sabato 1 ottobre 2016

Il lago della sera perenne

Mi dirigo verso il lago
dalle acque chete
è autunno
una brezza fresca spazza il mio corpo di ogni dubbio
mi reco dinanzi all'entrata solenne
una coppia di angeli di marmo
guardano mesti verso il basso
sorreggono 2 torce
ai lati del cancello
distolgo il mio sguardo
dal loro
nessuna tristezza
solo solennità
questo passo è l'ultimo
e non voglio inutili tristezze
che di una lunga vita sono state compagne
ora qui sono costrette a fermarsi
raggiungo la scalinata di marmo nero fra i cipressi
 sopra il cancello una scritta:
lasciate ogni dolore voi che entrate
e più non fatevi ingannare
eros è il veleno
e thanathos la cura
ora vado verso una figura senza volto
''spogliati''
mi intima
nessuno può scendere nelle acque dell'averno
rivestito dalle sue maschere
gli antichi etruschi
chiamavano persona la maschera
ora togliti la maschera
io lascio i miei vestiti
mi specchio nel marmo nero
a differenza degli altri
sono giovane e muscoloso
ora capisco lo sguardo degli angeli
una coppa di nettare
mi sarebbe spettata
se io qui non fossi entrato
ma la soglia ormai è varcata
e la coppa che mi viene offerta
è il succo del loto nero
ora mi saranno mostrati
il passato,il presente,il futuro
dove vado io
più nessun sole nascerà domani
anche solo questo
è per me sufficiente
ad immergermi nelle acque del lago
e diventare fredda nebbia d'autunno

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