E il cielo pioveva lacrime
sui grattacieli,
sul vetro
sull'asfalto.
Perfezione
cerchi concentrici,
sull'asfalto iridescente
gli occhi semivuoti
della città.
Io sento piovere,
ma dov'è l'erba?
Dove si trova
il cuore profondo,
di un germoglio?
Le nuvole
invano chiamavano
lo spirito
del'ombra
della silva.
E io ero solo...
creatura artificiale,
ma dov'eri tu?
Dove sei tu?
Io non ti capirò mai.
Tu ti nascondi.
Tu ti mostri.
Dove sei?
Perchè graviti
intorno a me?
Io sento
qualcosa
di indefinibile.
Fusione di menti,
di eternità.
Io non sento
nulla di tutto questo.
Io sento me.
Un pupazzo è l'uomo.
Lo soffiano come il vetro,
è calda materia incandescente,
e tutti soffiano una forma.
Quando si raffredderà
sarà l'epitome del niente.
Si può forse
far crescere un seme,
bagnandolo in continuazione,
zappandolo,
concimandolo
in continuazione?
Lascialo crescere
lascialo morire.
E' triste dirlo,
amare significa
lasciarlo nella sua forma.
Ma tu chi ami?
Mi conosci?
Io posso dire io?
O è un equivoco?
Sono un pupazzo.
Qualcosa mi annienta.
Tutto ti annienta.
Hai pazienza,
di capire
ciò che rimane
senza tutto?
Questo è
lo scopo della vita.
Ciò che rimane
senza il tutto.
Eccomi.
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