perché sarai la regina''
Lei se le infilò nelle orecchie.
A quel punto l'alieno pose un dito sopra una piramide nera che aveva estratto da un anfratto del suo corpo.
Dalla piramide incominciò a propagarsi una vibrazione violentissima che fece vibrare l'intero edificio e da lì al resto del mondo.
Il resto della popolazione morì all'istante quando sentì la vibrazione.
Uscì dalla stanza e vide i corpi riversi che guardavano nel vuoto privi di vita.
Si girò verso l'alieno e gli urlò ''che avete fatto mi avevate promesso di diventare regina del mondo?Non di uccidere il resto dell'umanità''.
L'alieno rispose:''è l'enigma''
''Ora che tu sei sola sei simile a uno di noi''.
''Quale enigma?Pazzo!''
''L'enigma è tu ti appartieni?...In tal caso sarai regina del mondo.''
Lei rimase silenziosa e guardò verso il basso.
''Non lo so'' alla fine rispose.
''Bene'',disse l'alieno ''benvenuta fra noi''.
''Ognuno di noi ha risolto i primi due enigmi matematici ma non questo,ognuno di noi ha visto morire i propri fratelli e rimanere signore solitario del proprio mondo''.
''Ma chi risolverà il terzo diventerà signore dell'universo e rimarrà solo a troneggiare sul proprio io''.
A quel punto si inginocchiò verso la bambina e le chiese:
''Io sono signore di me stesso?''
Lei lo accarezzò con le lacrime agli occhi,gli rispose:
''Io non voglio risolvere l'enigma, voi siete l'ultima cosa che mi rimane''
''Bene'' disse l'alieno...
''Io ho pensato la stessa cosa,ma quando verrà un essere assetato di conoscenza ci ucciderà tutti e rimarrà solo a troneggiare su se stesso, l'unico vero universo''.
''Un giorno toccherà a te porre l'enigma, spera che chi sta di fronte sia sufficientemente intelligente da capire il valore dell'ignoranza''.
''Nessuno sa veramente se si appartiene o sia il prodotto di un insieme di circostanze'' disse Aishwarya,''per cui vai sicuro, tu vivrai in eterno''.
''Io ho posto l'enigma a te,un giorno toccherà a te porlo,poi a chi hai scelto tu,e così via,ma l'universo è infinito e un giorno sapremo la risposta'' disse l'alieno.
''Ora devo andare.''
''Tieni le due pietre salveranno dalla vibrazione chi sceglierai per risolvere l'enigma''.
Lui aprì le 4 braccia e creò una sfera di luce.
Poi vi si immerse dentro.
La sfera scomparve e con essa l'alieno.
A quel punto lei andò al balcone e vide i milioni di cadaveri e pianse.
Poi si guardò allo specchio e si riassettò i capelli.
Aveva gli occhi neri come quelli dell'alieno.
''Ora capisco perché sono neri''
''Non vogliono vedere sé stessi''.
''Chi è signore di sé stesso è il signore del mondo,ma è solo''.
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